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Sanità

Politici slovacchi definiscono il Trattato pandemico dell’OMS uno sforzo «globalista» per indebolire le sovranità nazionali

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I politici slovacchi si pronunciano contro il trattato pandemico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che è stato aspramente criticato per aver cercato di sostituire la sovranità delle nazioni durante i periodi di epidemia globale di malattie. L’Estonia ha già respinto il trattato proposto e la Nuova Zelanda ha frenato.

 

«Ai globalisti è piaciuto il controllo sulle persone durante il COVID, quindi vogliono renderlo il nuovo standard in futuro», ha detto l’eurodeputato e presidente del movimento Republika Milan Uhrik, secondo il quotidiano slovacco Denník N. «Questo è ciò a cui si prepara il nuovo accordo sulla pandemia».

 

Una bozza del Trattato pandemico dell’OMS, che dovrebbe essere completata per essere esaminata dalla 77a Assemblea mondiale della sanità nel 2024, è intesa come un «accordo globale sulla prevenzione delle pandemie» e si applicherebbe ai 194 paesi membri dell’organizzazione.

 

Il trattato, riporta LifeSite «mira presumibilmente a raggiungere una maggiore equità ed efficacia nella prevenzione, preparazione e risposta alla pandemia attraverso la massima cooperazione nazionale e internazionale».

 

L’iniziativa è partita nel dicembre 2021 in risposta a quello che l’OMS ha definito il «catastrofico fallimento della comunità internazionale nel mostrare solidarietà ed equità in risposta alla pandemia del coronavirus (COVID-19)».

 

I critici del trattato proposto, che è stato avanzato insieme ai nuovi emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (IHR) dell’OMS, hanno sollevato serie preoccupazioni circa l’impatto dei controlli sanitari pubblici globalizzati sulla sovranità dei Paesi membri.

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Il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha sostenuto che l’opposizione al trattato si basa sulla «disinformazione» e che le preoccupazioni sulla perdita della sovranità nazionale sono «insensate».

 

Indipendentemente dalle affermazioni di Ghebreyesus, tuttavia, in Slovacchia, dove ha appena vinto le elezioni il populista Robert Fico, i politici si stanno esprimendo contro l’imminente trattato. Secondo alcuni legislatori, il trattato è un tentativo “globalista” di prendere il potere da singole nazioni con il pretesto di essere pronti all’emergenza.

Tomas Taraba, ministro dell’Ambiente del SNS (Partito Nazionale Slovacco), ha affermato che «il governo non accetterà alcun trattato dell’OMS che trasferisca la sovranità nazionale nella gestione di qualsiasi pandemia a un organismo sovranazionale», secondo Denník N.

 

Il Taraba ha dichiarato che un simile piano di trasferimento della sovranità nazionale è stato «distribuito nei documenti di lavoro» del trattato, «dove si suppone che l’OMS abbia il diritto di negare la sovranità degli Stati e i diritti umani».

 

Anche lo stesso primo ministro Fico ha apparentemente respinto il trattato pandemico proposto dall’OMS.

 

Il Fico ha condotto una campagna contro la fornitura di aiuti militari in Ucraina, si è fermamente opposto alla migrazione di massa dai Paesi del Medio Oriente e ha rifiutato l’agenda LGBT. Sebbene fosse membro del partito comunista all’inizio della sua carriera, è stato accusato di essere autoritario dai gruppi di sinistra e paragonato al leader conservatore ungherese Viktor Orban e all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la sua retorica nazionalista e il rifiuto delle attuali priorità globaliste.

 

In un discorso del 17 novembre, il neoeletto primo ministro avrebbe affermato che il suo partito «non sosterrebbe il rafforzamento dei poteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a scapito degli stati sovrani nella gestione della lotta contro le pandemie», definendo il trattato una «sciocchezza» che «poteva essere inventata solo da avide aziende farmaceutiche che hanno cominciato a percepire l’opposizione di alcuni governi contro la vaccinazione obbligatoria».

 

«Secondo la Costituzione della Repubblica slovacca, la validità di tali accordi internazionali a favore dell’Organizzazione mondiale della sanità richiede il consenso del Consiglio nazionale della Repubblica slovacca», ha riferito, aggiungendo di non «credere che la i partiti politici slovacchi sovrani esprimeranno tale approvazione» e il suo partito «certamente non lo farà».

