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Cina

Arrestato magnate dei casinò: tratta di esseri umani all’ombra della «nuova via della seta»

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

She Zhijiang è stato arrestato in Thailandia ed è in attesa di essere estradato nella patria di origine. Lungo la «Belt and Road» prosperano i casinò online e i siti di frodi che utilizzano «personale» trafficato dalla Cina e dai Paesi del sud-est asiatico. A causa della politica «zero COVID» le bande criminali reclutano sempre più persone da Taiwan, che in assenza di rapporti diplomatici ha difficoltà a recuperare i propri cittadini.

 

 

She Zhijiang, un magnate dei casinò di origine cinese, è stato arrestato in Thailandia ed è in attesa di essere estradato in Cina.

 

La misura rientra tra quelle adottate dalle autorità per reprimere il gioco d’azzardo online, vietato in Cina, ma che negli ultimi anni ha prosperato in alcune aree del sud-est asiatico insieme ad altri loschi traffici.

 

Pechino sta cercando di mettere un freno alla criminalità lungo la «Via della Seta», perché danneggia i commerci e la reputazione cinese.

 

Nato nel 1982 nella provincia di Hunan, She Zhijiang ha ottenuto la cittadinanza cambogiana nel 2017. Ha creato reti di gioco d’azzardo in Cambogia, Myanmar e Filippine, di cui il progetto più importante è la Yatai New City, al confine tra Myanmar e Thailandia, sostenendo che facesse parte della Belt and Road Initiative.

 

Secondo le autorità, She controlla i trafficanti di esseri umani che reclutano con l’inganno individui che andranno a lavorare per siti di frodi online rendendoli schiavi moderni.

 

Queste attività illegali hanno colonizzato alcune aree più povere della regione dove i governi del sud-est asiatico hanno istituito zone economiche speciali per attrarre gli investimenti cinesi.

 

Nel 2016, per esempio, il governo cambogiano ha istituito una zona economica speciale nella città costiera di Sihanoukville, dove in realtà molti edifici sono rimasti incompiuti a causa del debito sulle proprietà immobiliari. Tuttavia negli ultimi anni sono sorti grattacieli circondati da alte mura e fili spinati anche in Laos e nelle aree del Myanmar controllate dalle milizie filo-cinesi come Myawaddy, al confine con la Thailandia.

 

Dopo il divieto al gioco d’azzardo imposto dalla Cina, le autorità cambogiane hanno rilasciato licenze per i casinò virtuali generando entrate per miliardi di dollari. Secondo le statistiche dell’autorità cambogiana per l’immigrazione, oltre 400mila cinesi hanno lasciato il Paese dopo che il gioco d’azzardo online è diventato illegale.

 

Quando le autorità cinesi si sono, però, rese conto che i casinò all’estero erano un canale di riciclaggio di denaro che causava il deflusso di capitali, l’amministrazione di Hun Sen, su pressione di Pechino, nel 2020 ha messo fuori legge il gioco d’azzardo. A quel punto alcune imprese si sono trasferite altrove, per esempio in Myanmar, mentre altre hanno deciso di riconvertire la loro attività in truffe digitali.

 

Gruppi criminali pubblicano annunci di reclutamento e i giovani, attirati da stipendi elevati, vengono rapiti e costretti a lavorare per siti web che truffano altre persone all’estero.

 

Gli edifici in cui vengono rinchiuse le persone trafficate vengono chiamati «parchi industriali digitali» e sono sorvegliati da militari e guardie di sicurezza. Una volta entrati i telefoni cellulari e i passaporti sono confiscati. Le persone possono abbandonare il complesso solo pagando un riscatto. Chi prova a scappare viene maltrattato fisicamente e le donne vengono usate come schiave sessuali.

 

Sono anche trapelate notizie di vittime vendute ad altre bande oppure inviate al «KK Industrial Park» di Myawaddy, in Myanmar, noto per il traffico illegale di organi.

 

La maggior parte delle persone che lavorano in questi «parchi industriali» provengono dalla Cina.

 

Secondo i media cinesi almeno 230mila cittadini coinvolti in truffe all’estero sono tornati in patria, ma l’annuncio non menziona se sia stato merito della cooperazione giudiziaria internazionale.

