Gender
Calciatrice adolescente rischia la sospensione dalle partite per aver riconosciuto che nella squadra avversaria c’era un transessuale

Una calciatrice minorenne rischia una squalifica fino a 12 partite di calcio per aver chiesto a un’avversario transgender: «Sei un uomo?». Lo riporta il quotidiano britannico Telegraph.
La ragazza, 17 anni, potrebbe essere affetta da autismo, dice il giornale, una condizione che, secondo quanto si dice, può rendere difficile l’identificazione dei sessi.
Il Telegraph ha osservato che il caso sta sollevando «importanti interrogativi sul fallimento continuo della Football Association nel bandire i nati maschi dal gioco femminile», e ha riferito che la ragazza adolescente «è rimasta sconvolta dall’essere stata accusata dalla FA della sua contea per un’osservazione fatta durante una partita contro un club trans-inclusive» a settembre. I commenti sono stati fatti durante una partita di pre-stagione a luglio.
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Secondo quanto riportato, la ragazzina avrebbe osato dire «sei un uomo?» e perfino «quello è un uomo» durante la partita.
L’uomo in questione, secondo quanto detto dalla ragazza in documenti visti dal Telegraph Sport, aveva «la barba» e l’adolescente ha detto di aver chiesto all’arbitro anche della sua idoneità a giocare «data la mia preoccupazione per la mia sicurezza dopo aver già subito una serie di sfide fisiche eccessive».
La minore insiste sul fatto che la «transfobia» non aveva nulla a che fare con i suoi commenti e l’arbitro ha affermato di non aver interpretato i suoi commenti come «discriminatori».
Naturalmente, gli attivisti trans considerano transfobico anche solo notare che un uomo che si identifica come trans è, in effetti, un uomo.
Il club quindi avrebbe «presentato una denuncia tramite Kick It Out, l’organismo di controllo antidiscriminazione del calcio inglese, che includeva la testimonianza della giocatrice trans e del capitano della squadra che l’accusavano di transfobia persistente».
Se dichiarata colpevole in un’udienza questo mese, verrà squalificata per sei o 12 partite, motivo per cui lei e sua madre hanno deciso di parlare. L’adolescente, che è stata valutata per l’autismo, ha dichiarato di essere diventata «confusa»:
«Nel momento in cui il giocatore ha chiarito di essere transgender (cosa che in precedenza non avevo preso in considerazione), ho rispettato pienamente la sua risposta, ho lasciato perdere la situazione e ho immediatamente riportato la mia attenzione sulla partita prima di cercare consiglio dall’arbitro. In nessun momento la mia domanda intendeva essere offensiva o maligna, poiché intendevo solo cercare chiarezza in una situazione non familiare. Ora che so che il giocatore era transgender, capisco che c’erano modi migliori per affrontare questa domanda».
«Ho sollevato una preoccupazione sul rischio di gravi lesioni in quanto ragazza di 17 anni che gioca contro un maschio biologico molto più grosso di me e un giocatore molto fisico, il che era probabilmente un problema di sicurezza poiché non volevo infortunarmi pericolosamente poco prima dell’inizio della nuova stagione. Nonostante ciò, ho chiarito che se il giocatore avesse soddisfatto i criteri di ammissibilità della FA avrei rispettato le regole e accettato il rischio implicito nel continuare a giocare la partita. Il mio responsabile della salvaguardia e l’arbitro erano entrambi presenti a questa conversazione».
La ragazza è stata anche «aggredita durante una pausa dal capitano dell’avversario che le ha detto che non avrebbe dovuto avere problemi a giocare con un avversario transgender». La giovane ha quindi affermato di rispettare «la diversità all’interno della mia squadra, compresi i membri che appartengono alla comunità LGBTQIA+».
Sua madre ha notato che due membri della squadra avversaria sembravano essere «nati maschi», riporta il Telegraph Sport.
La madre della ragazzina ha contattato la Football Association della contea per esprimere ulteriori preoccupazioni. «Entrambe hanno ovviamente superato la pubertà maschile completa, quindi sono più grandi, più veloci, più forti in ogni modo delle ragazze contro cui giocano… Sono solo furiosa, ma sono generalmente furiosa per tutta questa questione».
Finora il club ha solo affermato di essere «a conoscenza dell’incidente», ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Come ha osservato la creatrice di Harry Potter JK Rowling – indomita oppositrice del transgenderismo – su X: «Un altro esempio, e uno particolarmente vergognoso, di una ragazza punita per aver riconosciuto e nominato il sesso di un uomo».
Yet another example, and a particularly disgraceful one, of a girl being punished for recognising and naming the sex of a man. https://t.co/9SOz8z3VFi
— J.K. Rowling (@jk_rowling) October 18, 2024
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Come riportato da Renovatio 21, non sempre il trans-calcio dà risultati incoraggianti.
Come riportato da Renovatio 21, nel corso dell’anno è emersa la vicenda di una squadra di calcio «femminile» LGBTQ+ composta da cinque giocatori transgender che ha vinto facilmente un torneo in Australia dopo che altre squadre erano state avvertite che avrebbero compiuto «discriminazioni» rifiutandosi di giocare, nonostante le accuse che una delle giocatrici trans avesse rotto in due la gamba di un avversaria.
Va anche citato il caso della squadra di calcio transgender catalana (donne biologiche che competono con i maschi) sconfitta per 19-0 nella partita di esordio in campionato.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato all’inizio di questo mese, quasi 900 medaglie olimpiche sono state perse dalle atlete a favore di uomini trans-identificati.
«Secondo le informazioni ricevute, entro il 30 marzo 2024, oltre 600 atlete in più di 400 competizioni hanno perso più di 890 medaglie in 29 sport diversi», afferma il rapporto . «La sostituzione della categoria sportiva femminile con una categoria mista ha portato a un numero crescente di atlete che hanno perso opportunità, tra cui medaglie, quando gareggiavano contro uomini».
Come riportato da Renovatio 21, traumi ad atlete causate da avversari transessuali si sono visti in vari sport, come la pallavolo, l’hockey, la BMX, Ju-jitsu. MMA.
Nel frattempo, i record di ogni possibile disciplina femminile vengono stracciati dai transessuali, ma forse ora si tratta di un dettaglio minore: ora a essere minacciati non sono i risultati sportivi, ma i copri stessi delle atlete.
Polemica e scandalo si sono avuti anche alle tremende Olimpiadi di Parigi, dove i due partecipanti sospettati di essere trans hanno vinto tranquillamente l’oro nella loro categoria di pugilato.
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L’ONU dice all’Ungheria che deve accogliere gli LGBT