 

LifeSiteNews non è stata in grado di verificare in modo indipendente l’accuratezza della traduzione inglese del discorso di Fico. Una traduzione simile è stata pubblicata anche in formato scritto dal dottor William Makis, un oppositore dei controlli COVID. I sentimenti attribuiti a Fico nel discorso tradotto sono condivisi anche dal suo consigliere Erik Kalinak.

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Secondo Dennik N, il Kalinak ha affermato che il trattato pandemico dell’OMS è «un altro degli sforzi dei globalisti per indebolire il potere degli Stati-nazione e trasferire competenze e poteri dalle mani dei politici che rispondono ai cittadini a quelle dei funzionari eletti da nessuno».

 

E l’opposizione al trattato dell’OMS non è rimasta isolata in Slovacchia. La Nuova Zelanda ha spinto per un «test dell’interesse nazionale» prima di firmare il trattato e l’Estonia ha completamente respinto il piano.

 

Negli Stati Uniti, numerosi governatori, legislatori e attivisti repubblicani hanno lanciato l’allarme sulla proposta di accordo dell’OMS, che i critici temono cederebbe sostanzialmente la sovranità nazionale all’organizzazione transnazionale durante le emergenze sanitarie pubbliche come COVID-19.

L’anno scorso, il governatore repubblicano della Florida e candidato alle presidenziali repubblicane del 2024 Ron DeSantis si è opposto alla proposta, sostenendo che le «élite» avevano sostenuto «politiche dannose» durante la pandemia di COVID-19 e che «non c’è modo» che la Florida «sostenga mai» l’accordo globale.

 

Il governatore repubblicano del South Dakota Kristi Noem, il governatore repubblicano della Virginia Glenn Younkin e il senatore repubblicano degli Stati Uniti Marco Rubio della Florida hanno respinto allo stesso modo il trattato e gli emendamenti relativi, con il Rubio a sostenere che gli emendamenti «darebbero il controllo sulle decisioni americane sulla sanità pubblica all’OMS corrotta».

 

La presidentessa di Diritti delle donne senza frontiere Reggie Littlejohn ha sostenuto nel 2022 che se gli emendamenti allora in esame dovessero essere implementati «si tradurrebbe in una significativa erosione della sovranità degli Stati Uniti – nella nostra capacità di determinare da soli se qualcosa costituisce un’emergenza sanitaria e, in caso affermativo, il miglior approccio a quell’emergenza».

 

Una bozza di documento pubblicata all’inizio di quest’anno sembra riaffermare la sovranità nazionale durante le pandemie, ma fa una chiara eccezione per i Paesi le cui politiche sono presumibilmente dannose.

 

Secondo il documento, «in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e i principi del diritto internazionale», gli Stati membri dell’OMS mantengono «il diritto sovrano di determinare e gestire il loro approccio alla salute pubblica, in particolare la prevenzione, la preparazione, la risposta e il recupero in caso di pandemia dei sistemi sanitari, secondo le loro politiche e legislazioni, a condizione che le attività all’interno della loro giurisdizione o controllo non causino danni alle loro popolazioni e ad altri Paesi».

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Resta da vedere come l’OMS determinerebbe nella pratica se le attività degli Stati membri abbiano o meno «causato danni ai loro popoli e ad altri Paesi».

 

Durante l’epidemia di COVID-19, i Paesi e gli stati che si sono opposti alle linee guida nazionali e internazionali rifiutando di imporre mascherine, vaccinazioni, regole di blocco, etc., hanno ricevuto una condanna diffusa da parte dei media di sinistra e degli esperti che hanno suggerito che quegli stati e Paesi stavano perpetuando l’epidemia non riuscendo a conformarsi alle controverse e spesso dannose raccomandazioni sulla salute pubblica, scrive LifeSite.

 

Nel frattempo, Human Rights Watch si è recentemente lamentato del fatto che l’attuale bozza del trattato in realtà non è abbastanza ampia da aggirare i governi nazionali. In un rapporto del 7 novembre, l’organizzazione ha affermato che l’attuale bozza afferma che le regole dell’OMS sarebbero soggette alle leggi nazionali e che «le parti sembrano essere semplicemente “incoraggiate” ad “adottare politiche, strategie e/o misure” ma non a “rispettarsi” con “leggi” specifiche».

 

«Questo approccio indebolisce significativamente la responsabilità dei governi di svolgere attività di preparazione, prevenzione, risposta e recupero in conformità con il diritto internazionale sui diritti umani», ha affermato il gruppo.

