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Gli USA lanciano un avvertimento su eventi gay e attacchi terroristici

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Nelle prossime settimane il rischio di attacchi terroristici in occasione di eventi omotransessualisti in tutto il mondo aumenta, ha avvertito il Dipartimento di Stato americano.

 

All’inizio di questo mese, l’FBI e il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale hanno emesso un avviso simile riguardo ai potenziali rischi per la sicurezza nel mese di giugno, il mese delle celebrazioni del cosiddetto Gay Pride, cioè l’orgoglio gay.

 

In un avviso pubblicato venerdì, Washington ha esortato «i cittadini statunitensi all’estero a prestare maggiore cautela» alla luce del «potenziale attacco terroristico, manifestazioni o azioni violente contro cittadini e interessi statunitensi». Secondo il documento, le organizzazioni terroristiche straniere potrebbero prendere di mira «persone ed eventi LGBTQI+».

 

I cittadini americani dovrebbero prestare particolare attenzione alle «celebrazioni del Pride e ai luoghi frequentati da persone LGBTQI+», nonché alle attrazioni turistiche. Notiamo che le istituzioni americane stanno usando la versione della sigla alfanumerica «LGBTQI+», che come sa il lettore è cangiante, al punto che nella primavera scorsa il premier canadese Giustino Trudeau aveva parlato ufficialmente di diritti 2SLGBTQI+.

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Il 10 maggio, anche l’FBI e il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale hanno emesso un avvertimento, sostenendo che «organizzazioni terroristiche o sostenitori stranieri potrebbero cercare di sfruttare l’aumento dei raduni associati al prossimo Pride Month di giugno 2024». Le autorità statunitensi non hanno fornito dettagli su eventuali luoghi e regioni a rischio né sulla natura concreta delle presunte minacce.

 

Il comunicato sottolinea che in passato gli eventi a tema LGBTQ sono stati presi di mira dai terroristi, inclusa la sparatoria di massa mortale avvenuta nel club gay Pulse in Florida nel giugno 2016 quando Omar Mateen, un 29enne sospettato di a sua volta essere gay prima di giurare fedeltà all’ISIS, uccise 49 persone ferendone altre 53.

 

L’FBI e il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale hanno inoltre notato che lo scorso giugno le autorità austriache hanno arrestato a Vienna tre presunti simpatizzanti dello Stato Islamico, sospettati di aver pianificato un attacco ad un evento del Pride.

 

L’avviso esorta i cittadini statunitensi a prestare attenzione a qualsiasi minaccia violenta relativa agli eventi LGBTQI+ pubblicati online.

 

Come riportato da Renovatio 21, nello scorso anno le parate Gay Pride tedesche sono state molestate da uomini che i giornali locali hanno definito pudicamente «di origini meridionali».

 

L’anno scorso, dopo focolai scoppiati alle manifestazioni omotransessualiste in giro per il mondo, l’OMS emise un comunicato consigliando agli LGBT di fare il vaccino contro il vaiolo di scimmia prima dei gay pride. L’OMS, in modo sempre più sorprendente, raccomandò ai gay maschi di limitare i partner sessuali. Avvertimenti erano stati emessi anche dall’agenzia USA per il controllo delle epidemie CDC.

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Marion Le Pen denunciata da un’attrice transessuale

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L’attrice transessuale spagnola Karla Sofia Gascón, fresca vincitrice del Festival del cinema Cannes, ha sporto denuncia contro la politica francese Marion Maréchal-Le Pen.   In un comunicato inviato mercoledì 29 maggio dal suo avvocato all’Agence France-Presse (AFP), la transessuale di aver sporto denuncia per «disprezzo sessista dovuto all’identità di genere» contro Marion Maréchal-Le Pen.   Oggetto della denuncia è un messaggio postato domenica su X dalla nipote di Marine Le Pen a seguito dell’annuncio del Premio come miglior attrice a Cannes, assegnato congiuntamente a Karla Sofia Gascón, Zoe Saldana, Adriana Paz e Selena Gomez (per il film Emilia Perez, del francese Jacques Audiard).   Nel film, definito un «narco-musical», interpreta un trafficante di droga messicano sia prima che dopo l’intervento chirurgico di cambio di sesso.    

