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Nuovo livello dell’#hastatoPutin: l’Intelligence britannica dice che la Russia sta pianificando «attacchi fisici» contro l’Occidente. E gli incendi in Russia?

L’occidente tocca un nuovo livello di accuse della Russia, proprio nei giorni in cui l’Europa pare in subbuglio con l’attentato ad un primo ministro – lo slovacco Robert Fico – e minacce di morte che hanno raggiunto vari altri parigrado.
A segnalare la nuova dimensione dello spauracchio russo è, rullo di tamburi, Albione.
Un alto funzionario dell’Intelligence britannica la settimana scorsa ha lanciato un nuovo allarme allarmistico sulla «minaccia russa» all’Occidente. Anne Keast-Butler, che nell’ultimo anno è stata a capo del GCHQ britannico (agenzia di spionaggio informatico equivalente della NSA americana), o ha avvertito nel suo primo discorso importante che il presidente Putin sta pianificando «attacchi fisici» contro obiettivi occidentali.
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Rivolgendosi agli esperti di sicurezza informatica a Birmingham, il direttore del GCHQ ha affermato che Mosca è impegnata a «nutrire e ispirare» gruppi di aggressori informatici, e addirittura «in alcuni casi sembra coordinare attacchi fisici contro l’Occidente». La Keast-Butler ha affermato che, insieme alla Russia, la Cina rappresenta un rischio «epocale» anche per la sicurezza nazionale a lungo termine del Regno Unito, confessando che attualmente la Cina sta assorbendo «più risorse (…) di qualsiasi altra singola missione» del GCHQ.
Tuttavia la dirigente dell’Intelligence britannica ha dichiarato specificatamente di essere «sempre più preoccupata per i crescenti collegamenti tra i servizi segreti russi e gruppi proxy per condurre attacchi informatici – così come sospette operazioni di sorveglianza fisica e sabotaggio».
La funzionaria dello spionaggio ha detto che la nuova grande offensiva di Kharkov è in corso e che «Putin non ha rinunciato al suo obiettivo massimalista di sottomettere la popolazione dell’Ucraina».
La sua terribile valutazione arriva mentre il governo britannico sta cercando di reprimere i siti diplomatici russi nel Regno Unito, sospettati di essere due centri di Intelligence russi.
Ci sono state anche recenti nuove accuse di attacchi specifici alle infrastrutture nel Regno Unito collegate alla Russia. Il quotidiano The Telegraph scrive che «la settimana scorsa, un uomo britannico è stato accusato di un incendio doloso a Londra e accusato dai pubblici ministeri di lavorare per il gruppo Wagner, l’organizzazione paramilitare russa».
Lo stesso articolo rilevava che «la Russia è stata a lungo accusata di proteggere le bande informatiche che prendono di mira le organizzazioni occidentali, consentendo loro di operare con relativa impunità mentre eseguono attacchi informatici sofisticati». «La settimana scorsa, la National Crime Agency ha nominato Dmitrij Khoroshev, un cittadino russo, come la persona dietro LockBit, un gruppo di ransomware che aveva rubato centinaia di milioni di sterline alle aziende», scrive il Telegraph.
Ci sono altri luoghi in Europa dove si sono verificati recenti «incendi misteriosi» o sospetti attacchi di sabotaggio, sollevando i sospetti dei funzionari della NATO.
????????NATO ACCUSES RUSSIA OF COVERT OPERATIONS WITH GANGSTERS
NATO intelligence has warned of suspected Russian arson and sabotage in the US, UK, and EU, using local gangsters to disrupt arms shipments to Ukraine.
Accusations involve arson at key sites:
• London warehouse… pic.twitter.com/mWBAY1uAPv
— Mario Nawfal (@MarioNawfal) May 12, 2024
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Giorni fa, il Daily Mail aveva pubblicato un rapporto altamente speculativo che punta in modo piuttosto sensazionale il dito contro i «gangster» assoldati da Mosca per «dare fuoco all’Europa».