 

L’anno scorso Pechino aveva cercato di convincere i criminali a consegnarsi alla polizia bloccando i loro conti bancari e isolando le famiglie rimaste in Cina. Secondo il governo cinese in questo modo migliaia di sospettati hanno fatto ritorno dal Myanmar.

 

Di recente, a causa della politica «zero COVID», è sempre più difficile per le bande criminali reclutare «personale» dalla Cina continentale, per cui si sono rivolti a Taiwan e in misura minore alla Malaysia.

 

Secondo il ministero degli Esteri di Taiwan almeno 200 taiwanesi sono intrappolati in Cambogia o in Myanmar. Annunci online invitano la gente a recarsi in Cambogia dove con una commissione si possono guadagnare fino a 20mila dollari americani.

 

Le statistiche mostrano che effettivamente nella prima parte dell’anno c’è stato un numero di trasferimenti record da Taiwan alla Cambogia.

 

Tuttavia, in mancanza di legami diplomatici, a Taiwan risulta quasi impossibile recuperare le vittime del traffico di esseri umani.

 

Le autorità sono costrette a rivolgersi a importanti uomini d’affari taiwanesi o alla polizia cambogiana, ma spesso questa è collusa con le bande criminali. Le famiglie delle vittime si rivolgono anche alla mafia di Taiwan per pagare i riscatti.

 

La polizia taiwanese ha rafforzato il pattugliamento dell’aeroporto internazionale di Taoyuan, dove ci sono voli per la Cambogia, per convincere le potenziali vittime a non salire a bordo.

 

La Cambogia nega il traffico sistematico di esseri umani e ammette solo «controversie di lavoro», ma anche oggi è circolato online un video in cui 40 vietnamiti scappano da un casinò cambogiano e cercano di fare ritorno al loro Paese a nuoto.

 


 

 

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Cina

Il cardinale Parolin conferma che il Vaticano vuole rinnovare l’accordo segreto con la Cina

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Il Segretario di Stato del Vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha confermato che la Santa Sede intende rinnovare il suo accordo segreto con la Cina comunista entro la fine dell’anno. Lo riporta LifeSiteNews, che cita comunicazioni dirette col segretario di Stato vaticano.

 

In uno scambio di e-mail con il sito pro-life canadese, Parolin ha affermato che il controverso accordo sino-vaticano che la Santa Sede ha con le autorità comuniste di Pechino sarà rinnovato quest’autunno.

 

Rispondendo a una domanda di LifeSiteNews che chiedeva se il Vaticano intendesse rinnovare l’ accordo, Parolin ha dichiarato che «con riferimento alla tua domanda sull’accordo della Santa Sede con la Cina… speriamo di rinnovarlo».

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«Su questo punto dialoghiamo anche con i nostri interlocutori cinesi», ha aggiunto il cardinale segretario di Stato.

 

Parolin è segretario di Stato e capo diplomatico del Vaticano dall’ottobre 2013 ed è nel servizio diplomatico della Santa Sede dal 1986. La sua conferma dell’intenzione del Vaticano arriva mentre l’accordo altamente segreto con la Cina è pronto per il suo terzo rinnovo biennale a settembre o ottobre.

 

Si ritiene che l’ accordo ufficialmente segreto riconosca la Chiesa approvata dallo Stato in Cina e consenta al Partito comunista cinese (PCC) di nominare i vescovi. Apparentemente il Papa mantiene il potere di veto, anche se in pratica pare essere il solo PCC ad avere il controllo. Inoltre, presumibilmente, la rimozione dei vescovi legittimi può essere sostituita da vescovi approvati dal PCC.

 

Parlando nel luglio 2023, Parolin difese la natura segreta dell’accordo, affermando che «il testo è confidenziale perché non è stato ancora approvato definitivamente».

 

L’accordo, che «ruota attorno al principio fondamentale della consensualità delle decisioni che riguardano i vescovi», si realizza «confidando nella saggezza e nella buona volontà di tutti», ha detto il cardinale.

 

Nei commenti della scorsa estate, il porporato veneto aveva inoltre difeso l’accordo come mezzo necessario di «dialogo» con le autorità comuniste in Cina.

 

Papa Francesco e il cardinale Parolin si sono entrambi espressi in difesa dell’accordo, con il Papa che ha affermato prima del suo rinnovo nel 2022 che l’accordo «sta andando bene». In una lettera del 2018 ai cattolici cinesi, Francesco ha descritto l’accordo come la formazione di un «nuovo capitolo della Chiesa cattolica in Cina».

