Animali
Le orche di Gibilterra affondano una barca a vela. È ora di dire basta
Un gruppo di orche ha assalito e affondato uno yacht turistico con cinque persone a bordo al largo delle coste portoghesi, nei pressi della spiaggia di Fonte da Telha, a sud di Lisbona.
L’episodio, riportato dal giornale britannico The Independent, si è verificato sabato scorso. I cinque occupanti sono stati tratti in salvo da un’altra imbarcazione prima che lo yacht affondasse. Un video condiviso su Instagram da Mercedes-Benz Oceanic Lounge mostra un’orca che colpisce ripetutamente lo yacht, causandone l’inclinazione e l’affondamento, mentre un testimone esclama «Mio Dio».
Poche ore dopo, lo stesso branco, noto per le ripetute aggressioni di questi anni attacchi nei pressi di Gibilterra, ha attaccato un’altra barca nella baia di Cascais, con quattro persone a bordo, anch’esse soccorse senza riportare ferite. Dal 2020, centinaia di attacchi simili da parte di orche sono stati registrati vicino alla penisola iberica.
Due settimane fa, in Galizia, due imbarcazioni sono state assalite a breve distanza di tempo da una coppia di orche, appartenenti allo stesso branco guidato dalla famigerata orca femmina nota come «White Gladis». Le agenzie stampa scrivono in coro che «gli etologi» suggeriscono che questo comportamento possa essere di natura imitativa o una «reazione difensiva dovuta a un trauma».
‼️LISBON, PORTUGAL: ORCAS SANK A SAILBOAT!
Another sailboat was attacked and sank by orcas, on the portuguese coast, nearby Lisbon (Costa da Caparica).
This has been happening for a while now, as this is the third sank boat in one year. The first one was at Gibraltar, the second… pic.twitter.com/S7nOPM3gSX— Alex B. (@maisumcarneiro) September 13, 2025
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L’Autorità marittima nazionale del Portogallo ha dichiarato di aver ricevuto un avviso alle 12.30 «a causa di un’interazione con le orche (…) Gli equipaggi della stazione di salvataggio di Cascais e della Capitaneria del porto di Lisbona sono stati immediatamente attivati».
«Una volta giunti sul posto, si è constatato che l’equipaggio stava bene fisicamente, senza aver bisogno di assistenza medica, essendo stato trasportato con l’aiuto di una barca turistica nelle vicinanze».
Una nave di soccorso marittima spagnola è intervenuta dopo che le imbarcazioni sono state speronate dalle orche a pochi minuti di distanza l’una dall’altra nelle acque della Galizia. I soccorritori hanno rimorchiato in porto la nave danneggiata dalle orche prima di essere allertati di un altro attacco.
Da maggio 2020, i ricercatori hanno documentato centinaia di episodi – almeno uno al giorno! – di orche che attaccano proditoriamente vascelli umani nei pressi della penisola iberica, dando vita a diverse teorie e ricerche sull’aumento di questa tendenza comportamentale. Gli attacchi in genere prevodono il distacco del timone da parte delle orche, che poi procedono a danneggiare lo scafo.
L’ignominia dell’accademia e dei dei mezzi di stampa, che cianciano di una banda capitanata dall’orca matriarca chiamata «White Gladis», la quale sarebbe stata traumatizzata, non conosce né pudore né vergogna. La teoria dell’Orca cattiva perché offesa dagli uomini non solo non può avere alcun fondamento, ma viene ripetuta dalle agenzie come ennesima riprova della propaganda antiumana automatica, della Necrocultura di default promanta senza posa dalle centrali del mondo moderno.
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E quindi, eccoci ancora qui: danni per milioni di euro ed esseri umani messi in pericolo dalla torma delle killer whales iberiche.
Renovatio 21, che è l’unica testata che – con ostinazione, tra le proteste e pure gli insulti di tanti lettori (che non capiscono il senso metapolitico né comico di quanto andiamo scrivendo) – sta da anni veramente seguendo il fenomeno, dice ancora una volta: è il momento di dire basta.
La teppa orcina di Gibilterra troppo a lungo è stata tollerata. Alla ghenga di cetacei bianconeri va insegnata la legge dell’essere, che altri animali (compresi alcuni della loro stesse specie), comprendono benissimo: l’essere umano, fatto ad Imago Dei, è in cima alla piramide della vita, e non può essere toccato.
Una punizione severissima, se non la pena ultima, va comminata a questa mafia balenottera. Del resto, riflettetici: cosa si fa ad un cane «problematico»… ? Perché i cetacei – nonostante ripetute prove della loro pericolosità e delle loro sadiche perversioni cannibaliche, drogastiche, vestimentarie, scatologiche e sessuali – godono di questo status di razza protetta? In India c’è la vacca sacra, perché nell’Occidente terminale deve esserci il delfino sacro?
