Gender
Gruppo femminile simula l’ordinazione cattolica di 4 donne e 2 uomini trans

In aperta protesta contro la legge della Chiesa cattolica, giovedì scorso l’«Associazione delle donne sacerdote cattoliche romane» ha celebrato una cerimonia di «ordinazione» di donne e individui «transgender» al sacerdozio e al diaconato. Lo riporta LifeSiteNews.
In una cerimonia a bordo di una barca sul fiume Tevere, la «vescova» Bridget Mary Meehan ha presieduto una cerimonia di «ordinazione» per i membri della «Associazione delle donne sacerdotesse cattoliche romane» (ARCWP). Gli ordinandi comprendevano tre donne per il «sacerdozio» e tre individui per il diaconato: una donna e due uomini che si identificano come donne.
Loan Rocher, 68 anni, uno dei trans che si sono presentati per il diaconato, ha attestato che la Chiesa “ripete lo stesso messaggio da 2.000 anni: le donne sono inferiori, subordinate, invisibili». «Va bene. Abbiamo aspettato abbastanza, quindi lo faccio ora», ha affermato Rocher, che indossava una stola arcobaleno sopra un camice bianco.
ROME: 6 women & trans individuals were “ordained” as priests & deacons by a female ‘bishop’ in Rome, Oct 17.
They called for change in Church teaching on ordination & add they “reject” the automatic excommunication they incur. @LifeSite report: https://t.co/OaI1UIWBum. pic.twitter.com/ZwucdtYqJ5
— Michael Haynes 🇻🇦 (@MLJHaynes) October 18, 2024
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Un’altra «donna transgender» può essere vista nelle foto di gruppo fornite dall’ARCWP, con le ordinande provenienti da Stati Uniti, Spagna e Francia.
Meehan, che è una «vescova» residente in Florida, ha presieduto la cerimonia. Secondo i resoconti della stampa, è durata circa due ore, si è tenuta in tre lingue e assomigliava molto a una normale messa con letture della Scrittura e Santa Comunione.
Gli ordinandi hanno anche seguito la consueta procedura di ordinazione sdraiandosi prostrati sul pavimento della barca, alcuni su bandiere arcobaleno LGBT, prima che si tenesse una cerimonia di imposizione delle mani durante la quale tutti i presenti si sono alternati nell’imporre le mani sugli ordinandi.
Sembra che in questo modo siano stati simulati due sacramenti cattolici: l’ordinazione e la Santa Eucaristia.
Il canone 1379 del Diritto Canonico della Chiesa stabilisce la pena della scomunica latae sententiae per coloro che simulano i sacramenti.
La presenza a bordo della barca era strettamente limitata agli ospiti autorizzati e al personale dei media. Secondo la stampa ammessa a bordo, la Meehan ha detto all’assemblea che «per 22 anni abbiamo lavorato duramente per creare una chiesa più inclusiva e amorevole in cui LGBTQ, divorziati e risposati, tutti, sono benvenuti al tavolo. Nessuno è escluso».
«Siamo pronti», ha detto tra un grande applauso, invitando la Chiesa cattolica ad approvare l’ordinazione delle donne.
Rilasciando una dichiarazione sulla cerimonia, la Meehan ha invitato Papa Francesco «ad avviare una “conversazione nello Spirito” e a rimuovere tutte le barriere che scomunicano coloro che rispondono alla chiamata dello Spirito all’ordinazione».
L’evento è l’ultimo di una serie di «ordinazioni» del RCWP iniziate sul fiume Danubio nel 2002.
Il RCWP sostiene che le loro cerimonie vengono svolte «in successione apostolica», poiché le prime «vescove» del gruppo «sono state ordinate da un vescovo cattolico romano maschio in successione apostolica e in comunione con il papa».
Il vescovo che celebrò la cerimonia del 2002 fu Rómulo Antonio Braschi, un vescovo che entrò in scissione negli anni Settanta, etichettato come episcopus vagans (cioè persona consacrata, in modo «clandestino o irregolare», come vescovo al di fuori delle strutture e del diritto canonico delle chiese stabilite) nei primi anni 2000.
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Prima della cerimonia del 2002, i vescovi locali, le conferenze episcopali e il Vaticano avevano rivolto una serie di avvertimenti alla RCWP e a Braschi, sottolineando la pena della scomunica se avessero continuato.
Dopo la cerimonia del 2002, il Vaticano dichiarò ufficialmente la scomunica di tutti i soggetti coinvolti con un decreto della Congregazione per la Dottrina della Fede firmato dall’allora cardinale Joseph Ratzinger e dal cardinale Tarcisio Bertone.
Finora non c’è stata alcuna condanna ufficiale da parte del Vaticano in merito alla cerimonia di giovedì, ma poiché la censura ufficiale del gruppo è ancora in vigore e il diritto canonico prevede ancora la scomunica automatica per la simulazione di un sacramento, non ci si aspetta alcuna ulteriore dichiarazione da parte del Vaticano.
L’ARCWP afferma che il suo obiettivo è di «raggiungere la piena uguaglianza per tutti all’interno della Chiesa come questione di giustizia e fedeltà al Vangelo» chiedendo «un nuovo modello di ministero sacerdotale inclusivo nella Chiesa», affermando che «si trovano nella tradizione profetica della santa obbedienza allo Spirito che chiama tutte le persone al discepolato».
