Oligarcato
Muore il Rothschild amico di Israele, di Marina Abramovic e dell’oligarca russo nemico di Putin
Il finanziere e membro della celeberrima famiglia di banchieri, Lord Nathaniel Charles Jacob Rothschild, IV barone Rothschild, è morto all’età di 87 anni. La causa della morte non è stata fornita in una dichiarazione della famiglia.
«Nostro padre Jacob era una presenza imponente nella vita di molte persone: un finanziere superbamente esperto, un sostenitore delle arti e della cultura, un devoto funzionario pubblico, un appassionato sostenitore delle cause di beneficenza in Israele e della cultura ebraica, un appassionato ambientalista e molto… amato amico, padre e nonno», ha affermato la famiglia nella nota.
La dichiarazione continua: «sarà sepolto secondo l’usanza ebraica in una piccola cerimonia familiare e ci sarà un memoriale in un secondo momento per celebrare la sua vita».
In rete non c’è molta clemenza, con utenti che postano riguardo la sua simiglianza con Montgomery Burns, il magnate malvagio de I Simpsons.
The misanthrope & international money changer Jacob Rothschild, has died. While alive he headed a massive criminal empire that blackmailed govts all over the world. In death, perhaps he will be remembered most for serving as the inspiration for the beloved character Mr. Burns. pic.twitter.com/2tNA1WkN2S
— Legalman (@UScrimeReview) February 26, 2024
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Lord Rothschild aveva iniziato la sua carriera presso la banca NM Rothschild & Sons di proprietà della famiglia nel 1963. Nel 1980 lasciava la banca di famiglia per concentrarsi sul Rothschild Investment Trust. Questa filiale, attualmente riconosciuta come RIT Capital Partners Plc, si colloca tra i più importanti fondi di investimento nel Regno Unito.
Oltre al RIT, Rothschild ha co-fondato il J Rothschild Assurance Group, ora chiamato St James’s Place, con Sir Mark Weinberg nel 1980. Dal suo debutto alla Borsa di Londra nel 1988, il RIT è salito del 1.300%. Bisogna dire che i soldi con i Rotscildi sembrano davvero ben investiti. Nel 2019, Lord Jacob si è dimesso dalla carica di presidente del RIT. Sua figlia Hannah, 61 anni, è rimasta nel consiglio di amministrazione della società di investimento.
Rothschild è stato anche vicepresidente dell’allora BSkyB Television – il gruppo televisivo britannico fondato da Rupert Murdoch – ed è stato anche presidente degli amministratori fiduciari della National Gallery, prestigioso museo londinese, ma era stato anche membro dell’Hermitage di San Pietroburgo e presidente del Premio Pritzker, il più alto encomio assegnato annualmente nel mondo dell’architettura.
Era inoltre stato nell’International Advisory Board del Blackstone Group, una delle più grandi società finanziarie del pianeta.
È riemerso in queste ore anche un video di anni fa in cui, intercettato in strada, scherniva ghignando chi tentava di intervistarlo.
Old but golden – Jacob Rothschild
Luke Rudkowski speaking pic.twitter.com/zgMhqbdYJi
— Zoe Grimwood (@grimwood_zoe) September 16, 2022
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In realtà, quando parlava in pubblico, Lord Jacob sapeva dire cose piuttosto inquietanti. Nel 2015 dicharò che «la situazione geopolitica è più pericolosa dalla seconda guerra mondiale», mentre nel 2017 disse che «in molti casi i prezzi delle azioni sono saliti a livelli senza precedenti in un momento in cui la crescita economica non è affatto assicurata». Nel 2018 tornò ad affermare che l’Ordine Mondiale era a rischio.
Il Rothschild era noto anche per la sua dedizione alla causa dello Stato Ebraico, dedicandosi a operazione beneficenza della famiglia Rothschild in Israele come presidente di Yad Hanadiv, la fondazione di famiglia che ha donato gli edifici della Knesset e della Corte Suprema a Israele tra il 1989 e il 2018. Era stato anche presidente della Fondazione Rothschild (Hanadiv) Europa, e Patrono e Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Rothschild. Inoltre, è stato presidente onorario dell’Institute for Jewish Policy Research.
