Gender
Castità e unioni omosessuali: il cardinale di Bologna e il sinodo tedesco
Renovatio 21 pubblica questo articolo di FSSPX.news. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Al momento del sinodo sulla famiglia che portò ad Amoris laetitia, la comunione ai divorziati risposati, con o senza cammino penitenziale, era già realtà diffusa da decenni in una grande maggioranza di parrocchie e diocesi nel mondo. Mentre ci scandalizziamo del sinodo tedesco e delle sue proposte di rivoluzione morale, nei fatti «l’esperienza ecclesiale» è già oltre il dibattito.
Si sa che nel sistema modernista l’autorità interviene tardivamente a mettere un timbro a ciò che l’esperienza comune, la vita ecclesiale, la dialettica interna delle parti, ha già da tempo reso patrimonio comune della comunità dei credenti. Per coloro che non sono d’accordo, ci sarà un tempo di tolleranza fino alla tappa successiva.
La castità prima del matrimonio: scelta coraggiosa o comandamento?
Certo, il Dicastero per i laici e la famiglia ha emesso un documento di «itinerari» per la preparazione al matrimonio (con prefazione di papa Francesco) dove la castità viene definita una scelta che la Chiesa deve avere il coraggio di proporre ai fidanzati. Non un comandamento, ovviamente, ma una possibilità che va proposta con coraggio.
Non si può dire che le autorità romane brillino per fiducia nella potenza della grazia. Ormai si dà per scontato che alcuni discorsi morali debbano rimanere degli ideali che alcuni possono scegliere di seguire, ma per la massa si devono trovare altre strade. Esattamente il discorso che sta alla base di Amoris laetitia. In un certo senso, i comandamenti sono diventati dei consigli evangelici di perfezione.
Nuove vie «umanamente percorribili»
Un discorso molto simile fu fatto da Ratzinger nel suo libro Luce del mondo (LEV 2010), sul discorso della contraccezione all’interno del matrimonio: «Le prospettive di Humanae Vitae restano valide, ma un’altra cosa è trovare vie umanamente percorribili. Credo ci saranno sempre delle minoranze intimamente persuase della giustezza di quelle prospettive, e che, vivendole, ne rimarranno pienamente appagate così da diventare per altri affascinante modello da seguire».
Dunque, rifiuto della contraccezione e castità prima del matrimonio ci vengono presentate come dei modelli, che qualcuno può vivere con appagamento, ma non come «vie umanamente percorribili». In fondo in materia morale il sinodo tedesco non fa discorsi molto diversi.
E del resto, a quanto pare, nella diocesi del Cardinal Zuppi, novello presidente della CEI, membro eminente della Sant’Egidio e candidato al pontificato, si stanno sperimentando percorsi percorribili proprio da tutti.
Il caso di Bologna: messa di ringraziamento per un’unione gay
Lo scorso 11 giugno, nel paese di Budrio, presso Bologna, una coppia di omosessuali è andata a «unirsi civilmente» in comune. Poi, essendo i due appartenenti ad un gruppo pastorale di «gay cattolici» chiamato proprio «In cammino», sono andati in chiesa a celebrare una «messa di ringraziamento», presieduta dal direttore dell’Ufficio diocesano per la famiglia, con il loro gruppo, presenti e concelebranti numerosi altri sacerdoti.
Non serve qui esaminare la gravità estrema di questo atto, che ringrazia Dio del male e causa l’evidente scandalo di approvare l’unione civile di due persone che hanno deciso di vivere pubblicamente in modo peccaminoso (evidentemente non erano degni del coraggio della proposta della scelta della «castità»).
La benedizione di Zuppi
Va però sottolineato come, di fronte a un’ovvia reazione di molti ambienti cattolici, la Curia di Bologna abbia preso attivamente la difesa della cerimonia in questione, inventando una serie di speciose distinzioni: la messa non era in ringraziamento per la coppia appena «sposata», ma per il dono della fede che tutta quella comunità gay condivide; inoltre, la messa di ringraziamento non sarebbe certo una «benedizione» della coppia, proibita dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
La distinzione della curia poi sull’accompagnare anche gli individui con «tendenze omosessuali», appare ridicola in presenza dello scandalo di un’unione civile tra due persone che si presentano come una coppia di amanti.