«I capi dell’Intelligence hanno avvertito i ministri che temono che la Gran Bretagna e altri alleati chiave dell’Ucraina vengano presi di mira dai sabotatori russi a seguito di una serie di incidenti sospetti negli ultimi mesi. Questi includono un’ondata di incendi nelle fabbriche di armi e nei siti industriali legati al settore militare in Occidente che riforniscono l’Ucraina. Si sono verificati anche attacchi a sistemi informatici, deragliamenti di treni e persino disturbi dei segnali satellitari dei voli aerei civili» scrive il quotidiano inglese.
Due venerdì fa «un’importante fonte della sicurezza britannica ha detto che le agenzie di Intelligence occidentali temevano che un’ondata di incendi industriali fosse collegata a Mosca, dicendo che “le puttane” stavano cercando di dare fuoco all’Europa. “Molti incendi che pensavamo fossero incidenti e non collegati si sono rivelati collegati”, ha detto. Tale fonte ha aggiunto che i capi dell’intelligence avevano avvertito i ministri che Mosca stava assumendo sempre più gangster ed estremisti di estrema destra per sferrare attacchi contro gli interessi occidentali» continua il Daily Mail.
«Le parole del direttore del GCHQ Keast-Butler sembrano fornire una nuova conferma che questa è l’opinione dell’Intelligence britannica – che almeno alcuni di questi incidenti vengono visti come il risultato di un sabotaggio legato a Mosca» duce il sito Zerohedge. «Probabilmente molti di questi incidenti e incendi industriali (ci viene detto che risalgono a “mesi” indietro) potrebbero essere incidenti, e non è chiaro fino a che punto ci sia stato un effettivo sabotaggio o incendio doloso confermato. Tuttavia, ha scatenato un certo panico tra i vertici del governo britannico».
«Un ministro del Gabinetto ha insistito sul fatto che non poteva discutere dei sospetti attacchi di sabotaggio e incendio doloso, nemmeno su una base di fondo, “per ragioni di sicurezza nazionale”» continua il Daily Mail. «Tuttavia il deputato conservatore Bob Seely, uno specialista di disinformazione di lingua russa e membro della commissione per gli affari esteri, ha affermato che la Gran Bretagna deve rendersi conto della minaccia, “Dobbiamo capire che lo Stato russo ritiene di essere in conflitto con il Regno Unito e con le altre principali nazioni occidentali”, ha aggiunto. “Dobbiamo difenderci. Non conosciamo la reale portata di queste operazioni. Alcuni sembrano amatoriali, ma diventeranno più sofisticati. Sono in parte a scopo propagandistico per dimostrare che Putin sta reagendo all’Occidente, ma intende anche allungare le nostre forze di sicurezza”».
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Tutte queste accuse hanno, come sempre, poche prove verificabili – o perlomeno prove che per qualche ragione sono state rese pubbliche, mentre le accuse oramai lo sono.
Il Daily Mail elenca una serie di incidenti che tentano di ricollegare alla questione. «All’inizio di questo mese, un altro incendio è scoppiato in una fabbrica vicino a Berlino gestita da un’azienda che produce sistemi di difesa aerea forniti all’Ucraina (…) La polizia ha affermato di sospettare un “incendio doloso negligente” poiché non c’erano “indicazioni di sabotaggio o di attacco”».
«L’ondata di sospetti attacchi al Cremlino va ben oltre gli attacchi alle forniture militari. La Svezia, entrata nella NATO dopo l’invasione dell’Ucraina, sta indagando se dietro una serie di deragliamenti di treni ci sia un sabotaggio sostenuto dallo Stato. La Polonia – uno dei principali sostenitori di Kiev e della rotta per il rifornimento di armi – ha interrotto una rete di sabotatori che si pensava stessero pianificando un attacco al loro sistema ferroviario».
L’Economist ha lanciato la stessa accusa in un titolo di questa settimana in cui si legge che la Russia sta intensificando il sabotaggio in tutta Europa: Il Cremlino crede che sia in una guerra ombra con la NATO.
