Politica
Incredibile successo elettorale per il Partito dei Contadini olandesi: governo Rutte in difficoltà
Gli elettori hanno inferto un duro colpo all’establishment olandese nelle elezioni regionali di mercoledì, spingendo il BoerBurgerBeweging (BBB), cioè Movimento Contadino-Cittadino nato nella protesta contro i diktat «ecologici» del governo Rutte.
Il BBB è ora il più grande partito del Senato neerlandese, ed è alla sua prima elezione. Secondo gli exit poll, il BBB vincerà 15 seggi nella camera alta olandese.
Gli elettori hanno inviato un chiaro messaggio al governo di Mark Rutte e alle sue leggi di «politica dell’azoto» che farebbero chiudere quantità immani di fattorie, facendo crollare la produzione e consumo di carne di quello che è il secondo più grande esportatore agricolo del mondo.
«Gli olandesi hanno chiaramente dimostrato di essere stufi della politica», ha detto mercoledì al quotidiano olandese De Telegraaf la leader del BBB Caroline van der Plas. «Faccio festa».
Netherlands: The farmers' protest party has stunned Dutch politics after winning seats in provincial elections, making it the biggest party in the upper house of parliament‼️‼️
A huge defeat for Mark Rutte and his World Economic Forum pupp€t m@sters‼️☝️😏🙏👇👇 pic.twitter.com/dvNqYj5W9z
— Suzan Dahl (@mariusknulst) March 17, 2023
«La svolta è iniziata. Gli elettori hanno parlato e hanno denunciato il sostegno a questo governo», ha aggiunto la Van der Plas in un tweet.
Il premier olandese Mark Rutte ha ammesso la batosta. «Ha fatto molto bene» ha detto il primo ministro parlando della realtà emergente. La formazione di Rutte, Partito Popolare per la libertà e la democrazia (VVD) vede i suoi seggi previsti scendere dagli attuali 12 a 10.
Anche gli altri partiti della coalizione di governo hanno avuto risultati scarsi. Il partito liberale, Democratici 66 (D66), dovrebbe perdere un seggio, così come l’Unione Cristiana (CU), mentre l’Appello Democratico Cristiano (CDA) dovrebbe perdere quattro seggi dagli attuali nove.
Il maggiore tracollo è stato per il partito Forum voor Democratie (FvD) di Thierry Baudet, il politico che nel 2021 aveva parlato di restrizioni pandemiche e Olocausto in messaggi sui social media che il tribunale gli fece levare. Il FvD ha visto la sua base elettorale principale precipitare: le previsioni sono che perderà 10 dei suoi 12 seggi. Secondo Rmx news, il crollo della formazione di Baudet suggerisce che l’aumento del sostegno a BBB è in gran parte dovuto al profondo sentimento antigovernativo e di destra.
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NETHERLANDS – The Farmers’ Protest party has WON in provincial elections‼️‼️https://t.co/INaELmeosv
This is what the people deciding looks like🔥
Dutch farmers are supported by many farmers in EU-🙏👇 pic.twitter.com/loYfEzQu8m— Sophia Dahl (@sophiadahl1) March 17, 2023
Il Senato esercita una notevole influenza nei Paesi Bassi, a differenza di molte altre nazioni europee. Sebbene non possa avviare la legislazione, ha il potere di bloccare la politica del governo e le elezioni di giovedì suggeriscono un periodo di stallo politico prolungato per il Paese.
Con una quota totale di appena 24 seggi, la coalizione dell’attuale governo Rutte è ben al di sotto della maggioranza. Ora dovrà fare affidamento sulla collaborazione con i partiti di opposizione su proposte legislative specifiche per far passare la politica del governo.
Un altro segno rilevante è che l’affluenza del 61% è di ben 5 punti percentuali sopra quella del 2019.
Secondo un recente sondaggio solo l’1% dei cittadini olandesi crede che il Paese stia chiaramente andando nella giusta direzione. L’86% si dichiarava apertamente pessimista sulla traiettoria del Paese.
L’aumento del BBB negli ultimi due anni è stato una risposta ai piani del governo di placare gli obiettivi di emissioni di azoto dell’UE imponendo riforme agricole radicali. L’anno scorso ha introdotto piani per ridurre di un terzo il numero di capi di bestiame, mentre agli agricoltori è stato anche detto che la loro terra potrebbe essere soggetta a acquisizioni obbligatorie.
