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Putin: gli USA trattano gli europei come «cagnolini». Ma a lui i cani in fondo piacciono…

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Gli Stati Uniti interferiscono continuamente negli affari asiatici e trascinano i loro partner europei verso un conflitto con la Cina come «cagnolini al guinzaglio», ha affermato il presidente russo Vladimir Putin.

 

Intervenendo venerdì a un incontro dei responsabili dei media dei BRICS, Putin ha osservato che le relazioni uniche della Russia con la Cina e la crescente cooperazione tra Mosca e Pechino sulla scena internazionale sono diventati uno dei «fattori chiave della stabilità strategica nel mondo».

 

Ha affermato che le relazioni tra Russia e Cina si basano su una «base di parità», tenendo conto «degli interessi reciproci» e ascoltandosi sempre a vicenda.

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D’altro canto, Washington ha perseguito politiche controproducenti in Asia e ha convinto i suoi partner europei a fare lo stesso, ha affermato Putin.

 

«Nessuno vuole nemmeno chiedere agli europei la loro opinione. Vogliono rovinare i loro rapporti con la Cina e coinvolgersi – attraverso le strutture della NATO – in Asia e creare una situazione che causerà preoccupazione tra i paesi della regione, inclusa la Cina?»

 

«Vi assicuro che loro non vogliono questo», ha insistito Putin, notando che «nonostante ciò, vengono trascinati lì con un lazo, come uno zio maggiore che trascina con sé i cagnolini».

 

Putin ha sottolineato che ormai è «impossibile» per gli Stati Uniti fermare lo sviluppo della Cina e che Washington è in ritardo di 15 anni per tentare una cosa del genere.

 

«Esistono processi oggettivi di sviluppo economico, sono collegati a un milione di fattori», ha spiegato il leader russo, aggiungendo che le sanzioni statunitensi alla Cina si sono ritorte contro perché i tentativi di «limitare lo sviluppo della Cina hanno un impatto negativo sull’economia degli Stati Uniti stessi».

 

Intervenendo venerdì alla sessione plenaria del BRICS Business Forum a Mosca, Putin ha affermato che le nazioni del gruppo sono diventate i principali motori della crescita economica internazionale e che il loro potenziale.

 

Come noto Putin, amante dei cani, è stato ritratto più volte con vari esemplari della razza, anche di grossa taglia, epperò sempre senza guinzaglio.

 

Un episodio memorabile fu quando nell’ottobre 2017 scattò rapido a salvare un cucciolo tenuto brutalmente per la collottola dal presidente del Turkmenistan Kurbanguly Berdymukhamedov durante un incontro ufficiale. Il cagnolino era inteso come regalo di compleanno per il presidente russo.

 

 

 

È noto anche come Putin abbia portato con sé in interviste Yume, il suo cane di razza Akita. Durante un incontro con giornalisti giapponesi di Nippon Television e Yomiuri Shimbun, Yume, una femmina, iniziò ad abbiare sonoramente alla troupe. La cagnolina è apparsa senza guinzaglio.

 

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Anni fa, Putin aveva portato seco un cane nero durante un incontro con il cancelliere tedesco Angela Merkel, forse non completamente a suo agio.

 

 

Cani sono stati donati a Putin anche in Bulgaria ed in Serbia.

 

Il rapporto del presidente russo con le creature animali è consistente. Sono impresse nell’immaginario collettivo transnazionale le immagini di Putin che va a cavallo a petto nudo, così come le foto di caccia e di pesca.

 

In un’altra occasione, Putin è stato ritratto mentre nuotava con i delfini. Renovatio 21 si sente di mettere in guardia il presidente della Federazione Russa rispetto a tali cetacei, che a differenza dei cani, sono esseri infidi con evidenti tratti di crudele psicopatia e di perversione ingravescente.

 

Tutti noi dovremmo impegnarci a star lontani il più possibile da delfinidi e balenotteri vari, che rappresentano una minaccia sempre più consistente per i mari di tutto il mondo.

 

Renovatio 21 aspetta con ansia il precedente del riconoscimento delle balene come persone richiesto dal re Maori Tuheitia Potatau te Wherowhero VII, così che sarà possibile poi, finalmente, sporgere querela contro di esse.

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0); Immagine tagliata

 

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Capra assalta indegnamente il Giro d’Italia. Il fenomeno ha radici antiche

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Una capra ha attaccato la più grande manifestazione ciclistica del Paese. Il fenomeno di tale malizia animale contro il ciclismo non è nuovo, ed è stato registrato in più di un secolo di competizioni.   Si sono vissuti attimi di tremenda tensione al Giro d’Italia 2025 nella terza tappa albanese, la Valona-Valona. A circa 120 km dall’arrivo, mentre il plotone affrontava la salita dei Monti Cerauni, una capra, separatasi dal suo gregge al pascolo vicino alla strada, ha invaso la carreggiata, attraversando improvvisamente il percorso e mettendo a rischio il gruppo che procedeva a oltre 60 km/h.   Il malvagio ungulato ha colpito il neozelandese Dion Smith dell’Intermarché-Wanty, che è riuscito a rallentare evitando la collisione con i corridori dietro di lui e a rimanere in sella nonostante l’impatto. Fortunatamente, né il ciclista né la capra hanno riportato ferite, e l’animale si è dato alla fuga.    