 

Come riportato da Renovatio 21, mentre negli scorsi mesi si approntava il disegno del Trattato pandemico OMS, la Banca Mondiale aveva creato un fondo da 1 miliardo di dollari per un sistema di passaporti vaccinali globali.

 

Il Trattato fa parte di una sinistra agenda sanitaria globale che riconduce al programma «One Health», che, partendo su pretese ambientali, mira al controllo totale sulla popolazione e sulla loro stessa biologia. Il senatore del Wisconsin Ron Johnson, noto per le sue battaglie contro il vaccino COVID e la sua implementazione, è arrivato a dichiarare che «il COVID è stato diffuso intenzionalmente da un’élite che vuole assumere il controllo totale delle nostre vite».

 

Come riportato da Renovatio 21, l’OMS si è premurata di far sapere che il Trattato pandemico garantisce il diritto di aborto in caso di pandemia. Tanto per far capire qual è davvero il loro lavoro e a cosa servono le restrizioni sanitarie mondiali.

 

L’esperto di armi biologiche Francis Boyle, cattedratico autore della legge americana sul bioterrorismo, ha dichiarato che il Trattato pandemico potrebbe essere concretamente uno strumento per demolire le sovranità nazionali e creare uno Stato Totalitario mondiale.

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Immagine di European Parliament via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic

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Droga

Ketamina prescritta alle donne incinte, spesso non avvertite dei gravi rischi

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   La ketamina, che può creare dipendenza, attraversa «prontamente e rapidamente» la barriera placentare e può causare gravi difetti alla nascita se assunta da donne incinte. Il suo uso è in aumento, ma i medici che prescrivono il farmaco non riescono ad avvertire le donne dei rischi, ha scoperto un nuovo studio.   Secondo un nuovo studio dell’Università del Michigan, le cliniche che somministrano ketamina per problemi di salute mentale spesso non avvertono adeguatamente i pazienti del grave rischio che la ketamina rappresenta per le donne incinte.   È noto da tempo che la ketamina, che può creare dipendenza, attraversa «prontamente e rapidamente» la barriera placentare.   La ricerca sugli animali ha mostrato gravi effetti neurotossici nella prole esposta alla ketamina in utero. Questi effetti includono la morte delle cellule neuronali, uno sviluppo cerebrale anomalo e gravi anomalie comportamentali, cognitive e affettive che rispecchiano la schizofrenia, tra gli altri problemi.   Gli autori dello studio hanno affermato che la ketamina non dovrebbe essere usata durante la gravidanza. Raccomandano di effettuare test di gravidanza prima del trattamento e di usare metodi contraccettivi durante il trattamento, e hanno affermato che il trattamento dovrebbe terminare se una donna rimane incinta.   Il National Institutes of Health (NIH) segnala che quasi la metà delle gravidanze negli Stati Uniti non sono pianificate. Molte persone che vengono curate con ketamina per malattie psichiatriche sono donne che potrebbero rimanere incinte.   Lo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Psychiatry, ha scoperto che i prescrittori di ketamina non prestano sufficiente attenzione a questo rischio. Gli autori hanno concluso che è necessario fare di più per garantire che le pazienti che assumono ketamina non siano incinte e non rimangano incinte durante il trattamento.   I ricercatori hanno intervistato le cliniche che forniscono ketamina in tutto il Paese e hanno analizzato i documenti di consenso informato reperibili online.   Hanno inoltre esaminato le cartelle cliniche di pazienti di una clinica medica dell’Università del Michigan per verificare se le donne a cui era stata somministrata ketamina avessero effettuato test di gravidanza e utilizzato metodi contraccettivi durante il trattamento.   Gli autori dello studio hanno riscontrato un’ampia variazione nelle politiche, nelle pratiche e negli avvertimenti sulla ketamina e sulla gravidanza tra le 119 cliniche che hanno risposto al loro sondaggio. Complessivamente, le cliniche curano più di 7.000 pazienti al mese, circa un terzo dei quali sono donne in età fertile.   L’autrice principale, la Dott.ssa Rachel Pacilio, ha dichiarato a Science Daily:   «Questi dati suggeriscono che una vasta popolazione di pazienti potrebbe essere incinta, o potrebbe rimanere incinta, durante la terapia con ketamina tramite più vie di somministrazione. Questo rischio aumenta con la durata della terapia che può durare settimane per il ciclo iniziale e un anno o più per il mantenimento».   «Molte pazienti non sanno di essere incinte nelle prime settimane e gli studi sulla ketamina condotti sugli animali sono molto preoccupanti per i potenziali danni al feto durante questo periodo».

