Geopolitica
Il presidente israeliano ha mentito sulla decapitazione di Shani Louk da parte di Hamas
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha mentito riguardo alla «decapitazione» della tatuatrice israelo-tedesca Shani Louk da parte di Hamas durante la strage al rave party del 7 ottobre 2023. Lo afferma su Twitteril giornalista della testata investigativa The Intercept Ryan Grim.
La menzogna sarebbe parte della campagna di propaganda israeliana per cui «Hamas è l’ISIS».
«Ora sappiamo che Herzog ha mentito quando ha detto che Shani Louk è stata decapitata per sostenere la campagna “Hamas è l’ISIS” – con totale disprezzo per l’impatto di quella menzogna sulla sua famiglia e sui suoi cari. Uno sfruttamento profondamente cinico, fatto per giustificare quello che Herzog sapeva sarebbe successo», ha scritto lo scorso sabato il Grim su X.
We now know Herzog lied when he said Shani Louk was beheaded to buck up the “Hamas is ISIS” campaign — with utter disregard for the impact of that lie on her family and loved ones. Deeply cynical exploitation, done to justify what Herzog knew was coming. https://t.co/ljjYsIkt07
— Ryan Grim (@ryangrim) May 18, 2024
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«Hanno trovato il suo teschio, il che significa che questi animali barbari e sadici le hanno semplicemente tagliato la testa mentre attaccavano, torturavano e uccidevano gli israeliani», aveva affermato Herzog l’anno scorso in seguito al massacro del rave party Nova nel deserto del Negev.
here is the President of Israel Isaac Herzog, who is still treated as a credible source of information by the Western media, saying on October 30th that Shani Louk’s body was recovered and Hamas had beheaded her. These freaks make up beheadings like they’re drinking water pic.twitter.com/GCJSI2Vnq8
— ☀️👀 (@zei_squirrel) May 18, 2024
«Il presidente di Israele ha detto che Shani Louk è stato decapitato. Ha detto che il suo corpo è stato mutilato. 7 mesi dopo, quando avevano bisogno di un successo di pubbliche relazioni per riciclare il genocidio di Rafah in corso, l’hanno trovata non solo completamente intatta, ma “completa e bella e la pelle è dello stesso colore, sembra che sia ancora viva» scrive su un infuocato thread su X l’utente zei_squirrel.
«Tutti sanno cosa è successo: il regime ha trovato il suo corpo a Gaza alla fine di ottobre, poi ha inventato la menzogna propagandistica del “frammento di teschio” e “è stata decapitata”, ed è folle che l’abbiano fatto perché è letteralmente in video mentre viene spostata a Gaza con la testa intatta, quindi la folle menzogna funziona solo se trovano il frammento a Gaza e poi concludono che deve essere stata decapitata, il che di per sé è folle».
Il riferimento è ad un video atroce in cui il corpo di una giovane ragazza che presumibilmente è Louk viene portato come in parata – in un tripudio di «Allahu Akbar» et similia – nel retro di un pickup da uomini armati, mentre giovinastri lo percuotono orrendamente e vi sputano sopra. Immagini semplicemente intollerabili di ferocia belluina, dove però il corpo pare non decapitato, integro, nonostante una gamba che sembra orrendamente disarticolata.
The body of German-Israeli girl Shani Louk was recovered by IDF.
She was killed by Hamas terrorists, paraded in Gaza.https://t.co/WDYpn4y7eD
— Azat Alsalem (@AzzatAlsaalem) May 17, 2024
Never forget what happened on Oct 7th.
Thousands of Palestinian civilians lined the streets of Gaza to spit on the body of German-Israeli woman Shani Louk.
Civilians hit her body with wooden planks, punched and slapped her naked body as they cheered with joy.
Never forget. pic.twitter.com/JbJPLot4KH
— Oli London (@OliLondonTV) November 20, 2023
«Non ti imbatti semplicemente in un frammento di teschio a Gaza e decidi di testarlo a caso e poi scoprire che proviene da Shani Louk» continua zei_squirrell su Twitter. «Ecco perché i propagandisti sionisti si sono affrettati a dire “no no, in realtà hanno trovato il frammento su una strada che porta lontano da Nova! Ecco perché pensavano che fosse stata decapitata! Ignorare che sia registrata mentre viene trasferita a Gaza con la testa intatta, per ora è scomodo, stiamo correndo con la menzogna che tappa il buco nell’altra menzogna».