 

Ma fuori dalle mura del Palazzo Apostolico del Vaticano, le critiche sono arrivate dal clero cattolico, dai sostenitori della libertà e dagli esperti cinesi, scrive LifeSite.

 

L’accordo altamente segreto sino-vaticano è stato definito dal cardinale emerito di Hong Kong Joseph Zen come un «tradimento incredibile», con l’amato cardinale che accusa ulteriormente il Vaticano di «svendere» i cattolici cinesi. Nel 2018, il presule chiese le dimissioni di Parolin, criticando la sua «resa completa» della Chiesa alle autorità comuniste.

 

«È un tradimento della vera Chiesa», ha poi detto Zen dell’accordo nel luglio 2020 prima di aggiungere: «non è un episodio isolato. Quella di non offendere il governo cinese è già una politica di lunga data del Vaticano».

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Come noto, il cardinale Zen è sotto processo nell’Hong Kong oramai interamente pechinizzata In una conferenza stampa aerea, di ritorno da Budapest, Bergoglio aveva di fatto mollato il cardinale cinese, ex arcivescovo di Hong Kong che ha passato la vita a combattere le persecuzioni della Cina comunista e a difendere quei cattolici cinesi «sotterranei» che da quando è in corso l’accordo sino-vaticano, hanno il tremendo timore di essere stati abbandonati dal Vaticano. Zen è sotto processo nella nuova Hong Kong telecomandata da Pechino: l’assenza di mosse del Vaticano per difenderlo ha spinto persino il Parlamento Europeo (!) a chiedere alla Santa Sede di fare qualcosa.

 

L’inchiostro sull’accordo si era appena asciugato nel 2018 prima che AsiaNews riferisse che «i cattolici (sotterranei) sospettano amaramente che il Vaticano li abbia abbandonati».

 

Nei quasi sei anni trascorsi dall’attuazione dell’accordo, la persecuzione dei cattolici – in particolare dei cattolici «clandestini» che non accettano la Chiesa controllata dallo Stato – è aumentata in modo evidente .

 

L’accordo ha portato ad un aumento della persecuzione religiosa, che la Commissione esecutiva del Congresso degli Stati Uniti sulla Cina ha descritto come una conseguenza diretta dell’accordo. Nel suo rapporto del 2020 , la Commissione ha scritto che la persecuzione testimoniata è «di un’intensità che non si vedeva dai tempi della Rivoluzione Culturale».

 

«Tutti i vescovi che rifiutano di aderire all’Associazione patriottica cattolica vengono messi agli arresti domiciliari, o scompaiono, dal PCC», ha detto a LifeSiteNews l’esperto cinese Steven Moser all’inizio di questo mese. «Sebbene il Vaticano abbia affermato diversi anni fa che l’accordo sino-vaticano non richiede che nessuno si unisca a questa organizzazione scismatica, il rifiuto di farlo comporta persecuzioni e punizioni. E il Vaticano resta a guardare e non fa nulla».

 

Il momento in cui la Santa Sede si è avvicinata di più al riconoscimento delle carenze dell’accordo è stato tramite il suo ministro degli Esteri, l’arcivescovo Paul Gallagher. L’arcivescovo, che funge da segretario vaticano per le relazioni con gli Stati e le organizzazioni internazionali, ha affermato l’anno scorso che l’accordo «non era il migliore accordo possibile» a causa della «controparte».

 

Proprio il mese scorso, il Gallagherro lo aveva descritto come ancora «un mezzo utile per la Santa Sede e le autorità cinesi per affrontare la questione della nomina dei vescovi», pur ammettendo con molta cautela dei limiti all’accordo. «Abbiamo sempre creduto che ciò sarebbe stato utile», non c’era alcuna «disponibilità o apertura» da parte delle autorità cinesi su questo punto, ha detto lo scorso mese il cardinale britannico.