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Aumento dell’uso di ketamina

Negli ultimi anni, la ketamina ha guadagnato popolarità come promettente terapia alternativa per la depressione resistente ai trattamenti, il disturbo da stress post-traumatico e altri problemi di salute mentale che non hanno risposto ad altri trattamenti.   Secondo il documento, il farmaco è «generalmente considerato sicuro», ma ci sono «lacune significative nella conoscenza» sui suoi effetti in «popolazioni di pazienti speciali», come le donne incinte.   Ma la terapia è molto nuova, così come lo sono i dati scientifici che supportano la sua sicurezza ed efficacia.   Le 119 cliniche che hanno risposto allo studio rappresentano una piccola percentuale delle 500-700 cliniche di ketamina che, secondo quanto riportato da KFF Health News, sono recentemente «spuntate» negli Stati Uniti. Si prevede che il settore, valutato 3,1 miliardi di dollari nel 2022, raddoppierà fino a raggiungere i 6,9 miliardi di dollari entro il 2030.   La ketamina è un farmaco di Classe III, il che la rende facilmente reperibile quanto il Tylenol con codeina.   La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha approvato il farmaco per l’anestesia generale durante gli interventi chirurgici e come sedativo in alcuni contesti.   Solo una formulazione, l’esketamina intranasale, venduta con il marchio Spravato, è approvata per la depressione resistente al trattamento. Tuttavia, le forme generiche del farmaco sono comunemente utilizzate off-label per trattare disturbi psichiatrici.   L’uso comune off-label significa che non ci sono protocolli standard su come somministrare il farmaco in modo sicuro. Le linee guida basate sulle prove sono limitate e il trattamento può variare significativamente in termini di dose, frequenza, metodo di somministrazione e durata del trattamento, secondo il documento.   Le cliniche che offrono ketamina per via endovenosa o la versione nasale approvata dalla FDA spesso richiedono un monitoraggio di persona dopo la somministrazione, per garantire la sicurezza e impedire al paziente di guidare dopo la somministrazione.   Tuttavia, altre cliniche prescrivono la ketamina sublinguale per uso domestico e i protocolli di sicurezza sono sconosciuti. Anche servizi online come Mindbloom e Nue Life offrono il farmaco a domicilio, senza una visita di persona a un medico prescrittore, spesso sotto forma di pastiglie spedite da farmacie specializzate, ha riportato MedPage Today. Questi tipi di medici prescrittori non sono stati inclusi nello studio.   Secondo Pacilio, il programma di riduzione del rischio della FDA, volto a garantire che i benefici superino i rischi per i farmaci con gravi problemi di sicurezza, non prevede disposizioni per l’uso di Spravato durante la gravidanza.   L’anno scorso l’agenzia ha diffuso un avviso sui pericoli della ketamina composta, ma non ha detto nulla sulla gravidanza.   Le informazioni di prescrizione per la forma approvata del farmaco indicano che i prescrittori dovrebbero specificamente informare i pazienti sul potenziale rischio di danno fetale derivante dall’esposizione in utero alla ketamina. Tuttavia, ai prescrittori non vengono fornite informazioni su come consigliare efficacemente le donne, ha scoperto lo studio.   La recente controversia sulla morte dell’attore Matthew Perry ha inoltre rivelato che il potenziale di dipendenza della ketamina è sconosciuto e che sempre più persone ne abusano, poiché la sua diffusione è sempre più ampia.

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«Il settore ha davvero bisogno di standardizzazione»

