Arte
Zelens’kyj chiede a Marina Abramovic di divenire «ambasciatrice» per l’Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha chiesto alla controversa artista Marina Abramovic, il cui lavoro pubblico è stato accusato da alcuni di satanismo, di rappresentare l’Ucraina come ambasciatrice.
Abramovic, 76 anni, ha dedicato la sua carriera ad essere un’artista-provocatrice, incorporando spesso nudità, violenza e simboli satanici nelle sue esibizioni pubbliche di arte dal vivo.
«Sono stata invitata da Zelens’kyj a diventare ambasciatore dell’Ucraina, per aiutare i bambini colpiti dalla ricostruzione delle scuole e cose del genere», avrebbe detto Abramovic in un’intervista al Museo d’Arte Moderna di Shanghai, secondo il Daily Telegraph in un articolo ora cancellato.
«Sono stata anche invitata a far parte del consiglio dell’organizzazione Babyn Yar per continuare a proteggere il memoriale», ha aggiunto, riferendosi a un centro commemorativo dell’Olocausto dedicato agli ebrei assassinati dai nazisti in Ucraina.
«Sono stata la prima artista a sostenere la guerra dell’Ucraina contro la Russia e a dare la mia voce», ha dichiarato. «È sicuramente una ripetizione della storia».
Nel corso degli anni la Abramovic ha scritto messaggi grandi quanto un cartellone pubblicitario con il sangue di maiale, ha inciso pentagrammi sul suo stomaco con lame di rasoio, si è messa corna sulla testa e ha organizzato le famigerate cene di «Spirit Cooking» divenute notissime durante la campagna presidenziale americana 2016.
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Il nome della Abramovic infatti era conosciuto principalmente solo nei circoli artistici d’avanguardia fino a poco prima delle elezioni presidenziali del novembre 2016, quando il suo nome è apparso nelle e-mail pubblicate da Wikileaks ottenute dall’hacking dall’account di John Podesta, presidente della campagna presidenziale di Hillary Clinton. Il fratello di John, Tony, è un noto collezionista di arte visivamente inquietante.
Una delle e-mail hackerate era un invito di Abramovic a entrambi i fratelli Podesta chiedendo loro di unirsi a lei per lo «Spirit Cooking» nella sua residenza a New York.
Una performance «Spirit Cooking» del 1997 registrata in video prevedeva che l’artista utilizzasse il sangue di maiale per scrivere «ricette» sui muri. Gli unici ingredienti richiesti sono i fluidi corporei: «mescola latte materno fresco con latte di sperma fresco» e «urina fresca del mattino spruzzata sui sogni da incubo» e «con un coltello affilato taglia profondamente il dito medio della mano sinistra e mangia il dolore».
«L’atto della cucina spirituale implica che Abramovic usi il sangue di maiale come un modo per connettersi con il mondo spirituale, per cucinare pensieri piuttosto che cibo», secondo un articolo del 2016 del Guardian.
Tali lavori dell’artista le sono valsi le accuse di essere satanista e di mimare con i suoi rituali il cannibalismo.
Le si è sempre difesa parlando del valore spirituale della sua arte. «Il mio lavoro riguarda più la spiritualità e nient’altro», ha detto Abramović ad ARTnews nel 2016 dopo che le email di Podesta erano state rivelate. «Faccio il mio lavoro da così tanto tempo e questo è un malinteso. È assolutamente scandaloso e ridicolo… voglio dire, questo mondo sta davvero diventando un inferno. Sono completamente stupita, qualcosa viene decontestualizzato allo scopo di vincere. Viviamo in un mondo così strano».
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«Ci siamo divertiti molto», aveva detto la Abramovic al New York Times riguardo a quel particolare evento «Spirit Cooking». «Non c’era sangue umano, né servizi per bambini, né orge sessuali».
Secondo il Times, «quando le teorie del complotto hanno cominciato ad emergere, ha detto la signora Abramović, ha pensato che fosse “semplicemente folle”».
«Sono un artista, non un satanista!» ha dichiarato.
Alcuni anni fa, la Abramovic posò con Jacob Rothschild davanti a un dipinto di Thomas Lawrence intitolato «Satan Summoning his Legions» alla Royal Academy of Arts di Londra.