Distinzioni farisaiche a parte, tutte inventate dopo i fatti (mentre il parroco locale aveva semplicemente detto che «una benedizione non si nega a nessuno!»), foto (…) mostrano come i due siano entrati in chiesa in corteo, circondati da parenti in ghingheri, con fotografi e fiori, e siano stati ricevuti dal clero e accomodati in un banco riservato. Dopo la comunione, i due hanno ricevuto un «grembiule» in dono dal celebrante per ringraziarli del loro impegno nel gruppo.
La dialettica modernista colpisce ancora: la Congregazione della Dottrina della Fede proibisce con un documento la benedizione di unioni gay (marzo 2021), riproponendo un «bell’ideale». Il sinodo tedesco però ne discute liberamente.
Nel frattempo i gruppi «profetici» mettono già tutto in atto nell’esperienza concreta della vita ecclesiale, sempre difesi e benedetti dall’autorità. Un copione già visto molte volte, da combattere alla radice (il modernismo) e non solo nei suoi epifenomeni momentaneamente più «estremi».
Immagine di Francesco Pierantoni via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Gender
La prima donna primo ministro del Giappone si oppone al «matrimonio» omosessuale
La nuova prima ministra giapponese, Sanae Takaichi, prima donna a ricoprire questa carica, si oppone al «matrimonio» omosessuale.
Takaichi, insediatasi martedì, ha espresso durante un dibattito elettorale dello scorso mese la sua contrarietà al «matrimonio» omosessuale, pur definendo «giusta» una relazione omosessuale, secondo il sito di informazione LGBT Them.
Nel 2023, durante una riunione della commissione bilancio del governo, ha descritto la legalizzazione del «matrimonio» omosessuale come una «questione estremamente complessa», citando un articolo della costituzione giapponese che definisce il matrimonio come basato sul «consenso reciproco di entrambi i sessi».
Le posizioni di Takaichi sul «matrimonio» omosessuale, non legale in Giappone, sono in contrasto con l’opinione pubblica del Paese, prevalentemente laica. Un sondaggio Pew del 2023 ha rilevato che circa il 70% dei giapponesi sostiene il «matrimonio» omosessuale, il tasso di approvazione più alto tra i Paesi asiatici analizzati.
Diverse città e località giapponesi emettono «certificati di unione» per le coppie omosessuali. Ad esempio, nel 2015 il distretto di Shibuya a Tokyo ha approvato una normativa che riconosce le coppie omosessuali «come partner equivalenti a quelli sposati per legge».
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Inoltre, l’anno scorso un’Alta corte giapponese ha stabilito che il divieto del codice civile sul «matrimonio» omosessuale viola il principio costituzionale contro la discriminazione basata su «razza, credo, sesso, status sociale o origine familiare». Tuttavia, le Alte corti giapponesi non possono abrogare il divieto, rendendo la sentenza simbolica.
Paradossalmente, nonostante sia la prima donna a capo del governo giapponese, l’amministrazione di Takaichi è stata criticata dalla sinistra come un ostacolo per la «parità di genere» e i «diritti delle minoranze sessuali». L’emittente pubblica americana PBS News l’ha definita «non femminista».
Takaichi sostiene la successione esclusivamente maschile della famiglia imperiale, che ha un ruolo cerimoniale, e si oppone alla possibilità per le coppie sposate di mantenere cognomi separati, sostenendo che ciò potrebbe «minare la struttura sociale basata sulle unità familiari». Tuttavia, non insiste sul fatto che la donna debba adottare il cognome del marito. Curiosamente, il marito di Takaichi, il politico LDP Taku Yamamoto, ha preso il suo cognome quando si sono risposati, per cui ora legalmente si chiama Taky Takaichi
«La nascita della prima donna primo ministro giapponese è storica, ma (Takaichi) rappresenta un’ombra per la parità di genere e i diritti delle minoranze sessuali», ha dichiarato a PBS Soshi Matsuoka, attivista LGBT. «Le opinioni di Takaichi su genere e sessualità sono estremamente conservatrici e potrebbero costituire un grave ostacolo per i diritti, in particolare per le minoranze sessuali».