Oltre il 75% delle cliniche che hanno risposto al sondaggio hanno dichiarato di avere un processo formale di screening della gravidanza, ma solo circa il 20% ha richiesto un test di gravidanza.   Tuttavia, meno del 50% delle cliniche ha avvisato le pazienti di evitare la gravidanza durante il trattamento o ha spiegato ai pazienti i rischi specifici correlati all’esposizione alla gravidanza. I documenti di consenso informato di quelle cliniche contenevano un avviso di gravidanza solo circa la metà delle volte.   Esaminando i documenti di consenso informato presenti sui siti web di altre 70 cliniche che forniscono ketamina, i ricercatori hanno scoperto che il 39% non includeva nei propri documenti informazioni sulla gravidanza e quelli che lo facevano erano generalmente vaghi.   Per quanto riguarda la consulenza sulla contraccezione, solo il 26% delle cliniche intervistate ha affermato di discutere della necessità della contraccezione e meno del 15% delle cliniche raccomanda la contraccezione durante il trattamento.   Questi risultati sono particolarmente preoccupanti, secondo i ricercatori, perché la maggior parte delle cliniche prescrive cicli di trattamento con ketamina a lungo termine, che vanno da sei mesi a più di un anno.   L’analisi delle cartelle cliniche di 24 donne sottoposte a trattamento con ketamina presso la clinica dell’Università del Michigan ha evidenziato che tutte avevano effettuato un test di gravidanza prima del trattamento, ma solo la metà di loro aveva documentazione relativa alla contraccezione nella propria cartella clinica.   Lo studio ha concluso che, poiché il trattamento con ketamina diventa sempre più disponibile e prescritto, è sempre più necessario informare le donne sui gravi rischi che comporta durante la gravidanza.   «La variabilità nella pratica che vediamo tra le cliniche nella comunità in questo studio è evidente», ha affermato Pacilio.   «Il settore ha davvero bisogno di una standardizzazione per quanto riguarda la consulenza riproduttiva, i test di gravidanza e la raccomandazione per la contraccezione durante il trattamento con ketamina».   Brenda Baletti Ph.D.   © 5 settembre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Big Pharma

Le azioni del produttore del vaccino Mpox salgono alle stelle dopo che l’OMS ha dichiarato l’emergenza sanitaria pubblica globale

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

I prezzi delle azioni della Bavarian Nordic sono balzati del 17% nelle prime contrattazioni di oggi a Copenaghen, ha riportato Forbes, dopo essere saliti del 12% mercoledì quando l’OMS ha dichiarato l’mpox un’emergenza sanitaria globale a seguito di focolai in quasi una dozzina di paesi africani. La Svezia ha annunciato oggi il primo caso al di fuori dell’Africa.

 

I prezzi delle azioni del produttore del vaccino Mpox Bavarian Nordic sono aumentati vertiginosamente dopo che mercoledì l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato l’Mpox un’emergenza sanitaria pubblica globale.

 

I prezzi delle azioni della società sono balzati del 17% nelle prime contrattazioni di oggi a Copenhagen, ha riportato Forbes, dopo essere saliti del 12% ieri quando l’OMS ha fatto il suo annuncio. Negli Stati Uniti, le azioni sono salite del 33% questa mattina.

 

Nella sua dichiarazione, l’OMS ha citato le recenti epidemie nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) e nei paesi limitrofi.

 

Nella prima infezione nota del suo genere al di fuori dell’Africa, la Svezia ha confermato oggi un caso del ceppo altamente contagioso di mpox, secondo NBC News.

 

L’ufficio regionale europeo dell’OMS a Copenaghen ha affermato che stava discutendo con la Svezia su come gestire al meglio il caso appena rilevato, secondo Medical Xpress.

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Questa è la seconda volta in due anni che l’OMS dichiara l’mpox una «emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale» PHEIC, pronunciato «falso», che è la sua forma più alta di allerta.

 

L’annuncio segue una dichiarazione rilasciata martedì dai Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie, secondo cui l’mpox è un’emergenza di sanità pubblica a livello continentale.

 

La scorsa settimana, l’ OMS ha avviato il processo per concedere l’Emergency Use Listing a due vaccini mpox, sebbene non abbia specificato quali sarebbero stati inseriti nell’elenco. L’agenzia ha anche invitato i produttori di vaccini mpox a presentare una «manifestazione di interesse» per l’Emergency Use Listing.

 

La Repubblica Democratica del Congo, dove l’epidemia è più concentrata e grave, ha approvato due vaccini: il giapponese LC16 e il bavarese Jynneos, commercializzato anche con i nomi Imvamune e Imvanex.

 

Bavarian Nordic è una delle poche aziende al mondo con un vaccino mpox già approvato che è disponibile anche in grandi quantità. Altri contendenti, come ACAM2000 di Emergent BioSolutions, sono stati disponibili in base a speciali protocolli di ricerca. Altri, come Tonix Pharmaceuticals, hanno iniezioni sperimentali che sono nelle fasi iniziali di sviluppo.

 

LC16 è un vaccino contro il vaiolo autorizzato nel 1980 in Giappone e approvato nel luglio 2022 per mpox. Non è disponibile in commercio, ma ci sono grandi scorte nelle scorte nazionali del Giappone, ha riferito il Center for Infectious Disease Research and Policy. Come Jynneos, è un vaccino mpox di terza generazione che utilizza ceppi di virus attenuati.