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«È quindi un uomo a ricevere il premio come migliore attrice a Cannes. Il progresso per la sinistra è la cancellazione delle donne e delle madri» aveva scritto la nipote di Marine e Jean-Marie Le Pen.   La denuncia della transessuale premiata, indirizzata alla Procura di Parigi, era arrivata due giorni dopo i commenti, presentati da sei associazioni che difendono i diritti LGBTQI+. «Solo la persona presa di mira dalle osservazioni può agire su questa base», ha spiegato l’avvocato dell’attrice secondo la testata francese Tetu. «Era quindi necessario che Karla Sofia Gascón agisse al fianco delle associazioni LGBT+ per far condannare Marion Maréchal per disprezzo sessista a causa dell’identità di genere».   Gascón, 52 anni, ha vissuto come uomo fino a che non ne ha avuti 46. Ha una moglie ed una figlia. La stampa ha celebrato il premio ricevuto dal transgender a Cannes come una vittoria per tutti, annunciando che Gascón è «il primo attore apertamente trans a vincere un premio importante a Cannes». Gascón, in lacrime, ha dedicato il premio a «tutte le persone trans che soffrono», cosa che ha scatenato ulteriori entusiastici riconoscimenti da parte della stampa e celebrazioni da parte dei gruppi LGBT.   «Domani ci saranno moltissimi commenti da parte di persone terribili che diranno le stesse cose su tutte noi persone trans», ha detto. «Ma voglio concludere con un messaggio di speranza. A tutti loro, come Emilia Perez, viene data l’opportunità di cambiare in meglio, di diventare persone migliori».   Nota molto interessante, il transessuale aveva concluso il commosso ringraziamento a Cannes con un messaggio esplicito ai suoi detrattori: «a ver si cambiais, cabrones», cioè «vediamo se voi bastardi cambiate».  

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Se giudicata colpevole di «insulto transfobico», Marion potrebbe essere condannata a un anno di prigione e essere soggetto a una multa di 30.000 euro; se le autorità decidessero di accusarla di «insulto sessista dovuto alla propria identità di genere», la multa sarebbe di 3.750 euro, minore ma comunque sostanziosa.   In un’intervista a Radio France Internationale, la Maréchal-Le Pen ha risposto alla denuncia legale, dicendo: «Non mi sarà impedito di continuare a dire qual è la verità. Essere donna o uomo è una realtà biologica, che ti piaccia o no. I cromosomi XX o XY non possono essere superati».   Marion è nota per la sua vicinanza al mondo della tradizione cattolica, come dimostra la sua partecipazione al pellegrinaggio Parigi-Chartres.   Recentemente è finita sui giornali per l’uscita dal partito di Zemmour Reconquête – di cui è stata capolista alle europee – e il ritorno al partito di famiglia Rassemblement National (già Front National) dopo l’annuncio a sorpresa di Macron di elezioni imminenti.   Marion è sposata con ex eurodeputato della Lega Nord passato a Fratelli d’Italia.

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La Gran Bretagna vieta le prescrizioni private di bloccanti per la pubertà

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Il governo del Regno Unito ha vietato alle cliniche private di prescrivere bloccanti della pubertà ai minori di 18 anni, con una mossa che secondo gli attivisti colmerà una scappatoia per l’accesso ai farmaci. Lo riporta Epoch Times.

 

Il Dipartimento della Sanità e dell’Assistenza Sociale (DHSC) ha annunciato mercoledì che metterà un divieto di emergenza di tre mesi sulla fornitura di ormoni che sopprimono la pubertà ai bambini con confusione di genere in Inghilterra, Galles e Scozia. Si applicherà alle prescrizioni scritte da medici prescrittori nel Regno Unito e a quelli registrati nello Spazio economico europeo e in Svizzera.

 

Il divieto, in vigore dal 3 giugno al 3 settembre, è stato emanato «per affrontare i rischi per la sicurezza pubblica», ha affermato il DHSC.

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Sono state inoltre messe in atto «restrizioni indefinite» sulla prescrizione di questi farmaci all’interno del Servizio Sanitario Nazionale (NHS), il sistema sanitario finanziato con fondi pubblici del Regno Unito.

 

Il servizio sanitario nazionale ha già interrotto la prescrizione di routine di bloccanti della pubertà.

