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Sanità

L’OMS rinnova la spinta per il trattato globale sulla pandemia, mentre la Banca Mondiale crea un fondo da 1 miliardo di dollari per i passaporti vaccinali

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

Mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità spinge avanti con i piani per emanare un nuovo o riveduto trattato internazionale sulla preparazione alla pandemia, la Banca Mondiale e altre organizzazioni stanno promuovendo nuovi regimi di passaporto vaccinale.

 

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sta portando avanti i piani per promulgare un nuovo o rivisto trattato internazionale sulla preparazione alla pandemia, nonostante abbia incontrato battute d’arresto all’inizio di quest’estate dopo che decine di Paesi, principalmente al di fuori del mondo occidentale, si sono opposti al piano.

 

Il 21 luglio, la maggioranza degli Stati membri dell’OMS, durante una riunione del Corpo Intergovernativo di Negoziazione dell’OMS (INB), ha concordato di perseguire uno strumento pandemico giuridicamente vincolante che conterrà «elementi giuridicamente vincolanti e non giuridicamente vincolanti».

 

STAT News ha descritto l’accordo, che creerebbe un nuovo quadro globale per rispondere alle pandemie, come «la chiamata all’azione sanitaria globale più trasformativa dalla creazione dell’OMS come prima agenzia specializzata delle Nazioni Unite nel 1948».

 

Nel frattempo, il Forum economico mondiale, l’Unione africana e la Banca Mondiale – che hanno creato un fondo da 1 miliardo di dollari per la «sorveglianza delle malattie» e «sostegno contro le pandemie attuali e future» – stanno sviluppando i propri meccanismi di risposta alle pandemie, tra cui nuovi assetti di passaporti vaccinali transnazionali.

 

 

Il «trattato pandemico» dell’OMS: cosa è stato proposto e cosa significherebbe?

I colloqui in corso per formulare un «trattato pandemico» nuovo o aggiornato si basano sul quadro internazionale esistente per la risposta globale alla pandemia, il Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) dell’OMS, considerato uno strumento vincolante di diritto internazionale.

 

Il 1° dicembre 2021, in risposta agli appelli di vari governi per una «strategia globale rafforzata per la pandemia» e segnalando l’urgenza con cui queste entità stanno agendo, l’OMS ha lanciato formalmente il processo di creazione di un nuovo trattato o di modifica dell’RSI, durante la sessione speciale — solo il secondo nella storia dell’organizzazione

 

Durante l’incontro, tenutosi dal 10 all’11 maggio, i 194 paesi membri hanno deciso all’unanimità di avviare il processo, che in precedenza era stato discusso solo in modo informale.

 

I Paesi membri hanno convenuto di:

 

«Avviare un processo globale per redigere e negoziare una convenzione, un accordo o altro strumento internazionale ai sensi della Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per rafforzare la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie».

 

Il RSI, uno sviluppo relativamente recente, è stato emanato per la prima volta nel 2005, all’indomani del SARS-CoV-1.

 

Il quadro giuridico dell’RSI è uno dei soli due trattati vincolanti che l’OMS ha concluso sin dalla sua istituzione, il primo è stato la Convenzione Quadro per la Lotta contro il Tabagismo.

 

Il quadro RSI consente già al direttore generale dell’OMS di dichiarare un’emergenza sanitaria pubblica in qualsiasi Paese, senza il consenso del governo di tale Paese, sebbene il quadro imponga alle due parti di tentare prima di tutto di raggiungere un accordo.

 

Le proposte per un trattato pandemico nuovo o rivisto, presentate alla sessione ministeriale speciale dell’OMS a maggio, rafforzerebbero «in qualche modo» i poteri dell’OMS legati alla pandemia, tra cui l’istituzione di un «Comitato di Conformità» che emanerebbe raccomandazioni consultive per gli Stati.

 

Tuttavia, secondo il Daily Sceptic, mentre l’RSI è già giuridicamente vincolante, le modifiche proposte a maggio non rafforzerebbero gli obblighi o i requisiti giuridici esistenti:

 

«I regolamenti del trattato in vigore, come tutto (o la maggior parte) del diritto internazionale, in realtà non costringono gli Stati a fare altro che parlare con l’OMS e ascoltarlo, e non specificano nemmeno le sanzioni per il mancato rispetto; quasi tutte le sue risposte sono raccomandazioni».

 

«Gli emendamenti proposti non modificano questo aspetto. Non consentono all’OMS di imporre unilateralmente misure giuridicamente vincolanti su o all’interno dei Paesi».

