Connettiti con Renovato 21

Economia

Blackout in Sudafrica

Pubblicato

il

Il Sud Africa ha dichiarato lo stato di disastro a causa della crisi energetica.

 

La crisi è divenuta incontrovertibile quando la Eskom – che non è solo il più grande produttore di elettricità in Sudafrica ma in tutta l’Africa, ed è tra le prime utilities al mondo per capacità di generazione e fatturato – e che quest’anno è stata costretta a mettere in atto blackout ogni giorno poiché le centrali elettriche a carbone vecchie e difettose si guastano di frequente, causando in questi tempi un livello senza precedenti di interruzioni di corrente, ha comunicato lo scorso martedì dal portavoce dell’azienda.

 

La società ha tagliato 7.045 gigawatt dalla rete attraverso la riduzione del carico in modo da evitare che la rete collassi completamente, ha dichiarato Sikonathi Mantshantsha in un post su Twitter.

 

 

Secondo i calcoli della testata economica americana Bloomberg, «in termini pratici, significa che le famiglie perdono elettricità 3 volte al giorno, ogni volta per circa 3 ore» – cioè un totale di 9 ore senza elettricità ogni giorno.

 

Come scrive Zerohedge, Il razionamento elettrico da record è un duro colpo per quella che è l’economia più industrializzata dell’Africa, già danneggiata dall’impatto del mondo-COVID.

 

In linea con quanto succede in nazioni limitrofe e teoricamente meno sviluppate come lo Zambia, la Eskom ha sottoposto il Paese a interruzioni di corrente ogni giorno quest’anno. La South African Reserve Bank stima che le interruzioni siano costate alla nazione fino a 899 milioni di rand, o 49 milioni di dollari, ogni giorno.

La Eskom, che fornisce la maggior parte dell’energia elettrica del Sud Africa da centrali a carbone, ha implementato blackout continui dal 2008 perché non è in grado di soddisfare la domanda. È disponibile meno della metà della capacità di generazione dell’utility, anche due centrali a carbone di nuova costruzione si sono dimostrate inaffidabili e altre unità di generazione difettose hanno dovuto essere messe fuori servizio per riparazioni.

 

Il governo di Pretoria ha quindi dichiarato lo stato di calamità a causa della crisi energetica. La Eskom afferma che il Paese ha bisogno di ulteriori 4.000-6.000 megawatt di capacità di generazione per garantire un approvvigionamento energetico sicuro.

Come riportato da Renovatio 21, l’amministratore delegato uscente della Eskom,  André de Ruyter, ha dichiarato alla polizia del Paese di essere sopravvissuto a un presunto tentativo di assassinio tramite avvelenamento da cianuro alla fine del 2022.

 

Notiamo che nei mesi scorsi diversi strani casi di sabotaggio di infrastrutture elettriche si sono registrati negli USA.

 

Al contempo, dalla Svezia allo Sri Lanka, dall’Australia al Giappone, dal Texas alla Kazakistan, dal Pakistan alla Turchia, dalla Francia alla Cina, dalla Svizzera a Porto Ricoinclusa ovviamente l’Italia – non c’è Stato del pianeta che non abbia subito un allarme blackout nel 2022 vi si stia preparando anche con programmi drastici: in Germania stanno pensando a un green pass energetico così come a pazzesche consegne di contante nelle case della gente in caso di interruzione totale dell’elettricità.

 

È stato affermato che un miliardo di persone sono a rischio di assenza di elettricità.

 

Una situazione ammessa, e forse auspicata, anche nella Davos del Grande Reset dal gruppo estremista chiamato World Economic Forum.

 

 

 

 

 

Immagine di Gerhard Roux via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International3.0 Unported2.5 Generic2.0 Generic1.0 Generic

 

 

 

 

Continua a leggere

Economia

La Norvegia ha guadagnato 31 miliardi di dollari dal conflitto in Ucraina

Pubblicato

il

Da

La Norvegia ha registrato entrate record da petrolio e gas lo scorso anno dopo che il conflitto in Ucraina ha fatto lievitare i prezzi dell’energia, ha riferito martedì l’emittente NRK.

 

Secondo il canale, citando l’istituto di ricerca NHH, la Norvegia, Paese ricchissimi di idrocarburi che si trova fuori dalla UE ma dentro la NATO, ha guadagnato 334 miliardi di corone (31,3 miliardi di dollari) nel 2022 in ricavi dalle esportazioni di gas naturale, a fronte di una grave interruzione delle forniture di gasdotto russo.

 

«Riteniamo che il prezzo del carbone e la carenza di offerta russa spieghino la maggior parte delle fluttuazioni del prezzo del gas naturale nel 2022», hanno scritto i ricercatori dell’NHH.

