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Intelligence

L’Intelligence russa dice che l’Ucraina pianifica un attacco false-flag «disumano»

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Kiev starebbe preparando un’operazione sotto falsa bandiera, in cui un ospedale pediatrico o un asilo potrebbero essere colpiti da un presunto attacco missilistico russo, ha affermato il Servizio di Intelligence estero russo (SVR).

 

La «provocazione disumana» sarebbe orchestrata dai leader dell’Intelligence ucraina e dall’esercito su consiglio dei «gestori statunitensi», ha affermato la dichiarazione dei servizi russi lunedì. L’obiettivo sarebbe causare un gran numero di vittime e pubblicizzare l’evento attraverso i media internazionali, ha aggiunto l’agenzia.

 

Kiev spera che il suo piano aiuti a giustificare attacchi a lungo raggio con armi occidentali nel profondo della Russia, ritiene l’SVR. Gli Stati Uniti userebbero quindi l’incidente per aumentare la pressione su Iran e Corea del Nord per aver presumibilmente fornito missili balistici alla Russia, ha affermato l’agenzia di spionaggio.

 

L’8 luglio, Kiev ha accusato Mosca di aver deliberatamente preso di mira l’ospedale pediatrico Okhmatdet nel centro di Kiev durante un bombardamento missilistico su larga scala. Il ministro degli Interni Igor Klimenko ha riferito che due adulti sono stati uccisi nell’incidente e 32 persone, tra cui bambini, sono rimaste ferite.

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Mosca ha negato le accuse ucraine, ribadendo che non prende mai di mira strutture civili. L’esercito russo ha suggerito che la colpa fosse degli operatori della difesa aerea ucraina.

 

Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov aveva detto all’epoca che Kiev stava usando la tragedia per enfatizzare la partecipazione del leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj al summit NATO negli Stati Uniti. Ha sottolineato un modello di incidenti di alto profilo, simili all’attentato di Okhmatdet, che si verificano prima degli incontri di Zelensky con alti funzionari stranieri.

 

«La cricca di Zelens’kyj ignora le vite dei bambini ucraini che mette in pericolo», ha affermato l’SVR. Ha citato una serie di «provocazioni sanguinose» nel corso del conflitto, aggiungendo che dopo quelle, «poche persone al mondo credono che Mosca sia “insidiosa” e Kiev sia “innocente”».

 

Secondo quanto riportato, lo Zelens’kyj sarebbe pronto a recarsi negli Stati Uniti per incontrare il presidente Joe Biden e i due candidati presidenziali per le elezioni di novembre, la vicepresidente Kamala Harris e l’ex presidente Donald Trump. Intende condividere con loro il suo cosiddetto «piano della vittoria», una tabella di marcia in quattro punti che, a suo avviso, consentirà all’Ucraina di porre fine al conflitto con la Russia alle sue condizioni.

 

Il continuo supporto militare degli Stati Uniti e il permesso di condurre attacchi in profondità all’interno della Russia con armi occidentali sono considerati cruciali per il suo piano.

 

In un discorso della scorsa settimana di inusitata durezza, il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito che Mosca considererà tali attacchi come un’aggressione diretta da parte dei membri della NATO e reagirà di conseguenza. Mosca considera il conflitto in Ucraina una guerra per procura guidata dagli Stati Uniti contro la Russia.

 

Come riportato da Renovatio 21, durante il conflitto Mosca ha altre volte accusato Kiev di preparare attacchi sotto falsa bandiera anche con armi chimiche o con una cosiddetta «bomba sporca».

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Immagine di Alex Saveliev via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