L’interesse per Israele sfociava anche in effetti più materiali: nel novembre 2010, un’entità affiliata a Rothschild ha acquistato per 10 milioni di dollari una partecipazione del 5% in Genie Energy, una filiale di IDT Corporation, per i diritti di esplorazione su un’area di 396 chilometri quadrati nella parte meridionale delle alture di Golan occupate da Israele, zona ad alta tensione tra Israele, Siria e Libano.
Sui social circola soprattutto una foto, che lo ritrae con la controversa artista Marina Abramovic – nota per le mail di John Podesta fatte trapelare da Julian Assange e per la richiesta di Zelens’kyj di divenire «ambasciatrice» culturale per l’Ucraina – dinanzi ad un quadro di fine Settecento del pittore Thomas Lawrence (1769 – 1830) chiamato «Satana convoca le sue legioni», conservato alla Royal Academy di Londra.
Il quadro in sé dice molto. La foto ancora di più.
Jacob Rothschild and Marina Abramovic stand in front of the picture "Satan is summoning his legions".
I wonder what his last words were. pic.twitter.com/nKTdlA7qtj
— Lewis Brackpool (@Lewis_Brackpool) February 26, 2024
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Lawrence era noto come ritrattista di reali e militari di alto livello. Secondo quanto riportato il dipinto, che ritrae proprio l’angelo ribelle ignudo in posizione mascolina e dominante e sguardo spiritato, sarebbe ispirato ad un verso del Paradiso perduto di John Milton: «Svegliati, alzati o sii caduto per sempre» (Paradiso perduto, Libro I, riga 330).
Tuttavia, Renovatio 21 vuole ricordarlo anche per un altro episodio sorprendente, che è di particolare interesse oggi che si parla di Russia e dissidenti in prigione.
Nel 2003, è stato riferito che le azioni dell’industriale petrolifero russo Mikhail Khodorkovskij nel colosso petrolifero Yukos furono passate dal giovane oligarca antiputiniano al vecchio Rothschild in base a un accordo che avevano concluso prima dell’arresto di Khodorkovskij.
Come noto, Khodorkovskij fu arrestato prima che decollasse con il suo jet. Fu il segno che l’oligarcato russo, che accumulò diecine di miliardi di dollari sotto gli anni di caos eltsiniano, veniva sottomesso dal potere politico di Vladimir Putin. Ci parlarono per anni e anni del miliardario Khodorkovskij come un «dissidente» ingiustamente messo in carcere dall’autocrate di Mosca. In Italia si arrivò agli appelli di un noto politico democristiano, Pier Ferdinando Casini, affinché il governo italiano si attivasse «perché siano tutelati i diritti alla difesa di Mikhail Khodorkovskij».
L’oligarca Khodorkovskij, insomma, era una priorità che doveva impegnare il nostro esecutivo. Possiamo stropicciarci gli occhi, ma è la realtà – che va letta, come cerchiamo di fare qui, avendo più elementi del quadro. Il lettore è libero di fare tutti i paralleli che vuole con il caso Navalnij.
Il magnate russo, ricordiamo, fu liberato a ridosso dell’inizio delle Olimpiadi invernali di Sochi. Fu, a quanto si può intendere, un atto di buona fede di Putin verso l’Occidente e i suoi network (che comprendono, da secoli, anche le trame dei Rothschild). Come se dicesse: eccovelo, tenetevelo, tutto intero.
Sappiamo cosa accade poi: le Olimpiadi furono un successo, e appena dopo la loro chiusura scoppiò piazza Maidan, ossia il golpe di Kiev che ci ha portati, oggi, alla guerra ucraina, cioè alle soglie dell’annientamento termonucleare globale.
Come si intitolava il quadro dinanzi a cui il Rothschild posava con Marina Abramovic?