BBB (BoerBurgerBeweging – Ruch Rolniczo-Obywatelski), ugrupowanie protestu rolników, sprzeciwiające się rujnującej klimatycznej polityce rządu Marka Ruttego, wygrała w wyborach lokalnych!!🇳🇱 🙂 pic.twitter.com/pYby3DlGt4
— Rob Ptaszewski🇵🇱 (@Rob_Ptaszewski) March 17, 2023
Come riportato da Renovatio 21, le manifestazioni di questi mesi sono state molto intense, con la polizia che è arrivata a sparare sui trattori, urtarli con le ruspe, mentre sono state filmate camionette delle forze dell’ordine portar via con la forza i manifestanti tramite agenti in borghese. La repressione della polizia olandese del movimento dei contadini segue quella contro chi protestava per le restrizioni pandemiche: abbiamo visto anche lì le forze dell’ordine sparare, picchiare e far sbranare i dimostranti con cani poliziotto.
In una recente manifestazione all’Aia in vista delle elezioni, oltre 10.000 agricoltori olandesi sono venuti per ascoltare gli attivisti che si esprimevano contro i piani del governo. «Stiamo combattendo contro un governo corrotto e ingiusto», ha detto ai partecipanti Eva Vlaardingerbroek, un’ attivista e commentatrice molto nota anche negli USA, da cui peraltro l’anno scorso arrivata la solidarietà degli allevatori americani. La Vlaadingerbroek ha parlato di un governo che «caccia i nostri contadini dalla loro terra» e che si è «rivoltato contro la sua stessa popolazione».
La volontà di sostituzione della carne bovina comandata dallo Stato è visibile anche in programmi scolastici in cui ai bambini delle elementari vengono serviti da mangiare insetti.
Come riportato da Renovatio 21, il Paese si trova altresì davanti ad una possibile crisi energetica, con l’operatore di rete TenneT che ha dichiarato che l’Olanda potrebbe non avere elettricità nel 2030.
Su un altro versante problematico, i Paesi Bassi sono stati definiti dal capo del sindacato di polizia un «narco-Stato 2.0», dominato in particolare dalla cosiddetta «Mocro Mafia», una spietata organizzazione criminale costituita da marocchini.
Immagine screenshot da YouTube
Politica
Tokyo, governo sconfitto alle suppletive, sempre più basso il consenso per Kishida
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Si è votato in tre circoscrizioni che hanno visto l’affermazione del partito costituzionale democratico. Il partito del premier non è riuscito a tenere nemmeno il seggio nella prefettura di Shimane, considerata una roccaforte conservatrice. A pesare gli scandali sulla raccolta irregolare di fondi ma anche il deprezzamento dello yen.
Il partito liberaldemocratico del Giappone (PLD), da cui proviene anche il premier Fumio Kishida, ha perso tre seggi nelle elezioni suppletive per la Camera dei rappresentanti che si sono tenute ieri. Si tratta di una sconfitta che certifica lo scarso sostegno dell’opinione pubblica al partito al governo in seguito a una serie di scandali che hanno coinvolto diversi ex ministri e parlamentari.
Tutti i seggi in palio (che prima di diventare vacanti appartenevano alla formazione liberaldemocratica) sono stati vinti dal partito costituzionale democratico (PCD), guidato da Kenta Izumi: il PLD non aveva schierato candidati nelle circoscrizioni di Tokyo e Nagasaki, ma si era concentrato a difendere il seggio delle prefettura occidentale di Shimane, nota per essere una roccaforte conservatrice. Invece proprio qui ha prevalso la candidata Akiko Kamei, nonostante nell’ultimo mese il premier Kishida avesse visitato due volte la prefettura in sostegno del liberaldemocratico Norimasa Nishikori.
Kamei ha detto che la vittoria nel «regno conservatore» di Shimane, invia un «importante messaggio» a Kishida, criticato per non aver impedito il deprezzamento dello yen e non aver ottenuto un aumento dei salari superiore alla crescita dei prezzi.
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Un sondaggio di Kyodo News mostra inoltre che il 77% degli intervistati ha votato «in considerazione» dello scandalo sui fondi raccolti in maniera irregolare all’interno del PLD, che negli ultimi mesi ha costretto alle dimissioni diversi ministri e parlamentari.