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Intelligence

Israele bombarda il quartier generale dell’Intelligence di Hezbollah

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L’esercito israeliano afferma di aver bombardato un complesso di intelligence di Hezbollah a Beirut durante l’ultima serie di attacchi aerei in Libano.   I caccia dello Stato Ebraico hanno colpito il «quartier generale dell’intelligence» del gruppo armato filo-palestinese, così come i centri di comando e «ulteriori siti infrastrutturali terroristici», hanno affermato le Forze di difesa israeliane (IDF) in una dichiarazione nella mattinata di lunedì.   Gli attacchi hanno preso di mira anche i siti di Hezbollah nel Libano meridionale e nell’area di Beqaa, distruggendo un deposito di armi e un centro di comando, ha aggiunto l’IDF. In una dichiarazione separata, l’esercito ha affermato che le truppe israeliane stavano continuando le operazioni transfrontaliere contro Hezbollah e hanno effettuato raid nell’area di Jabaliya a Gaza.   Secondo il Ministero della Salute libanese, almeno 11 persone sono state uccise e altre 17 sono rimaste ferite negli attacchi israeliani di domenica.   Gli aerei israeliani hanno preso di mira anche il complesso dell’ospedale Al-Aqsa a Deir al Balah, che secondo le IDF veniva utilizzato da Hamas come «centro di comando e controllo».   Hezbollah, nel frattempo, ha continuato a lanciare razzi nel Nord di Israele, con proiettili rilevati su Haifa e l’area dell’Alta Galilea sabato. I video da Haifa mostrano un cratere e detriti di razzi in caduta.   Almeno dieci persone sono rimaste ferite in Israele durante gli attacchi di Hezbollah durante la notte, hanno riferito i media locali. Almeno otto persone sono state evacuate al Rambam Health Care Campus di Haifa per ricevere cure dopo gli attacchi, secondo il Jerusalem Post.  

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Bizzarria

Boris Johnson dice di aver trovato una microspia nel water dopo che lo aveva usato Netanyahu

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Nel 2017 una squadra di sicurezza britannica ha trovato un dispositivo di intercettazione nel bagno personale dell’allora ministro degli Esteri Boris Johnson, dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva utilizzato la struttura. Lo scrive l’ex premier britannico nel suo libro di memorie.

 

L’incidente sarebbe avvenuto al Foreign Office britannico, che, secondo Johnson, ha un bagno simile a «quello dei signori in un club di lusso di Londra», situato in un «annesso segreto» utilizzato dal ministro degli esteri, come riportato dal Telegraph giovedì. Netanyahu era nell’edificio in visita ufficiale e apparentemente ha fatto un giro in bagno mentre era lì.

 

«Lì Bibi ha riparato per un po’, e potrebbe essere o meno una coincidenza, ma mi è stato detto che più tardi, quando stavano facendo una normale ricerca di cimici, hanno trovato un dispositivo di ascolto nella scatola del water», scrive il Johnsone.

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Il politico, che è stato primo ministro del Regno Unito dal 2019 al 2022, ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli al giornale, affermando che tutto ciò che può essere reso pubblico è già presente nel libro di memorie, intitolato Unleashed («Scatenato»).

 

Il Telegraph ha paragonato l’episodio alla scoperta, nel 2018, dei cosiddetti IMSI-catcher, o dispositivi di sorveglianza StingRay, a Washington DC, che sarebbero stati collegati ai tentativi del Mossad, il servizio segreto israeliano, di hackerare il telefono dell’allora presidente degli Stati Uniti Donaldo Trump.

 

Diversi dispositivi di questo tipo, che imitano una normale torre cellulare per ingannare un telefono cellulare e indurlo a rivelare il suo numero identificativo univoco, sono stati trovati vicino a diversi luoghi sensibili della capitale degli Stati Uniti, tra cui la Casa Bianca.

 

Il Johnson avrebbe parlato con ex importanti esponenti del partito conservatore britannico di un ruolo dirigenziale potenzialmente redditizio nel gruppo mediatico Telegraph, legato ai Tory, come parte di un’offerta di acquisizione. Il giornale, per il quale era solito scrivere una rubrica, sta ora pubblicando una serie di esclusive tratte dalle sue memorie.

 

Come riportato da Renovatio 21, un estratto significativo di recente pubblicazione includeva una rivelazione secondo cui nel 2021 il primo ministro britannico e il suo governo avevano preso in considerazione un raid di commando nei Paesi Bassi per assicurarsi circa 5 milioni di dosi del vaccino Oxford AstraZeneca contro il COVID-19, su cui il Regno Unito e l’UE erano in conflitto.

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L’idea di ritrovarsi un leader politico nel water ci riporta alla mente un momento di alto immaginario politico proposto dalla satira del genio di Corrado Guzzanti, che dipingeva il socialista Ugo Intini che usciva dal water di una signora terrorizzata per fare la sua proposta politica.