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Oligarcato
Biden premia Soros. Musk lo paragona all’Imperatore di Guerre Stellari
Il figlio lo definisce «patriota americano», tuttavia attraverso la sua rete Open Society Foundations il Soros senior ha tentato attivamente di influenzare i processi politici in diversi paesi in tutto il mondo. Le sue attività sono state messe fuorilegge in diverse nazioni, tra cui Russia, Pakistan e Filippine. In un post su X, Soros ha scritto: «Come immigrato che ha trovato libertà e prosperità in America, sono profondamente commosso da questo onore». Un altro destinatario del più importante premio statunitense, José Andrés, è descritto dalla Casa Bianca come un «rinomato innovatore culinario ispano-americano» che «fornisce aiuti su larga scala alle comunità colpite da disastri naturali e conflitti». L’attivista pro-Trump Benny Johnson ha salutato il premio pubblicando una foto dell’Andrés con il secondo attentatore del presidente eletto, il pro-ucrainista, comparsa nei video del Battaglione Azov, Ryan Routh.Today, I was given the privilege of accepting the Presidential Medal of Freedom on behalf of my father, @georgesoros. My father is an American patriot who has spent his life fighting for freedom and human rights. I am incredibly proud that his legacy is now recognized with our… pic.twitter.com/UD2kA2VWZM
— Alex Soros (@AlexanderSoros) January 4, 2025
La foto, a quanto si dice, è tratta dal libro autopubblicato di Routh del 2023, in cui elogiava Andrés per aver «consegnato milioni di pasti al giorno all’Ucraina» ed esprimeva la speranza che qualcuno assassinasse Trump. Clinton ha ricevuto un elogio più generale da Biden, che l’ha descritta come una donna che «ha fatto la storia molte volte nel corso di decenni di servizio pubblico», diventando anche «la prima First Lady eletta al Senato degli Stati Uniti».🚨Biden just gave the Presidential Medal of Freedom to Jose Andres, who appears in photos with Trump’s would-be assassin. pic.twitter.com/jZoWh8se1z
— Benny Johnson (@bennyjohnson) January 4, 2025
LOVE THIS! President Biden just awarded Hillary Clinton the Presidential Medal of Freedom, which is the highest civilian honor. Secretary Clinton has dedicated her life to this country. Well deserved! pic.twitter.com/2fpP5UlJSj
— Harry Sisson (@harryjsisson) January 4, 2025
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Commentando il post di un altro utente, in cui il miliardario 94enne veniva paragonato a Magneto, il principale cattivo della serie di fumetti X-Men della Marvel, il magnate della tecnologia sudafricano, che detiene anche la cittadinanza statunitense, ha affermato che la decorazione di Soros era una «parodia». Come riportato da Renovatio 21, il Musk aveva in passato già paragonato Soros al mutante di origini ebraiche Magneto, attirandosi le accuse di antisemitismo. Parlando degli sbarchi degli immigrati a Lampedusa, Elon aveva definito Soros come «distruttore del tessuto della civiltà».George Soros looking quite good here. Must be the lighting. pic.twitter.com/gNHhKyd2GQ
— Elon Musk (@elonmusk) January 5, 2025
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Oligarcato
Il Kenya sospende temporaneamente l’immunità diplomatica per la Fondazione Gates
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
La scorsa settimana l’Alta Corte del Kenya ha sospeso l’immunità diplomatica concessa a ottobre dal governo keniota alla Fondazione Bill & Melinda Gates. La sentenza del 25 novembre, innescata da un ricorso legale presentato contro il governo, sarà riesaminata il 5 febbraio 2025.
La Fondazione Bill & Melinda Gates non ha più immunità e privilegi diplomatici in Kenya, almeno per ora. L’Alta Corte del Kenya ha sospeso l’immunità dopo che la Law Society of Kenya ha presentato un ricorso legale contro il governo.