 

Secondo il rapporto, questa cifra rappresentava il 27% dei ricavi delle esportazioni di gas norvegese nel 2022, escluse le forniture al Regno Unito. Ha indicato che il 2022 è stato un anno record in termini di entrate del gas norvegese.

 

«È una cifra follemente alta», ha detto il leader del Partito Verde norvegese, Arild Hermstad, citato da NRK. «È riprovevole che la Norvegia tragga profitto dalla sfortuna altrui. Il governo rende imbarazzante essere norvegese».

Sostieni Renovatio 21

Le entrate eccezionali hanno portato alcuni politici ad accusare la Norvegia di essere un «profittatore di guerra», un’etichetta che Oslo rifiuta. Un anno fa, si era detto, il Paese scandinavo era stato indicato che il Centro Norvegese per la Risoluzione dei Conflitti (NOREF) poteva fungere da canale riservato per i colloqui russo-americani.

 

L’anno passato il giornalista premio Pulitzer Seymour Hersh ha indicato in una base sottomarina in Norvegia uno dei fulcri dei piani piano americano di far saltare il gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2. «A Washington, i pianificatori sapevano di dover andare in Norvegia. “I norvegesi – dice la fonte – odiavano i russi e la marina era piena di marinai e sommozzatori eccellenti, con generazioni di esperienza nell’esplorazione di petrolio e gas in acque profonde altamente redditizie”. Inoltre ci si poteva fidare di loro per mantenere la missione segreta».

 

Va ricordato che l’attuale segretario NATO, il Jens Stoltenberg, è norvegese.

 

Paese confinante con la Russia, il livello di tensione di Oslo può essere testimoniato dai recenti allarmi contro Hvaldimir, un beluga che vive in un fiordo sospettato di essere una spia russa.

 

Oltre che di gas, la Norvegia si è rivelata negli ultimi tempi come un grande esportatore di sperma umano, un fatto che potrebbe suggerire quanto sulla riproduzione artificiale cercata dalle coppiette borghesi (omosessuali o eterosessuali che siano) può spuntare l’ombra dell’eugenetica «nordica» cara ad Adolfo Hitler.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



 

 

Continua a leggere

Economia

Lavrov: gli Stati Uniti utilizzano il dollaro come arma per le guerre commerciali globali

Pubblicato

il

Da

Gli Stati Uniti stanno utilizzando il dollaro per scatenare guerre commerciali in tutto il mondo, mentre anche la cooperazione economica internazionale viene utilizzata come arma, ha detto lunedì il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Lo riporta il sito governativo russo RT.   Gli Stati Uniti e i loro alleati nell’UE stanno utilizzando una vasta gamma di strumenti di «ingegneria geopolitica», che includono, tra le altre cose, «scatenare guerre commerciali ed economiche», ha detto Lavrov al Primakov Readings International Forum.   «Le attività dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, principalmente per la risoluzione delle controversie, sono state bloccate dai Paesi occidentali. Sono stati distrutti i fondamenti giuridici fondamentali delle relazioni economiche mondiali, come la libera concorrenza e l’immunità della proprietà», ha osservato il diplomatico russo.   Lavrov ha continuato affermando che la valuta americana è stata a lungo utilizzata come arma, aggiungendo che le «azioni distruttive» delle nazioni occidentali hanno prodotto l’effetto opposto a quello previsto. Il diplomatico ha sostenuto che le sanzioni guidate dagli Stati Uniti volte a isolare la Russia e paralizzare la sua economia hanno in realtà stimolato il «rafforzamento del multipolarismo negli affari internazionali».   Secondo Lavrov, nel mondo cresce la consapevolezza che «nessuno è immune» di fronte alle «azioni aggressive di Washington e Bruxelles», osservando che non solo la Russia ma molti altri paesi stanno ora riducendo «coerentemente» la loro dipendenza dalle valute occidentali passando ad alternative per gli accordi commerciali con l’estero.   La tendenza globale verso l’utilizzo delle valute nazionali negli scambi commerciali al posto del dollaro statunitense ha iniziato a prendere slancio lo scorso anno dopo che le sanzioni legate all’Ucraina hanno visto la Russia tagliata fuori dal sistema finanziario occidentale e hanno anche visto il congelamento delle sue riserve estere.   Man mano che la multipolarità prende forma, sempre più nazioni stanno lavorando alla creazione di nuovi corridoi di trasporto e catene di approvvigionamento. Nel frattempo, un modello di globalizzazione «ingiusto» e «sbilanciato» è diventato obsoleto, ha affermato Lavrov.   In passato Lavrov aveva parlato dell’inizio di un nuovo sistema finanziario ed economico che emergerà dalla fine della guerra per procura americano in Est Europa.   Come riportato da Renovatio 21, un anno e mezzo fa, agli albori del conflitto ucraino, Lavrov, osservando l’incipiente processo di de-dollarizzazione, arrivò a chiedersi pubblicamente se la diplomazia USA non avesse perso la testa.    