 

Jynneos e ACAM2000 possono causare miocardite, pericardite e altri gravi effetti collaterali in percentuali elevate, ha dichiarato la scorsa settimana la dottoressa Meryl Nass al The Defender, come indicato nelle etichette di entrambi i farmaci.

 

Anche il vaccino giapponese LC16 è stato collegato all’encefalite, ha riferito oggi Nass sul suo Substack.

 

«L’OMS sta usando l’epidemia di vaiolo delle scimmie in Africa per accelerare, in condizioni di emergenza, due vaccini contro il vaiolo delle scimmie», ha detto a The Defender la dottoressa Kat Lindley, ricercatrice senior presso la FLCCC Family Medicine e presidente del Global Health Project.

 

«Dobbiamo usare discernimento e valutare rischi e benefici prima di raccomandare qualsiasi nuovo prodotto sperimentale a una popolazione vulnerabile», ha affermato.

 

In un post su LinkedIn, il CDC africano ha affermato di aver bisogno di 10 milioni di dosi per controllare l’epidemia e ha chiesto il sostegno globale per i suoi sforzi di vaccinazione.

 

Il CEO di Bavarian Nordic, Paul Chaplin, ha dichiarato a Bloomberg che l’azienda può fornire 10 milioni di dosi del suo vaccino ai paesi africani nel prossimo anno e mezzo.

 

In un’intervista di mercoledì, prima dell’impennata del prezzo delle azioni di oggi, Chaplin ha detto: «Abbiamo inventario e abbiamo le capacità. Ciò che ci manca sono gli ordini».

 

Nel maggio 2022, l’OMS ha annunciato che avrebbe gradualmente eliminato il nome «vaiolo delle scimmie» e rinominato la malattia «mpox» per evitare lo stigma generato dall’associazione della malattia alle scimmie.

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Il processo dell’OMS per il rilascio delle dichiarazioni PHEIC è «non trasparente e contraddittorio»

Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato nel suo comunicato stampa che l’agenzia ha deciso di dichiarare una PHEIC perché:

 

«La rilevazione e la rapida diffusione di un nuovo clade di mpox nella RDC orientale [Repubblica Democratica del Congo], la sua rilevazione nei paesi vicini che non avevano precedentemente segnalato mpox e il potenziale di un’ulteriore diffusione in Africa e oltre sono molto preoccupanti».

 

La dichiarazione dell’OMS segnala un rischio per la salute pubblica che richiede una risposta coordinata a livello internazionale. Può portare i paesi membri dell’OMS e gli investitori privati ​​a riversare risorse sostanziali nei paesi con focolai per facilitare la condivisione di vaccini, trattamenti e test.

 

La dichiarazione conferisce inoltre all’OMS l’autorità di emettere avvisi o restrizioni di viaggio, di esaminare e criticare la validità delle misure di sanità pubblica adottate dai paesi membri e di aiutare a convincere le persone che dovrebbero seguire le raccomandazioni di sanità pubblica.

 

Questa è l’ottava emergenza di sanità pubblica dichiarata dall’OMS dal 2007, quando ha sostanzialmente rivisto il suo Regolamento sanitario internazionale (IHR). I critici hanno definito il processo di designazione di tale emergenza «non trasparente e contraddittorio».

 

Nel luglio 2022, l’ OMS ha dichiarato l’mpox un’emergenza globale dopo aver segnalato che la malattia si era diffusa in più di 70 Paesi, colpendo principalmente uomini gay e bisessuali. All’epoca, Tedros fece la dichiarazione unilateralmente, in aperta contraddizione con il parere del comitato di revisione indipendente.

 

A quel tempo, il vaccino Jynneos era stato autorizzato negli Stati Uniti e ACAM2000 era stato «reso disponibile per l’uso contro l’mpox nell’attuale epidemia [2022] secondo un protocollo EA-IND ( Expanded Access Investigational New Drug)». Jynneos ha ricevuto l’autorizzazione all’uso di emergenza negli Stati Uniti per i bambini di età inferiore ai 18 anni considerati ad alto rischio.

 

Sebbene negli Stati Uniti il ​​vaiolo delle scimmie sembri essere una malattia lieve, nel 2022 diversi lucrosi contratti governativi hanno pagato ai produttori di vaccini centinaia di milioni di dollari per accumulare scorte di vaccini.