 

Il Daily Sceptic ha osservato che uno dei rischi derivanti dai negoziati per un trattato nuovo o aggiornato include la potenziale codifica della «nuova ortodossia di lockdown per future pandemie», che «sostituirebbe le raccomandazioni solide, basate sulla scienza e pre-COVID» precedentemente in vigore.

 

Secondo il dottor Joseph Mercola, un trattato di questo tipo garantirebbe all’OMS «un potere assoluto sulla biosicurezza globale, come il potere di implementare identità digitali/passaporti vaccinali, vaccinazioni obbligatorie, restrizioni di viaggio, cure mediche standardizzate e altro ancora».

 

Mercola ha anche messo in discussione un «approccio universale di risposta alle pandemie», sottolineando che «le minacce di pandemia non sono identiche in tutte le parti del mondo». A suo parere, afferma, «l’OMS non è qualificato per prendere decisioni globali sulla salute».

 

Simili preoccupazioni hanno contribuito almeno in parte all’opposizione contro le proposte presentate alla sessione ministeriale speciale, durante la quale un blocco di paesi per lo più non occidentali, tra cui Cina, India, Russia e 47 nazioni africane, ha impedito la conclusione di un accordo.

 

 

L’opposizione svanirà?

Sebbene non sia stato definito un accordo finale nella riunione di maggio, è stato raggiunto un consenso per organizzare una nuova sessione ministeriale speciale dell’OMS alla fine di quest’anno, possibilmente dopo l’Assemblea Mondiale della Sanità dell’OMS, prevista dal 29 novembre al 1 dicembre, ha riferito Reuters.

 

Mxolisi Nkosi, ambasciatore del Sudafrica presso le Nazioni Unite, ha detto all’assemblea ministeriale annuale dell’OMS che la nuova sessione speciale «considererà i benefici di una tale convenzione, accordo o altro strumento internazionale».

 

Nkosi ha aggiunto:

 

«Probabilmente la lezione più importante che il COVID-19 ci ha insegnato è la necessità di difese collettive più forti e più agili contro le minacce per la salute, nonché di costruire la resilienza per affrontare potenziali pandemie future.

 

«Un nuovo trattato pandemico è cruciale per questo scopo».

 

A quel tempo, l’ambasciatore del Regno Unito presso le Nazioni Unite, Simon Manley, riferendosi alla mancanza di un accordo immediato e al consenso per tenere una nuova riunione, ha twittato «i negoziati possono richiedere tempo, ma questo è un passo storico verso la sicurezza sanitaria globale».

 

Anche l’INB, nella sua riunione tenutasi a Ginevra dal 18 al 21 luglio, ha concordato con questo punto di vista, raggiungendo un consenso sul fatto che i suoi membri lavoreranno per finalizzare un nuovo accordo internazionale giuridicamente vincolante sulla pandemia entro maggio 2024.

 

Come parte di questo processo, l’INB si riunirà di nuovo a dicembre e consegnerà una relazione sullo stato di avanzamento alla 76a Assemblea Mondiale della Sanità dell’OMS nel 2023.

 

Secondo l’OMS, «qualsiasi nuovo accordo, se e quando concordato dagli Stati membri, è redatto e negoziato dai governi stessi, [che] intraprenderanno qualsiasi azione in linea con la loro sovranità».

 

L’OMS afferma inoltre che «i governi stessi determineranno le azioni ai sensi dell’accordo considerando le proprie leggi e regolamenti nazionali».

 

L’amministrazione Biden ha espresso ampio sostegno a un trattato pandemico nuovo o aggiornato, con gli Stati Uniti che hanno guidato i precedenti negoziati su questo tema, insieme alla Commissione Europea, tramite la sua presidente Ursula von der Leyen, che, come precedentemente riportato da The Defender, è anche un forte sostenitore dei passaporti vaccinali e della vaccinazione obbligatoria COVID-19.

 

Un’analisi dell’Alliance for Natural Health International ha ipotizzato che qualsiasi accordo definitivo possa semplicemente rafforzare l’RSI esistente o, in alternativa, possa comportare un emendamento alla costituzione dell’OMS — o entrambi.

 

Appena due giorni dopo l’accordo INB del 21 luglio, Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, ha twittato:

 

«Sono lieto che, oltre al processo di negoziazione di un nuovo accordo [internazionale] sulla preparazione e la risposta alle pandemie, gli Stati membri dell’OMS stiano anche valutando modifiche mirate al [RSI], inclusi modi per migliorare il processo per dichiarare una [emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale, o PHEIC]».