 

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Immagine di Foreign, Commonwealth & Development Office via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

 

 

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Armi biologiche

I servizi di Mosca (ancora) contro i Caschi Bianchi: «spie occidentali e ucraine preparano un attacco chimico false flag in Siria»

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I servizi segreti di diversi Stati membri della NATO, insieme alle loro controparti ucraine, stanno pianificando di organizzare un attacco sotto falsa bandiera con armi chimiche in Siria, ha riferito il Servizio di Intelligence estero russo (SVR).   L’agenzia di spionaggio ha affermato che lo scopo della presunta provocazione è quello di incastrare Mosca e il governo di Damasco, che la Russia sostiene da anni.   In un comunicato stampa di martedì scorso, il SVR ha affermato che «proprio una provocazione del genere è attualmente in fase di preparazione da parte dei servizi speciali di alcuni stati membri della NATO e dell’Ucraina, insieme a gruppi terroristici che operano nel nord della Siria, nella provincia di Idlib».

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La presunta operazione sotto falsa bandiera occidentale potrebbe coinvolgere anche la ONG dei «Caschi Bianchi» – protagonisti di serie TV, vincitori di premi Oscar e di premi internazionali per la Pace – «diventata famosa per aver svolto lavori sporchi per i servizi speciali britannici», ha dichiarato l’agenzia di spionaggio russa.   Non si tratta della prima volta che Mosca accusa i Caschi Bianchi, né che lancia allarmi su possibili false flag chimici orditi da Kiev.   Secondo il documento, «l’idea è di inscenare l’uso di armi chimiche da parte dell’esercito siriano e del contingente russo in Siria, e poi lanciare una campagna per screditare Damasco e Mosca presso l’ONU e l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche». Il comunicato stampa sostiene che la presunta operazione probabilmente coinvolgerà i militanti siriani che sganceranno una bombola esplosiva carica di cloro in un momento in cui gli eserciti siriano e russo stanno conducendo attacchi aerei contro gruppi terroristici nella provincia di Idlib.   Il comunicato suggerisce che successivamente gli attivisti dei Caschi Bianchi sul campo poi presumibilmente manipoleranno le prove video e i resoconti dei testimoni oculari per incastrare Damasco e Mosca. Secondo l’agenzia di spionaggio russa, questi falsi resoconti saranno poi inviati a varie organizzazioni internazionali.   Sin dallo scoppio della guerra civile siriana nel 2011, gli Stati Uniti, il Regno Unito e numerose altre potenze occidentali hanno ripetutamente accusato il governo del presidente Bashar Assad di aver utilizzato armi chimiche contro l’opposizione armata e i gruppi militanti.   Con questo pretesto, dal 2014 l’esercito statunitense occupa le zone ricche di petrolio della Siria nordorientale, con basi che nemmeno Trump è riuscito a far sgomberare.   Come riportato da Renovatio 21, il presidente siriano Assad ha dichiarato che in queste basi avverrebbe l’addestramento di terroristi islamisti, aggiungendo pure di avere le prove. In particolare la base di al-Tanf è divenuta poi oggetto di numerosi attacchi rivendicati da gruppi di resistenza irachena.   Nel 2018, gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia hanno lanciato attacchi missilistici contro obiettivi del governo siriano in seguito alle accuse diffuse dai Caschi Bianchi, che accusavano le forze di Assad di aver utilizzato armi chimiche a Douma, vicino alla capitale siriana.   Il governo siriano ha negato con veemenza qualsiasi ruolo nell’incidente. Sia Damasco che Mosca, i cui militari hanno aiutato il governo di Assad a riprendere il controllo su gran parte del territorio precedentemente perso dai militanti, hanno indicato prove che l’attacco fosse stato organizzato.   L’allarme dei servizi russi su un complotto a base di armi chimiche, intrighi internazionali e Caschi Bianchi sembra ripredenre in maniere identica quanto accaduto nel 2018.   Il 13 marzo 2018 – quasi tre settimane prima del presunto attacco di Douma – il capo di stato maggiore delle forze armate russe, Valerij Gerasimov, aveva affermato che l’esercito russo aveva «informazioni affidabili» che suggerivano che i ribelli che detenevano la Ghouta orientale, insieme agli attivisti dei Caschi Bianchi, si stavano preparando a organizzare e filmare un attacco con armi chimiche contro i civili, che il governo degli Stati Uniti avrebbe attribuito alle forze siriane e utilizzato come pretesto per bombardare il quartiere governativo di Damasco.   Nel caso in cui la vita dei militari russi fosse stata minacciata dagli attacchi statunitensi, Gerasimov aveva affermato che la Russia avrebbe risposto militarmente, «sia contro i missili che contro le piattaforme da cui vengono lanciati».   L’8 aprile il ministero degli Esteri russo ha negato che fossero state utilizzate armi chimiche. Pochi giorni dopo, l’esercito russo ha affermato che i membri dell’organizzazione dei Caschi Bianchi hanno filmato un attacco organizzato. Poi, il 13 aprile, il ministero della Difesa russo ha affermato che era stata la Gran Bretagna a organizzare l’attacco per provocare attacchi aerei statunitensi.   Il 26 aprile, i funzionari russi avevano tenuto una conferenza stampa all’Aia dove furono presentaio diversi testimoni apparenti dell’incidente di Douma, arrivati ​​in aereo dalla Siria, dicendo che le vittime segnalate non avevano manifestato sintomi di un attacco chimico.

