Gender
Marion Le Pen denunciata da un’attrice transessuale

L’attrice transessuale spagnola Karla Sofia Gascón, fresca vincitrice del Festival del cinema Cannes, ha sporto denuncia contro la politica francese Marion Maréchal-Le Pen.
In un comunicato inviato mercoledì 29 maggio dal suo avvocato all’Agence France-Presse (AFP), la transessuale di aver sporto denuncia per «disprezzo sessista dovuto all’identità di genere» contro Marion Maréchal-Le Pen.
Oggetto della denuncia è un messaggio postato domenica su X dalla nipote di Marine Le Pen a seguito dell’annuncio del Premio come miglior attrice a Cannes, assegnato congiuntamente a Karla Sofia Gascón, Zoe Saldana, Adriana Paz e Selena Gomez (per il film Emilia Perez, del francese Jacques Audiard).
Nel film, definito un «narco-musical», interpreta un trafficante di droga messicano sia prima che dopo l’intervento chirurgico di cambio di sesso.
C’est donc un homme qui reçoit à Cannes le prix d’interprétation… féminine.
Le progrès pour la gauche, c’est l’effacement des femmes et des mères. #Cannes2024 pic.twitter.com/ew3meyGYWj— Marion Maréchal (@MarionMarechal) May 26, 2024
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«È quindi un uomo a ricevere il premio come migliore attrice a Cannes. Il progresso per la sinistra è la cancellazione delle donne e delle madri» aveva scritto la nipote di Marine e Jean-Marie Le Pen.
La denuncia della transessuale premiata, indirizzata alla Procura di Parigi, era arrivata due giorni dopo i commenti, presentati da sei associazioni che difendono i diritti LGBTQI+. «Solo la persona presa di mira dalle osservazioni può agire su questa base», ha spiegato l’avvocato dell’attrice secondo la testata francese Tetu. «Era quindi necessario che Karla Sofia Gascón agisse al fianco delle associazioni LGBT+ per far condannare Marion Maréchal per disprezzo sessista a causa dell’identità di genere».
Gascón, 52 anni, ha vissuto come uomo fino a che non ne ha avuti 46. Ha una moglie ed una figlia. La stampa ha celebrato il premio ricevuto dal transgender a Cannes come una vittoria per tutti, annunciando che Gascón è «il primo attore apertamente trans a vincere un premio importante a Cannes». Gascón, in lacrime, ha dedicato il premio a «tutte le persone trans che soffrono», cosa che ha scatenato ulteriori entusiastici riconoscimenti da parte della stampa e celebrazioni da parte dei gruppi LGBT.
«Domani ci saranno moltissimi commenti da parte di persone terribili che diranno le stesse cose su tutte noi persone trans», ha detto. «Ma voglio concludere con un messaggio di speranza. A tutti loro, come Emilia Perez, viene data l’opportunità di cambiare in meglio, di diventare persone migliori».
Nota molto interessante, il transessuale aveva concluso il commosso ringraziamento a Cannes con un messaggio esplicito ai suoi detrattori: «a ver si cambiais, cabrones», cioè «vediamo se voi bastardi cambiate».
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Se giudicata colpevole di «insulto transfobico», Marion potrebbe essere condannata a un anno di prigione e essere soggetto a una multa di 30.000 euro; se le autorità decidessero di accusarla di «insulto sessista dovuto alla propria identità di genere», la multa sarebbe di 3.750 euro, minore ma comunque sostanziosa.
In un’intervista a Radio France Internationale, la Maréchal-Le Pen ha risposto alla denuncia legale, dicendo: «Non mi sarà impedito di continuare a dire qual è la verità. Essere donna o uomo è una realtà biologica, che ti piaccia o no. I cromosomi XX o XY non possono essere superati».
Marion è nota per la sua vicinanza al mondo della tradizione cattolica, come dimostra la sua partecipazione al pellegrinaggio Parigi-Chartres.