«Stiamo disobbedendo a un diritto canonico ingiusto e creato dall’uomo che discrimina le donne», sostengono.
La Chiesa cattolica insegna infallibilmente che è impossibile ordinare le donne a uno qualsiasi degli ordini sacri. Nella sua lettera apostolica del 1994 Ordinatio Sacerdotalis, Giovanni Paolo II scriveva «la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa».
Nel 2018, l’allora prefetto della CDF, il cardinale Luis Ladaria Ferrer, SJ, aveva difeso l’insegnamento di Ordinatio Sacerdotalis come portatore del marchio di «infallibilità», con Giovanni Paolo II che aveva «confermato formalmente e ha reso esplicito, al fine di togliere ogni dubbio, ciò che il Magistero ordinario e universale ha considerato lungo tutta la storia della Chiesa come appartenente al deposito della fede».
Il gruppo coinvolto nella cerimonia di giovedì ha respinto la pena di scomunica, mentre Meehan ha affermato che tale pena sarebbe ingiusta.
La descrizione ufficiale dell’ARCWP aggiunge inoltre che il gruppo nel suo insieme non riconosce l’ufficio o le funzioni penali della Chiesa cattolica:
«Rifiutiamo la scomunica. Nessuna punizione può separarci da Cristo o annullare il nostro battesimo. Nessuna autorità ecclesiastica può separarci da Dio. Questa è la nostra chiesa e non la abbandoneremo».
Come scritto da Renovatio 21, più che tramite le «diaconesse» e le donne prete – ipotesi squalificata dallo stesso prefetto Dicastero per la dottrina della fede cardinale Victor Manuel «Tucho» Fernandez due settimane fa – è da ritenersi che il Vaticano bergogliano voglia scardinare la sessualità naturale e la gerarchia attraverso la promozione sempre più aperta del transessualismo.
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Immagine screenshot da YouTube
Gender
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Bizzarria
Consigliere comunale «transdonna bisessuale» rimosso dopo la scoperta del suo account OnlyFans

Il Consiglio comunale della città di Lynwood, nello Stato americano di Washington, potrebbe revocare il seggio del consigliere comunale Jessica Roberts dopo la scoperta che Roberts operava un account OnlyFans, piattaforma nota per consentire agli utenti «creatori» la distribuzione di materiale autopornografico.
Secondo quanto riportato, l’account descriveva il consigliere come «bisexual transwoman», cioè «donna trans bisessuale», che significa, ipotizziamo, un uomo che si pone come una donna ma che è orientato verso ambo i sessi. L’account ora sarebbe stato cancellato.
Il consigliere Derica Escamilla, che ha votato per Roberts, ha affermato: «non ne eravamo assolutamente a conoscenza», mettendo in discussione il processo di nomina «alla cieca». Il consigliere Patrick Decker ha aggiunto: «certamente non avevo idea delle opinioni di Jessica e non ritengo che tali opinioni e attività siano in linea con la gravità e la serietà del servizio alla gente di Lynnwood».
Secondo il sito di informazione My Northwest il consiglio comunale di Lynnwood si riunirà il 13 marzo per decidere se revocare la nomina di Roberts dopo le rivelazioni sulla sua vita personale.
Roberts ha difeso la sua posizione, affermando: «Ciò non avrebbe avuto alcun impatto sulla mia capacità di svolgere il lavoro per cui ero stata nominata o sulla mia capacità di servire i miei colleghi residenti».
Roberts ha detto al Lynnwood Times di aver creato l’account OnlyFans per sicurezza e «un po’ di soldi extra», ma di averlo disattivato per evitare di sprecare «i soldi dei contribuenti o il tempo del Consiglio».
Il rapporto della politica americana con la pornografia si fa sempre più cospicuo. La candidata democrat della Virginia Susanna Gibson fu accusata di aver videotrasmesso in rete i rapporti sessuali tra lei e il marito. Il Washington Post, che aveva fatto emergere il caso, riferiva che la Gibson aveva trasmesso in streaming atti sessuali con il marito su una piattaforma chiamata Chaturbate e ha incoraggiato gli spettatori a pagare «mance» per richieste specifiche. Gibson ha affermato che le mance o «gettoni» erano nominali e che non ha mai guadagnato soldi dalla piattaforma, scrive ABC News.
In un’intervista con l’agenzia Associated Press, la Gibson ha detto che non si vergognava dei video originali trasmessi in streaming su Chaturbate. Ha detto che è stata una decisione presa «nel contesto del mio amorevole matrimonio». Dopo l’immenso scandalo, la candidata non si ritirò dalla corsa elettorale e – dato davvero interessante – perse di appena 1000 voti. Le battute si sprecarono: i democratici, un tempo, dicevano per difendere gli LGBT che la politica doveva stare lontana dalle camere da letto…
Nella bizzarria a questo Renovatio 21 ricorda, al di fuori della sfera dell’erotico, anche il fenomeno, molto democratico ed americano, dei candidati alle elezioni morti che vengono pure eletti.
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Immagine di SounderBruce via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Gender
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