 

Nello stesso thread di Twitter, ha anche dichiarato l’epidemia di vaiolo delle scimmie in corso «un’emergenza di salute pubblica di interesse internazionale», una «che è concentrata tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con gli uomini, in particolare quelli con più partner sessuali».

 

In particolare, il direttore generale dell’OMS ha scavalcato un gruppo di esperti che era diviso sull’opportunità di classificare l’epidemia come emergenza sanitaria pubblica globale.

 

Con questa dichiarazione, sono ora in atto tre «emergenze sanitarie globali», come determinato dall’OMS: COVID-19, vaiolo delle scimmie e poliomielite.

 

 

Estate intensa per le proposte di passaporto vaccinale

Mentre l’OMS e i governi globali valutano i piani per un trattato aggiornato o una nuova pandemia, altre organizzazioni stanno progredendo sulle tecnologie e sulle partnership per il passaporto vaccinale.

 

L’8 luglio, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), composta da molte delle nazioni industrializzate del mondo, ha annunciato che promuoverà l’unificazione dei diversi sistemi di passaporto vaccinale attualmente in uso in tutto il mondo.

 

Trentasei Paesi e organizzazioni internazionali hanno partecipato a una riunione in luglio con l’obiettivo di «creare un quadro multilaterale per stabilire un regime globale di passaporto vaccinale», afferma Nick Corbishley di Naked Capitalism.

 

Lo sviluppo è una continuazione degli sforzi che coinvolgono l’OMS per armonizzare i regimi globali di passaporto vaccinale.

 

A febbraio, l’OMS ha selezionato la tedesca T-System come «partner del settore per sviluppare il servizio di convalida delle vaccinazioni», che consentirebbe di «controllare i certificati di vaccinazione oltre i confini nazionali».

 

T-Systems, un ramo di Deutsche Telekom, era in precedenza strumentale nello sviluppo dell’interoperabilità dei sistemi di passaporto vaccinale in Europa.

 

Sempre a luglio, 21 governi africani hanno «abbracciato silenziosamente» un sistema di passaporto vaccinale, che a sua volta sarebbe anche interconnesso con altri sistemi di questo tipo a livello globale.

 

L’8 luglio, che è anche l’Africa Integration Day, l’Unione Africana e i Centri Africani per il Controllo delle Malattie hanno lanciato un passaporto vaccinale digitale valido in tutta l’Unione Africana, descrivendolo come «la spina dorsale della sanità elettronica» del «nuovo ordine sanitario» dell’Africa.

 

Questo segue lo sviluppo nel 2021 della piattaforma Trusted Travel, ora richiesta da diversi paesi africani, tra cui Etiopia, Kenya, Togo e Zimbabwe, e vettori aerei come EgyptAir, Ethiopian Airlines e Kenya Airways, sia per i viaggi in entrata che in uscita.

 

Oltre all’Africa, l’Indonesia, che attualmente detiene la presidenza di turno del G20, sta conducendo «progetti pilota» che porterebbero all’interoperabilità dei vari sistemi di passaporto vaccinale digitali attualmente in uso a livello globale. Il progetto dovrebbe essere completato entro novembre, in tempo per il vertice dei leader del G20.

 

Naked Capitalism ha evidenziato il ruolo della società sudafricana di Fintech [cioè di tecnologia finanziaria, ndt] Cassava negli sforzi per sviluppare un passaporto vaccinale interoperabile per tutta l’Africa.

 

Filiale della società africana di telecomunicazioni Econet, Cassava ha inizialmente sviluppato l’app «Sasail», che l’azienda ha descritto come la prima «super app globale» dell’Africa che combina i «pagamenti sociali» con la capacità di inviare e ricevere denaro e pagare bollette, chattare con gli altri e giocare.

 

Cassava ed Econet hanno stretto una partnership strategica con Mastercard, «per promuovere l’inclusione digitale in tutta l’Africa e collaborare a una serie di iniziative, tra cui l’espansione dell’Africa CDC TravelPass».

 

Come riportato in precedenza da The Defender, Mastercard supporta l’iniziativa del passaporto vaccinale Good Health Pass, sostenuta anche dall’alleanza ID2020 nonché dal criticato ex primo ministro britannico Tony Blair.

 

Mastercard ha anche promosso la tecnologia che può essere incorporata nella DO Card, una carta di credito/debito che tiene traccia della propria «quota di carbonio personale».

 

ID2020, fondata nel 2016, sostiene di voler supportare «approcci etici e a tutela della privacy all’ID digitale». I suoi partner fondatori includono Microsoft, Rockefeller Foundation, Accenture, GAVI-The Vaccine Alliance (a sua volta un partner chiave dell’OMS), UNICEF, la Bill & Melinda Gates Foundation e la Banca Mondiale.