«L’incendio scoppiato il 3 maggio nella fabbrica Diehl Metall nel sobborgo berlinese di Lichterfelde non era di per sé sospetto» sentenzia il giornale degli Elkann-Agnelli e dei Rothschild, ambedue con qualche trascorso con i russi. «Ciò che ha suscitato perplessità è stato il fatto che la società madre di Diehl produce il sistema di difesa aerea IRIS-T che l’Ucraina utilizza per parare i missili russi. Non ci sono prove che questo incendio sia stato un atto di sabotaggio. Se l’idea è plausibile è perché ci sono ampie prove che la guerra segreta della Russia in Europa si sta intensificando».
Cosa non spesso menzionata dai giornali occidentali – ma negli anni sempre registrata da Renovatio 21 – durante la guerra in Ucraina, la Russia ha visto anche dozzine di misteriosi incendi scoppiare in siti e fabbriche industriali e legati alla difesa. In alcune casi il Cremlino ha incolpato i sabotatori ucraini sostenuti dall’Occidente.
È il caso, purtroppo dimenticato, anche della diga di Khakovka, fatta saltare da qualcuno in un immane crimine civile ed ambientale. La Russia aveva dichiarato all’epoca di ritenere l’Occidente responsabile.
È il caso, anche quello con ramificazioni ambientali devastanti per l’intero continente, dei continui attacchi alle centrali atomiche russe nella regione del Kursk.
Un anno fa fu la volta di un gasdotto russo nella Repubblica russa della Ciuvascia, che esplose facendo schizzare il prezzo del gas sempre più verso le stelle. Incendi hanno colpito strutture militari russe così come infrastrutture energetiche di vario, nel Donbass e perfino a Sakhalin, nell’Estremo Oriente russo.
Come riportato da Renovatio 21, Mosca ha più volte accusato le forze speciali britanniche di addestrare i sabotatori ucraini.
E quindi, se proprio bisogna scriverlo, non sarebbe più onesto dire chiedersi se Putin sta ora restituendo il favore all’Europa?
Ma no, l’importante e rilanciare, ora e sempre, l’hashtag eterno: #hastatoPutin.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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Il Congresso USA pubblica la prima serie di file su Epstein

There must be maximum transparency about the horrific crimes committed by Epstein and Maxwell. We will continue to follow the facts and seek justice for these survivors. pic.twitter.com/qNYXYMgl3p
— Oversight Committee (@GOPoversight) September 2, 2025
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Il presidente del Portogallo afferma che Trump è un «asset russo»

Il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa ha accusato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump di fingere di agire come mediatore imparziale nel conflitto ucraino, mentre in realtà serve gli interessi di Mosca e funge da «asset russo».
Nel gergo dei servizi segreti, un asset, o «risorsa», è una persona, un’organizzazione, una risorsa o un’informazione che viene utilizzata o reclutata da un’agenzia di intelligence per supportare le sue operazioni. In pratica il presidente americano viene accusato ancora una volta di essere un pupazzo di Mosca e delle sue agenzie di spionaggio. Le due presidenze Trump sarebbero quindi delle operazioni clandestine dei servizi russi.
La gravità delle parole del presidente lusitano è sconcertante, così come la sua poca originalità.
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Intervenendo mercoledì all’Università estiva del Partito Socialdemocratico a Castelo de Vide, Rebelo de Sousa ha criticato Trump per essersi allontanato dalla politica del suo predecessore di sostegno incondizionato a Kiev.
«Il leader della più grande superpotenza mondiale è, oggettivamente, una risorsa sovietica o russa. Funziona come una risorsa», ha affermato Rebelo de Sousa, citato dalla CNN Portogallo.
Il presidente portoghese ha inoltre affermato che Trump è più un «arbitro che negozia solo con una delle due squadre che un vero mediatore», sostenendo che Kiev e i suoi sostenitori dell’UE hanno dovuto «farsi strada» per prendere parte ai recenti colloqui a Washington.
Le dichiarazioni riecheggiavano la bufala del Russiagate lanciata per la prima volta contro Trump nel 2016, quando i suoi oppositori sostenevano che la sua campagna elettorale avesse colluso con il Cremlino. Questa narrazione ha dominato il suo primo mandato, nonostante l’inchiesta Mueller del 2019 non avesse trovato prove di collusione e il Rapporto Durham del 2023 avesse concluso che la vicenda era stata in gran parte orchestrata da operatori politici.
