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Terrorismo

Hanno sparato al primo ministro slovacco Fico, nemico di obbligo vaccinale, aiuti all’Ucraina e Trattato Pandemico OMS

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Il primo ministro slovacco Robert Fico è stato ferito oggi mentre si trovava nella città di Handlova. Diversi colpi sono stati sparati contro il premier recentemente eletto mentre salutava il pubblico dopo una riunione del governo.

 

I media locali descrivono le sue condizioni come «gravi» e «in pericolo di vita». Un post sulla pagina Facebook di Fico avverte che «le prossime ore saranno critiche».

 

Il primo ministro è stato trasportato in un ospedale di Banska Bystrica, una piccola città nel centro del Paese, perché ci sarebbe voluto troppo tempo per raggiungere Bratislava, si legge nella nota. Un funzionario del partito di Fico SMER (Direzione – Socialdemocrazia) ha detto ai media che il primo ministro è stato colpito all’addome ed è ora sottoposto a un intervento chirurgico.

 

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La sparatoria è avvenuta mentre Fico stringeva la mano a membri del pubblico fuori da un edificio governativo. Il sospetto uomo armato è stato arrestato sul posto, secondo l’agenzia di stampa statale TASR.

 

Il presunto attentatore – che secondo i rapporti sarebbe uno slovacco in età pensionabile – è stato arrestato sul posto, ha riferito l’agenzia di stampa statale TASR. Le riprese video mostrano presumibilmente gli agenti che immobilizzano l’aggressore a terra dopo l’incidente. Secondo voci non confermate che corrono in rete si tratterebbe di un affiliato ad un partito di opposizione.

 

La presidente Zuzana Caputova ha condannato l’attacco «brutale e sconsiderato» a Fico e ha augurato al primo ministro «molta forza in questo momento critico».

 

Fico è entrato in carica nell’ottobre 2023, dopo aver servito due incarichi come primo ministro, dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018. Fico ha immediatamente interrotto la politica di aiuti militari del precedente governo all’Ucraina e ha chiesto una soluzione negoziata tra Mosca e Kiev. La sua posizione neutrale sul conflitto lo ha visto scontrarsi con Bruxelles e con figure filo-occidentali in Slovacchia come proprio la Caputova.

 

Dopo essere stato eletto nel settembre dello scorso anno, il Fico, un aperto critico dell’approccio occidentale al conflitto ucraino, ha bloccato gli aiuti militari della Slovacchia a Kiev. «Il mio popolo ha problemi più grandi dell’Ucraina» aveva dichiarato la sera della sua vittoria elettorale, mantenendo la posizione sulla cessazione della fornitura di armi mortali agli ucraini.

 

In una dichiarazione video sui social media il mese scorso, si è anche impegnato a non inviare truppe slovacche in Ucraina, anche se questo gli costerà la carica di primo ministro.

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Come riportato da Renovatio 21, Fico la settimana passata, dopo aver letto un «documento riservato», aveva denunciato in una dichiarazione TV l’impiego di truppe NATO in Ucraina. Bratislava il mese scorso ha posto il suo rifiuto all’ingresso di Kiev nella NATO e riaperto alla cooperazione culturale con la Russia.

 

Due mesi fa Fico aveva dichiarato che l’Italia avrebbe ritirato il suo sistema di difesa aerea SAMP-T dalla Slovacchia.

 

Come riportato da Renovatio 21, il premier slovacco aveva ordinato a inizio anno un’indagine sulla risposta al COVID-19 e sui vaccini, con occhio di riguardo agli oltre 21.000 morti in eccesso registrati nel Paese dal 2020.

 

I politici slovacchi pochi mesi fa avevano accusato il Trattato Pandemico OMS di essere uno sforzo «globalista» per indebolire le sovranità nazionali. Lo stesso Fico aveva personalmente tuonato più volte contro l’Accordo politico-sanitario mondialista.

 

In un video che sta potentemente circolando in rete lo si vede discutere apertamente la sua opposizione ad un aumentato ruolo dell’OMS e riguardo alla tematica dei sieri sperimentali.

 


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Fico non faceva davvero mistero delle sue posizioni.

 

«Se qualcuno aveva un’altra opinione sui vaccini COVID diventava molto pericoloso per la società, i media scrivevano apertamente, e cito: “ogni non vaccinato dovrebbe grugnire nel dolore come un maiale”. In più, uso della forza se qualcuno rigetta la “politica della siringa”. E oggi salta fuori che la nostra politica di libertà sulle passate vaccinazioni e sulle misure di governo per combattere il COVID, grandemente in violazione dei diretti umani, era corretta e giustificata».

 

«Uno studio dopo l’altro conferma le scandalose conseguenze della vaccinazione di massa con vaccini sperimentali non testati»

 

«Dichiaro inoltre molto chiaramente che il partito SMER non sosterrà il rafforzamento dei poteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a spese degli Stati sovrani nel gestire la lotta alle pandemie» tuonava il Fico tra gli applausi.