 

due principali azionisti di Mastercard sono Vanguard e BlackRock, che detengono quote significative in decine di aziende che hanno sostenuto lo sviluppo di passaporti vaccinali o implementato mandati vaccinali per i loro dipendenti. Le due società di investimento detengono anche grandi partecipazioni nei produttori di vaccini, tra cui Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson.

 

Mastercard fornisce finanziamenti per il Programma Identità per lo Sviluppo (ID4D) della Banca Mondiale, che «si concentra sulla promozione di sistemi di identificazione digitale per migliorare i risultati dello sviluppo mantenendo affidabilità e privacy».

 

Il Centro per i Diritti Umani e la Giustizia Globale della New York School of Law ha recentemente descritto il programma ID4D, che promuove il suo allineamento con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, come uno che potrebbe aprire la via a una «strada digitale verso l’inferno».

 

Secondo il centro, ciò avverrebbe attraverso la prioritizzazione dell’«identità economica» e l’uso di un’infrastruttura che è stata «collegata a gravi e massicce violazioni dei diritti umani» in diversi Paesi.

 

Mastercard è anche attiva in Africa attraverso la sua iniziativa congiunta con un’altra società fintech, Paycode, per «aumentare l’accesso ai servizi finanziari e l’assistenza governativa per le comunità remote in tutta l’Africa» attraverso un sistema di identità biometrica contenente i dati di 30 milioni di individui.

 

 

Banca mondiale e OMS promuovono la «preparazione alle pandemie» e i passaporti vaccinali

La Banca Mondiale alla fine di giugno ha annunciato la creazione di un fondo che «finanzierà gli investimenti per rafforzare la lotta contro le pandemie» e «sostenere la prevenzione, la preparazione e la risposta (…) con particolare attenzione ai paesi a basso e medio reddito».

 

Il fondo è stato sviluppato sotto la guida degli Stati Uniti, dell’Italia e dell’attuale presidente del G20, l’Indonesia, «con l’ampio sostegno del G20», e sarà attivo nel corso di quest’ anno.

 

Fornirà oltre 1 miliardo di dollari in finanziamenti per attività quali «sorveglianza delle malattie» e «sostegno contro le pandemie attuali e future».

 

L’OMS è anche un «azionista» nel progetto e fornirà «competenze tecniche», secondo il direttore generale dell’OMS.

 

L’accordo segue un partenariato strategico del 2019 tra le Nazioni Unite e il Forum Economico Mondiale, per «accelerare» l’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e dei suoi obiettivi di sviluppo sostenibile.

 

Sebbene l’accordo sia recentemente circolato sui social media, è stato annunciato nel giugno 2019, prima della pandemia COVID-19. Comprende sei aree di interesse, tra cui «salute» e «cooperazione digitale».

 

In termini di salute, l’accordo afferma che «aiuterà i Paesi [sic] a raggiungere salute e benessere per tutti, nel contesto dell’Agenda 2030, concentrandosi sulle principali minacce sanitarie globali emergenti che richiedono un partenariato e un’azione multipartecipativa più forti».

 

A sua volta, la «cooperazione digitale» promossa dall’accordo presumibilmente «soddisferà le esigenze della Quarta Rivoluzione Industriale cercando di far avanzare l’analisi globale, il dialogo e gli standard per la governance digitale e l’inclusione digitale».

 

Tuttavia, nonostante la retorica che predica «inclusività», individui ed entità che si sono rifiutati di sottomettersi ad applicazioni come i passaporti vaccinali hanno affrontato ripercussioni nella loro vita personale e professionale.

 

Questo è stato l’esempio di un medico canadese a cui è stata inflitta una multa di 6.255 dollari a giugno per il suo rifiuto di utilizzare l’app nazionale di informazioni sanitarie ArriveCAN — che è in fase di indagine per problemi di privacy — per entrare nel paese.

 

La dottoressa Ann Gillies ha raccontato di essere stata multata quando è rientrata in Canada dopo aver partecipato a una conferenza negli Stati Uniti.

 

Andrew Bud, CEO della società di identificazione biometrica iProove, un appaltatore del Dipartimento della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, ha descritto i certificati vaccinali come la guida «dell’intero campo dell’ID digitale in futuro», aggiungendo che «non riguardano solo il COVID [ma] qualcosa di ancora più grande» e che «una volta adottati per il COVID [saranno] rapidamente utilizzati per tutto il resto».

