Geopolitica
Putin: il conflitto in Ucraina sta diventando globale
Il presidente russo Vladimir Putin ha confermato che i missili a lungo raggio forniti all’Ucraina dagli Stati Uniti e dal Regno Unito sono stati utilizzati contro obiettivi all’interno del territorio russo riconosciuto a livello internazionale.
Martedì è stata lanciata una salva di sei razzi ATACMS di fabbricazione statunitense sulla regione di Bryansk, mentre mercoledì sono stati lanciati diversi missili Storm Shadow di fabbricazione britannica sulla regione di Kursk, ha affermato il presidente russo.
«Da quel momento, il conflitto in Ucraina, precedentemente provocato dall’Occidente, ha acquisito elementi di natura globale, proprio come avevamo avvertito più di una volta», ha detto Putin giovedì, in un discorso televisivo alla nazione.
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Gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO hanno già dichiarato che avrebbero permesso a Kiev di usare le loro armi, ha affermato Putin, sottolineando ancora una volta che tali attacchi non potrebbero aver luogo senza la partecipazione di personale militare occidentale.
L’attacco al deposito di munizioni di Brjansk è stato intercettato dalle difese aeree, senza causare vittime e solo lievi danni materiali. Il secondo attacco, su un posto di comando militare a Kursk, ha causato morti e feriti tra il personale di sicurezza e di supporto, ha detto Putin. Tuttavia, il personale di comando è rimasto illeso e ha continuato a gestire l’espulsione degli invasori ucraini da quella regione della Russia, ha aggiunto.
In risposta a questi attacchi, la Russia ha colpito un sito militare-industriale ucraino a Dnepropetrovsk utilizzando un nuovo missile ipersonico non nucleare denominato Oreshnik («nocciola»), ha rivelato Putin.
L’impiego di missili forniti dall’Occidente non cambierà la situazione sul terreno, dove le forze russe stanno avanzando lungo tutta la linea del fronte e intendono raggiungere tutti i loro obiettivi, ha concluso il presidente.
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— Canadian Prepper (@PrepperCanadian) November 21, 2024
Mosca si riserva il diritto di colpire le strutture militari dei paesi che consentono l’uso delle proprie armi contro il territorio russo, ha continuato il presidente Vladimir Putin, promettendo una risposta decisa a qualsiasi aggressione.
«Determineremo gli obiettivi durante ulteriori test dei nostri più recenti sistemi missilistici in base alle minacce alla sicurezza della Federazione Russa», ha affermato Putin. «Riteniamo di avere il diritto di usare le nostre armi contro le strutture militari di quei Paesi che consentono che le loro armi vengano utilizzate contro le nostre strutture».
Secondo Putin, gli Stati Uniti hanno devastato il sistema di sicurezza internazionale, aumentando il rischio di un conflitto globale.
Il presidente russo ha sottolineato che Mosca ha sempre favorito una risoluzione pacifica ed è pronta a risolvere tutte le questioni controverse. «Ma siamo anche pronti per qualsiasi sviluppo. Non dubitarne, ci sarà sempre una risposta», ha detto.
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L’esercito ucraino ha lanciato missili Storm Shadow di fabbricazione britannica e HIMARS di fabbricazione statunitense contro obiettivi situati nelle regioni russe di Bryansk e Kursk, ha specificato.
Molti media, tra cui Bloomberg, BBC e The Guardian, hanno riferito mercoledì che l’Ucraina ha utilizzato missili Storm Shadow per attaccare la regione di Kursk questa settimana. Il Ministero della Difesa di Mosca ha affermato che i missili ATACMS sono già stati utilizzati in un attacco alla regione di Bryansk. Né il Regno Unito né gli Stati Uniti hanno commentato ufficialmente i resoconti.