Recentemente è finita sui giornali per l’uscita dal partito di Zemmour Reconquête – di cui è stata capolista alle europee – e il ritorno al partito di famiglia Rassemblement National (già Front National) dopo l’annuncio a sorpresa di Macron di elezioni imminenti.
Marion è sposata con ex eurodeputato della Lega Nord passato a Fratelli d’Italia.
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Immagine di Kevin Payravi, Wikimedia Commons via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike Attribution-Share Alike 4.0 International, 3.0 Unported, 2.5 Generic, 2.0 Generic e 1.0 Generic
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L’eurodeputato polacco Grzegorz Braun distrugge la mostra a tema omotransessualista in Parlamento di Varsavia

🚨NEW: Polish MEP Grzegorz Braun destroyed an exhibition promoting LGBTQ ideology in the Polish Parliament today.👏👏👏 pic.twitter.com/zKtZEFYDvX
— I Meme Therefore I Am 🇺🇸 (@ImMeme0) June 11, 2025
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Come riportato da Renovatio 21, a maggio il Braun ha fatto irruzione in un ospedale con un gruppo di altri uomini e ha tentato un «arresto da parte di cittadini» di un medico abortista in fase avanzata in un ospedale polacco, trasmettendo in diretta streaming l’accaduto e ha affermato che il medico abortista deve essere arrestato per il «reato di aver tolto una vita». Nota anche la vicenda del dicembre 2023, quando Braun ha spento una menorah per le festività ebraica di Hanukkah nel Parlamento polacco con un estintore, venendo cacciato fuori dall’edificio dal Presidente del Sejm.Polish MP Grzegorz Braun graffitis over LGBT propaganda.
Follow: @AFpost pic.twitter.com/uN4mxESmAb — AF Post (@AFpost) March 18, 2025
«Qui mi sono stati attribuiti motivi razzisti, nel frattempo, sto solo ripristinando uno stato di normalità ed equilibrio qui, ponendo fine agli atti di trionfalismo satanico e talmudista, perché questo è il messaggio di queste festività», ha detto Braun dopo aver spento la menorah. Lo studioso americano E. Michael Jones per questa trovata lo ha scherzosamente insignito del premio di «pompiere dell’anno».Polish member of parliament Grzegorz Braun used a fire extinguisher to put out candles on a menorah that was lit for Hannukah.
Parliamentary proceedings were suspended. Braun has previously claimed there is a plot to turn Poland into a “Jewish state.” pic.twitter.com/wRmIhcxEPk — Citizen Free Press (@CitizenFreePres) December 12, 2023
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La Casa Bianca di Trump non pubblicherà una dichiarazione in onore del «Mese del Pride LGBT»

L’amministrazione Trump ha rifiutato di pubblicare un proclama per il «Mese dell’orgoglio» omotransessualista di giugno, discostandosi così dalle celebrazioni annuali della Casa Bianca di Biden.
«Non è prevista alcuna proclamazione per il mese di giugno», ha affermato la portavoce stampa Karoline Leavitt.
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La domanda è arrivata dal conduttore del podcast Alec Lace, che ha fatto riferimento alla proposta della deputata Mary Miller di rinominare giugno «Mese della famiglia» e ha suggerito di riconoscere invece i veterani o la famiglia nucleare.
«Il presidente ha intenzione di fare un proclama?» chiese, «o lo farà solo a giugno di quest’anno?»
Leavitt ha aggiunto che Trump «è molto orgoglioso di essere un presidente per tutti gli americani, indipendentemente da razza, religione o credo».
Spezzoni dello scambio di battute sono circolati ampiamente, dando l’impressione di una posizione a favore della famiglia. Tuttavia la Leavitt non ha dato alcuna indicazione di sostegno a un’alternativa del «Mese della Famiglia».
Nel frattempo, il Dipartimento dell’Istruzione ha ribattezzato il «Mese dell’Orgoglio» come «Mese del Titolo IX», dal nome di una legge creata per proteggere gli sport e gli spazi femminili, messa in discussione di recente dalla partecipazione di transessuali maschi alle gare femminili. Misure simili sono state adottate dall’FBI, dall’esercito e dal Kennedy Center di Trump.