 

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

 

Traduzione di Alessandra Boni

 

 

© 9 agosto 2022, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

 

 

 

Immagine di Guilhem Vellut via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0); immagine modificata

 

 

Sanità

Riecco il Trattato Pandemico: Stati membri OMS firmano

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I rappresentanti degli stati membri dell’OMS hanno concordato una bozza del cosiddetto Trattato pandemico, la cui votazione è prevista per il mese prossimo.

 

«Le nazioni del mondo hanno fatto la storia oggi a Ginevra», ha affermato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, dopo che mercoledì gli stati membri hanno concordato sulla bozza del trattato sulla pandemia.

 

«Raggiungendo il consenso su Trattato Pandemico, non solo hanno messo in atto un’intesa generazionale per rendere il mondo più sicuro, ma hanno anche dimostrato che il multilateralismo è vivo e vegeto e che, nel nostro mondo diviso, le nazioni possono ancora lavorare insieme per trovare un terreno comune e una risposta condivisa a minacce comuni. Ringrazio gli Stati membri dell’OMS e i loro team negoziali per la loro lungimiranza, il loro impegno e il loro instancabile lavoro. Attendiamo con impazienza che l’Assemblea mondiale della sanità prenda in considerazione l’accordo e, ci auguriamo, ne adotti uno», ha proseguito l’etiope ai vertici dell’OMS.

 

L’accordo è stato raggiunto dall’Intergovernmental Negotiating Body (INB), il comitato istituito dall’OMS per negoziare il trattato, dopo oltre tre anni di trattative.

 

Secondo il comunicato stampa dell’OMS, la bozza fondamentale del trattato pandemico include l’istituzione di «un sistema di accesso ai patogeni e di condivisione dei benefici», che consente la condivisione di dati tra governi e aziende farmaceutiche, con l’obiettivo di sviluppare e fornire rapidamente «prodotti sanitari correlati alla pandemia» durante una pandemia.

 

Questi «prodotti sanitari» potrebbero consistere nei vaccini mRNA, ovviamente.

 

 

L’OMS sostiene che la «proposta afferma la sovranità dei paesi nell’affrontare le questioni di salute pubblica all’interno dei propri confini e stabilisce che nulla nella bozza di accordo debba essere interpretato come se fornisse all’OMS l’autorità di dirigere, ordinare, modificare o prescrivere leggi o politiche nazionali, o di obbligare gli stati ad adottare azioni specifiche, come vietare o accettare viaggiatori, imporre obblighi vaccinali o misure terapeutiche o diagnostiche o attuare lockdown».

 

L’OMS sembra rispondere alle critiche al trattato, che lo hanno definito un tentativo di acquisizione di potere da parte dell’OMS. Conferirebbe all’organizzazione globale un potere incondizionato ogni volta che dichiarasse che qualsiasi rischio per la salute è una «pandemia». Tuttavia, la nuova bozza non è ancora stata resa pubblica, rendendo impossibile una valutazione approfondita.

 

Il direttore generale dell’OMS Ghebreyesus si è scatenato nel suo consueto allarmismo, affermando: «il virus è il peggior nemico. Potrebbe essere peggio di una guerra».

 

Mentre il trattato dell’OMS sulla pandemia e gli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (RSI) non sono riusciti ad essere approvati l’anno scorso, la nuova versione dell’accordo potrebbe essere approvata con una maggioranza di due terzi durante l’Assemblea mondiale della sanità annuale (19-27 maggio 2025) il mese prossimo.

 

Tuttavia, gli Stati Uniti non hanno partecipato ai negoziati e non sarebbero stati vincolati dall’accordo, poiché il presidente Donald Trump ha ritirato il Paese dall’organismo internazionale nel gennaio 2025, dopo aver assunto l’incarico per il suo secondo mandato.

 

Come riportato da Renovatio 21, il presidente argentino Javier Milei ha annunciato a febbraio che anche il suo Paese abbandonerà l’OMS, seguendo l’esempio di Trump.

 

Se altri Paesi dovessero abbandonare l’OMS, il Trattato Pandemico potrebbe risultare inefficace nella pratica, anche se venisse approvato a maggio.

 

L’opposizione al Trattato Pandemico ha una base internazionale. Basta pensare all’ex ministro degli Interni giapponese Kazuhiro Haraguchi il quale, danneggiato dal vaccino con un turbocancro, ha dichiarato la necessità di distruggere il Trattato Pandemico «in quanto business di armi biologiche di massa». Il medico kenyota Wahome Ngare ha dichiarato lo scorso maggio che il Trattato Pandemico OMS mira a «menomare e uccidere» ed a «stabilire un governo mondiale».

 

In Italia i parlamentari Claudio Borghi e Alberto Bagnai stanno portando avanti la richiesta di uscita dell’Italia dall’OMS.

