Geopolitica
Netanyahu: l’unica soluzione è la vittoria totale
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto il piano proposto da Hamas per porre fine al conflitto a Gaza, dicendo ai giornalisti che «non c’è altra soluzione oltre alla vittoria assoluta» sui militanti palestinesi.
Il documento redatto da Hamas propone un cessate il fuoco in tre fasi, della durata di 135 giorni, durante il quale gli ostaggi israeliani verrebbero scambiati con prigionieri palestinesi, i lavori di ricostruzione inizierebbero a Gaza e si terrebbero colloqui volti ad una tregua permanente mentre le truppe israeliane si ritirerebbero dalla Striscia.
Il testo del piano è trapelato martedì alla Reuters e respinto da Netanyahu il giorno dopo.
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«La resa alle richieste deliranti di Hamas, che abbiamo appena sentito, non solo non porterebbe alla liberazione degli ostaggi, ma inviterebbe solo a un ulteriore massacro; porterebbe Israele ad un disastro che nessun cittadino israeliano vuole», ha detto Netanyahu in una conferenza stampa.
Fondamentalmente, la proposta di Hamas lascerebbe il gruppo militante al potere come autorità di governo di Gaza, mentre una precedente proposta avanzata dai negoziatori del Qatar e dell’Egitto non faceva menzione di chi avrebbe governato l’enclave dopo il conflitto.
Netanyahu ha insistito sul fatto che «il giorno dopo» a Gaza «è il giorno dopo Hamas». Il premier israeliano ha affermato che Israele «assicurerà che Gaza sia smilitarizzata per sempre» e «agirà a Gaza ovunque e ogni volta che sarà necessario, per garantire che il terrorismo non alzi nuovamente la testa».
«Siamo sulla strada verso la vittoria totale», ha affermato Netanyahu, aggiungendo che «la vittoria è realizzabile; non è questione di anni o decenni, è questione di mesi».
L’insistenza di Netanyahu sulla «vittoria totale» ha messo a dura prova le relazioni tra Gerusalemme Ovest e Washington, così come il suo rifiuto di una soluzione a due Stati al conflitto decennale con i palestinesi, scrive RT.
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Sebbene gli Stati Uniti non abbiano approvato alcuna proposta particolare di cessate il fuoco, mercoledì il segretario di Stato Antony Blinken ha incontrato sia Netanyahu che il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas, dicendo al leader israeliano che gli Stati Uniti vedono «la creazione di uno Stato palestinese come il modo migliore per garantire pace e sicurezza durature» nella regione, secondo un rapporto del Dipartimento di Stato.
Le forze israeliane stanno conducendo una guerra contro Hamas da più di 120 giorni e, secondo Netanyahu, hanno ottenuto risultati «senza precedenti» contro i militanti.
Tuttavia, mentre il primo ministro ha affermato che le forze israeliane hanno ucciso 20.000 combattenti di Hamas, il Ministero della Sanità di Gaza afferma che circa due terzi delle 27.000 persone uccise nell’enclave erano donne e bambini. Secondo il Wall Street Journal, alla fine del mese scorso, i funzionari dell’Intelligence americana credevano che Israele avesse ucciso solo 5.000 militanti.
Il premier israeliano ha negato le notizie secondo cui Hamas si stava ristabilendo nel nord di Gaza, ma mercoledì ha detto ai giornalisti che eliminare completamente il gruppo è «un processo che richiede tempo».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Gli USA ammettono di aver diffuso disinformazione sul vaccino COVID cinese
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Geopolitica
Il consigliere di Zelens’kyj: Kiev pronta a colloqui di pace con la Russia a condizioni «giuste»
Kiev è pronta per i negoziati di pace con Mosca a condizioni «giuste», ha detto venerdì il principale collaboratore di Volodymyr Zelens’kyj, Mykhailo Podolyak, in un’intervista a un canale televisivo ucraino. Ha tuttavia affermato che la Russia non è pronta per un accordo.
L’alto funzionario ha sottolineato che l’Ucraina sta cercando ciò che considera negoziati efficaci che porterebbero non a un congelamento delle ostilità ma alla fine del conflitto. Ha chiesto di aumentare la pressione internazionale sulla Russia e di potenziare le capacità militari dell’Ucraina per raggiungere l’obiettivo.
All’inizio di questa settimana, il Podolyak ha dichiarato all’Associated Press che vede un accordo di pace con la Russia come un «patto col diavolo», aggiungendo che il congelamento del conflitto consentirebbe a Mosca di apportare le correzioni necessarie e modernizzare le sue forze.
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All’inizio di questa settimana, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha affermato che i colloqui di pace sono attualmente impossibili a causa di una serie di questioni che devono prima essere risolte, tra cui lo status di Zelensky e la legislazione ucraina, firmata da Zelens’kyj nel 2022, che vieta i negoziati tra Kiev e l’attuale leadership di Mosca.
Peskov ha ribadito che il Cremlino considera nulla la legittimità di Zelensky come capo di stato, poiché il suo mandato è terminato a maggio e le elezioni non si sono tenute a causa della legge marziale. Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato in precedenza che lo status di Zelensky è importante per quanto riguarda un potenziale trattato di pace, poiché qualsiasi documento vincolante dovrebbe essere firmato da autorità legittime.
Il portavoce ha anche sottolineato che, nonostante le recenti dichiarazioni, la parte ucraina, così come i suoi sostenitori occidentali, restano restii ad avviare colloqui con la Russia.
Zelensky ha recentemente affermato che Kiev vuole porre fine al conflitto «il prima possibile», preferibilmente «entro la fine di quest’anno». Ha sollevato la possibilità di tenere un secondo vertice come un modo per raggiungere questo obiettivo.
All’inizio di questa settimana, la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato che i segnali inviati da Zelensky sulla volontà dell’Ucraina di riprendere i colloqui di pace con Mosca non sono credibili.
Il primo summit, ospitato dalla Svizzera, si è concentrato su elementi della «formula di pace» di Kiev, che richiede a Mosca di ritirare le sue truppe da tutti i territori rivendicati dall’Ucraina. Mosca ha liquidato il piano come distaccato dalla realtà.
In questi due anni di conflitto il personaggio si è fatto notare per commenti problematici.
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Come riportato da Renovatio 21, consigliere di Zelens’kyj mesi fa aveva dichiarato che la «massima uccisione dei russi» è il fine della guerra in corso. A settembre aveva fatto commenti controversi su Cina e India e il loro «basso potenziale intellettuale».
Il consigliere presidenziale aveva definito la proposta di pace tra Russi e Ucraina avanzata dall’ex presidente francese Nicholas Sarkozy come «criminale» accusando il marito di Carla Bruni di complicità nell’organizzazione di «genocidio e guerra».
Lo scorso novembre il Podolyak in un’intervista alla stazione televisiva ucraina Canale 24 aveva dichiarato che Kiev deve impadronirsi di tutti i territori perduti dalla Russia, compresa la penisola di Crimea, altrimenti rischia di scomparire dalla mappa del mondo.
In passato il Podoyak si è scagliato contro il capo di SpaceX Elon Musk, che nel suo racconto ha «favorito il male» negando all’Ucraina l’uso dei satelliti Starlink – che Musk ha fornito a Kiev gratuitamente – per attaccare la Crimea con i droni.
Come riportato da Renovatio 21, il Podolyak esternato attacchi al papa e financo al cristianesimo tout court.
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Immagine screenshot da YouTube
Cina
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