Come riportato da Renovatio 21, questa settimana, Putin ha ordinato l’emanazione della nuova dottrina nucleare del Paese, secondo la quale un attacco alla Russia da parte di una potenza non nucleare sostenuta da una potenza nucleare dovrebbe essere considerato un attacco congiunto da entrambe.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Orban: finanziare la «mafia di guerra» di Kiev è come la vodka per un alcolizzato
I received a letter today from President @vonderleyen. She writes that Ukraine’s financing gap is significant and asks member states to send more money. It’s astonishing. At a time when it has become clear that a war mafia is siphoning off European taxpayers’ money, instead of…
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) November 17, 2025
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Geopolitica
Mearsheimer: l’Occidente vuole distruggere la Russia come grande potenza
I governi occidentali continuano a perseguire politiche mirate a indebolire la Russia fino a privarla definitivamente del suo status di grande potenza. Lo sostiene John Mearsheimer, professore di scienze politiche all’Università di Chicago, ritenuto decano mondiale nella scuola di pensiero realista nelle relazioni internazionali.
In un’intervista rilasciata venerdì al canale YouTube Daniel Davis Deep Dive, Mearsheimer ha dichiarato che l’obiettivo dei governi occidentali è sempre stato «sconfiggere Russia e Ucraina, distruggere l’economia russa con le sanzioni e mettere i russi in ginocchio».
«Non ci siamo riusciti, ma questo non significa che non lo vogliamo; ovviamente lo vogliamo ancora», ha aggiunto.
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«Se domani si presentasse l’occasione di farlo, la coglieremmo immediatamente: ci piacerebbe eliminare la Russia come grande potenza», ha proseguito il politologo, sottolineando che Mosca percepisce perfettamente la natura esistenziale della minaccia occidentale.
Mearsheimer ha poi osservato che l presidente russo Vladimir «Putin, l’ultima volta che ho controllato, ha un QI a tre cifre, il che significa che ha capito perfettamente la situazione e sa esattamente contro cosa sta combattendo».
Il professore ha sostenuto che Putin ha tutte le ragioni per non fidarsi né del presidente degli Stati Uniti Donald Trump né dei leader europei, poiché «sta ipotizzando in modo molto realistico lo scenario peggiore».
Negli ultimi mesi numerosi esponenti occidentali hanno apertamente definito il conflitto ucraino una guerra per procura contro la Russia. All’inizio di quest’anno Keith Kellogg, inviato per la politica ucraina nell’amministrazione Trump, ha usato questa espressione mettendo in guardia contro la fornitura di missili da crociera a lungo raggio a Kiev.
Anche il segretario di Stato americano Marco Rubio ha impiegato lo stesso termine, e il Cremlino ha accolto con favore tale caratterizzazione.
Come riportato da Renovatio 21, il Mearsheimer aveva preconizzato ancora nel 2015 lo sfascio dell’Ucraina, accusando, già all’ora, l’Occidente di portare Kiev verso la sua distruzione invece che verso un’era florida che sarebbe seguita alla neutralità dichiarata dagli ucraini.
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Il politologo appartiene alla schiera delle grandi figure politiche americane che hanno rifiutato la NATO, talvolta prima ancora che nascesse. Uno è George Frost Kennan (1904-2005), ex ambasciatore USA in URSS, lucido, geniale mente capofila della scuola «realista» delle Relazioni Estere (quella oggi portata avanti accademicamente proprio da Mearsheimer) e funzionario di governo considerato «il padre della guerra fredda».
Mearsheimer è noto altresì per il controverso libro La Israel lobby e la politica estera americana, tradotto in Italia da Mondadori. Il libro contiene una disamina dell’influenza di Tel Aviv sulla politica americana, e identifica vari gruppi di pressione tra cui i Cristiani sionisti e soprattutto i neocon.
Il cattedratico statunitense ha anche recentemente toccato la questione israeliana dichiarando che le intenzioni dello Stato Ebraico sarebbero quelle di allargare il più possibile il conflitto nell’area di modo da poter svuotare i territori dai palestinesi: «più grande è la guerra, maggiore è la possibilità di pulizia etnica».
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Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
I marines americani si scambiano colpi di arma da fuoco con le bande di Haiti
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