 

 

Il compianto esperto in armi biologiche Francis Boyle, autore della legislazione americana sul bioterrorismo, ritiene come Johnson che il Trattato pandemico OMS potrebbe privare le Nazioni della loro sovranità e creare un super-Stato totalitario mondiale.

 

Come riportato da Renovatio 21, a febbraio alcuni deputati USA hanno dichiarato che il Trattato Pandemico OMS rappresenta la più grande minaccia alla libertà nella storia umana.

 

Il senatore del Wisconsin Ron Johnson, noto per la sua inesausta crociata sui danni del vaccino mRNA, è arrivato a dichiarare la scorsa estate che «il COVID è stato diffuso intenzionalmente da un’élite che vuole assumere il controllo totale delle nostre vite».

 

In un’intervista a Fox News senatore attaccava proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Trattato pandemico come agenti della desovranizzazione degli Stati nazionali: «questi emendamenti che saranno votati nel 2024 dall’OMS fanno paura e rischiano davvero di toglierci tutta la nostra sovranità. Le persone devono rendersi conto dei pericoli del momento».

 

Mesi fa anche alcuni politici slovacchi avevano definito il Trattato pandemico come uno sforzo «globalista» per indebolire le sovranità nazionali. Una posizione condivisa dal premier di Bratislava Robert Fico, vittima l’anno passato di un tremendo attentato.

 

La spinta verso un potere sempre maggiore dell’OMS è coperta sotto l’operazione sanitaria globale «One Health».

 

Tale tendenza per la ratifica del Trattato pandemico era già avvertibile pienamente nel 2022, quando emerse che in concomitanza la Banca Mondiale aveva approntato un fondo da 1 miliardo di dollari per la creazione di passaporti vaccinali internazionali. Il cosiddetto «passaporto pandemico» era già stato finanziato l’anno precedente da Microsoft ed altri colossi tecnologici e dai danari dei Rockefeller.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Trattato OMS, dando al pensiero biomedico dell’establishment il potere sui singoli ordinamenti nazionali, garantirebbe il «diritto» all’aborto in caso di pandemia.

 

È possibile vedere il Trattato e l’allargamento dell’OMS come un’ulteriore fase del colpo di Stato globale slatentizzatosi con il COVID-19.

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Pensiero

La Tragedia di Lisa. E il dolore infinito dei suoi genitori

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Il 22 marzo è stato presentato a Ca’ Sagredo, Venezia, il libro Le tre vite di Lisa. Liberata dall’inferno in Ucraina, inghiottita nelle fauci dell’eccellenza sanitaria italiana, scritto da Margherita Eichberg e Maurizio Federico, i genitori di Elisabetta (Lisa) Federico, una ragazza adottata in Ucraina e cresciuta a Roma, morta a 17 anni all’ospedale Bambin Gesù dopo un trapianto di midollo. Invitando i lettori a leggerlo, Renovatio 21 pubblica la presentazione al testo scritta da Elisabetta Frezza.   Questo libro, e l’infaticabile attività di testimonianza che ci ruota attorno, nasce da un imperativo morale: rendere fertile un grande dolore, il dolore più grande.   La premorienza di un figlio è archetipicamente la più atroce delle esperienze che possa toccare in sorte di vivere. Ma nella storia di Lisa e dei suoi genitori c’è ancora più di questo, e resta – per chi resta – un carico ancor più pesante. Perché non era il destino di Lisa la sua morte tremenda: qualcuno quel destino lo ha deviato. Ed è stata una mano a cui quel destino era stato consegnato con fiducia – era stato affidato – e che avrebbe dovuto averne cura, preservandone il corso naturale. Nel nome – non tanto della «scienza», di cui ormai si è fatto strame fino a rendere la parola un flatus vocis –, ma nel nome dell’arte medica, nel nome della pietas, nel nome di Dio: del Bambin Gesù.   Per una mamma e un papà che hanno sperimentato quel dolore e continuano ogni giorno a sentirlo inciso a fuoco nella propria carne, portare agli altri conoscenza delle circostanze che lo hanno provocato rappresenta allora una ragione di vita, un bisogno assoluto, l’unico modo di dare un senso alla propria sopravvivenza a una figlia che non doveva morire. E dare a lei, anche quaggiù in questa dimensione terrena, un’altra vita: la sua vita numero quattro.   Questo, certo, a servizio di coloro, soprattutto bambini, che rischiano analoghi soprusi; a servizio di tutti noi che sentiamo addosso il peso di una minaccia sempre incombente. Ma non solo: prima ancora, credo, per l’esigenza di mettere insieme i pezzi di una ragione distrutta e di una umanità negata, ovvero per puro e semplice amore di verità. Perché c’è tanto bisogno di verità – un bisogno interiore individuale e insieme collettivo – in un mondo dominato dalla menzogna, per prendere le misure dei fenomeni che ci piovono addosso.