 

«Dirò anche che tale idiozia può essere stata solo inventata da avide compagnie farmaceutiche, che hanno iniziato a percepire l’opposizione di certi governi contro la vaccinazione obbligatoria».

 

«Secondo la Costituzione della Repubblica Slovacca, la validità di tale accordo internazionale a favore dell’OMS richiede il consenso del Consiglio Nazionale della Repubblica Slovacca, e io non credo che i partiti politici della Slovacchia sovrana possano esprimere tale approvazione».

 

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Terrorismo

L’Ucraina ha cercato un accordo con i terroristi siriani, dice la stampa turca

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L’Ucraina ha tenuto colloqui segreti con i terroristi siriani per garantire il rilascio dei militanti imprigionati che saranno inviati in prima linea a combattere contro la Russia, ha riferito lunedì il quotidiano turco Aydinlik, citando fonti locali.   Secondo il giornale, una delegazione ucraina si è recata nella provincia siriana di Idlib a giugno per incontrare i leader dell’organizzazione terroristica Hayat Tahrir al-Sham (HTS), cioè «Organizzazione per la liberazione del Levante». Durante i negoziati sono state adottate misure di sicurezza estreme, ha riferito il giornale.   Aydinlik ha affermato che Kiev voleva che l’HTS liberasse il jihadista di origine georgiana Tarkhan Batirashvili, noto anche con il suo nom de guarri Omar al-Shishani, presumibilmente detenuto dal gruppo, così come un numero non identificato di estremisti ceceni e georgiani.   Ci sono state numerose segnalazioni secondo cui al-Shishani sarebbe stato ucciso in Iraq nel 2016, ma il giornale ha osservato che potrebbe essere ancora vivo, o che era stato confuso con un altro terrorista di origine cecena, Muslim al-Shishani.   In cambio, la delegazione ucraina avrebbe offerto alla HTS la consegna di 75 droni. La HTS ha accettato le condizioni ad agosto, ha aggiunto l’outlet, notando tuttavia che finora non sono emersi dati visivi che confermino che l’accordo sia stato completato.   Al-Shishani aveva già combattuto contro la Russia durante la guerra del 2008 con la Georgia ed era stato attivo nel conflitto siriano. Nel 2014, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti lo ha aggiunto alla sua lista di terroristi globali, citando la sua posizione di alto livello nell’ISIS.

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Aydinlik ha osservato che l’Ucraina sta vivendo una significativa carenza di manodopera sul campo di battaglia e sta cercando vari modi per affrontare il problema. «In questo contesto, non sorprende che Kiev, che prima ha svuotato le proprie prigioni e poi ha stabilito strette relazioni con l’organizzazione terroristica [curda] PKK/PYD, si sia rivolta anche all’HTS per lo stesso scopo», ha affermato.   Commentando l’articolo, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato che Kiev ha mantenuto a lungo contatti con la «feccia terrorista» per compiere attacchi alla Russia e organizzare operazioni sotto falsa bandiera. La leadership ucraina, ha affermato, «si è trasformata in un nuovo gruppo terroristico internazionale, dietro il quale… stanno Washington e Londra».   Nel 2023, Politico ha riferito che tra 150 e 200 combattenti ceceni combattevano per l’Ucraina contro la Russia, la maggior parte dei quali erano parenti di militanti che avevano preso parte alle guerre della fine degli anni Novanta e dell’inizio degli anni 2000.   Ad agosto, il sito web di notizie incentrato sull’esercito War Zone aveva riferito che più di cento georgiani etnici hanno preso parte all’incursione di Kiev nella regione russa di Kursk come parte della cosiddetta Legione georgiana. Quest’ultima è stata accusata di aver torturato ed ucciso prigionieri di guerra russi all’inizio del conflitto.   Mosca, che ha definito spesse volte il regime di Kiev come «terrorista» (accusando l’Ucraina perfino di «terrorismo nucleare»), ha indicato che vi sarebbero «prove significicative» di un coinvolgimento ucraino nell’attacco terroristico al centro commerciale Crocus cinque mesi fa.   Come riportato da Renovatio 21, il Mali, il Burkina Faso e il Niger il mese scorso hanno interrotto le relazioni diplomatiche con Kiev per presunto sostegno al terrorismo.

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Terrorismo

L’India sventa il tentativo di infiltrazione di terroristi in Kashmir

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Le forze di sicurezza indiane hanno sventato un tentativo di infiltrazione terroristica nella travagliata regione del Jammu e Kashmir (J&K), a pochi giorni da elezioni cruciali. Due sospetti terroristi sono stati neutralizzati in un’operazione lanciata dopo che le agenzie di Intelligence e la polizia del J&K hanno emesso un avviso su un «probabile tentativo di infiltrazione» nel distretto di Rajouri, hanno riferito i media indiani lunedì.

 

Durante l’operazione è stata recuperata una grande quantità di armi, tra cui due AK-47 e una pistola, ha dichiarato il White Knight Corps dell’esercito indiano su X.

 

È stata avviata anche un’operazione di ricerca nella zona, poiché l’esercito indiano sospetta che almeno altri due terroristi siano rimasti feriti in uno scontro a fuoco avvenuto nella zona.