Il silenzio di Trump sul «Mese del Pride» non sembra riflettere una riluttanza a rilasciare proclami politici. Negli ultimi mesi, ha firmato proclami per il «Mese della storia dei neri» e per l’«Education and Sharing Day», in onore del controverso rabbino degli Chabad-Lubavitch Menachem Schneerson, nonostante i preoccupanti insegnamenti razziali e le sfumature mondialista del culto.
Pertanto, saltare una proclamazione del «Mese dell’orgoglio» sembra segnare un contrasto con le campagne annuali a tema arcobaleno di Biden.
Va ricordato che sebbene abbia dimostrato scetticismo nei confronti delle questioni transgender e non abbia mai emesso una proclamazione ufficiale del «Mese dell’orgoglio» durante il suo primo mandato, Trump è stato il primo presidente repubblicano a riconoscerlo, tramite un tweet del 2019 che elogiava il «Mese dell’orgoglio LGBT». Ha anche promosso una campagna globale per depenalizzare l’omosessualità.
Solo pochi giorni fa, il consigliere di Trump, Ric Grenell – egli stesso dichiaratamente omosessuale, già ambasciatore americano in Germania durante il primo governo Trump e ora nominato a un incarico diplomatico di alto livello – si è vantato con Donald Trump Jr. che i repubblicani «anti-gay» saranno ora «cacciati» dal partito, attribuendo personalmente a Trump il merito di aver aperto il partito repubblicano ai «conservatori gay», aggiungendo: «non c’è alcun dibattito sull’uguaglianza».
Grenell, che è coinvolto in progetti immobiliari in Kosovo con il genero ebreo di Trump Jared Kushner, aveva affermato, in uno spot elettorale del 2020, che «il presidente Trump è il presidente più pro-gay nella storia americana».
Richard Grenell : President Trump is the most pro-gay president in American history. I can prove it.” pic.twitter.com/W0vxlowugA
— Maria P (@damadanoite14) June 3, 2023
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Il Grenello, che ha studi ad Harvard (prestigiosissima università ora ai ferri corti con Trump), è stato insignito della «medaglia presidenziale di merito del Kosovo» per la sua opera di mediazione in fatto di commercio tra Kosovo e Serbia. Il diplomatico si distinse come alfiere dell’amministrazione Trump nello sforzo verso la depenalizzazione dell’omosessualità nelle nazioni in cui l’omosessualità era illegale.
Nell’autunno del 2018, il Grenell ha svolto un ruolo diplomatico chiave nella pianificazione dell’arresto di Julian Assange, fornendo garanzie all’Ecuador che il giornalista australiano non sarebbe stato condannato a morte negli Stati Uniti.
Il curriculum di Trump purtroppo può rafforzare la fiducia di Grenell. Da uomo d’affari neoeboraceno, Trump ha sostenuto la modifica del Civil Rights Act per includere l’«orientamento sessuale» e ha mostrato scarso interesse per le argomentazioni morali contro l’omosessualità.
L’amministrazione Trump ha preso una quantità di immediati provvedimenti contro il transessualismo, in particolare nell’esercito e negli sport femminili.
Il presidente americano aveva promesso di «fermare la follia transgender» sin dal primo giorno del mandato.
Come riportato da Renovatio 21, Trump aveva da subito annullato i finanziamenti della Sanità USA per prevenire la gravidanza nei «ragazzi transgender» esortando quindi il Congresso a vietare gli interventi transessualisti sui bambini. Ad inizio mandato aveva lanciato il divieto per l’arruolamento dei transgender nell’esercito, poi attuato dal Pentagono.
A inizio mandato, firmando un ordine esecutivo che impedisce agli uomini di partecipare agli sport femminili, Trump aveva dichiarato che «la guerra allo sport femminile è finita».
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Immagine screenshot da YouTube
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Padre James Martin esorta i cattolici a celebrare il «mese dell’orgoglio» LGBT

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