Gender
Schermitrice espulsa per essersi rifiutata di competere contro un avversario maschio

Una schermitrice universitaria dello Stato americano del Maryland si è rifiutata di gareggiare contro un avversario biologicamente maschio e di conseguenza è stata espulsa dalla gara.
Stephanie Turner si è rifiutata di competere contro lo schermidore transessuale Redmond Sullivan al Cherry Blossom Open, optando per un ginocchio all’inizio dell’incontro e venendo di conseguenza squalificata dal torneo.
«Sapevo cosa dovevo fare perché USA Fencing [l’ente americano della scherma, ndr] non aveva ascoltato le obiezioni delle donne» riguardo alla sua politica di idoneità di genere, ha detto la Turner dopo l’incidente.
Female fencer takes a knee to protest against her biologically male opponent during a fencing match.
The opponent, Redmond Sullivan, switched from the men’s fencing team to the women’s fencing team at Wagner College last year.
Sullivan shockingly started dominating the… pic.twitter.com/v0uw8NF6Ji
— Collin Rugg (@CollinRugg) April 2, 2025
«Mi sono inginocchiata subito a quel punto. Redmond aveva l’impressione che avrei iniziato a tirare di scherma. Quindi, quando mi sono inginocchiata, ho guardato l’arbitro e ho detto: “Mi dispiace, non posso farlo. Sono una donna, e questo è un uomo, e questo è un torneo femminile. E non tirerò di scherma contro questo individuo”», ha spiegato l’atleta.
«Redmond non mi ha sentito, e si è avvicinato a me, e ha pensato che potessi essere ferita, o che non capisse cosa stava succedendo. Mi ha chiesto, “Stai bene?” E io ho detto, ‘Mi dispiace. Ho molto amore e rispetto per te, ma non competerò con te» ha continuato la Turner.
Turner ha poi raccontato come è stata fatta sfilare di fronte alla commissione d’incontro per spiegare le sue azioni.
Le è stata fornita una copia della politica transgenderra di USA Fencing ed è stata costretta, dietro obiezione, a firmare un documento in cui riconosceva il cartellino nero.
USA Fencing ha difeso la propria politica, sostenendo che «è stata progettata per ampliare l’accesso allo sport della scherma e creare spazi inclusivi e sicuri».
«La politica si basa sul principio che tutti dovrebbero avere la possibilità di partecipare agli sport ed è basata sulle ricerche disponibili all’epoca», ha ulteriormente proclamato USA Fencing nella dichiarazione.
Anche la leggenda del tennis Martina Navratilova è tra coloro che hanno espresso disappunto per le azioni dell’organizzazione.
🤺🚨Historic Protest: Female Fencer Takes a Knee in Bout Against Male Opponent, Faces Immediate Disqualification
After receiving a black card for refusing to compete against a man, Redmond Sullivan’s female opponent was expelled from the @USAFencing event at the Univ. of… pic.twitter.com/IloSnrb2Iu
— ICONS (@icons_women) April 2, 2025
Poco dopo il suo insediamento, il presidente Trump ha emesso un ordine esecutivo che proibisce agli uomini biologici di competere negli sport femminili, spingendo la NCAA a modificare la sua politica sugli atleti transgender per adeguarla all’ordine.
Tuttavia, USA Fencing è governata principalmente dal suo Consiglio di Amministrazione, opera come ente senza scopo di lucro ed è riconosciuta dal Comitato Olimpico e Paralimpico degli Stati Uniti (USOPC) come organo di governo nazionale (NGB) ufficiale per la scherma.
In quanto tale, gode di autonomia nella sua amministrazione quotidiana, ma deve rispettare gli standard e i requisiti dell’USOPC, in particolare per quanto riguarda la rappresentanza degli atleti, la sicurezza e le attività legate alle Olimpiadi.
Non è chiaro come questa storia andrà a finire in relazione all’ordine esecutivo di Trump sull’esclusione dei maschi biologici dagli sport femminili.
Come noto, i record di ogni possibile disciplina femminile sono stati in questi anni stracciati dai transessuali. In più, c’è la questione dei danni possibili.
Come riportato da Renovatio 21, traumi ad atlete causate da avversari transessuali si sono visti in vari sport, come la pallavolo, l’hockey, la BMX, Ju-jitsu. MMA.
Polemica e scandalo si sono avuti anche alle tremende Olimpiadi di Parigi, dove i due partecipanti sospettati di essere trans hanno vinto tranquillamente l’oro nella loro categoria di pugilato.
Resta da capire perché mai la schermitrice americana abbia voluto inginocchiarsi davanti al suo avversario transgenderro e a quello che rappresenta. Forse non la migliore forma di protesta, che potrebbe indicare come ancora ora l’incantesimo genderista, con il suo ricatto morale sinteticamente indotto, infetta la mente della popolazione.
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Immagine screenshot da Twitter
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Trump sospende gli aiuti federali alle prigioni che permettono i transessuali nelle carceri femminili