La fotografia ancora circola in rete.
Marina Abramović and Jacob Rothschild proudly stand in front of "Satan Summoning His Legions'" famous demonic art …
This is who the left is influenced by..#WeWantAnswers #MarinaAbramovic #Rothschild pic.twitter.com/dl62y65bg3— Isaac’s Army (@ReturnOfKappy) September 23, 2023
Non solo Zelens’kyj e i Rothschild e i Podesta si sono fatti stregare dalla figura dell’artista serba, ancora ricercatissima.
Come riportato da Renovatio 21, venerdì 10 aprile 2020 – venerdì Santo dell’anno della pandemia appena iniziata – con il mondo in lockdown – venne pubblicato da Microsoft un video promozionale per HoloLens 2 con protagonista la Abramovic. Molti commentatori obbiettarono a questa strana scelta di testimonial da parte dell’azienda, e la casuale coincidenza di averlo fatto uscire il giorno di commemorazione della morte di Nostro Signore. Vi furono quindi in rete le solite accuse di «satanismo».
Il colosso informatico di Bill Gates (lui) dovette quindi ritirare il video promozionale. Attualmente il video è sparito dalla rete.
La Abramovic è diventata la prima donna ad avere una mostra retrospettiva personale alla Royal Academy of Arts nel Regno Unito, dal 23 settembre 2023 al 1 gennaio 2024. La BBC ha riferito che i visitatori entreranno nella mostra passando tra due modelle nude.
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Immagine di Manfred Werner / Tsui via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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Gli ultimi attimi di Polina Menshikh. Immagine della tragedia dell’attrice uccisa sul palco a Donetsk

The St. Petersburg Portal theater confirms that an artillery strike on Nov. 19 killed actress Polina Menshikh during a live performance for Russian troops in Ukraine’s occupied Donetsk region. A video captured her final moments. Two dozen soldiers were also reportedly killed. pic.twitter.com/ek8uiksc6k
— Kevin Rothrock (@KevinRothrock) November 22, 2023
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Il premio Oscar Susan Sarandon licenziata per i suoi commenti su Israele

L’attrice di Hollywood Susan Sarandon è stata licenziata dalla sua agenzia di talenti dopo aver criticato Israele durante una manifestazione pro-Palestina lo scorso fine settimana, ha confermato un portavoce dell’agenzia.
La star hollywoodiana, nota per classici come il Rocky Horror Picture Show e Thelma e Louise, è stata criticata anche per aver condiviso post sui social media da parte del co-fondatore dei Pink Floyd Roger Waters, un noto critico della guerra di Israele a Gaza.
In una dichiarazione di martedì, la United Talent Agency (UTA) ha detto al sito Deadline che non avrebbe più lavorato con l’attrice premio Oscar dopo che aveva parlato a una protesta pro-Palestina a Nuova York. In particolare, la Sarandon ha attirato critiche per aver affermato: «ci sono molte persone che hanno paura di essere ebree in questo momento, e stanno avendo un assaggio di cosa vuol dire essere musulmano in questo Paese».
American actress Susan Sarandon delivers a speech before hundreds of pro-Palestine protesters in New York. Queen! 👑💜 @SusanSarandon pic.twitter.com/nSadgGB88L
— Zaina 🇵🇸 (@ZainaArekat) November 14, 2023
«Le persone si pongono domande, le persone si alzano in piedi, le persone si istruiscono, le persone si stanno allontanando dal lavaggio del cervello iniziato quando erano bambini», ha detto ai partecipanti alla manifestazione, ringraziando «la comunità ebraica che è venuta fuori per sostenerci».
La Sarandon ha poi condiviso un messaggio pro-Palestina di Roger Waters, che ha spesso condannato le politiche israeliane nei confronti dei palestinesi nel corso degli anni. Sebbene i critici abbiano etichettato il musicista come antisemita, egli ha ripetutamente respinto l’accusa.