Il Giappone resta uno dei pochi Paesi sviluppati, insieme a Paesi come Corea del Sud e Repubblica Ceca, a non aver legalizzato il «matrimonio» omosessuale.
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Immagine di 内閣広報室|Cabinet Public Affairs Office via Wikimedia pubblicata su licenza Attribution 4.0 International
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Il Parlamento austriaco vieta il linguaggio «inclusivo di genere» nelle sue comunicazioni ufficiali
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Il transgenderismo è in declino tra i giovani americani: «una moda in declino»
Un recente rapporto indica un calo nell’identificazione transgender tra i giovani americani, dopo il picco registrato durante l’amministrazione Biden.
Il rapporto, intitolato «The Decline of Trans and Queer Identity among Young Americans», redatto dal professor Eric Kaufmann, analizza i dati di studenti universitari negli Stati Uniti attraverso sette fonti.
I risultati mostrano che l’identificazione transgender è scesa a circa la metà rispetto al massimo raggiunto nel 2023, passando dal 7% al 4%.
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Tra il 2024 e il 2025, meno studenti universitari del primo anno si sono identificati come «trans o queer» rispetto agli studenti dell’ultimo anno, invertendo la tendenza osservata nel 2022-2023.
Anche l’identificazione come «non binario» (né uomo né donna) è diminuita della metà in tre delle cinque fonti di dati dello studio. L’identificazione eterosessuale è in aumento, pur rimanendo inferiore rispetto al 2020, mentre quella gay e lesbica è rimasta stabile.
«Questo suggerisce che la non conformità di genere/sessuale continuerà a diminuire», ha scritto Kaufmann su X, commentando i risultati, definendo l’identità transgender e queer una «moda» ormai in declino.
«Il calo delle persone trans e queer sembra simile allo svanire di una tendenza», ha affermato, sottolineando che tale cambiamento è avvenuto indipendentemente dalle variazioni nelle convinzioni politiche o nell’uso dei social media, ma con un ruolo significativo del miglioramento della salute mentale.
«Gli studenti meno ansiosi e, soprattutto, meno depressi [sono] associati a una minore percentuale di identificazioni trans, queer o bisessuali», ha aggiunto.
Come riportato da Renovatio 21, gennaio, il presidente Trump – che prima di rientrare alla Casa Bianca aveva promesso di fermare la «follia transgender» dal primo giorno della sua presidenza –ha firmato un ordine esecutivo per vietare al governo federale di finanziare o promuovere la transizione di genere nei minori. «Questa pericolosa tendenza sarà una macchia nella storia della nostra nazione e deve finire», ha dichiarato.
Sono seguiti interventi dell’amministrazione Trump contro il reclutamento di trans nell’esercito (nonché la cacciata dei già recluati) e la partecipazione di transessuali maschi alle gare sportive delle donne. «la guerra allo sport femminile è finita» ha dichiarato il presidente americano.
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Secondo il Williams Institute, il 76% delle persone transgender (circa 2,8 milioni) ha meno di 35 anni, di cui il 25% (724.000) è tra i 13 e i 17 anni. Il rapporto evidenzia che la composizione razziale delle persone transgender riflette quella degli Stati Uniti. Circa un terzo si identifica come donna, un terzo come uomo e un terzo come non binario.
Dal 2022, il Williams Institute stima che il numero di persone transgender sia cresciuto da 1,6 milioni a 2,8 milioni, un aumento del 75% in tre anni.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa uno studio dell’ente americano Public Religion Research Institute (PRRI) aveva rivelato che più di un americano su quattro (28%) di età compresa tra 18 e 25 anni, nota come Generazione Z, si è identificato come LGBT.
La «moda» ora può essere finita. Tuttavia, ci chiediamo: quale ne è stato il prezzo?
Quanti ragazzi castrati per sempre? Quante ragazze mutilate dei seni? Quanti adolescenti intossicati di steroidi sintetici? Quante famiglie lacerate e distrutte?
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