 

Secondo quanto riferito, l’epidemia del 2022 ha colpito circa 100.000 persone, principalmente uomini gay e bisessuali, in 116 paesi e circa 200 persone sono morte.

 

Nonostante il clamore mediatico e le centinaia di migliaia di dollari spesi per accumulare scorte di vaccini Mpox negli Stati Uniti, la designazione è stata ritirata silenziosamente nel maggio 2023, ûdato il calo sostenuto dei casi».

 

L’8 agosto, la Biomedical Advanced Research and Development Authority ha rinnovato il contratto con Bavarian Nordic , impegnando 156,8 milioni di dollari per produrre e immagazzinare dosi di Jynneos per rifornire in parte l’inventario utilizzato per produrre vaccini in risposta all’epidemia di mpox nel 2022.

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I critici suggeriscono «misure di mitigazione basate sul buon senso»

Secondo l’OMS, il virus Mpox è stato individuato per la prima volta negli esseri umani nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo ed è considerato endemico nei paesi dell’Africa centrale e occidentale, con un numero di casi che aumenta e diminuisce periodicamente.

 

La malattia provoca sintomi simili all’influenza e lesioni piene di pus. Di solito è lieve ma può essere grave, in particolare nelle persone con un sistema immunitario indebolito, ha riferito Reuters.

 

Nel suo annuncio di mercoledì, l’OMS ha affermato che la RDC sta vivendo una grave epidemia di mpox, con 15.600 casi e 537 decessi. Ha affermato che l’attuale epidemia è causata da un ceppo virale, o «clade» (clade 1b), che è più grave del clade 2, che è stato responsabile dell’epidemia globale nel 2022.

 

«Sembra che si stia diffondendo principalmente attraverso reti sessuali» ed è stato rilevato nei paesi vicini di Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda, con un totale di 100 «casi confermati in laboratorio di clade 1b» in quei Paesi.

 

Lindley ha affermato che molto probabilmente le autorità sanitarie stanno utilizzando i test PCR, che durante la pandemia di COVID-19 hanno dimostrato di generare risultati falsi positivi.

 

«Non abbiamo davvero idea», ha detto, se le presunte morti siano «complicazioni di persone che hanno un sistema immunitario depresso e stanno morendo per altre cose».

 

«Perché dovremmo iniziare una vaccinazione di massa con un nuovo prodotto di cui non sappiamo nulla sul profilo di sicurezza quando misure di mitigazione basate sul buon senso possono funzionare?» ha chiesto. «Se è trasmesso sessualmente, usa un preservativo o astieniti dal sesso. Se può essere trasmesso tramite secrezioni, lavati le mani e non toccare le persone con una presentazione clinica».

 

Nass ha espresso un simile scetticismo sul suo Substack:

 

«Se questa malattia virale generalmente lieve sta uccidendo le persone, qual è la causa della morte? Causa la morte solo nei pazienti gravemente immunodepressi? I bambini muoiono a causa della disidratazione? Dobbiamo curare i bambini con liquidi piuttosto che somministrare loro un vaccino che non è mai stato testato sui bambini? Molte domande senza risposta».

 

Brenda Baletti

Ph.D.

 

© 15 agosto 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

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Sanità

L’AIFA ammette l’inefficacia dei vaccini anti-COVID. E ora?

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Renovatio 21 pubblica il comunicato del Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina (CIEB).    

Parere (n. 24) sull’ammissione da parte dell’AIFA della inefficacia del cosiddetto vaccino anti-COVID