 

Una serie di nomine episcopali – fatte mentre sacerdoti vengono torturati – dall’ultimo rinnovo dell’accordo nell’ottobre 2022 hanno evidenziato il primato del potere esercitato da Pechino nell’accordo. In tre occasioni note, tra cui la nomina del nuovo vescovo di Shanghai, il PCC ha nominato nuovi vescovi o li ha assegnati a nuove diocesi, lasciando che il Vaticano si mettesse al passo con gli eventi ed esprimesse la sua frustrazione espressa in termini diplomatici. «Appaiono quindi improbabili nuovi sviluppi nell’accordo a favore del Vaticano» scrive LSN.

 

Tutto dimostra che il papato del gesuita si è di fatto sottomesso al volere del Dragone.

 

Nel luglio 2023, il cardinale Parolino aveva dichiarato che la Santa Sede auspica «l’apertura di un ufficio di collegamento stabilito della Santa Sede in Cina» che «non solo favorirebbe il dialogo con le autorità civili ma contribuirebbe anche alla piena riconciliazione all’interno della Chiesa cinese e dei suoi viaggio verso una normalità desiderabile».

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I segni dell’infeudamento della gerarchia cattolica al potere cinese sono visibili da tempo, e appaiono in forme sempre più rivoltanti: un articolo in lingua inglese nel portale internet della Santa Sede sembrava lasciar intendere che le persecuzioni dei cristiani in Cina ad opera del Partito Comunista Cinese sono «presunte».

 

Come ipotizzato da Renovatio 21, dietro all’accordo sino-vaticano potrebbero esserci ricatti a vari membri del clero: la Cina per un periodo ha disposto dei dati di Grindr, l’app degli incontri omosessuali, dove si dice vi siano immense quantità di consacrati. Da considerare, inoltre, che per lungo tempo il messo per l’accordo con Pechino fu il cardinale Theodore McCarrick, forse la più potente figura cattolica degli USA, noto per lo scandalo relativo non solo ai suoi appetiti omofili (anche con ragazzini) ma alla struttura che vi aveva costruito intorno. McCarrick quando andava in Cina a trattare per la normalizzazione dei rapporti tra Repubblica Popolare e Santa Sede, dormiva in un seminario della Chiesa Patriottica Cinese….

 

Mentre continuano i cattolici desaparecidos, le delazioni sono incoraggiate e pagate apertamente, il lavaggio del cervello investe quantità di sacerdoti, le suore sono perseguitate e le demolizioni di chiese ed istituti religiosi continua senza requie, il Vaticano invita due vescovi patriottici al Sinodo, e Pechino, come ringraziamento, «ordina» nuovi vescovi senza l’approvazione di Roma – mentre i veri sacerdoti vengono torturati dal governo del Dragone.

 

Il controverso miliardario cinese Guo Wengui, ora rifugiato negli USA, sostiene che il Vaticano sarebbe corrotto con «1,6 miliardi di dollari l’anno per  fermare le critiche alla politica religiosa di Pechino».

 

Il disastro del gesuita sul trono di Pietro va così. Come abbiamo già detto varie volte: prepariamoci ad ondate di sangue di martiri, che il pontefice attuale non riconosce come semen christianorum.

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Cina

La Cina si prepara alla guerra dell’informazione creando un nuovo ramo della Difesa

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Il presidente cinese Xi Jinping ha presentato la nuova bandiera unitaria alla Forza di supporto informativo dell’Esercito Popolare di Liberazione (EPL) il 19 aprile.   Xi ha affermato che l’istituzione della forza di supporto informativo è una decisione importante presa dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC) e dalla Commissione Militare Centrale (CMC), alla luce della necessità generale della Cina di costruire un forte esercito.   Xi ha sottolineato che la Forza di supporto informativo è un nuovo ramo strategico dell’esercito e un pilastro chiave nel coordinamento della costruzione e dell’applicazione del sistema informativo di rete, svolgendo un ruolo cruciale nel promuovere lo sviluppo di alta qualità e la competitività dell’esercito cinese nella guerra moderna.