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I genitori di Lisa vanno ascoltati. Ma vanno anche letti, perché il loro è un libro scritto con una penna che stilla sincerità, a tratti disarmante. È un libro che mette a nudo fatti, protagonisti e sentimenti, e scava fin dentro l’indicibile. E in un tempo in cui il pensiero si è ritirato nelle formule e ha rinunciato, appunto, alla ricerca della verità; in cui le parole che risuonano dappertutto si sono trasformate in slogan e hanno perduto ogni presa sulla realtà – sono diventate finte, false, brutte, cacofoniche – leggere parole vere fa un effetto particolare, quasi catartico.   Fissare su carta e portare in giro il nome di Lisa, la sua voce, la sua storia vera, è anche la via maestra per certificare ciò che è davvero accaduto, e di questa vicenda spargere prove – documentali, testimoniali, visive – perché è tutto talmente incredibile che potrebbe persino essere considerato frutto di una fervida fantasia. La verità su Lisa va vidimata e immortalata, a futura memoria, a prescindere da ciò che sanciranno le carte della cosiddetta giustizia: indipendentemente, cioè, dalla pseudo-verità giudiziaria, dalle sue logiche e dai suoi tempi.   Perché il tratto che domina la storia di Lisa, a partire dalla sua infanzia, è la prepotenza del potere, anche e soprattutto delle sue articolazioni periferiche più misere e miserabili. Quello strapotere oscuro e spregiudicato che viene esercitato nella quotidianità con la noncuranza dell’assuefazione e con il cinismo della pusillanimità. Un potere che non può conoscere cedimenti, non può ammettere incrinature né oasi di umanità. Determinato a proteggere fino in fondo se stesso, a costo di innescare spirali di perversione.   Del resto, l’abbiamo vista tutti la dittatura iatrocratica esprimersi in mille facce – in mille ghigni –durante il laboratorio della pandemia. Negli ospedali, nelle scuole, nei tribunali. Ne stiamo patendo tuttora l’onda lunga, sorretta dalla sindrome di onnipotenza coltivata da nullità umane che vestono il camice bianco, la toga nera, divise assortite.   Abbiamo assistito a sequestri di persona, ricatti, vessazioni, esecuzioni, torture, praticati alla luce del sole, addirittura sbandierati sui social come fossero una medaglia al valore. Abbiamo visto l’omertà di tanti sodali disposti a coprire crimini in un non meno criminale silenzio. Con copertura assicurata dal presidio militare dei media di massa.   In particolare, lascia storditi il venire a contatto con strutture religiose o ad ispirazione religiosa e accorgersi che lì dentro è sconosciuta la carezza della pietà e non soffia più nemmeno di striscio (o non vi è mai soffiato, chi lo sa) l’alito della fede. C’è della blasfemia latente nel vuoto umano e spirituale che riempie luoghi dove la vita dovrebbe essere sommamente onorata: come se il nome di Cristo fosse usurpato. Ma la nostra certezza e il nostro conforto è che quel nome, anche se abusato e offeso, resta intatto e dà senso al dolore del giusto. La sofferenza di chi crede, di chi si affida, non è mai vana agli occhi di Dio.

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Dai Discorsi di San Quodvultdeus, vescovo (discepolo di sant’Agostino), IV-V secolo, «Sui Santi Innocenti»:   «Il grande Re nasce piccolo bambino (…). Che cosa temi, o Erode, ora che hai sentito che è nato il Re? (…) Ti turbi e infierisci [per non perdere il regno]; anzi, per togliere di mezzo quel solo che tu cerchi, diventi crudele, facendo morire tanti bambini. Le madri che piangono non ti fanno tornare sui tuoi passi, non ti commuove il lamento dei padri per l’uccisione dei loro figli, non ti arresta il gemito straziante dei bambini (…). I bambini, senza saperlo, muoiono per Cristo, mentre i genitori piangono i martiri che muoiono. Cristo rende suoi testimoni quelli che non parlano ancora (…). Quali meriti hanno avuto questi bambini per vincere in questo modo? (…). Non sono ancora capaci di affrontare la lotta, perché non muovono ancora le membra e tuttavia già portano trionfanti la palma della vittoria».   In forme diverse, la strage degli innocenti si consuma oggi nell’indifferenza dei più. Lisa è una di loro. Chiamata a scuotere coscienze intorpidite.   Chi arrivi alla fine di questo libro, dopo averla conosciuta fin da piccina attraverso il racconto dei suoi genitori, non può che sentirla a sua volta figlia, e fare proprie le parole della sua mamma, che lo conclude così: «Le vogliamo bene, ora più di prima, in questa sua quarta vita, ora che finalmente abbiamo capito quanto valeva la sua gaiezza e quanta forza ci fosse dietro la sua leggerezza».   Elisabetta Frezza

