Geopolitica
Il ministero della Difesa russo pubblica l’ordine ucraino del 22 gennaio per l’offensiva nel Donbass
Il ministero della Difesa russo ha pubblicato documenti in cui si afferma che il regime di Kiev stava preparando un’offensiva nel Donbass che sarebbe iniziata all’inizio di marzo.
Il documento pubblicato dai russi è un ordine firmato dal comandante della Guardia nazionale ucraina, colonnello generale Mykola Balan, in data 22 gennaio 2022.
Questo documento, intitolato «Sull’organizzazione dell’addestramento di un gruppo tattico di battaglione della 4a brigata operativa per svolgere compiti di combattimento (speciali) nell’operazione delle forze congiunte come parte di una brigata delle forze armate ucraine», dettaglia il piano per preparare uno dei gruppi d’urto per operazioni offensive nella zona della cosiddetta «Operazione delle forze congiunte» nel Donbass.
Stamattina il portavoce del ministero della Difesa russo, il Mag. Gen. Igor Konashenkov.
Konashenkov ha sottolineato che l’ordine si concentrava sull’80a brigata d’assalto aereo separata che era stata addestrata da istruttori americani e britannici nell’ambito dei programmi di addestramento «standard NATO» a Leopoli.
Come parte della preparazione per l’azione offensiva, «alle guardie nazionali viene ordinato di fornire “materiale di agitazione visiva, informazioni e propaganda, bandiere e prodotti per la stampa”», ha continuato Konashenkov.
«Al vice comandante della Guardia nazionale per il personale è stato ordinato di organizzare “un efficace sistema di supporto morale e psicologico per il gruppo tattico di battaglione della 4a brigata operativa, comunicazione interna dei comandanti con i subordinati, informazioni”».
«Allo stesso tempo, esso è importante fornire «una spiegazione al personale delle decisioni della leadership e dell’importanza di adempiere ai compiti futuri”».
Konashenkov ha richiamato l’attenzione su un paragrafo dell’ordinanza che «proibisce l’invio di guardie nazionali che hanno mostrato risultati “insoddisfacenti” di test psicologici secondo il criterio della “prontezza al rischio” nell’area del coordinamento del combattimento e nel luogo di svolgimento di “compiti speciali di combattimento”».
«Ricordiamo bene le dichiarazioni della dirigenza del regime di Kiev diffuse a febbraio dai media occidentali sulla presunta assenza di piani per il sequestro armato delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk. Il loro desiderio di risolvere tutte le questioni presumibilmente in modo politico e diplomatico», ha continuato Konashenkov.
«Tuttavia, gli originali dei documenti militari segreti della Guardia nazionale ucraina dimostrano chiaramente la falsità di queste affermazioni».
Rimane solo una domanda a cui rispondere, ha concluso: «quanto profondamente la leadership statunitense e i suoi alleati della NATO siano stati coinvolti nella pianificazione e preparazione dell’operazione per assaltare il Donbass da parte del raggruppamento di truppe interservizi ucraino all’inizio di marzo». Cioè «tutti coloro che oggi hanno a cuore la pace in Ucraina».
Immagine di Ministero della Difesa della Federazione Russa via Wikimedia pubblicato su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Un’effigie raffigurante il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stata avvistata appesa a una gru edile nel Nord-Est della Turchia, suscitando forte indignazione in Israele.
Secondola stampa turca, l’episodio si è verificato sabato in un cantiere nella città di Trebisonda, sul Mar Nero. L’iniziativa sarebbe stata organizzata da Kemal Saglam, docente di comunicazione visiva presso un’università locale. Saglam ha dichiarato ai media turchi che il gesto aveva un intento simbolico, volto a denunciare le violazioni dei diritti umani a Gaza.
Le immagini, diffuse viralmente e riportate anche dal quotidiano turco Yeni Safak, mostrano la figura sospesa alla gru, accompagnata da uno striscione con la scritta: «Pena di morte per Netanyahu».
Il ministero degli Esteri israeliano, tramite un post su X, ha condiviso un video dell’incidente, accusando un accademico turco di aver creato l’effigie «con il fiero sostegno di un’azienda statale». Il ministero ha condannato l’atto, sottolineando che «le autorità turche non hanno denunciato questo comportamento scandaloso».
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior.
In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW
— Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Le autorità turche non hanno ancora fornito una risposta ufficiale.
