Nucleare
Il sito web della NATO invita alla preparazione di una guerra nucleare
La NATO ha pubblicato un articolo di un funzionario della difesa americano in pensione, che invita il blocco a combattere e vincere una guerra nucleare limitata contro la Russia. Se gli Stati Uniti e la Cina dovessero scontrarsi su Taiwan, l’autore sostiene che probabilmente ne seguirebbe una guerra su vasta scala in Europa.
L’articolo è stato scritto da Gregory Weaver, che è stato il principale consigliere per la difesa nucleare e missilistica dei capi di Stato maggiore congiunti.
In esso, Weaver sosteneva che, contrariamente alla dottrina nucleare di lunga data di Mosca, la Russia può utilizzare armi nucleari tattiche sia per evitare una sconfitta sul campo di battaglia sia per ottenere una rapida vittoria in un conflitto convenzionale, come quello in Ucraina.
In un simile scenario, la leadership militare russa darebbe per scontato che l’Occidente non risponderebbe allo stesso modo, per paura che la situazione «si trasformi in modo incontrollabile in uno scambio su larga scala tra Stati Uniti e Russia».
Invece di temere la guerra nucleare, Weaver sostiene che l’Occidente dovrebbe abbracciarla. La NATO dovrebbe dotare i suoi aerei da combattimento e sottomarini di armi nucleari tattiche per scoraggiare un attacco tattico russo e «convincere la leadership russa che la NATO è pienamente preparata a contrastare il limitato primo utilizzo del nucleare con le nostre risposte nucleari militarmente efficaci».
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La dottrina nucleare russa consente l’uso delle armi atomiche in caso di primo attacco nucleare sul suo territorio o sulle sue infrastrutture, o se l’esistenza dello Stato russo è minacciata da armi nucleari o convenzionali. Questa posizione non è cambiata dal 2010, e non fa eccezione per l’uso delle armi nucleari tattiche, che sono molto meno potenti delle armi nucleari strategiche che NATO e Russia si lancerebbero a vicenda in caso di uno scontro totale.
Nonostante queste chiare linee guida sull’uso nucleare, Weaver ha affermato che la Russia potrebbe lanciare un attacco contro gli stati NATO in Europa se gli Stati Uniti dovessero combattere la Cina per Taiwan, uno scenario che considera possibile senza ulteriori spiegazioni.
Per contrastare ciò, egli raccomanda che la NATO trasferisca «capacità di attacco di precisione più profonde» in Europa, formi «diverse divisioni corazzate moderne» negli stati baltici e nell’Europa orientale, e spinga i membri europei a «fornire capacità più convenzionali», mentre gli Stati Uniti inviano loro armi nucleari tattiche.
Parlando all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York il mese scorso, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha avvertito che i leader occidentali sono diventati così ossessionati dall’infliggere una «sconfitta strategica» alla Russia da aver perso il «senso di autoconservazione», scrive RT.
Come riportato da Renovatio 21, lo stesso Lavrov ha ricordato in precedenza che gli F-16 richiesti dall’Ucraina ai Paesi NATO sono in grado di trasportare testate nucleari.
Come noto, il programma NATO consente il dispiegamento di bombe nucleari statunitensi sul territorio di altre nazioni NATO non nucleari. L’utilizzo di una simile strategia di condivisione transnazionale delle testate programmata ora dalla Russia con la Bielorussia, tuttavia, suscita le ire del Patto Atlantico, e le richieste allucinanti di Paesi come la Polonia, che sull’argomento in realtà insiste da tempo.
In un articolo del 23 giugno pubblicato dal Bulletin of the Atomic Scientists, Alexander Vershbow, diplomatico americano ed ex vicesegretario generale della NATO, ha anche sollecitato l’espansione del dispiegamento di armi nucleari tattiche in Europa oltre i limitati passaggi richiesti dalla postura nucleare dell’amministrazione Biden.
Come riportato da Renovatio 21, il tabù nucleare sta dissolvendosi, con analisti russi che parlano di possibili lanci nucleari sull’Europa occidentale.