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I principali quotidiani sportivi e non hanno, al solito, presentato l’indegno assalto come un caso fortuito.   Renovatio 21 come sua abitudine può fornire invece dettagli riguardo l’incontrovertibile volontà degli animali di danneggiare gli eventi dei ciclisti umani.   Le cronache riportano, con malriposta ironia, di quando un sit-in di lama aveva interferito nello svolgimento del Tour de France già nel 1910, bloccando i corridori sul periglioso passo del Col d’Aubisque. Come riportato da Renovatio 21, più di un secolo dopo i lama sarebbero stati emulati dai loro colleghi ambientalisti.   Nel 2007 un cane di razza golden retriever si è scontrato con il ciclista tedesco Marcus Burghardt, ribaltando la sua bici durante una delle tappe più estenuanti del percorso di quell’anno. Il terrorista quadrupede rimase illeso e il Burghardt riportò invece lievi ferite.     Sempre nel 2007, vi fu un ulteriore dog crash che travolse un povero atleta.  
Nel 2014, un piccolo cane bianco sfuggì alla presa del suo padrone e si lanciò sulla strada mentre il gruppo iniziava lo sprint finale verso il traguardo della seconda tappa. Fortunatamente, il cane riuscì a evitare 100 biciclette che viaggiavano a oltre 48 km/h.  

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Un cane creò il panico, facendo cadere due ciclisti, anche al Tour 2022.     Tuttavia il caso più noto da parte delle bestie (anche in questo caso, ungulati) contro il mondo del ciclismo si ebbe al Tour de France 2010, quando presso il Col du Tourmalet nell’ultima tappa dei giro un gregge di pecore decise all’unanimità di attaccare i ciclisti.  

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A questo punto la domanda bisogna porsela. Gli animali, oltre agli esseri umani, odiano anche e soprattutto il ciclismo?   Hanno per caso ragione?   E poi: perché il Giro d’Italia passa per l’Albania (un tempo, è vero, annessa dal Duce), e, storicamente, in Belgio, in Croazia, Danimarca, Grecia, Irlanda, Germania, Slovenia, Svizzera, Ungheria, Olanda, Gran Bretagna, Lussemburgo, Francia, e perfino Israele?   Questioni prettamente bestiali, per le quali Renovatio 21 non ha risposta alcuna.

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Immagine screenshot da Twitter
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Mirmecotraffico: contrabbandieri di formiche rare condannati in Kenya

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Un tribunale keniano ha condannato quattro individui a un anno di prigione o a una multa di 7.700 dollari ciascuno per aver tentato di esportare illegalmente migliaia di formiche vive, tra cui una specie rara. Lo riporta la BBC.

 

I presunti mirmecotrafficanti, due cittadini belgi, un vietnamita e un keniota, sono stati arrestati il ​​mese scorso a Naivasha, una città nel Kenya occidentale, dove sono stati trovati in possesso di circa 5.000 formiche regine. Tra le specie raccolte c’era la Messor cephalotes, una varietà rara nota anche come formica mietitrice africana gigante.

 

Nel corso del procedimento giudiziario, gli imputati si sono dichiarati colpevoli e hanno affermato di non essere a conoscenza del fatto che la raccolta di formiche per scopi hobbistici fosse un reato.

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Tuttavia, il giudice che presiede l’udienza ha osservato nella sentenza di mercoledì che la quantità e il tipo di formiche coinvolte indicavano uno sforzo deliberato per sfruttare preziosa fauna selvatica, aggiungendo che i trasgressori non erano semplicemente in possesso di pochi esemplari.

 

Secondo il Kenya Wildlife Service (KWS), le formiche sequestrate sarebbero destinate ai mercati di animali esotici in Europa e Asia. Le formiche di contrabbando, secondo i commercianti nel Regno Unito, possono valere fino a 170 sterline (195 euro) l’una.

 

Commentando la popolarità di questi insetti, Pat Stanchev, direttore generale del sito web di commercio di insetti Best Ants UK, ha detto alla BBC che il loro fascino risiede nel loro aspetto distintivo e bello.

 

 

Il KWS ha rivelato che i sospettati avrebbero preparato provette in grado di sostenere le formiche fino a due mesi, specificamente per eludere le procedure di controllo aeroportuale. L’organizzazione ha descritto l’operazione come «premeditata» – in pratica un atto di mirmecotraffico, neologismo assoluto in prima visione su Renovatio 21 (è il motivo per cui abbiamo pubblicato questo articolo) – e l’ha definita una pietra miliare nelle tendenze del traffico che si spostano dal tradizionale bracconaggio di grandi mammiferi verso specie meno conosciute.

