Traffico di organi
Espianto di organi di bambini: la polizia arresta due sospetti
Due funzionari nigeriani sono stati arrestati questa settimana con l’accusa di aver tentato di espiantare gli organi di un bambino.
Un senatore nigeriano e sua moglie sono stati accusati di aver portato un bambino nel Regno Unito per prelevare i suoi organi, secondo quanto riferisce la testata Daily Beast. Non è stata rivelata l’età e il nome del bambino, tuttavia un altro quotidiano britannico, l’Evening Standard, ha descritto la vittima come «adolescente».
Il bambino, a quanto si apprende, sarebbe sopravvissuto e sarebbe stato messo in custodia delle forze dell’ordine, in attesa di sviluppi.
Molti bambini che rischiano di avere i loro organi espiantati stanno fuggendo nel Regno Unito per sfuggire alle bande criminali: «Polmoni, reni, fegato, cuori e cornee sono tra gli organi più richiesti e vengono venduti al mercato nero in tutto il mondo per migliaia di sterline. Le vittime sono spesso prigionieri politici o persone vulnerabili, povere. Negli ultimi anni sono stati segnalati alle autorità del Regno Unito quasi 20 bambini e adulti».
Il Daily Beast nota che l’espianto di organi è ancora un commercio globale diffuso. Un ospedale keniota ha dovuto rilasciare una dichiarazione in cui chiedeva alla gente del posto di smettere di chiamare per donare i propri reni, perché le persone ne vendevano così tanti solo per sfamare le loro famiglie, per un minimo di 1.500 dollari a rene.
Viene poi citato il caso della predazione degli organi dei condannati in Cina, su cui Renovatio 21 ha pubblicato tanti articoli: molto ingenuamente, il giornale dice che in molti casi durante l’orribile operazione i prigionieri erano vivi.
Poveri giornalisti: non sanno che, per procedere all’espianto di organi «spendibili» in trapianti, il corpo deve essere vivo – e lo è sempre, anche nei casi in cui è dichiarato, dalle convenzioni mediche assassine, «cerebralmente morto». Ai «cerebralmente morti» talvolta somministrano il curaro, un potente paralizzante, perché i «morti» reagiscono allo squartamento: sono quindi davvero morti?
Vale la pena di ricordare, ad ogni modo, che vi sarebbe anche un fil rouge di traffico di organi tra la Nigeria (dove, come sappiamo, abbondano i sacrifici umani, al punto da essere un tema politico dibattuto dai deputati) e la Cina comunista. Sebbene non abbia prodotto prove concrete, una ONG nigeriana aveva dichiarato che alcuni nigeriani nelle carceri cinesi siano stati uccisi per i loro organi.
Secondo varie fonti internazionali, la vendita di organi per sfamarsi, come la vendita di bambine, è riapparsa nell’Afghanistan ora tornato in mano ai talebani stretto nella morsa del freddo e della fame.
Cina
Le nuove leggi non fermano il traffico illegale di organi in Cina
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
La Cina ha aggiornato le norme contro il commercio illegale di organi. Tuttavia, i membri dell’élite politica e finanziaria riescono comunque ad aggirarle tramite gli ospedali militari che oggi effettuano la metà dei trapianti del Paese.
Le nuove leggi sui trapianti di organi pubblicate il 14 dicembre e firmate dal premier cinese Li Qiang hanno lo scopo di inasprire le sanzioni per «negligenza» e chiedono maggiori requisiti per le istituzioni mediche che eseguono trapianti.
Le norme, entrate in vigore il primo gennaio 2024, sono le ultime di una serie di misure adottate con l’obiettivo di reprimere il traffico illegale di organi: come il sistema annunciato nel 2014 che avrebbe dovuto impedire l’assegnazione «privata» o il ricorso agli organi dei detenuti giustiziati con pena capitale, senza il loro consenso. Dal primo gennaio 2015, inoltre, solo le donazioni pubbliche volontarie o gli organi provenienti da parenti in vita sono legalmente consentiti per i trapianti, ma la domanda di organi in Cina continua a essere altissima.
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Un medico cinese che attualmente esercita in Nord America e che, per paura di ritorsioni, ha utilizzato lo pseudonimo di Yang in un’intervista a Radio free Asia (Rfa) ha affermato che «a differenza della maggior parte dei Paesi, la metà dei trapianti di organi ad oggi in Cina vengono eseguiti negli ospedali militari. Sappiamo – ha detto – che chiunque supervisioni queste operazioni a livello provinciale o municipale, si farà da parte una volta che i militari intervengono».
«Loro da dove prendono gli organi? Quanto può essere trasparente tutto ciò, visto che i trapianti – ha proseguito – sono di fatto un servizio fornito appositamente all’élite del partito?». Il medico esule ha riferito anche di aver assistito al processo attraverso il quale le persone di più alto rango in Cina e i clienti paganti provenienti dall’estero si procurano gli organi per il trapianto: «Un alto funzionario del Kazakistan voleva un trapianto di rene presso l’Ospedale generale dell’Esercito popolare di liberazione. Nel giro di un mese, l’intervento – ha concluso la fonte – è stato eseguito con successo, poi è tornato in Kazakistan».