Il governo keniota ha riconosciuto in ottobre la Gates Foundation e i suoi dipendenti come un trust di beneficenza con diritti speciali in Kenya, ai sensi del Privileges and Immunities Act. Il nuovo status ha esentato la fondazione e i suoi dipendenti in Kenya da azioni legali per atti compiuti in Kenya come parte di doveri ufficiali.
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Tuttavia, la sentenza del 25 novembre del giudice Bahati Mwamuye sospende l’immunità almeno fino al 5 febbraio 2025, quando un tribunale «esaminerà i progressi e fisserà una data per l’udienza per le osservazioni orali sulla petizione».
La sentenza impone inoltre a tutti gli imputati, tra cui il ministro degli esteri del Kenya e l’ufficio legale dello Stato, di «raccogliere, conservare e compilare tutta la documentazione relativa ai privilegi concessi alla Fondazione Gates, compresi i dettagli dell’accordo di cooperazione», sotto la minaccia di conseguenze legali in caso di inosservanza.
Secondo quanto riportato da Eastleigh Voice, la Fondazione Gates e il governo keniano hanno tempo fino al 10 dicembre per rispondere.
I privilegi diplomatici hanno permesso alla Fondazione Gates di «impegnarsi in contratti, azioni legali e transazioni immobiliari all’interno del Paese» e hanno garantito alla fondazione «esenzioni fiscali e immunità da azioni legali relative ai loro doveri ufficiali», lasciando molti keniani «con le sopracciglia alzate», ha riferito Kenyans.co.ke.
Nella sua contestazione legale, la Law Society of Kenya ha affermato che l’immunità «mina l’interesse pubblico e i principi costituzionali» e ha sostenuto che la decisione del governo dovrebbe essere dichiarata nulla e non avvenuta.
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Gates «tiene i governi in ostaggio»
Il dottor David Bell, medico della sanità pubblica e ricercatore senior presso il Brownstone Institute, ha affermato che la sospensione dell’Alta Corte «dimostra che il sistema keniano funziona come dovrebbe».
«Dal punto di vista del cittadino medio keniano, concedere l’immunità a un vasto gruppo di stranieri che lavorano per una fondazione privata… con interessi finanziari nei farmaci che viene loro detto di assumere dovrebbe essere davvero allarmante», ha affermato Bell.
Shabnam Palesa Mohamed, direttore esecutivo di Children’s Health Defense Africa e fondatore dell’organizzazione di difesa sanitaria Transformative Health Justice, ha affermato che Gates «opera da una posizione di immensa ricchezza finanziaria e quindi di influenza politica. Utilizzando meccanismi di carota (finanziamenti) e bastone (ritiro dei finanziamenti), tiene i governi in ostaggio».
Mohamed ha definito «orribile» la decisione del governo keniano di offrire l’immunità alla Fondazione Gates, affermando che dimostra che «i nostri governi sono prigionieri».
Ha aggiunto:
«Le conseguenze negative di questa scioccante decisione sono di vasta portata. Includono l’erosione della responsabilità, il trattamento diseguale nella legge, il danno alla sovranità nazionale, la presa in giro della trasparenza e della partecipazione pubblica».
Tim Hinchliffe, direttore di The Sociable, ha affermato di credere che gli sforzi di Gates per ottenere l’immunità diplomatica in Paesi come il Kenya siano legati a fini di lucro.
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«Ovunque vada Gates, si riempie le tasche con la scusa della filantropia, mentre lui se ne sta seduto a riscuotere i profitti dei suoi investimenti, indipendentemente dal risultato», ha detto Hinchliffe.
«Quando hai così tanta ricchezza e potere, quando hai un’organizzazione che contribuisce di più al bilancio annuale dell’OMS rispetto alla maggior parte degli stati nazionali, allora puoi comprarti la strada per tutto ciò che vuoi, inclusa l’immunità diplomatica», ha detto Hinchliffe. «Ma quell’immunità può durare solo per un po’».
Per altri esperti, il tentativo di Gates di ottenere l’immunità diplomatica è un tentativo di proteggersi dalle conseguenze legali delle sue azioni e di quelle della Fondazione Gates.