Trump ha definito il Russiagate «il più grande scandalo nella storia americana», sostenendo che fosse stato concepito per sabotare la sua presidenza e giustificare politiche ostili nei confronti di Mosca.
Da quando è tornato in carica a gennaio, Trump ha cercato di presentarsi come un mediatore neutrale nel conflitto ucraino, alternando accuse alla Russia e all’Ucraina per la mancanza di progressi, comunicando regolarmente sia con il presidente russo Vladimir Putin che con il leader ucraino Volodymyro Zelens’kyj. A volte ha minacciato Mosca di «sanzioni massicce», mentre in altre occasioni ha accusato Kiev di «mancanza di flessibilità» e di non essere «pronta» per la pace.
All’inizio di questo mese, Trump ha avvertito di essere «molto, molto insoddisfatto» di Putin e ha minacciato di imporre dazi secondari ai partner commerciali della Russia, minaccia che incombe ancora dopo lo storico vertice in Alaska. Il leader portoghese, tuttavia, ha affermato che, a differenza dell’UE, che ha proceduto con le sanzioni, «Washington ha solo lanciato minacce vuote, dando alla Russia il tempo di avanzare sul terreno».
Trump ha sostenuto che «tutti sono da biasimare» per il conflitto, che egli insiste non essere «la sua guerra», e ha promesso di prendere una «decisione molto importante» sul futuro della politica statunitense entro poche settimane, a seconda che Mosca e Kiev si impegnino o meno in colloqui di pace.
Come testimonia la foto a corredo di questo articolo, il De Sousa e Trump si erano incontrati nello Studio Ovale della Casa Bianca di Washington il 27 giugno 2018, durante la prima presidenza dell’attuale comandante in capo USA.
Today, it was my great honor to welcome President Marcelo Rebelo de Sousa of Portugal to the @WhiteHouse!🇺🇸🇵🇹 pic.twitter.com/yd37K4Ei8R
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) June 27, 2018
Ci chiediamo ora come saranno i prossimi incontri, che, da qui alla scadenza del secondo mandato del presidente portoghese (2026) potrebbero essere inevitabili.
Questo è lo stato in cui versano i vertici europei. Russofobia furiosa, forsennata al punto da compromettere i rapporti non solo con Mosca, ma con gli stessi USA.
Ciò risulta incredibile solo per chi non ha capito il disegno in atto, e la mediocrità assoluta, malvagia della classe politica continentale.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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L’FBI fa irruzione nella casa di Bolton. È iniziata la purga dello Stato profondo?

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Non si tratta solo del presidente. Robert F. Kennedy jr., il suo segretario alla Salute, è un anti-neocon sfrenato – nonostante l’essersi trovato con un figlio turlupinato ad andare a combattere in Ucraina in una guerra che Kennedy ritiene fomentata dagli stessi USA. Quando raccontò del suo ingresso nel team Trump – il momento che ha messo fine alla sua campagna presidenziale, lanciandolo come stella del MAGA-MAHA –RFK rivelò pure di essere rimasto colpito dai primi colloqui con Don junior, il primogenito Trump. Il quale, racconta Kennedy, era apertis verbis in opposizione ai neocon, con nomi e cognomi. Di recente Kennedy ha fatto di sfuggita un’ulteriore rivelazione sul gabinetto Trump: dice che va d’accordo con gli altri segretari, in particolare la Bondi, che è diventata amica sua e di sua moglie, ma quello più simpatico, che fa ridere tutti, dice, è Marco Rubio: qui Kennedy dice che dapprima provava freddezza nei suoi confronti, in quanto riconosciuto come neocon estremista, ma ha avuto una «conversione», mollando completamente il campo dei falchi antirussi.Donald Trump’s comments about “nation builders, neocons, and Western interventionists” in Saudi Arabia:
“Before our eyes, a new generation of leaders is transcending the ancient conflicts of tired divisions of the past and forging a future where the Middle East is defined by… pic.twitter.com/jDEKlNMFk4 — Liam McCollum (@MLiamMcCollum) May 13, 2025
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