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Essere genitori

Kennedy con bambini e genitori per la Giornata mondiale della sindrome di Down

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Il Segretario della Salute e dei Servizi Umani (HHS) Robert F. Kennedy Jr. ha celebrato la Giornata mondiale della sindrome di Down organizzando un evento presso l’HHS per i bambini nati con un cromosoma in più, trasmettendo alla nazione un messaggio pro-life inequivocabile e senza scuse.

 

«È stato un piacere trascorrere del tempo con così tanti bambini e famiglie meravigliose che sono venute all’HHS per far visita a Cheryl e a me», ha detto Kennedy. «La vostra forza, il vostro amore e la vostra gioia sono davvero fonte di ispirazione».

 

«Amiamo questi bambini», ha detto Kennedy in un video pubblicato su X. «Sono incredibilmente adorabili e preziosi».

 

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«Il nostro compito qui all’HHS è assicurarci che questi ragazzi realizzino tutto il loro potenziale», ha affermato Kennedy.

 

Poi la telecamera dell’HHS si è spostata e si è focalizzata sui genitori dei bambini con sindrome di Down. «Questi bambini sono una gioia. Portano così tanto nella tua vita», dice una mamma. «Arricchiscono le tue vite in così tanti modi». «Alle mamme incinte che aspettano un bambino con la sindrome di Down, vorrei solo dire: vi aspetta un viaggio incredibile», ha detto un’altra.

 

«Non aver paura», ha consigliato un altro. «È una vita piena di gioie inaspettate». «Questa amministrazione sostiene davvero le persone con disabilità e le loro famiglie e comprende davvero alcune delle difficoltà che affrontiamo e il supporto di cui abbiamo bisogno», ha affermato un papà.

 

L’attivista pro-life Anna Lulis ha elogiato Kennedy per aver «umanizzato [i bambini] in uno dei luoghi più importanti della terra».

 

Kennedy stava seguendo un precedente creato dal presidente Donald Trump durante la sua prima amministrazione, quando lui, sua figlia Ivanka e il vicepresidente Mike Pence ospitarono persone con sindrome di Down alla Casa Bianca in occasione della Giornata mondiale sulla sindrome di Down.

 

«Oggi celebriamo le vite e i successi degli americani con la sindrome di Down», aveva affermato il presidente nel 2019. «Il vicepresidente Pence e io saremo sempre al fianco di queste meravigliose famiglie e insieme saremo sempre a favore della VITA!»

 

 

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Il presidente Trump ha costantemente affermato i diritti e la dignità dei bambini e degli adulti con sindrome di Down contro «miti e stigmi persistenti».

 

«Sosterremo sempre i sogni delle persone con sindrome di Down e rispetteremo e onoreremo la sacralità delle loro vite, in ogni fase», aveva affermato il presidente durante il mese della consapevolezza sulla sindrome di Down nel 2018.

 

«Insieme, ci impegniamo nuovamente ad approfondire la nostra comprensione della sindrome di Down e ad apprendere di più su come possiamo garantire che le meravigliose persone con sindrome di Down siano in grado di partecipare pienamente alla società», aveva dichiarato Trump all’epoca.

 

«Tutte le persone sono dotate dal loro Creatore di dignità e del diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità. Nonostante alcuni miti e stigmi persistenti, persino all’interno della comunità medica, la nostra Nazione abbraccia con forza l’innegabile verità che una diagnosi di sindrome di Down è un’opportunità per abbracciare i doni di Dio», aveva spiegato.

 

«Sono a favore della vita, in tutte le sue meravigliose manifestazioni, e io e la mia amministrazione continueremo a condannare i pregiudizi e le discriminazioni che gli americani con sindrome di Down troppo spesso subiscono», aveva affermato Trump.

 

«Ogni giorno, ci ispirano a vivere con grande amore, gioia e apprezzamento per il nostro mondo e per coloro che lo rendono un posto davvero unico e speciale in cui vivere», aveva affermato il presidente. «La vita è preziosa ed è nostro dovere morale proteggerla e difenderla».

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 Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

 

 

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