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Le multinazionali sponsor abbandonano il Gay Pride di San Francisco

Diversi sponsor di alto profilo hanno ritirato il loro supporto finanziario in vista dell’evento LGBTQ Pride di quest’anno a San Francisco. Lo riporta la testata statunitense Forbes.
Ciò avviene nel bel mezzo di una spinta da parte dell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump a tagliare i finanziamenti federali per i programmi relativi a diversità, equità e inclusione (DEI).
Diverse aziende, tra cui la società di telecomunicazioni statunitense Comcast, Diageo, proprietaria di marchi di alcolici come Guinness e Smirnoff, e Anheuser-Busch, la società proprietaria di Budweiser e Stella Artois, hanno ritirato il loro sostegno finanziario all’evento, ha scritto Forbes venerdì.
Gli organizzatori hanno stanziato 3,2 milioni di dollari per la festa di due giorni di quest’anno, che comprenderà una parata. Ci sono piani per sponsorizzazioni aziendali per coprire circa 2,3 milioni di dollari della somma, ha detto la direttrice esecutiva del San Francisco Pride Suzanne Ford al notiziario SFGATE in un articolo pubblicato all’inizio di questa settimana.
In totale, cinque sponsor hanno addotto la mancanza di fondi e si sono ritirati, con una conseguente perdita complessiva di 300.000 dollari in finanziamenti aziendali, ha dichiarato Ford al canale televisivo KTVU Fox in un’intervista la scorsa settimana.
«Sono molto preoccupata. Ovviamente, c’è pressione da parte del governo federale», ha detto al canale. La politica anti-DEI di Trump ha avuto un ruolo nell’abbandono degli sponsor, ha detto Ford.
Secondo Forbes, in diversi altri eventi del Pride, tra cui quelli di New York, Houston e Washington, è stato segnalato che alcuni dei loro sponsor aziendali hanno ritirato o ridotto il loro sostegno.
«L’attuale clima politico ed economico ha avuto un impatto significativo sui livelli di sponsorizzazione da parte delle aziende», ha dichiarato il consiglio di amministrazione dell’Houston Pride a Forbes.
Sin dal suo insediamento a gennaio, Trump ha tagliato una serie di programmi, contratti e sovvenzioni relativi alle politiche DEI, sostenendo che sono uno spreco e discriminatori.
Diverse aziende sembrano aver ridimensionato il loro sostegno pubblico a LGBTQ l’anno scorso, dopo aver dovuto affrontare boicottaggi da parte dei consumatori.
Nel 2023, Anheuser-Busch ha dovuto affrontare un boicottaggio e vendite in picchiata dopo la sua campagna pubblicitaria Bud Light con il controverso influencer trans Dylan Mulvaney che ha generato una reazione diffusa.
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Come riportato da Renovatio 21, aveva destato scalpore negli ultimi anni la presenza alle varie sfilate Gay Pride di industrie militari statunitensi, come il produttore dei sistemi per bombe a grappolo Raytheon.
Al Gay Pride di Monaco di Baviera di due anni fa un cantante ucraino lanciò slogan dei banderisti, i collaborazionisti di Hitler ucraini durante la Seconda Guerra Mondiale, ora sul campo nei vari battaglioni combattenti di Kiev.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato l’allora segretario Jens Stoltenberg promise che la NATO avrebbe difeso «i diritti LGBT».
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Immagine di InSapphoWeTrust via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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Polonia, vittima della pandemia woke

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