I rapporti diplomatici tra Israele e Turchia sono tesi da anni e si sono ulteriormente deteriorati dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha accusato Netanyahu di aver commesso un «genocidio» a Gaza.
La Turchia, unendosi agli altri Paesi che hanno portato il caso al tribunale dell’Aia, ha accusato Israele di aver commesso un genocidio a Gaza. Il presidente Recep Tayyip Erdogan in precedenza aveva definito il primo ministro Benjamin Netanyahu «il macellaio di Gaza», suggerendo a un certo punto – in una reductio ad Hitlerum che è andata in crescendo, con contagio internazionale – che la portata dei suoi crimini di guerra superasse quelli commessi dal cancelliere della Germania nazionalsocialista Adolfo Hitlerro.
Nel 2023 la Turchia ha richiamato il suo ambasciatore da Israele e nel 2024 ha interrotto tutti i rapporti diplomatici. Mesi fa Ankara aveva dichiarato che Israele costituisce una «minaccia per la pace in Siria». Erdogan ha più volte chiesto un’alleanza dei Paesi islamici contro Israele.
Come riportato da Renovatio 21, i turchi hanno guidato gli sforzi per far sospendere Israele all’Assemblea generale ONU. L’anno scorso il presidente turco aveva dichiarato che le Nazioni Unite dovrebbero consentire l’uso della forza contro lo Stato degli ebrei.
Un anno fa Erdogan aveva ventilato l’ipotesi che la Turchia potesse invadere Israele.
La Turchia ha avuto un ruolo attivo nei recenti negoziati per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, con diversi rapporti che indicano come l’influenza di Ankara su Hamas abbia facilitato il rilascio degli ostaggi nell’ambito del piano in 20 punti del presidente statunitense Donald Trump.
Venerdì, Erdogan ha dichiarato alla stampa che gli Stati Uniti dovrebbero intensificare le pressioni su Israele, anche attraverso sanzioni e divieti sulla vendita di armi, per garantire il rispetto degli impegni presi nel piano di Trump.
Domenica, Netanyahu ha annunciato che Israele deciderà quali forze straniere potranno partecipare alla missione internazionale proposta per Gaza, prevista dal piano di Trump per garantire il cessate il fuoco. La settimana precedente, aveva lasciato intendere che si sarebbe opposto a qualsiasi coinvolgimento delle forze di sicurezza turche a Gaza.
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Immagine screenshot da Twitter; modificata
Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
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Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
Cambogia e Thailandia hanno siglato un accordo di cessate il fuoco ampliato per porre fine a un violento conflitto di confine scoppiato a inizio anno. La cerimonia di firma, tenutasi domenica, è stata presieduta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva mediato la tregua iniziale.
Le tensioni storiche tra i due Paesi del Sud-est asiatico, originate da dispute territoriali di epoca coloniale, sono esplose a luglio con cinque giorni di scontri armati, che hanno spinto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalla zona di confine. Un incontro ospitato dalla Malesia aveva portato a una prima tregua, segnando l’inizio della de-escalation.
Trump ha dichiarato di aver sfruttato i negoziati commerciali con entrambi i paesi per favorire una riduzione delle tensioni.
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA.
President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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Durante il 47° vertice dell’ASEAN in Malesia, il primo ministro cambogiano Hun Manet e il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul hanno firmato l’accordo, che amplia la tregua di luglio.
Il documento stabilisce un piano per ridurre le tensioni e assicurare una pace stabile al confine, prevedendo il rilascio di 18 soldati cambogiani prigionieri da parte della Thailandia, il ritiro delle armi pesanti, l’avvio di operazioni di sminamento e il contrasto alle attività illegali transfrontaliere.
Dopo la firma, il primo ministro thailandese ha annunciato l’immediato ritiro delle armi dal confine e il rilascio dei prigionieri di guerra cambogiani, insieme a un’intesa commerciale congiunta. Il primo ministro cambogiano ha lodato l’accordo, impegnandosi a rispettarlo e ringraziando Trump per il suo ruolo, proponendolo come candidato al Premio Nobel per la Pace del prossimo anno.
Trump ha definito l’accordo «monumentale» e «storico», sottolineando il suo contributo e descrivendo la mediazione di pace come «quasi un hobby». Dopo la cerimonia, ha firmato un accordo commerciale con la Cambogia e un importante patto minerario con la Thailandia.
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