A novembre dello scorso anno è stata resa pubblica un’indagine della procura giapponese secondo cui alcuni membri del PLD appartenenti alla «corrente Abe» non avrebbero dichiarato – tenendoli per sè – almeno 500 milioni di yen (circa 3,2 milioni di euro) ottenuti grazie alle raccolte fondi del partito.
Nel frattempo il tasso di approvazione nei confronti di Kishida è sceso al di sotto della soglia del 30%, considerata, da parte degli analisti, «di pericolo» per il governo.
La pesante sconfitta del PLD a Shimane probabilmente minerà una nuova candidatura del premier nella corsa per le prossime elezioni presidenziali. Il segretario generale del partito, Toshimitsu Motegi, il numero due dopo Kishida, dopo l’annuncio dei risultati si è rivolto ai giornalisti: «accetteremo umilmente i risultati», ha detto, aggiungendo che il PLD «ha bisogno di lavorare all’unisono per affrontare la sfida».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Bioetica
Biden fa il segno della croce durante una manifestazione a sostegno dell’aborto
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La reazione della rete è stata immediata, con commenti che davano del «vile» al vegliardo del Delaware. «Biden, l’autodefinito “cattolico devoto”, fa il segno della croce a sostegno del desiderio di questa donna di uccidere i bambini fino ai 3 mesi di gravidanza» scrive Buck Sexton. «Totalmente malvagio e sacrilego» ha twittato LifeNews. «Davvero da vomitare. Disgustoso. Insulto. Blasfemo» hanno scritto ancora su Twitter. Ancora: «Joe Biden si fa il segno della croce mentre promuove l’aborto! Questo è il male!». Il fatto è avvenuto a pochi giorni dalla sostituzione della Pasqua della Casa Bianca con la giornata mondiale di visibilità trans. La Fried, già Commissario per l’Agricoltura della Florida, grande sostenitrice dell’aborto, è anche esplicita riguardo alla sua pratica del giudaismo. Mentre era al liceo, partecipava al B’nai B’rith, la famigerata organizzazione ebraica. La donna ha preso anche attivamente in considerazione l’idea di fare aliya – cioè di andare a vivere in Israele –e di unirsi alle forze di difesa israeliane. Dopo la sua elezione a commissario per l’agricoltura, Fried ha prestato giuramento utilizzando la prima Bibbia ebraica pubblicata negli Stati Uniti.Joe Biden made the sign of the cross as the chair of the Florida Democratic Party spoke in favour of abortion yesterday. Apparently he was so horrified at the notion of Ron DeSantis limiting abortions to six weeks that he had to bless himself. Report: https://t.co/m4sOjcWTtI pic.twitter.com/HZ8pC81GCx
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) April 24, 2024
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Politica
Elezioni USA 2020, un elettore per corrispondenza su cinque ha ammesso la presenza di frode elettorale: sondaggio
Un quinto degli elettori che hanno votato per corrispondenza durante le elezioni presidenziali del 2020 ha ammesso di aver commesso almeno un tipo di frode elettorale, secondo i risultati di un recente sondaggio condotto da Rasmussen Reports e The Heartland Institute.
Tucker Carlson ha fatto uscire nelle ultime ore una sconvolgente intervista con Just in Haskins, direttore del Centro di ricerca sul socialismo presso l’Heartland Institute, in cui quest’ultimo ha spiegato come un sondaggio condotto insieme a Rasmussen Reports ha rivelato una diffusa attività elettorale illegale tra gli elettori per corrispondenza durante le elezioni del 2020.
Il sondaggio è stato pubblicato per la prima volta nel dicembre 2023.
About one in five mail-in ballots in the last election was fraudulent, handing Biden the presidency. We know this because the people who committed the fraud have admitted it in a new poll. pic.twitter.com/fxHL9hT4sw
— Tucker Carlson (@TuckerCarlson) April 26, 2024
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Agli intervistati che hanno indicato di aver votato per posta alle elezioni del 2020 sono state poste una serie di domande che indagavano su attività illegali e fraudolente, sebbene le domande non etichettassero esplicitamente queste attività come «frode».