L’ex capo cinese dei trapianti di organi per il ministero della Sanità, Huang Jiefu, ha scritto sulla rivista medica britannica The Lancet nel 2011 che circa il 65% dei trapianti in Cina attinge agli organi di donatori deceduti, ma che oltre il 90% di questi erano prigionieri giustiziati. E uno studio del 2022 pubblicato sull’American Journal of Transplantation ha trovato prove di 71 casi di «esecuzioni capitali mediante rimozione di organi» da detenuti, concludendo che «la rimozione del cuore durante il prelievo deve essere stata la causa della morte del detenuto-donatore».
La Cina è uno dei principali Paesi al mondo per condanne a morte comminate, ma il numero esatto delle esecuzioni è un segreto di stato per il Partito comunista cinese. Jiefu ha ammesso pubblicamente che gli organi trapiantati in Cina provengono ancora per lo più da prigionieri nel braccio della morte, sebbene questa pratica sia stata vietata in seguito alla creazione del Centro di gestione delle donazioni di organi umani nel 2012.
Torsten Trey, fondatore e direttore esecutivo dell’organizzazione internazionale Doctors Against Forced Organ Harvesting, ha affermato che «le ultime norme difficilmente riusciranno a scalfire un sistema di traffico illegale di organi che garantisce tanti trapianti con tempi di attesa brevi. La semplice adozione di nuove norme è inutile senza un sistema di verifica basato sulle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che insista sulla tracciabilità dei singoli organi attraverso una donazione trasparente. Un processo aperto al controllo, compreso l’accesso immediato da parte delle squadre di ispezione per effettuare controlli a campione».
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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Traffico di organi
Gaza, cominciate le storie sul traffico di organi
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21. Sulla questione del traffico d’organi in Ucraina come nel Kosovo albanese Renovatio 21 ha pubblicato diversi articoli. Lasciamo al lettore il compito di capire cosa possa essere definito disinformazione e cosa non lo sia.
Proprio come previsto, quattro settimane dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas, arrivano le accuse secondo cui una parte sta prelevando organi da prigionieri dell’altra parte. «Israele preleva organi e pelli palestinesi senza consenso» è il titolo di Türkiye, una newsletter in lingua inglese pubblicata in Turchia.
«La pratica israeliana di prelevare organi e pelle da palestinesi morti e altri senza il consenso delle loro famiglie è stata nuovamente messa sotto esame dopo che un rapporto del 2009 era stato nuovamente messo sotto i riflettori».
«Israele, che vanta la più grande banca di pelle al mondo per il trattamento di ustioni e varie condizioni mediche, si è trovata ad affrontare un controllo accurato su presunte pratiche di prelievo di organi che coinvolgevano palestinesi deceduti».
Questa propaganda ostile si basa su spaventose rivelazioni del 2009 secondo cui medici israeliani avevano prelevato organi da prigionieri palestinesi negli anni ’80 e ’90. Ciò è stato furiosamente negato dal governo israeliano.
Voci di espianti di organi emergono subito dopo grandi conflitti. Sfortunatamente, alcune storie sono destinate a essere vere quando la vita umana costa poco, la politica è ferocemente antagonista e sono disponibili medici qualificati
In una recente conferenza in Libia, uno dei relatori ha confermato che le bande locali consegnano i migranti illegali provenienti dall’Africa a bande internazionali che vendono i loro organi.
Ma spesso anche accuse orribili fanno parte di campagne di disinformazione. Secondo il Kyiv Post, in ottobre Anna Kuznetsova, vicepresidente della Duma di Stato russa, aveva affermato che gli ucraini vendevano organi di bambini alla società americana Coca-Cola. «Durante la liberazione di Svetogorsk, i nostri combattenti hanno trovato documenti sulla vendita di bambini nell’orfanotrofio. Ci sono riferimenti a compagnie militari private britanniche e uno dei clienti era la società Coca-Cola». Ha continuato dicendo che circa 850 bambini sono stati venduti sul dark web. Non ha fornito prove.
Ad agosto, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha pubblicato un articolo dal titolo «Il leader mondiale dei trapianti neri: in Ucraina, gli organi vengono scambiati online e offline», sul quotidiano governativo russo Rossiskaya Gazeta.
Durante la guerra del Kosovo, alla fine degli anni ’90, le bande albanesi furono accusate di vendere organi di prigionieri serbi. Il presidente del Kosovo, Hashim Thaçi, si è dimesso nel 2020 per far fronte alle accuse mosse da un tribunale per crimini di guerra dell’Aia, che includevano accuse di traffico di organi.
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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