 


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Lo sviluppo avviene in un contesto di accresciute tensioni con il vicino Pakistan, e anche a pochi giorni dalle elezioni dell’Assemblea programmate in tutto il J&K dal 18 settembre al 1 ottobre.

 

Si tratta delle prime elezioni per eleggere un governo locale dal 2014, poiché non si sono tenute elezioni a livello statale nella regione a maggioranza musulmana dopo il cambiamento di status nel 2019, quando è stato abrogato l’articolo 370 della Costituzione indiana. L’articolo aveva concesso un certo livello di autonomia al J&K.

 

Il Kashmir è stato un punto critico nella disputa tra i vicini, India e Pakistan, che sono nazioni dotate di armi atomiche. Le tensioni sono aumentate dopo il 2019, quando Islamabad ha reagito alla mossa di Nuova Delhi declassando i legami con l’India. L’anno scorso, il Pakistan ha respinto con forza la sentenza della Corte Suprema indiana che confermava l’abrogazione dell’articolo.

 

La situazione della sicurezza in J&K è peggiorata negli ultimi mesi con un’ondata di attacchi terroristici e scontri tra presunti militanti e forze armate. I preparativi per le elezioni in tutta la regione, compresi i villaggi remoti lungo la Linea di controllo (LoC), che separa India e Pakistan, vengono condotti sullo sfondo di misure di sicurezza rafforzate, ha riferito lunedì India Today.

 

Nuova Delhi ha ripetutamente accusato il Pakistan di sponsorizzare il terrorismo transfrontaliero. All’inizio di quest’anno, il primo ministro indiano Narendra Modi ha affermato che il Pakistan «non stava imparando dalla storia» sostenendo i terroristi. Islamabad ha denunciato i commenti come «spavalderia e sciovinismo».

 

Il mese scorso, il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar ha suggerito che «l’era del dialogo ininterrotto con il Pakistan è finita», e ha giurato che Nuova Delhi avrebbe «reagito» indipendentemente dal fatto che le sue relazioni con Islamabad prendessero una direzione positiva o negativa. In precedenza, Jaishankar aveva affermato che Islamabad stava sponsorizzando il terrorismo quasi a «livello di settore».

 

Come riportato da Renovatio 21, nel suo confine himalayano l’India ha anche grosse frizioni con la Repubblica Popolare Cinese, espressesi in questi anni con furiose risse a suon di sassate e bastonate fra i soldati dei due grandi Paesi asiatici che si picchiano come fabbri. La Cina avrebbe inoltre schierato nella zona robot militari.

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Terrorismo

Arrestati sospettati per minacce contro Bergoglio in Indonesia

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Sette persone sono state arrestate per la presunta minaccia terrorista contro Bergoglio in visita nella capitale indonesiana Giacarta.   Gli arresti sono stati effettuati dal Detasemen Khusus 88 (Distaccamento Speciale 88) o Densus 88, che è un’unità antiterrorismo della polizia indonesiana creata nel 2003 e operativa dal 2005. Questa unità speciale, che dipende dalla Brigata Mobil o «Brimob», la forza paramilitare della polizia indonesiana, è finanziata dal governo americano.   Il commissario del Densus Aswin Siregar, venerdì 6 settembre 2024, ha dato conferma alla stampa degli arresti.   Secondo la dichiarazione ufficiale di Densus 88, i sette individui provenivano da varie regioni, tra cui Bangka Belitung, Sumatra occidentale, Giakarta e Giava occidentale. Si tratterebbe di persone con contatti con ambienti terroristici islamici. Tuttavia, l’indagine rimane in corso.

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Il terrorismo si è sviluppato in Indonesia nel XXI secolo. È principalmente opera del gruppo Jemaah Islamiyah, un’organizzazione armata indonesiana, fondata, almeno ufficialmente, nel 1993, un gruppo terroristico islamico affiliato ad Al-Qaeda.   L’estremismo jihadista nell’ultimo quarto di secolo si è macchiato di stragi di rilievo: nel 2000, 15 morti per l’esplosione di un’autobomba, poi, sempre nello stesso anno, una serie di bombe fatte esplodere alla vigilia di Natale in diverse località dell’arcipelago. Tali attacchi prendono di mira le chiese e provocano 18 morti.   Nel 2002 vi fu invece l’atroce l’attentato di Bali, che fece 202 vittime, tra cui molti occidentali e australiani che frequentavano il locale sul mare.   Nel 2015 la polizia filippina dichiarò di aver sventato un attentato durante la visita di Bergoglio a Manila, dove milioni di persone intasarono la capitale.   Non si trattava della prima volta che un pontefice rischiava nelle Filippine. Dopo la visita di Giovanni Paolo II nel 1995, sempre la polizia di Manila raccontò di aver compiuto un raid in una casa dove sarebbero stati trovati timer, ordigni esplosivi, vestiti da prete e mappe della città con gli spostamenti del Papa. Fu detto che si trattava di materiale di una cellula islamica legata ad Osama Bin Laden.

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