  In questi giorni molti italiani hanno preso atto con stupore delle affermazioni con cui l’AIFA ha ammesso pubblicamente che «allo stato attuale, nessun vaccino COVID-19 approvato presenta l’indicazione prevenzione della trasmissione dell’infezione dall’agente SARS-CoV-2».   Tale stupore, in realtà, non appare giustificato, anzitutto perché già nell’ottobre 2022 i vertici della Pfizer avevano ammesso, di fronte al Parlamento Europeo, di non aver mai testato la capacità del cosiddetto vaccino anti-COVID di arrestare la trasmissione del virus SARS-CoV-2; e in secondo luogo perché, fin dall’inizio di questa vicenda, e dunque prima delle pubbliche ammissioni della Pfizer, è universalmente noto che l’immissione in commercio del vaccino in questione è stata autorizzata in forza dell’art. 4 del regolamento della Commissione Europea n. 507/2006, secondo cui un medicinale per uso umano può essere introdotto sul mercato «malgrado non sia stati forniti dati clinici completi in merito alla sicurezza e all’efficacia del medicinale» medesimo e dunque in condizioni di assoluta incertezza scientifica in merito alle proprietà del medicinale per il quale l’autorizzazione è concessa.   Le affermazioni dell’AIFA appaiono, quindi, più che stupefacenti, scontate e tardive.   Realmente stupefacente sarebbe semmai ricordare chi o cosa ha convinto a suo tempo milioni di italiani a credere nelle proprietà salvifiche di un medicinale i cui effetti erano, in realtà, sconosciuti ab origine: che siano state, forse, le dichiarazioni del presidente del Consiglio che ha introdotto l’obbligo vaccinale («non ti vaccini, ti ammali, muori, oppure fai morire») o le dichiarazioni del presidente della Repubblica che ha sanzionato quell’obbligo («invocare la libertà di non vaccinarsi è in realtà una richiesta di licenza di mettere in pericolo la salute e la vita altrui»)?   In ogni caso, le ammissioni dell’AIFA hanno almeno il merito di chiarire una volta per tutte, e definitivamente, che la campagna pseudo-vaccinale altro non è stata che una gigantesca sperimentazione di massa di un farmaco dagli effetti sconosciuti, sperimentazione alla quale i cittadini sono stati in parte spinti gentilmente e in parte obbligati a partecipare e ai quali è stato estorto un «consenso» che, per definizione, non poteva essere «informato», attesa l’impossibilità, da parte di chiunque e in particolare da parte dei medici-vaccinatori, di conoscere previamente i rischi e i benefici del farmaco in questione e, quindi, di comunicarli in anticipo ai partecipanti alla sperimentazione medesima.   È tuttavia evidente che le responsabilità dei mandanti e degli esecutori materiali di questa sperimentazione di massa non si fermano alla violazione del principio di consenso informato – come codificato dal Codice di Norimberga del 1947, dall’art. 7 del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966 e dall’art. 5 della Convenzione di Oviedo del 1997 – avendo gli uni e gli altri calpestato scientemente, sistematicamente e, finora, impunemente anche gli altri principi generali di bioetica e di biodiritto: dal principio di precauzione al principio di beneficenza al principio di non maleficenza, solo per ricordarne alcuni.    Ma tutto ciò ancora non basta, perché la gestione del COVID ha permesso di pianificare, per la prima volta su scala planetaria, strategie biopolitiche fondate sull’imposizione di strumenti di controllo sociale, quali il green pass, che di fatto hanno trasformato i diritti fondamentali dei cittadini in mere concessioni governative.   La portata di questo attentato alle fondamenta stesse dello Stato di diritto va ben oltre l’imposizione dell’obbligo vaccinale, essendo ormai evidente che il concetto di premialità sotteso al green pass resterà ancorato alle decisioni politiche e alle scelte normative che saranno imposte anche in altri contesti (sostenibilità ecologica, energetica, alimentare, ecc.) da classi dirigenti ormai organiche, e non più solo funzionali, alle élites finanziarie transnazionali e ai diktat da esse elaborati a livello globale.    A questo punto resta da chiedersi perché l’AIFA ammetta oggi, con tanto candore, ciò che il CIEB, unitamente a una piccola parte della comunità scientifica, sostiene con i suoi Pareri fin dal 2021.    Delle due l’una: o ciò è stato fatto per saggiare il grado di arrendevole autocommiserazione degli italiani e la possibilità di continuare indisturbati l’opera di demolizione dello Stato di diritto; o è stato fatto per provocare una reazione che dovrebbe spingersi, coerentemente, fino a chiedere a tutti i promotori della campagna vaccinale, e in particolare alle più alte cariche dello Stato, di assumersi le responsabilità del proprio operato.    Chissà se la seconda, ipotetica reazione sarebbe tollerata dai poteri che si celano dietro il velo della sovranità statale e che hanno tutto l’interesse a creare le condizioni in grado di giustificare l’introduzione di misure restrittive delle libertà personali ancora più stringenti di quelle ricordate finora, esattamente come sta accadendo in Inghilterra in questi giorni: e cioè, in altre parole, a creare un nuovo ordine attraverso il caos.   CIEB 14 agosto 2024   Il testo originale del Parere è pubblicato sul sito: www.ecsel.org/cieb
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