L’amministrazione Trump ha revocato tutti i finanziamenti non essenziali al Dipartimento di correzione del Maine, citando la presenza di un «detenuto transgender» (un uomo con un genere confuso che si presenta come donna) detenuto in una prigione femminile.
Il procuratore generale Pam Bondi ha annunciato la decisione questa mattina nel programma mattutino di Fox News, Fox and Friends.
«Abbiamo ritirato tutti i finanziamenti non essenziali dal Dipartimento di correzione del Maine perché stavano permettendo a un uomo di entrare in una prigione femminile», ha detto Bondi mentre si trovava sul prato antistante la Casa Bianca.
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La Bondi ha descritto il detenuto confuso come «un tizio gigante, alto 1,85 m e pesante 113 kg, che ha commesso un duplice omicidio con un coltello, ha accoltellato a morte i suoi genitori e il cane di famiglia, e si è identificato come una donna!»
«Quindi, lo lasciavano rinchiudere in una prigione femminile. Non più!» ha dichiarato la Bondi.
«Vi toglieremo i finanziamenti», ha avvertito. «Proteggeremo le donne in carcere. Proteggeremo le donne nello sport. Proteggeremo le donne in tutto il Paese. Basta così».
Nel frattempo, il chyron di Fox News sotto Bondi spiegava: «il Maine perde più di 1,5 milioni di dollari in sovvenzioni federali per aver permesso alle donne trans di entrare nelle carceri femminili».
La decisione di sospendere i finanziamenti è in linea con l’ordine esecutivo (EO) di Trump, «Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia di genere e ripristinare la verità biologica nel governo federale», firmato il primo giorno della sua nuova amministrazione.
Tra le sue numerose disposizioni, l’ampio EO stabiliva che «i fondi federali non devono essere utilizzati per promuovere l’ideologia di genere. Ogni agenzia valuterà le condizioni di concessione e le preferenze dei beneficiari e garantirà che i fondi non promuovano l’ideologia di genere».
In particolare, al «Procuratore generale e al Segretario per la sicurezza interna» è stato ordinato di «garantire che gli uomini non vengano detenuti nelle carceri femminili o ospitati nei centri di detenzione femminili».
Inoltre, incarica il Procuratore generale di «garantire che il Bureau of Prisons riveda le sue politiche in materia di assistenza medica per renderle coerenti con questo ordine e di garantire che nessun fondo federale venga speso per alcuna procedura medica, trattamento o farmaco allo scopo di conformare l’aspetto di un detenuto a quello del sesso opposto».
Da febbraio, il presidente Trump e la governatrice del Maine Janet Mills si sono scontrati in merito alla possibilità per gli atleti maschi con connotazioni di genere di competere negli sport scolastici femminili nel Pine Tree State.
Nel suo discorso d’insediamento nella rotonda del Campidoglio degli Stati Uniti, Trump è stato inequivocabile: «metterò fine alla politica governativa che mira a manipolare socialmente razza e genere in ogni aspetto della vita pubblica e privata».
«Da oggi in poi, la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci siano solo due generi: maschile e femminile», ha proclamato.
Quello dei transessuali nelle carceri femminili, tra violenze, stupri e gravidanze, è un problema che affligge l’intero arco angloamericano e non solo.
Come riportato da Renovatio 21, in New Jersey si era avuto il caso di detenute che hanno preso a rimanere incinte, fenomeno prima sconosciuto nelle carceri femminili. Lo stesso carcere era noto per denunce delle carcerate di aggressione sessuale da parte di transgender.
Anche in Iscozia si è avuto il caso dello stupratore di donne che, dichiaratosi trans al processo, è stato messo in un carcere femminile, con le autorità a dire che non rappresenta una minaccia per le detenute.
Un pedofilo americano condannato per aver violentato la figliastra di 7 anni fa appello contro la sua condanna all’ergastolo dopo aver annunciato di essere ora transgender; l’anno scorso, un pedofilo britannico è stato condannato a soli 16 mesi di prigione e afferma di identificarsi come una bambina di 5 anni.
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In Spagna, un assassino che sta scontando una pena detentiva di 30 anni per aver ucciso la sua vicina di casa si sta ora identificando come donna e viene trasferito in un carcere femminile.
Durante le elezioni presidenziali era emersa la volontà del Partito Democratico USA di fornire parrucche e cambi di sesso gratuiti ai detenuti transgender.
L’anno passato si era avuta notizia del fatto che nello Stato americano dell’Oregon un transessuale che aveva dato in pasto due persone ai maiali era stato incarcerato come donna in una prigione femminile.
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Gender
Eremita transessuale difende in una parrocchia l’espianto di organi sessuali del «cambio di sesso»

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