«Ma non preoccupatevi, Haaretz [uno dei principali quotidiani israeliani, ndr] avrà un rapporto investigativo epico su tutto questo tra 6 mesi da oggi, dopo che il regime avrà raso al suolo Rafah mentre tutti i media occidentali si lanciavano sulla propaganda per riciclarla».
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Voci israeliane finite sui giornali di tutto il mondo dopo l’attacco islamista hanno affermato che Hamas il 7 ottobre ha decapitato 40 bambini, cotto un bambino in un forno, commesso stupri di massa, tagliato il bambino dal ventre di una donna incinta e conficcato chiodi nella vagina delle donne.
Vari racconti di propaganda di atrocità sono stati sfatati quasi immediatamente, ma, ricorda Information Liberation, vi sono alti funzionari governativi come il presidente della Camera Mike Johnson e il presidente Joe Biden che ancora oggi diffondono tali bugie.
A febbraio, i legislatori israeliani hanno avanzato un disegno di legge per punire con cinque anni di prigione coloro che sono accusati di «negare» o «sminuire» la narrazione israeliana del 7 ottobre. Ecco quindi che si profila all’orizzonte un nuovo «negazionismo»: Il massacro del rave diviene un nuovo Olocausto de facto.
«In una serie di tweet prima del voto, il deputato Oded Forer, sponsor di Yisrael Beytenu, che ha modellato il suo disegno di legge su una legge del 1986 che proibiva la negazione dell’Olocausto, ha affermato che il modo in cui le persone in tutto il mondo si relazionano al massacro “sta iniziando ad assomigliare alla negazione dell’Olocausto, e ha fan anche qui in Israele”» scrive il quotidiano israeliano in lingua inglese Times of Israel.
«”Non possiamo esigere che le nazioni del mondo vietino la negazione del massacro, analogamente al divieto di negare l’Olocausto, senza che anche noi agiamo. In quest’epoca, in cui si diffondono false informazioni sotto steroidi, dobbiamo iniziare la lotta adesso”, ha affermato. Il co-sponsor parlamentare Evgeny Sova è d’accordo con il suo collega parlamentare Yisrael Beytenu, dichiarando al Times of Israel dopo il voto che chiunque “neghi il massacro perpetrato da Hamas il 7 ottobre non è altro che un negazionista dell’Olocausto”».
Parimenti, nello Stato superpotenza alleato, gli USA, avanzano disegni di legge per creare un «Curriculum sulla Memoria del 7 ottobre» da insegnare nelle scuole di tutta l’America.
Come riportato da Renovatio 21 le nuove leggi sull’antisemitismo, oltre che proibire di fatto il Nuovo Testamento (non si può più dire che gli ebrei hanno ucciso Gesù, come scritto nel Vangelo) condanneranno chiunque metta in dubbio il sionismo.
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Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
Il segretario della Difesa USA Austin rigetta la proposta di pace di Putin. E ribalta orwellianamente la storia recente di Russia e NATO
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Geopolitica
«Una guerra su vasta scala non è una conclusione scontata»: parla il capo di un grande think tank russo
In vista della conferenza «Russia e Cina: cooperazione in una nuova era» che tenutasi a inizio mese a Mosca, il direttore generale del Consiglio russo per gli affari internazionali (RIAC), Ivan Timofeev, ha dichiarato all’agenzia di stampa statale russa TASS la crescente probabilità di una guerra su vasta scala tra Russia e Occidente.
«Una guerra su vasta scala non è una conclusione scontata, ma sfortunatamente la sua probabilità è in aumento», ha detto Timofeev in un’intervista alla TASS. «Un’opzione è che ci sarà un grande aumento del confronto tra di noi. Alla radice di ciò c’è la questione dell’Ucraina, poiché l’Occidente continua a fornire assistenza militare su larga scala a Kiev».
Giovedì, in un incontro separato, il capo della NATO Jens Stoltenberg ha parlato ai ministri degli Esteri della necessità di consentire all’Ucraina di utilizzare armi occidentali per penetrare in profondità all’interno della Russia.
Timofeev ha messo in guardia sulla crescente possibilità di un conflitto diretto con la NATO:
«Un certo numero di funzionari, soprattutto in Francia e nel Regno Unito, hanno affermato che singole unità militari dei paesi della NATO potrebbero essere schierate in Ucraina. Se prendessero parte ad operazioni militari contro le forze russe, diventerebbero un obiettivo legittimo per il nostro esercito».
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«Speriamo che questa possibile escalation coinvolga armi convenzionali e non armi nucleari. Nel frattempo, la NATO sta spendendo dieci volte di più della Russia – se non di più – per la difesa. È certamente uno scenario pericoloso».