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Il presidente cinese ha ordinato alle forze armate di obbedire risolutamente al comando del Partito e di assicurarsi che rimanessero assolutamente leali, pure e affidabili.   «È necessario sostenere vigorosamente le operazioni, persistere nel dominio dell’informazione e nella vittoria congiunta, sbloccare i collegamenti informativi, integrare le risorse informative, rafforzare la protezione delle informazioni, integrarsi profondamente nel sistema operativo congiunto dell’intero esercito, implementare in modo accurato ed efficiente il supporto informativo e servire e sostenere le lotte militari in tutte le direzioni e in tutti i campi», ha affermato il presidente lo Xi.   «È necessario accelerare l’innovazione e lo sviluppo, aderire alla trazione fondamentale delle esigenze operative, rafforzare il coordinamento del sistema, promuovere la costruzione e la condivisione congiunta, rafforzare l’innovazione scientifica e tecnologica, costruire un sistema informativo di rete che soddisfi i requisiti della guerra moderna e abbia le caratteristiche del nostro esercito e promuovere l’accelerazione della capacità di combattimento del sistema con alta qualità».   Nell’annuncio ufficiale, l’EPL ha annunciato che ora ci sono «quattro servizi, vale a dire l’Esercito, la Marina, l’Aeronautica Militare e la Forza Missilistica, e quattro armi, tra cui la Forza Aerospaziale, la Forza Ciberspaziale, la Forza di Supporto alle Informazioni e la Forza Forza di supporto logistico congiunto».     «Istituire la Forza di supporto informativo attraverso la ristrutturazione è una decisione importante presa dal Comitato Centrale del PCC e dalla Commissione Militare Centrale» scrive il comunicato. «Ciò ha un significato profondo e di vasta portata per la modernizzazione della difesa nazionale e delle forze armate e per l’effettivo adempimento delle missioni e dei compiti dell’esercito popolare nella nuova era. La Forza di supporto informativo è un nuovissimo braccio strategico del PLA»   Secondo il sito dell’aviazione americana Air University, si tratta di una riforma significativa, e la più grande dal ciclo di riforme del 2015-2016 che istituì innanzitutto la Forza di supporto strategico. «È importante notare che l’EPL aderisce a un ordine di protocollo abbastanza rigido negli annunci formali, quindi sembra che le Forze Aerospaziali (ASF), che comanda le forze spaziali dell’EPL, sia ora la forza con maggiore anzianità».   «Le Forze Aerospaziali era in passato il Dipartimento aerospaziale della Forza di supporto strategico. Il prossimo in ordine sarebbe le Forze Ciberspazial, che in precedenza era il Dipartimento dei sistemi di rete».   La neonata Forza di supporto informativo «sembra essere la base per le comunicazioni dell’informazione, responsabile delle reti di comunicazione e della difesa della rete dell’EPL (…)che tutte queste forze saranno organizzazioni di grado vice leader del comando del teatro, che è solo un gradino sotto i quattro servizi e i cinque comandi di teatro».   Rafforzando ulteriormente l’importanza della nuova forza, il Ministero della Difesa Nazionale ha sottolineato: «Secondo la decisione della Commissione Militare Centrale, la nuova forza di supporto informativo sarà comandata direttamente dalla Commissione Militare Centrale».

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«I cinesi vedono il “dominio dell’informazione” come un dominio di guerra a sé stante; uguale ai domini fisici di Aria, Terra, Mare e Spazio» continua nella sua analisi il sito militare americano. «In effetti, l’EPL del PCC parla di condurre operazioni in questi domini fisici per supportare le operazioni nel dominio dell’informazione».   «In termini militari, il dominio dell’informazione sarebbe il dominio “supportato”, vale a dire, il fulcro degli sforzi. Questo è diverso dalla visione tipica degli Stati Uniti e dei nostri alleati nel mondo. Il fatto che Xi Jinping abbia partecipato personalmente alla cerimonia e abbia consegnato la nuova bandiera ufficiale delle Forze informative sottolinea quanto sia importante il dominio dell’informazione per lui, per il PCC e per il suo Esercito Popolare di Liberazione».   Non perdendo l’occasione di enfatizzare il ruolo guida del PCC, durante la cerimonia è stato inoltre osservato: «dobbiamo ascoltare risolutamente il comando del Partito, attuare pienamente i principi fondamentali e i sistemi di leadership assoluta del Partito sull’esercito, rafforzare globalmente la costruzione del Partito nell’esercito, rafforzare ideali e convinzioni, applicare rigorosamente la disciplina e le regole, promuovere buoni stili di lavoro e garantire l’assoluta lealtà, purezza e affidabilità dei militari».   Per quanto riguarda la leadership della nuova organizzazione. La cerimonia ha annunciato che il tenente generale Bi Yi sarà il nuovo comandante delle Forza informativa. Il tenente generale Bi era in precedenza il vice comandante delle SSF. Il Generale Li Wei è stato nominato Commissario Politico (PC), era stato il PC della Forza di Supporto Strategico dell’Esercito Popolare di Liberazione. Da notare che si vociferava che l’ex generale della Forza di supporto strategico Ju Qiansheng fosse indagato per corruzione ed era assente alla cerimonia della nuova Forza.