«Ad esempio, abbiamo chiesto alle persone: “Hai votato in uno Stato in cui non risiedi più legalmente? Se non risiedi permanentemente in uno stato, non puoi votare lì. Il 17% delle persone, quasi una su cinque, ha detto di sì», ha detto Haskins a Carlson.
Ha inoltre condiviso che il 21% degli elettori per corrispondenza ha ammesso di aver compilato una scheda elettorale per conto di qualcun altro, un’altra attività illegale, e il 17% ha ammesso di aver falsificato una firma per conto di qualcun altro, «con o senza il suo permesso».
«Quindi, tutto sommato, almeno una scheda elettorale su cinque ha coinvolto qualche tipo di attività fraudolenta», ha detto Haskins.
Di tutti gli elettori intervistati – sia quelli che hanno votato per posta che quelli che hanno votato di persona – il 10% ha affermato che «un amico, un familiare, un collega o un altro conoscente» ha ammesso di aver votato per posta in uno stato diverso da quello in cui sono registrati come stato di residenza permanente.
«I risultati di questo sondaggio sono a dir poco sorprendenti», ha osservato Haskins dopo i risultati del sondaggio. «Negli ultimi tre anni, agli americani è stato ripetutamente detto che le elezioni del 2020 sarebbero state le più sicure della storia. Ma se i risultati di questo sondaggio riflettono la realtà, è vero esattamente il contrario. Questa conclusione non si basa su teorie del complotto o su prove sospette, ma piuttosto sulle risposte fornite direttamente dagli elettori stessi».
«Una repubblica democratica non può sopravvivere se le leggi elettorali consentono agli elettori di commettere facilmente frodi, e questo è esattamente ciò che è accaduto durante le elezioni del 2020», ha continuato. «Sebbene siano stati compiuti alcuni progressi in più di una dozzina di stati dalla conclusione delle elezioni del 2020, è necessario molto più lavoro nella maggior parte delle regioni degli Stati Uniti. Se le leggi elettorali americane non miglioreranno presto, elettori e politici continueranno a mettere in dubbio la veridicità e l’equità di tutte le future elezioni».
Il Carlson ha sottolineato che le affermazioni secondo cui i risultati delle elezioni presidenziali del 2020 sarebbero basati su voti fraudolenti sono ora considerate un «reato penale» negli Stati Uniti, almeno nella misura in cui «quel crimine sembra costituire la base di una delle accuse pendenti di Trump». L’accusa in questione afferma che Trump ha utilizzato «false accuse di frode elettorale per ostacolare la funzione del governo federale mediante la quale tali risultati vengono raccolti, conteggiati e certificati».
Sono emerse numerose prove di frodi nelle elezioni generali del 2020, ma ciò è stato ampiamente ignorato dai media mainstream.
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Ad esempio, nel 2022, un articolo sottoposto a revisione paritaria dell’esperto economista ed ex ricercatore senior del Dipartimento di Giustizia (DOJ), John Lott, ha compilato prove statistiche di frode elettorale nelle elezioni del 2020, in particolare, di circa «255.000 voti in eccesso, forse fino a 368.000, per Joe Biden in sei Stati indecisi dove Donald Trump ha presentato accuse di frode».
La notte delle elezioni sono stati segnalati gruppi di voti che sono stati conteggiati in modo sospetto e schiacciante per Biden, invertendo un precedente vantaggio di Trump in stati come Pennsylvania e Wisconsin. E prima delle elezioni, Project Veritas aveva pubblicato un video che mostra gli elettori corrotti e persuasi a votare per i democratici, anche modificando i loro voti nella scheda elettorale.
Come riportato da Renovatio 21, truccare qualsiasi elezione, negli USA, non è un lavoro difficile, come ha attestato la testimonianza di un frodatore elettorale al New York Post. L’operativo della politica, in forza ai Democratici, aveva detto che la frode è più la regola che l’eccezione. «Questa è una cosa reale. E ci sarà una cazzo di guerra in arrivo il 3 novembre su questa roba» aveva dichiarato in riferimento alle elezioni in arrivo nel 2020.
Gli Stati Uniti – Paese occidentale che guida la trasformazione della società verso un incubo di sorveglianza tecnocratica – sono altresì teatro della demenziale – ma provvidenziale, per i frodatori elettorali – mancanza di obbligo di esibire qualsiasi documento quando si va a votare.
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