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Geopolitica
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Nucleare
Putin: il missile ipersonico Oreshnik riduce la necessità di armi nucleari
L’introduzione del sistema missilistico Oreshnik in Russia riduce al minimo la necessità di ricorrere alle armi nucleari, ha affermato il presidente russo Vladimir Putin.
Putin ha rilasciato queste dichiarazioni martedì durante una riunione del Consiglio per lo sviluppo della società civile e dei diritti umani.
La Russia non sta inasprendo, ma sta migliorando la sua dottrina nucleare, ha detto Putin in merito al recente aggiornamento della postura nucleare del paese. Ha spiegato che la Russia ha bisogno di migliorare il suo nuovo sistema missilistico più di quanto non faccia la sua dottrina nucleare.
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«Ciò di cui abbiamo bisogno ora non è migliorare la dottrina nucleare, ma l’Oreshnik, perché, se ci pensi, un numero sufficiente di questi sistemi moderni… ci mette semplicemente sull’orlo di non aver praticamente più bisogno di usare armi nucleari», ha affermato il presidente.
Il leader russo ha avvertito che l’uso di missili a lungo raggio forniti dall’Occidente cambierebbe drasticamente «la natura» del conflitto in Ucraina e ha insistito sul fatto che sistemi d’arma così sofisticati non potrebbero essere utilizzati senza il coinvolgimento diretto del personale della NATO.
A novembre, la Russia ha ufficialmente rivisto la sua dottrina nucleare, abbassando la soglia per l’uso di armi nucleari. Secondo il documento, Mosca si riserva il diritto di schierare il suo arsenale nucleare contro un attacco nucleare o convenzionale che rappresenti Juna minaccia critica alla sua sovranità e/o integrità territoriale».
La dottrina nucleare aggiornata afferma che un attacco contro un Paese da parte di una nazione straniera che non possiede armi di distruzione di massa, ma è sostenuta da una potenza nucleare, dovrebbe essere considerato un attacco congiunto da entrambe le parti.
La scorsa settimana, dopo aver firmato un trattato di sicurezza con il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko, il presidente russo ha affermato che i sistemi Oreshnik potrebbero essere installati in Bielorussia già nella seconda metà del prossimo anno, a seconda di quanto tempo ci vorrà prima che entrino in servizio regolare con le forze strategiche russe.
Il vice capo di Stato maggiore bielorusso Sergej Lagodjuk ha dichiarato in seguito che la decisione di schierare gli Oreshnik in Bielorussia era una risposta diretta ai piani degli Stati Uniti di posizionare missili a medio raggio in Germania.
Il missile Oreshnik (in russo «nocciola»), è stato testato in combattimento il mese scorso contro il complesso militare-industriale ucraino Yuzhmash a Dnepropetrovsk. Sia Putin che il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov – che lo ha appena ripetuto in una lunga, densa intervista con Tucker Carlson – hanno affermato che il test era un messaggio all’Occidente per fermare l’escalation del conflitto in Ucraina.
Il presidente aveva ricordato che l’Oreshnik «non ha analoghi al mondo» e che se l’arma viene utilizzata in un attacco di gruppo, la sua potenza è simile a quella di un’arma nucleare, ma senza le conseguenze delle radiazioni.
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Putin aveva quindi osservato che il nuovo sistema ipersonico non è un’arma di distruzione di massa. A differenza delle armi nucleari, aveva spiegato Putin, l’Oreshnik è un’arma di precisione e non colpisce aree, ma ottiene risultati attraverso l’accuratezza nel colpire il bersaglio.
Come riportato da Renovatio 21, pochi gironi fa il presidente russo aveva paragonato il nuovo missile ipersonico ad un meteorite, dicendo che potrebbe essere usato per colpire Kiev.
Le immagini degli attacchi di missili ipersonici Oreshnik a Dnepropetrovsk (Dnipro per gli ucraini) ha allarmato il Pentagono, stando alle dichiarazioni della portavoce Sabrina Singh. L’ex presidente Medvedev, commentando i video, ha chiesto: «è quello che volevate?»
Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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Nucleare
Deputato ucraino dice che Kiev deve diventare una potenza nucleare
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