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia  
Continua a leggere

Alimentazione

I prezzi del cacao vicini ai massimi storici

Pubblicato

il

Da

Secondo i dati commerciali, la scorsa settimana i prezzi del cacao sono saliti al livello più alto in quasi mezzo secolo, a causa del calo dell’offerta globale.

 

I futures di New York per l’ingrediente chiave per la produzione del cioccolato sono saliti sopra i 4.200 dollari per tonnellata, il prezzo più alto per la merce dal settembre 1977, superando il picco del 2011 derivante dal divieto di esportazione di cacao di quell’anno da parte della Costa d’Avorio. Quest’anno i prezzi sono saliti alle stelle di circa il 75%.

 

Gli esperti hanno attribuito l’impennata dei prezzi agli scarsi raccolti in Costa d’Avorio e Ghana, che forniscono due terzi delle fave di cacao del mondo, a causa di condizioni meteorologiche estreme e malattie dei raccolti dovute al minore utilizzo di fertilizzanti da parte degli agricoltori. L’inizio del raccolto in entrambe le regioni è già rimasto indietro rispetto al ritmo della scorsa stagione, riferiscono i media, facendo temere un’ulteriore contrazione del mercato già sottofornito.

 

Secondo i dati di Trading Economics, i coltivatori della Costa d’Avorio hanno spedito 348.560 tonnellate di cacao dal 1° ottobre al 12 novembre, una cifra inferiore del 25,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

 

Gli analisti del settore sottolineano inoltre che ulteriori impennate dei prezzi sono probabilmente dovute alla minaccia per l’offerta globale rappresentata dal fenomeno meteorologico El Niño, che si prevede prosciugherà l’Africa occidentale nei prossimi mesi.

Sostieni Renovatio 21

Le carenze di approvvigionamento sono inoltre aggravate da un aumento della domanda globale di fave di cacao, con la lavorazione in Europa, Brasile e Costa d’Avorio in aumento negli ultimi mesi.

 

Secondo l’Organizzazione Internazionale del Cacao (ICCO), il mercato globale si trova ad affrontare un deficit di 116.000 tonnellate di cacao per la stagione di crescita in corso (da ottobre 2022 a settembre 2023).

 

L’albero del cacao, originario della foresta amazzonica, fu addomesticato per la prima volta 5.300 anni fa in Sud America prima di essere introdotto in America Centrale dagli Olmechi. Il cacao veniva consumato dalle culture preispaniche durante cerimonie spirituali e i suoi semi erano una valuta comune in Mesoamerica.

 

L’albero del cacao cresce in una zona geografica limitata e oggi l’Africa occidentale produce quasi l’81% del raccolto mondiale. Le tre principali varietà di pianta del cacao sono Forastero, Criollo e Trinitario, di cui Forastero è la più utilizzata.

 

Nel 2020, la produzione globale di fave di cacao ha raggiunto i 5,8 milioni di tonnellate, con la Costa d’Avorio in testa con il 38% del totale, seguita da Ghana e Indonesia. Le fave di cacao, il burro di cacao e il cacao in polvere vengono negoziati sui mercati dei futures, con Londra che si concentra sul cacao dell’Africa occidentale e New York sul cacao del sud-est asiatico.

 

Il cacao contribuisce in modo significativo ad economie come la Nigeria e la domanda di prodotti a base di cacao continua a crescere costantemente a un ritmo superiore al 3% annuo dal 2008.

 

Per produrre 1 chilogrammo di cioccolato vengono lavorate dalle 300 alle 600 fave di cacao. I chicchi vengono tostati, spezzati e sgusciati, ottenendo pezzi chiamati pennini, che vengono macinati in una pasta densa nota come liquore al cioccolato o pasta di cacao. Il liquore viene trasformato in cioccolato aggiungendo burro di cacao, zucchero e talvolta vaniglia e lecitina.

 

In alternativa, il cacao in polvere e il burro di cacao possono essere separati utilizzando una pressa idraulica o il processo Broma.

 

La tostatura può essere effettuata anche sul chicco intero o sulla punta, influenzando il sapore finale. Il cacao contiene sostanze fitochimiche come flavanoli, procianidine e altri flavonoidi, e il cioccolato e i prodotti a base di cacao ricchi di flavanoli possono avere un leggero effetto di abbassamento della pressione sanguigna. I chicchi contengono anche teobromina e una piccola quantità di caffeina.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



 

Immagine di formulatehealth via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

Continua a leggere

Più popolari