Spirito
Il papa richiede ai giornalisti nel suo viaggio in Iraq di fare il vaccino
Il Vaticano ha ordinato a tutti i giornalisti che accompagnano Bergoglio nel suo prossimo viaggio in Iraq di essere vaccinati contro il COVID-19 per poter unirsi al Papa, nonostante le preoccupazioni morali e di salute in sospeso riguardo alle iniezioni.
La visita, che si svolgerà dal 5 all’8 marzo, sarà il primo Viaggio Apostolico internazionale intrapreso da Francesco dalla sua visita in Thailandia e Giappone nel novembre 2019.
In una missiva inviata dalla Sala Stampa della Santa Sede ai giornalisti che volevano unirsi al Papa nel suo viaggio in Iraq, la vaccinazione obbligatoria era prevista come prerequisito per il viaggio
In una missiva inviata dalla Sala Stampa della Santa Sede ai giornalisti che volevano unirsi al Papa nel suo viaggio in Iraq, la vaccinazione obbligatoria era prevista come prerequisito per il viaggio.
La sezione 3 del documento conteneva le «Prescrizioni e consigli sulla salut», ripetendo la clausola che i giornalisti devono indossare «dispositivi di protezione individuale (maschera chirurgica o di tipo FFP2 / FFP3) in ogni occasione in cui può esserci contatto con almeno un’altra persona e una distanza di sicurezza di almeno un metro non è garantita».
Più avanti nel documento, il Vaticano ha decretato che, affinché i giornalisti si presentino al viaggio, «è necessario essersi sottoposti alla vaccinazione contro il COVID-19 entro il tempo opportuno».
Il Vaticano ha decretato che, affinché i giornalisti si presentino al viaggio, «è necessario essersi sottoposti alla vaccinazione contro il COVID-19 entro il tempo opportuno»
Se un giornalista non è in grado di ricevere il vaccino nel suo paese d’origine, gli viene ordinato di contattare il Vaticano e richiedere una vaccinazione. Entrambe le dosi dei vaccini sarebbero quindi somministrate prima dell’inizio del viaggio. I certificati di vaccino sono richiesti come prova dell’iniezione.
Inoltre, l’obbligo vaccinale sembra estendersi non solo ai giornalisti che accompagnano il Papa nel suo volo, ma a tutti coloro che «partecipano al Viaggio Apostolico», indipendentemente da quanto strettamente si uniscano a lui.
A tutti i giornalisti è stato detto di rispettare gli obblighi nazionali pertinenti per i test COVID relativi ai viaggi aerei, indipendentemente dal fatto che abbiano ricevuto entrambe le dosi del vaccino.
Se un giornalista non è in grado di ricevere il vaccino nel suo paese d’origine, gli viene ordinato di contattare il Vaticano e richiedere una vaccinazione
«Attualmente, nonostante la vaccinazione, le norme sanitarie rendono obbligatorio sottoporsi a un test PCR prima di ogni partenza internazionale». Se un membro della stampa risultasse positivo per COVID-19 in qualsiasi fase, non sarebbe in grado di partecipare a nessuna parte futura del viaggio rimanente.
Se un membro della stampa risultasse positivo in Iraq, sarebbe soggetto al periodo di «sorveglianza sanitaria» in Iraq, coprendosi le proprie spese per la quarantena e le precauzioni sanitarie prese.
Se un membro della stampa risultasse positivo in Iraq, sarebbe soggetto al periodo di «sorveglianza sanitaria» in Iraq, coprendosi le proprie spese per la quarantena e le precauzioni sanitarie prese.
Il decreto, emesso il 20 gennaio, è rivoluzionario nel suo genere e segnala la grande fede e l’importanza che Papa Francesco sembra riporre nei vaccini prodotti con l’uso di linee cellulari da feto abortito. Per i lettori di Renovatio 21 non è una novità: siamo dinanzi a quello che abbiamo chiamato «il Papa del battesimo di Satana».
In settimana era emerso che il Vaticano, in un documento ufficiale scovato la Lifesitenews, di fatto annunciava che per i dipendenti che non avessero fatto il vaccino sarebbe stato possibile il licenziamento.
Spirito
50 anni delle Suore della Fraternità San Pio X
Sabato 13 aprile 2024, don David Pagliarani, Superiore Generale della Fraternità San Pio X, ha celebrato presso il Seminario di Econe una messa di ringraziamento per il cinquantesimo anniversario della fondazione delle Suore della Fraternità. Quasi tutte le suore erano presenti a questo evento storico.
Nella sua omelia, don Pagliarani evoca la grandezza dell’eccezionale vocazione di Suora della Fraternità San Pio
Le Suore rendono omaggio a turno alla tomba di S.E. Mons. Lefebvre, cofondatore della loro Congregazione.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagini da FSSPX.News
Geopolitica
Armenia, Pasqua di tensioni tra la Chiesa e il primo ministro
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Spirito
Sinodo 2024, grandi manovre in favore dell’ordinazione delle donne
La seconda sessione del sinodo sulla sinodalità si svolgerà dal 2 al 27 ottobre 2024, e il blog italiano Messa in latino del 19 febbraio, riprendono le informazioni fornite sul suo account X da Diane Montagna del sito LifeSiteNews, secondo cui Francesco ha nominato diversi consultori, tra cui tre donne chiaramente orientate.
Otto mesi prima del sinodo, queste nomine non sono aneddotiche. Giudichiamo dai precedenti di servizio queste tre donne:
Una suora tedesca, suor Birgit Weiler, docente di teologia in Perù, che nell’aprile 2023 disse: «penso che le donne che si sentono chiamate a farlo dovrebbero poter essere ammesse al sacerdozio».
Un’insegnante brasiliana, Maria Clara Lucchetti Bingemer, sostenitrice della «teologia femminista», si è espressa anche a favore dell’ordinazione delle donne al sacerdozio.
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Una sociologa americana, Tricia C. Bruce, autrice nel 2021 di un rapporto per il diaconato femminile dal titolo: Called to Contribute: Findings from an In-Depth Interview Study of US Catholic Women & the Diaconate [Chiamate a partecipare: risultati di uno studio approfondito sulle donne cattoliche americane e il diaconato].
In Belgio, come annunciato da FSSPX.Attualità del 22 febbraio: «l’episcopato belga ha pubblicato una bozza delle priorità di discussione per la seconda sessione della 16a assemblea generale del sinodo dei vescovi – ottobre 2024».
Tra le priorità contenute in questo documento di meno di cinque pagine troviamo «il posto della donna nella Chiesa». Basandosi su quanto «insegna la nostra società: l’uguaglianza di genere, l’importanza delle pari opportunità tra uomini e donne», il testo chiede «il via libera affinché le conferenze episcopali possano adottare alcune misure».
E chiarisce: «l’attribuzione di una crescente responsabilità pastorale alle donne e l’ordinazione diaconale delle donne non dovrebbero essere universalmente obbligatorie o proibite».
I vescovi belgi chiedono inoltre «che ciascuna conferenza episcopale o assemblea episcopale continentale possa adottare alcune misure in vista dell’ordinazione sacerdotale dei viri probati [uomini sposati con una certa esperienza dovuta alla loro età]. L’ordinazione sacerdotale dei viri probati non dovrebbe essere universalmente obbligatoria o vietata».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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