Uno Stato serio provvederebbe subito a risolvere il problema. Un’appalto una bella baleniera giapponese, un gruppetto di islandesi o abitanti delle isole Fær Øer, «un paio di pinze ed una buona saldatrice», direbbe il Marcellus Wallace di Pulp Fiction. «Cura medievale» per le balene assassine, e sgherri con le nocche tatuate ACAB, nel senso del capitano di Moby Dick (pazienza se manca un’acca).
Se l’Unione Europea avesse un senso, prenderebbe subito provvedimenti, visto che ad essere in pericolo sono i suoi cittadini. Diciamo di più: se uno Stato non protegge i suoi membri (che ne rispettano le leggi e lo finanziano pure con tante, troppe tasse) a cosa serve davvero? Ecco: benvenuti nel paradosso dello Stato moderno, denunziato ogni giorno da Renovatio 21, una macchina programmata per umiliare ed uccidere gli esseri umani invece che per proteggerli.
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Perché uno Stato degno davvero di chiamarsi così, avrebbe già mandato un sommergibile (che attualmente non fanno nulla, se non muoversi negli abissi nella battaglia navale virtuale con i russi, con i quali nemmeno siamo in guerra, ufficialmente). Due siluri e il problema è bello che risolto. Provino, le orche assassine e stronze, ad affondare un sottomarino militare. Provino
Come indicato da Renovatio 21, un’idea di quello che si può fare dopo che la punizione della combriccola di mammiferi acquatici ce lo indica un ristorante di Yokohama. Sì, un bel pranzetto celebrativo a base di orca non è una prospettiva impossibile.
Anzi un banchetto in cui le orche non sono invitate sulle sedie, ma sui piatti, è auspicabile come deterrente non di poco conto: visto l’esibizionismo mostrato in un recente episodio al largo di Mossel Bay, in Sudafrica, dove un’orca ha aggredito uno squalo bianco per mangiarne il fegato dinanzi ai ricercatori, si potrebbe pensare una bella barchetta con tavolata, come di quelle che si vedono a Venezia la sera della Festa del Redentore, a consumare davanti alle stesse orche lasciate vivere le carni dei loro compagni di scorribande. Dicono che sono così intelligenti: ecco, allora potrebbero capire, e passare parola. Con gli esseri umani non si scherza. Chi tocca il figlio di Dio, viene punito.
Facciamo capire alla schifosa masnada pinnata chi comanda. È più che un imperativo metafisico e biologico, è una questione politica. Politica comunitaria vera e propria: della Comunità Europea, e della comunità umana.
È ora di dire basta. No alla prepotenza cetacea. Sì all’eccezionalismo umano.
Botte alle orche, per la legge naturale.
Roberto Dal Bosco
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Londra vieterà la bollitura di aragoste e granchi vivi
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Animali
Lo strumento per capire quando i lupi attaccano l’uomo: ecco la scala di Geist
Valerius Geist (1938-2021) fu un etologo canadese, professore all’Università di Calgary, famoso per i suoi studi sul comportamento dei grandi mammiferi nordamericani, e in particolare i lupi.
Il suo lavoro è di grande attualità in questo momento ed in particolare per la cosiddetta «Scala di Geist». La scala è metodo, una sorta di vero e proprio metro, per determinare quando e come i lupi, in assenza di ostacoli e di dissuasioni, arrivino progressivamente a perdere il timore dell’uomo e ad attaccarlo e predarlo attivamente.
Tale progressione si articola in sette tappe e sebbene prenda in considerazione il contesto canadese
1) All’interno del territorio dei branchi di lupi le prede scarseggiano non solo a causa di aumento della predazione, ma anche dall’emigrazione in massa delle prede spaventate, portando a una virtuale assenza di prede. I lupi frequentano sempre di più le discariche di rifiuti di notte.
2) I lupi in cerca di cibo cominciarono ad avvicinarsi alle abitazioni umane di notte. La loro presenza è spesso annunciata da frequenti e forti latrati di cani da cortile. A volte cani da pastore affrontano i lupi, con conseguenti lunghi duelli notturni. I lupi vengono sentiti ululare anche durante il giorno.
3) I lupi appaiono alla luce del giorno e ad una certa distanza osservano le persone che fanno le loro faccende quotidiane. Si avvicinano agli edifici durante il giorno.