 

Annunciando le misure sulla piattaforma di social media X, il segretario alla Sanità Victoria Atkins ha dichiarato: «Oggi ho intrapreso un’azione coraggiosa per proteggere i bambini in seguito alla Cass Review, utilizzando i poteri di emergenza per vietare i bloccanti della pubertà per i nuovi trattamenti della disforia di genere dalle cliniche private e dai prescrittori stranieri per tutti gli scopi in Gran Bretagna».

 

La Atkins ha aggiunto di aver introdotto restrizioni simili per le prescrizioni del servizio sanitario nazionale «per colmare ulteriormente le lacune».

 

Pubblicato ad aprile, il documento di revisione detto Cass Review ha criticato gli operatori sanitari del servizio sanitario nazionale per aver spinto i bambini con confusione di genere verso percorsi inappropriati di cure mediche che includevano farmaci e interventi chirurgici.

 

Tra le sue raccomandazioni, la dottoressa Hilary Cass – ora minacciata di morte e costretta ad avere la scorta della polizia per le minacce ricevute dai transgenderisti – ha invocato un approccio «olistico» al trattamento della disforia di genere, allontanandosi dall’approccio prevalente di «affermazione del genere» che vedeva gli operatori sanitari semplicemente affermare il genere scelto dal bambino e prescrivergli bloccanti della pubertà e poi gli ormoni sessuali incrociati e metterli sulla strada degli interventi chirurgici.

 

Il completamento della storica revisione ha visto l’NHS England, finanziato con fondi pubblici, e le autorità sanitarie scozzesi fermare la prescrizione di bloccanti della pubertà, ma gli attivisti all’epoca avevano avvertito che le cliniche private sarebbero ancora in grado di fornire i farmaci ai bambini.

 

Gli ormoni sessuali incrociati possono causare una serie di problemi di salute e cambiamenti fisici permanenti, come l’infertilità in entrambi i sessi e la calvizie maschile e la voce profonda nelle donne. Per gli uomini, gli effetti collaterali noti dei farmaci che bloccano il testosterone includono un aumento del rischio di coaguli di sangue e malattie cardiovascolari.

 

A seguito della Cass Review, il Servizio Sanitario Nazionale aveva affermato che esaminerà la prescrizione di ormoni sessuali incrociati. I servizi sanitari scozzesi che si occupano di pazienti con disforia di genere hanno affermato che ai pazienti non verranno più prescritti ormoni sessuali incrociati fino all’età di 18 anni.

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La Cass Review era stata avviata a seguito di un forte aumento di segnalazioni al Gender Identity Development Service gestito dall’ormai chiuso Tavistock and Portman NHS Foundation Trust di Londra, specializzato nel lavoro con bambini e giovani che soffrono di disforia di genere.

 

La revisione della dottoressa Cass ha esaminato anche le disposizioni per gli adolescenti più grandi e i giovani adulti. La revisione ha suggerito che l’NHS England garantisce che i centri regionali di assistenza di genere che sono stati istituiti per sostituire la clinica Tavistock abbiano un «servizio di follow-through» per i giovani di età compresa tra 17 e 25 anni per garantire la continuità dell’assistenza e del supporto durante ciò che il Dr. Cass notato era “una fase potenzialmente vulnerabile nel viaggio» del paziente.

 

Come riportato da Renovatio 21, la marcia indietro sulla transessualizzazioni dei bambini era iniziata a marzo, quando, annunciata da molti mesi, arrivò la decisione del NHS di cessare la fornitura i bloccanti della pubertà ai bambini. La decisione era arrivata dopo una consultazione pubblica e un’indagine durata quattro anni sulle attività del Gender Identity Development Service (GIDS) del NHS, gestito dal controverso Tavistock and Portman NHS Trust a Londra.

 

Come riportato da Renovatio 21, dopo l’eclatante caso di Kiera Bell in Gran Bretagna erano stati vietati gli ormoni bloccanti per la pubertà ai minori di 16 anni.

 

Alla clinica Tavistock è stato ordinato di chiudere nel 2022 dopo che gli investigatori avevano concluso che i suoi medici stavano «affrettando» i bambini – alcuni di appena sette anni – a procedure sperimentali di cambio di sesso.

 

La Bioetica dibatte sul fatto che i bambini siano in grado di dare il proprio consenso informato per farmaci e trattamenti (castrazioni, amputazioni, alterazioni della crescita) il cui uso li segneranno per il resto della vita.

 

Come riportato da Renovatio 21, la multinazionale dell’aborto Planned Parenthood ha prodotto cartoni animati che promuovono il loro uso.