La dottoressa Meryl Nass, fondatrice di Door to Freedom, ha dichiarato a The Defender: «Si dovrebbe supporre che nessuna entità cercherebbe tale immunità a meno che non pensasse di poter essere a rischio di sanzioni legali».
Nass ha aggiunto:
«Gates è stato accusato di molti reati, tra cui pratiche commerciali monopolistiche, per aver condotto una sperimentazione clinica su ragazze in India, associata a morti infantili e mancanza di consenso informato. È stato certamente accusato di pubblicità ingannevole di prodotti agricoli in India e in Africa».
Francis Boyle, JD, Ph.D., professore di diritto internazionale presso l’Università dell’Illinois, ha affermato: «È piuttosto bizzarro che abbiano concesso a Gates privilegi e immunità in base alla loro legislazione nazionale in primo luogo. Ovviamente, questo è stato un tentativo da parte di Gates di proteggere se stesso e i suoi complici da procedimenti penali e responsabilità civile in Kenya».
Gates sta attualmente affrontando una causa nei Paesi Bassi intentata da sette vittime di danni causati dal vaccino contro il COVID-19 e sta affrontando sfide legali in almeno un altro Paese, l’India, per danni connessi ai vaccini.
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L’immunità di Gates in Kenya crea «un precedente pericoloso»
La Fondazione Gates ha già difeso la decisione del governo keniota di concederle l’immunità diplomatica, affermando che la fondazione opera «secondo i tipici accordi che il Kenya stipula con altre fondazioni e organizzazioni non profit».
Anche il Primo Segretario di Gabinetto del Kenya, Musalia Mudavadi, ha difeso la decisione, descrivendola come una prassi diplomatica di routine e sottolineando la crescente presenza della fondazione in Kenya, inclusa l’istituzione all’inizio di questo mese di un ufficio subregionale a Nairobi, la capitale del Kenya.
«L’ufficio amplierà e migliorerà il lavoro della Fondazione nei settori sanitario, agricolo e delle ICT [tecnologie dell’informazione e della comunicazione] in Kenya», ha riferito Tuko.
Tuttavia, secondo Capital FM, «la decisione di estendere l’immunità diplomatica ha scatenato un ampio dibattito sulla responsabilità. I critici sostengono che i privilegi proteggono la Fondazione dal controllo legale, creando un pericoloso precedente».
Mohamed ha detto a The Defender che concedere l’immunità a Gates in Kenya crea pressioni diplomatiche ed economiche sugli altri Paesi africani affinché offrano simili esenzioni legali. Ha detto:
«Data l’influenza di Gates e la portata delle sue iniziative filantropiche in tutto il continente, i Paesi confinanti potrebbero sentirsi obbligati a seguire l’esempio del Kenya per attrarre o trattenere gli investimenti e i programmi di Gates, in particolare in sanità, istruzione e agricoltura. Ciò potrebbe portare a un effetto domino, in cui più nazioni africane si sentirebbero obbligate a concedere l’immunità».
«Ciò comprometterà l’autonomia dei Paesi africani sui loro sistemi legali e creerà una serie di attori stranieri che operano al di fuori della giurisdizione delle leggi locali, indebolendo la governance e creando un precedente in cui le esenzioni vengono concesse in base alla ricchezza o all’influenza, piuttosto che al merito o alla necessità, ponendo rischi per la sovranità legale e la governance equa in tutto il continente».
Catherine Austin Fitts, fondatrice e direttrice del Solari Report ed ex assistente segretario statunitense per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano, ha affermato che l’immunità concessa alla Fondazione Gates rientra in una tendenza in atto secondo cui anche le principali organizzazioni internazionali ottengono simili privilegi.
«Da quando abbiamo creato una banca centrale con immunità sovrana nel 1930, la Banca dei regolamenti internazionali (BRI), abbiamo assistito alla creazione costante di organizzazioni internazionali che godono di immunità sovrana, nonché di trattati internazionali che sovvertono il diritto nazionale e locale», ha affermato Fitts. «Non sorprende che ciò sia stato seguito dalla costante erosione dello stato di diritto e dalla centralizzazione della proprietà e della ricchezza… consentendo a una manciata di élite di fare guerra alla popolazione e di impossessarsi di beni».