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L’inviato russo presso l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) affermò che i video dell’attacco erano poco più di «un video malamente messo in scena che mostra che la finzione per un attacco è completamente infondata».   Il 20 gennaio 2020 la Russia ha convocato una riunione «Arria» (non trattata come un affare formale del Consiglio, cioè) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) dove presentò il punto di vista secondo cui non vi erano prove che armi chimiche fossero state utilizzate a Douma.   Quando l’OPCW accusò il governo siriano dell’attacco nel 2018, lo scorso gennaio, il rappresentante permanente di Mosca presso l’organismo internazionale, Alexander Shulgin, liquidò il rapporto dell’Investigation and Identification Team come un attacco politico costellato di incongruenze e lacune fattuali.   È interessante rilevare che il presunto attacco di Douma generò la giustificazione per altre manovre militari e politiche a livello internazionale.   Nelle prime ore del 9 aprile 2018, venne condotto un attacco aereo contro la base aerea militare siriana di Tiyas. Secondo quanto riferito da Mosca, due jet F-15I israeliani attaccaronol’aeroporto dallo spazio aereo libanese, sparando otto missili, di cui cinque sono stati intercettati. Secondo l’ente britannico anti-Assad Syrian Observatory for Human Rights, almeno 14 persone sono state uccise e altre sono rimaste ferite.   Il 10 aprile 2018, gli stati membri hanno proposto risoluzioni concorrenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per gestire la risposta all’attacco chimico. Gli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito hanno posto il veto a una risoluzione ONU proposta dalla Russia.   La Russia aveva anche posto il veto alla risoluzione proposta dagli Stati Uniti per creare «un nuovo meccanismo investigativo per esaminare gli attacchi con armi chimiche in Siria e determinare chi è responsabile».   Il 14 aprile, Francia, Regno Unito e Stati Uniti hanno lanciato missili contro quattro obiettivi del governo siriano in risposta all’attacco, sostenendo la necessità di distruggere la capacità della Repubblica Siriana di utilizzare armi chimiche.   La responsabilità siriana dell’uso delle armi chimiche trovò grande scetticismo al di fuori dei Paesi occidentali.

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«Mentre l’esercito siriano ha la meglio nella guerra contro i terroristi armati, non è logico che usi armi chimiche. Tali affermazioni e accuse da parte degli americani e di alcuni Paesi occidentali segnalano un nuovo complotto contro il governo e la nazione della Siria e sono una scusa per un’azione militare contro di loro» disse il ministero degli Esteri iraniano.   L’agenzia di stampa statale siriana Syrian Arab News Agency riportò una fonte del Ministero degli Esteri e degli Espatriati che ha affermato che il presunto uso di armi chimiche da parte della Siria «è diventato uno stereotipo poco convincente, fatta eccezione per alcuni paesi che trafficano con il sangue dei civili e sostengono il terrorismo in Siria».   L’anno prima i Caschi Bianchi erano stati consacrati sull’Olimpo mediatico mondiale grazie al premio Oscar assegnato, tra scroscianti applausi delle stelle di Hollywood, al cortometraggio documentario The White Helmets.   Come riportato da Renovatio 21, Mosca ha accusato Kiev dell’uso di armi chimiche di fabbricazione statunitense, che sarebbero state utilizzate anche in Donbass, un uso sistematico che godrebbe del consenso silenzioso di Washington. Secondo la Russia armi chimiche occidentali sarebbero state usate negli scorsi mesi dall’Ucraina anche a Kursk, la regione russa invasa dalle forze di Kiev.   Negli ultimi giorni l’Intelligence russa aveva lanciato la previsione di un «false-flag «disumano» in preparazione da parte di Kiev.

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