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Cina

TongTong, la «ragazzina» creata con l’Intelligenza Artificiale per la Cina senza figli

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Sviluppata dal Beijing Institute for General Artificial Intelligence, ha un «sistema mentale e di valori di una bambina di 3 o 4 anni» ma è in grado di «crescere» in fretta con l’esperienza. Farà il suo debutto tra qualche giorno allo Zhongguancun Forum, ma nelle sue descrizioni si sottolineano già gli aspetti relazionali. E la prospettiva di un utilizzo nella cura degli anziani, problema sempre più evidente per la Cina di domani.

 

Scarpette rosse, pantaloni rosa e una maglietta bianca. Con il suo cerchietto in testa, è in grado di interagire individualmente con il suo «papà» e la sua «mamma», comprendendo le loro intenzioni e partecipando a compiti come aiutarli a pulire il pavimento, lavare uno straccio sporco e accendere la TV. Si presenterà così TongTong («ragazzina»), il prototipo cinese di una bambina robot realizzata con l’intelligenza artificiale dal Beijing Institute for General Artificial Intelligence (BIGAI).

 

Annunciata già qualche mese fa, farà ufficialmente il suo debutto in pubblico il 27 aprile all’edizione 2024 dello Zhongguancun Forum, il più importante evento annuale cinese sulle nuove tecnologie, che si tiene a Pechino la prossima settimana. Ma il quotidiano filo-governativo in lingua inglese Global Times ha già avuto modo di «incontrarla» offrendone in questi giorni un’accurata descrizione.

 

TongTong è guidata da due sistemi cognitivi: il sistema U (capacità) e il sistema V (valore). Questo le permette di affrontare i propri compiti in modo unico, a seconda del suo stato attuale, che viene valutato attraverso cinque dimensioni: fame, noia, sete, stanchezza e sonnolenza.

 

«Il suo sistema mentale e di valori oggi è paragonabile a quello di un bambino di 3 o 4 anni. Man mano che si svilupperà e ripeterà le diverse operazioni, però, diventerà più vivido, vivace e reale, proprio come noi umani. Ve ne accorgerete se tornerete alla fine di quest’anno o l’anno prossimo per sperimentarlo di nuovo», ha dichiarato al Global Times Zhu Song-Chun, direttore del Beijing Institute for General Artificial Intelligence. Una volta stabilito il quadro di base, la capacità di apprendimento di TongTong accelererà e le serviranno probabilmente due o tre anni per passare dall’età di 3 anni a quella di 18, piuttosto che 15, ha aggiunto ancora Zhu.

 

L’obiettivo del BIGAI è far sì che TongTong sia in grado di completare compiti come l’assistenza agli esseri umani nel versare tè e acqua e offrire una calda compagnia nelle case, oltre a poter essere impiegata in molteplici scenari personalizzati come le case di cura. L’istituto ipotizza addirittura di creare una «famiglia» di TongTong, che comprenda nonni, fratelli minori e amici dell’asilo.

 

Al di là delle discussioni anche etiche che è destinata a suscitare per le sue caratteristiche «umane» – tutte da verificare – nella descrizione che ne offre il Global Times colpisce l’insistenza sulle caratteristiche legate alle dimensioni delle relazioni personali e della cura.

 

Si intuisce il desiderio di andare a colpire un nervo scoperto della società cinese, dove i figli – ormai pochi e non solo per gli effetti disastrosi dei decenni della miope politica del figlio unico – già oggi sono sempre più in difficoltà nel farsi carico dei genitori anziani.

 

La sottolineatura sulle strabilianti capacità di TongTong anche nel coinvolgimento emotivo, dunque, sembrano quasi voler offrire una via tecnologica per rimuovere un problema sociale sempre più serio. Mentre i giovani cinesi, sempre più disillusi, non paiono avere alcuna intenzione di ascoltare gli inviti pressanti del Partito ad invertire la rotta, tornando a fare figli.

 

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