 

Uno dei cittadini belgi, David Lornoy, ha dichiarato a Reuters che il gruppo non aveva intenzione di violare alcuna legge. «Non siamo venuti qui per violare alcuna legge. Per caso e stupidità lo abbiamo fatto», ha affermato, chiedendo clemenza.

 

La Messor cephalotes è una specie di formica monogina, con colonie che contano fino a 5.000 operaie. Tali formiche nutrono principalmente di semi, che raccolgono e immagazzinano, svolgendo un ruolo cruciale nella dispersione dei semi e nell’aerazione del suolo. Le regine della specie possono raggiungere dimensioni comprese tra 22 e 25 millimetri.

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Immagine di Retro Lenses via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International

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Topi interrompono la costruzione di una centrale atomica

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I lavoratori del cantiere della centrale nucleare di Hinkley Point C in Gran Bretagna hanno segnalato una significativa infestazione di ratti, sollevando preoccupazioni per la salute e la sicurezza del cantiere dell’impianto atomico.   La minaccia murina è arrivata a tal punto che i sindacati si sono mossi per chiedere un intervento immediato.   All’inizio di aprile, i sindacati Unite e GMB dei lavoratori di Hinkley Point C nel Somerset, nel sud dell’Inghilterra, hanno informato il costruttore, il colosso energetico francese EDF, che l’impianto era invaso dai topi. I sindacati hanno affermato che era necessario un intervento immediato poiché i roditori erano «ovunque» e la rapida espansione della popolazione di topi sollevava preoccupazioni per la salute e la sicurezza dei lavoratori.   «Sono ovunque. Li vedi lì seduti, a guardarti. La situazione è peggiore vicino alle mense, dove credo sia iniziato tutto. Ma ora sono ovunque» ha detto una fonte ad un giornale locale del Somerset. «Più uomini lavorano sul cantiere, più rifiuti ci sono, e anche le mense non sono pulite. La situazione è solo peggiorata nel tempo» ha aggiunto un altro.   Si prevede che lo sviluppo di Hinkley Point C favorirà la creazione di 15.000 posti di lavoro. Una volta completato, l’impianto dovrebbe alimentare circa 6 milioni di case nel Regno Unito e contribuire al 7% del fabbisogno elettrico del Paese.

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L’avvio è previsto per l’inizio per gli anni 2030, dopo diversi anni di ritardi e costi crescenti. Tuttavia, molti ritengono che questo sia un obiettivo irrealistico. Negli ultimi mesi, i lavoratori hanno lamentato le pessime condizioni di lavoro e i bassi salari, probabilmente a causa delle pressioni finanziarie di EDF.   Centinaia di dipendenti del progetto hanno inoltre scioperato a novembre per l’inadeguatezza delle misure di sicurezza per l’accesso al sito.   La serie animata televisiva I Simpson aveva più volte mostrato scene di topi nella centrale nucleare dove lavorava il protagonista, Homer Simpson, al punto che si il governo USA si era mosso per smentire: «Le centrali nucleari sono ben mantenute» aveva scritto nel 2018 il Dipartimento dell’Energia USA. «L’impianto di Springfield è noto nella serie per le sue violazioni in materia di sicurezza. Si va dalle infestazioni di topi alle torri di raffreddamento incrinate (tenute insieme con gomme da masticare), fino alle perdite dalle tubature che fuoriescono rifiuti radioattivi. Questo semplicemente non accade. L’industria nucleare è una delle più sicure in cui lavorare e vivere».     La realtà è che problemi di questo tipo si erano visti in passato, come durante l’interruzione di corrente di Fukushima del 2013. Nel marzo 2013, la Tokyo Electric Power Co (Tepco) sospettò che i topi potessero aver causato un cortocircuito in un quadro elettrico, innescando l’interruzione di corrente. La Tepco annunciò di aver trovato segni di bruciatura su un quadro elettrico improvvisato e un roditore morto di 15 cm nelle vicinanze.   L’interruzione di corrente ha bloccato i sistemi di raffreddamento di quattro vasche di combustibile esaurito presso i reattori 1, 3 e 4, tuttavia il raffreddamento dei reattori non è stato compromesso. In seguito all’incidente, gli ingegneri hanno impiegato circa 30 ore per riparare i danni. Ciò è avvenuto solo due anni dopo che un gigantesco tsunami innescato da un terremoto aveva causato la fusione dell’impianto, che era in fase di smantellamento durante l’incidente con i topi.   La centrale di Hinkley Point C sta venendo costruita dal gigante francese EDF, rinazionalizzata da Parigi dopo lo shock energetico della guerra ucraina.

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