«La leadership della NATO ha dichiarato che non verranno inviate truppe in Ucraina, e un certo numero di politici dell’UE hanno affermato che ciò è controproducente. Ciò significa che non sono uniti sulla questione» ha insistito il direttore generale della RIAC, aggiungendo che «per quanto riguarda la Russia, dobbiamo tenere conto di ogni scenario possibile. Abbiamo la capacità di scoraggiare queste minacce».
«Tuttavia, uno scenario del genere causerà danni irreparabili a tutti» ha concluso Timofeev, sostenendo che l’Occidente probabilmente continuerà ad assistere l’Ucraina attraverso forniture di armi e attrezzature, indicando che queste «linee di divisione tra» Russia e Occidente «potrebbero stare lì per decenni».
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa il Timofeev aveva scritto un editoriale che descriveva il sentimento provato da una parte crescente di russi nei confronti delle nazioni occidentali.
«In Russia, si sta diffondendo sempre più il punto di vista che l’obiettivo degli Stati Uniti e dell’”Occidente collettivo” guidato da Washington sia una soluzione finale alla “questione russa”» scrive l’intellettuale russo. «Un tale obiettivo è visto come uno sconfiggere la Russia, livellare il suo potenziale militare, ristrutturare la sua statualità, ricablare la sua identità e possibilmente liquidarla come Stato unico».
Come riportato da Renovatio 21, il dibattito sul comportamento del blocco occidentale in Russia è arrivato perfino ad ipotizzare l’uso di un’arma atomica su un Paese europeo.
La proposta, fatta dal politologo russo Sergej Karaganov, ha suscitato reazioni di risposta in vasta parte dell’intellighenzia politica moscovita. Tuttavia, come riportato da Renovatio 21, il tabù nucleare ha iniziato via via ad erodersi.
«La paura dell’Armageddon va ristabilita» ha detto l’ex colonnello dell’Intelligence militare russo (GRU) Dmitrj Trenin. «La paura della bomba atomica, presente nella seconda metà del Novecento, è scomparsa. Le armi nucleari sono state eliminate dall’equazione. La conclusione pratica è chiara: non c’è bisogno di aver paura di una simile risposta russa».
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Geopolitica
Imboscata di Hamas uccide otto soldati israeliani
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L’IDF ha detto che l’incidente è sotto indagine per esaminare le possibili cause. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha reso omaggio ai soldati caduti, dicendo: «Sabato è duro. Otto dei nostri migliori figli sono stati uccisi a Rafah. Pur conoscendo il prezzo, sono entrati coraggiosamente a Gaza per completare la missione di distruggere Hamas e liberare gli ostaggi». I funzionari israeliani si sono scrollati di dosso la condanna internazionale per aver portato avanti l’operazione Rafah dell’IDF, che ha messo in pericolo i civili in una città dove più di 1 milione di palestinesi si erano rifugiati dopo che i loro quartieri in altre parti dell’enclave erano stati bombardati. Secondo le autorità sanitarie di Gaza, dall’inizio della guerra sono stati uccisi oltre 37.000 palestinesi. L’imboscata di sabato è stata l’incidente più mortale per l’IDF da gennaio, quando 21 soldati furono uccisi in un’esplosione che causò il crollo di due edifici. Più di 300 soldati israeliani sono morti da quando sono iniziati i combattimenti a Gaza.Burned by the flames of #Rafah! 8 #israel soldiers killed by fire in Rafah.. Indeed, God is the ultimate avenger! pic.twitter.com/c7WpTzhKbv
— SilencedSirs◼️ (@SilentlySirs) June 16, 2024
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Israele aveva iniziato un’operazione a Rafah quattro settimane fa entrando con i carri. Dagli attacchi emersero immagini spaventose. Netanyahu aveva annunziato che sarebbe entrato a Rafah con o senza accordo sugli ostaggi. Membri del suo governo come il sionista Itamar Ben Gvir avevano dichiarato che avrebbe fatto cadere l’esecutivo qualora l’invasione di Rafah non si fosse concretata. Il controllo di Rafah da parte delle truppe israeliane di fatto taglia fuori la Palestina dall’Egitto, portando in dominio dello Stato Ebraico nell’area a toccare il mare. Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso l’Egitto aveva avvertito lo Stato degli ebrei che l’invasione di Rafah potrebbe porre fine al trattato di pace del 1979 . Il Cairo ora vuole partecipare al processo per «genocidio» partito alla Corte Internazionale di Giustizia.This morning in Rafah pic.twitter.com/CQl7KtgyhV
— Mossad Commentary (@MOSSADil) June 14, 2024
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