 


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Una delle sostanze bloccanti talvolta utilizzate, il Lupron, è la medesima che in molti Paesi viene inflitta a pedofili e stupratori condannati per produrre la cosiddetta castrazione chimica.

 

Video disturbanti di bambini che si sottopongono agli «ormoni trans» per bloccare la pubertà circolano in rete.

 

 

Nel frattempo, il transessualismo dilaga anche nella burocrazia scolastica italiana con la cosiddetta «carriera alias».

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I lavoratori si ribellano contro il mese dell’orgoglio gay a Città del Messico: striscioni «indegni» abbattuti

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Lavoratori pubblici di Città del Messico hanno fatto a pezzi due enormi striscioni arcobaleno appesi all’edificio del Fondo nazionale per l’edilizia abitativa per i lavoratori (INFONAVIT) del governo.   Il leader sindacale Rafael Riva Palacio ha ordinato la distruzione e la rimozione degli striscioni, affermando che sono «indegni».   «Io personalmente e un gruppo di colleghi non possiamo permetterlo, e tutte le volte che vorranno affiggerlo, tutte le volte che lo affiggeranno, lo rimuoveremo», ha detto Palacio, indicando lo striscione arcobaleno, secondo un articolo del quotidiano El País.   Carlos Martinez, il direttore di INFONAVIT ha denunciato su X l’abbattimento degli striscioni come un atto «di barbarie, odio, omofobia e discriminazione» e ha giurato che «le bandiere saranno alzate ancora e altrettante volte quanto necessario».  

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Due giorni dopo, Martinez ha pubblicato un’altra foto in cui vantava che almeno uno degli striscioni era stato rapidamente sostituito.     Il direttore ha quindi affermato che «i membri delle popolazioni LGBTIQ+ hanno riparato le bandiere danneggiate con graffette, filo e nastro adesivo, proponendo di utilizzarle nella Marcia del Pride del 2024».   «La rivoluzione delle coscienze trionferà», ha dichiarato Martinez, suggerendo che coloro che non accettano l’omosessualità e il transgenderismo devono conformarsi all’ideologia LGBTQ+.  

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L’abbattimento degli striscioni arcobaleno arriva subito dopo l’ elezione della neopresidentessa messicana pro-LGBTQ+ Claudia Sheinbaum all’inizio di questa settimana.   La Sheinbauma, già nota per il suo coinvolgimento nell’abbattimento di una chiesa mentre era sindaco, ha reso chiaro il suo sostegno all’ideologia politica LGBTQ+ negli ultimi anni.   Nel 2022, ha celebrato la legalizzazione del «matrimonio» omosessuale negli Stati di Guerrero e Tamaulipas con la dichiarazione: «Oggi l’intero Paese fa progressi in termini di parità di diritti con il passaggio dell’uguaglianza dei matrimoni (sic) a Guerrero e Tamaulipas. Celebro questa dimostrazione della volontà popolare e della ricerca della giustizia per tutti gli uomini e le donne da parte di entrambi i congressi statali. L’amore è amore».   Come riportato da Renovatio 21, matrimonio omofilo è stato legalizzato in tutto il Paese due anni fa. Il Paese sarebbe divenuto un contendente dell’Ucraina come principale sede dell’industria della maternità surrogata.   Nello stesso anno, è diventata il primo sindaco di Città del Messico a prendere parte alla parata del «pride» LGBT della città.  

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Nel 2023, in occasione della festa di Nostra Signora di Guadalupe, ha pubblicato una sua foto su X affermando: «Il mio sogno è continuare a lottare per le persone sessualmente diverse come ho fatto a Città del Messico».   La Sheinbaum, di origini ebraiche sia da parte di padre che di madre, è una scienziata del clima che ha collaborato spesso con l’ONU per la questione del cosiddetto cambiamento climatico.   Come riportato da Renovatio 21il Messico ha depenalizzato l’aborto lo scorso anno, di fatto separandosi da molti altri Paesi latinoamericani dove rimane proibito, al punto che la Corte Suprema di Città del Messico è arrivata ad inventare un «diritto all’aborto».   Mentre la nuova presidentessa pro-LGBT e pro-aborto veniva eletta, Yolanda Sanchez Figueroa, alcaldesa («sindaca») della città di Cotija nello Stato di Michoacan, veniva trucidata.

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