Nel caso della Fondazione Gates, Fitts ha affermato di credere che «concedere l’immunità diplomatica alla Fondazione Gates riduce i costi della prototipazione del controllo completo della fondazione con ID digitale, riducendo al contempo la popolazione con vaccini».
Secondo un’indagine del 2022 di Corey Lynn, «gli Stati Uniti hanno concesso a 76 organizzazioni internazionali pubbliche immunità, privilegi ed esenzioni fiscali a partire dal 1946, appena 10 anni dopo che la BIS aveva ampliato le sue immunità con la Convenzione dell’Aja del 1936».
Un’organizzazione che gode di tale immunità è il GAVI, The Vaccine Alliance, una partnership pubblico-privata internazionale che promuove la vaccinazione, fondata nel 1999 dalla Gates Foundation. La fondazione detiene uno dei quattro seggi permanenti nel consiglio del GAVI e finanzia pesantemente l’organizzazione fino a oggi.
Secondo Lynn, «quasi subito dopo la seconda guerra mondiale, il Congresso approvò l’International Organizations Immunities Act, che divenne legge il 29 dicembre 1945. Questo stabilì immunità, privilegi ed esenzioni fiscali per le organizzazioni internazionali che potrebbero non essere considerate organizzazioni internazionali secondo le regole del diritto internazionale».
Il coinvolgimento di Gates in Africa riguarda vaccini, agricoltura, identità digitale
Gli ingenti investimenti di Gates in Africa comprendono il coinvolgimento in settori quali l’agricoltura, la sanità pubblica e, più di recente, l’identificazione digitale in Kenya.
A ottobre, Business Daily Africa ha riferito che la Gates Foundation consiglierà il Kenya sul lancio di Maisha Namba, un nuovo sistema di identificazione digitale. Secondo Reclaim the Net, «il piano prevede che a ogni neonato venga assegnato un Maisha Namba, che rimarrà con loro per tutta la vita».
Molti degli investimenti della Fondazione Gates nell’agricoltura africana sono finanziati tramite l’AGRA con sede a Nairobi, precedentemente nota come Alliance for a Green Revolution in Africa. La fondazione è co-fondatrice dell’AGRA e il suo più grande donatore.
Le pratiche di Gates/AGRA sono state criticate da gruppi per i diritti umani e ambientalisti, e da alcuni agricoltori africani, che hanno accusato la Fondazione Gates di «fare Dio» e di usare «la sua enorme influenza politica e monetaria per escludere idee alternative». La ricerca ha dimostrato che le iniziative supportate da AGRA hanno fallito, a volte portando ad un aumento della fame.
Le attività della Fondazione Gates in Africa includono anche lo sviluppo e la distribuzione di vaccini, un programma per implementare la circoncisione di massa in Swaziland e Zambia per frenare la trasmissione dell’HIV e il progetto «Target Malaria», che ha proposto di porre fine alla malaria introducendo zanzare geneticamente modificate, o OGM.
Secondo Mohamed, «la Fondazione Gates finanzia programmi universitari e, così facendo, influenza le politiche e la direzione dei programmi». La Fondazione Gates e l’Unione Europea hanno investito oltre 100 milioni di dollari per istituire un ente regolatore africano per la droga.
Rivolgendosi all’opposizione ai piani di Gates in Kenya, Hinchliffe ha affermato: «Come abbiamo visto più e più volte, quando le persone iniziano a svegliarsi e a ribellarsi all’ingiustizia, quel tipo di immunità diplomatica inizia a scomparire piuttosto rapidamente».
«Se alla Fondazione Gates venisse nuovamente concessa l’immunità, per me sarebbe un segnale di allarme per una corruzione di massa».
Michael Nevradakis
Ph.D.
© 2 dicembre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Immagine di European Union, 2024 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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