4) Il bestiame di piccola taglia e gli animali domestici vengono attaccati anche vicino agli edifici durante il giorno. I lupi agiscono decisamente con più audacia nelle loro azioni. Le persone con i cani si ritrovano a difendere i loro cani da un lupo o diversi lupi. Tali attacchi sono ancora attacchi titubanti e le persone riescono a salvare alcuni cani. In questa fase i lupi non si concentrano sugli umani, ma attaccano animali domestici e alcuni capi di bestiame con determinazione. Tuttavia, possono minacciar e gli esseri umani con i denti scoperti e ringhiando quando questi difendono i loro cani da difesa o vicino a una cagnolina in calore, o vicino a una carcassa di un animale ucciso sulla strada. I lupi stanno ancora delimitando il loro nuovo territorio.
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5) I lupi attaccano il bestiame di grandi dimensioni, con conseguenze di code tagliate, orecchie e garretti morsicati. Vengono ritrovati i primi bovini gravemente feriti; tendono ad avere severe lesioni alle mammelle, all’inguine e agli organi sessuali e devono essere soppressi. Le azioni dei lupi diventano più sfacciate e bovini o cavalli possono essere uccisi vicino a case e fienili dove il bestiame o i cavalli stavano cercando di trovare rifugio. I lupi possono seguire gli equini e circondarli. Sono in grado di salire sulle verande e guardare dentro le finestre.
6) I lupi rivolgono la loro attenzione alle persone e incominciano ad avvicinarsi, inizialmente semplicemente esaminandole da vicino per diversi minuti di fila. Questo è un passaggio dallo stabilire il territorio al prendere di mira le persone come prede. I lupi possono compiere attacchi esitanti, quasi giocosi, mordendo e strappando i vestiti, pizzicando gli arti e il busto. Si ritirano quando vengono affrontati. Difendono le loro prede muovendosi verso le persone e ringhiando e abbaiando contro di loro da 10-20 passi di distanza.
7) I lupi attaccano le persone. Questi attacchi iniziali sono goffi, perché i lupi non hanno ancora imparato ad abbattere efficacemente la nuova preda. Le persone attaccate possono spesso scappare a causa della goffaggine degli attacchi. Un uomo preparato fisicamente e coraggioso può respingere o strangolare un lupo che attacca. Tuttavia, contro un branco di lupi non c’è difesa e anche due uomini capaci e armati possono essere uccisi. I lupi, come cacciatori in branco, sono dei predatori esperti che possono uccidere cinghiali ed orsi. I lupi ora attaccano e predano attivamente l’uomo.
La scala di Geist è un modello e pertanto va interpretata sulla base della situazione esistente nei diversi Paesi ma costituisce un ausilio efficace per determinare a che punto ci troviamo.
In Italia, la situazione è affatto peculiare in quanto i lupi, protettissimi e coccolati da associazioni ambientaliste e da leggi ad hoc, come se fossero animali indifesi e in via d’estinzione, hanno proliferato fino a divenire presenza invasiva e infestante in ogni parte della penisola.
Le succitate leggi e una propaganda che dipinge il lupo come animale schivo e timoroso dell’uomo hanno contribuito ad abbassare il livello di allerta di amministrazioni locali e gente comune e ora ci troviamo di fronte ad un escalation di attacchi agli animali e alle persone che ci conducono ad affermare che ci troviamo all’inizio della fase 7 della scala di Geist.
I lupi hanno iniziato ad attaccare l’uomo in Italia. Ancora non ci è «scappato il morto» ma è solo questione di tempo. È altresì noto che l’inazione, l’arrendevolezza portano queste belve ad abbandonare ogni sorta di remora e di timore nei confronti degli uomini.
Il «lupo cattivo», sì, solo una storia per bambini, ci hanno fatto credere fin dall’infanzia..e invece no, i lupi hanno predato l’uomo fino almeno alla fine del XIX secolo come testimonianze e resoconti storici tramandano. Poi misure drastiche adottate da comunità e istituzioni, hanno messo fine al problema, ecco perché il lupo per almeno un centinaio di anni ha temuto l’uomo e lo ha evitato attivamente, contribuendo così a creare la leggenda del lupo timido e pauroso.
Ora la situazione è cambiata. Le belve sono più attive e potenzialmente pericolose di quando scorrazzavano per un’Europa ricoperta di boschi. Ora hanno la pellaccia lisciata da leggi compiacenti e draconiane con chi non le rispetta oltre che dai lai beoti di ambientalisti tanto incoscienti quanto in malafede.
Anarco-tirannia lupina – oltre che migratoria – in piena regola e noi, i nostri cari e specialmente i nostri bambini siamo le vittime designate.
Siamo disposti ad accettarlo?
Victor García
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Lupi investiti da auto in tutta Italia. Quanti esemplari circolano davvero nella penisola?
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