Despite attempts by the Israeli lobby to cancel the event, Roger Waters of Pink Floyd took the stage in Uruguay, donning a Kufiyyah and advocating for an end to the Israeli genocide in Gaza. pic.twitter.com/sLkPBomeRD
— PALESTINE ONLINE 🇵🇸 (@OnlinePalEng) November 20, 2023
La decisione della UTA di separarsi da Sarandon è l’ultima polemica legata alla guerra in corso tra Israele e Hamas nel mondo dello spettacolo. Il mese scorso, un alto funzionario dell’agenzia di talenti CAA, Maha Dakhil, si è dimesso dopo aver insinuato che Israele stesse commettendo un «genocidio» in un post sui social media. Successivamente, tuttavia, ha cancellato il messaggio dal suo account, dicendo che aveva «commesso un errore».
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Subito dopo l’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre, che ha ucciso circa 1.200 persone e preso più di 200 ostaggi, la CAA aveva rilasciato una dichiarazione in cui dichiarava di «stare dalla parte del popolo di Israele» e condannava «orribili atti di terrorismo».
Secondo le riviste di settore Variety e Hollywood Reporter, anche l’attrice Melissa Barrera, che era stata scelta per il ruolo principale nel film horror di prossima uscita Scream VI, è stata licenziata dalla produzione a causa dell’attività pro-Palestina sui social media. Secondo quanto riferito, l’attrice aveva postato: «anch’io vengo da un Paese colonizzato», condividendo l’emoji della bandiera messicana, aggiungendo «La Palestina sarà libera».
Come riportato da Renovatio 21, un destino simile è capitato negli scorsi giorni alle sorelle Hadid, modelle di fama internazionale che sono note sostenitrici della Palestina, terra di origine del padre. Secondo fonti turche e israeliane, il marchio del lusso Dior avrebbe sostituito Bella Hadid con una modella israeliana. Gigi Hadid invece è incappata sui social in una minacciosa risposta di un account ufficiale dello Stato di Israele che le ha detto «ti vediamo».
La Sarandon, che ha avuto una figlia – anche lei ora attrice – dal regista italiano Franco Amurri, è stata per decenni la compagna di Tim Robbins, altro attore premio Oscar «impegnato» che è stato praticamente tra gli unici a cambiare idea su pandemia e obblighi vaccinali, vedendo il popolo manifestare contro il lockdown a Londra.
Come riportato da Renovatio 21, Robbins aveva raccontato la sua presa di coscienza durante il podcast di Russel Brand, un’altra figura ora sotto attacco dopo che testate giornalistiche hanno fatto emergere accuse di carattere sessuali risalenti a lustri fa.
«Demonizzare i non vaccinati è incredibilmente pericoloso» disse a inizio anno Robbins. «Ci siamo trasformati in persone tribalizzate, arrabbiate e vendicative. Non penso che sia qualcosa di sostenibile per la Terra… iniziare a demonizzare qualcuno che non è d’accordo con le nostre particolari politiche sanitarie e trasformarli in mostri. Trasformali in paria. Dire che non meritano un letto d’ospedale».
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Immagine di Derrick Rossignol via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Vincitrice ucraina dell’Eurovision inserita nella lista dei ricercati dalla Russia

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Pride in Munich🇩🇪2023,🇺🇦singer Melovin (Kostyantyn Bocharov) performed the song "Batko nash Bandera", "Our father is Bandera",dedicated to the collaborationist Stepan Bandera, who fought for an ethnically cleansed🇺🇦of Jews, Russians and Poles.Part of the crowd sang along with him pic.twitter.com/tzIYyfuNWl
— Voxkomm (@Voxkomm) June 28, 2023
«Batko Nash – Bandera / Ukraina Mati / My za Ukrainu budem voyuvat» dice la canzone cantata sul palco omotransessualista monacense, con il folto pubblico arcobalenato a far da coro. «Il nostro padre è Bandera / La nostra madre è l’Ucraina / Noi per l’Ucraina combatteremo». A certuni, con evidenza, l’apologia degli anni bui è consentita. Ad altri, no. È il caso della cantante-pornostar Melanie Mueller, finita nei guai per supposto saluto nazista durante un incontro con il pubblico, introducendo l’ulteriore cortocircuito di senso di un’estrema destra a luci rosse.🇺🇦 singer Melovin also visited the Waldfriedhof cemetery (Germany), where the collaborationist Stepan Bandera is buried. pic.twitter.com/ygsBkH5hDt
— Voxkomm (@Voxkomm) June 28, 2023
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