Geopolitica
Assaltata l’ambasciata francese in Niger, che sospende le vendite dell’Uranio. Parigi prepara un blitz?
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2023/08/Niamey-protesta-scaled.jpg)
Ieri nella capitale del Niger, Niamey, migliaia di persone che sostengono colpo di Stato si sono riunite in massa davanti all’ambasciata francese, dopo che Parigi ha annunciato di aver sospeso gli aiuti al Paese africano per il colpo di Stato.
Alcuni manifestanti hanno cercato di entrare nell’edificio, mentre altri hanno rimosso una targa con la scritta «Ambasciata di Francia in Niger», rimpiazzandola con bandiere del Niger e della Russia.
Tra gli slogan, oltre a «abbasso la Francia», sono comparsi anche cori «Viva la Russia» e «Viva Putin».
French embassy in the Niger capital surrounded by supporters of the coup
People chant "Long live Russia", "Long live Putin", "Down with France", "Down with Macron" pic.twitter.com/Jn3eQc3Wmq
— COMBATE |🇵🇷 (@upholdreality) July 30, 2023
🇳🇪🇫🇷 Protesters in Niger set fire to the entrance of the French embassy in Niamey, the capital and largest city of Niger. pic.twitter.com/JyT2rgVARe
— 🅰pocalypsis 🅰pocalypseos 🇷🇺 🇨🇳 🅉 (@apocalypseos) July 31, 2023
Durante la marcia organizzata a sostegno del golpe, le bandiere russe, oltre a quelle nigerine, non sono mancate, con attacchi diretti verso la Francia, l’Ecowas (cioè, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) e l’Unione Africana.
🤔
‼️ UPDATE – Niger: The Russian flag is waved in Niamey, the capital, where the coup seems to have ended. pic.twitter.com/zkO1r3YjKq
— {Matt} $XRPatriot (@matttttt187) July 27, 2023
In the capital of Niger, Niamey, a crowd of protesters rejoice after the expulsion of French structures
People happily wave Russian flags.
Africa is rising against colonisal forces. Biafra must embrace this movement. Follow #IgboRonu now! pic.twitter.com/couF6wLemA
— Igbo Ronu (@igboronu) July 30, 2023
Successivamente, i manifestanti si sono radunati nella piazza di fronte all’Assemblea Nazionale, arrivando da diverse zone della città: «Abbasso la Francia, abbasso Barkhane, non ci interessa l’Ecowas, l’Unione Europea e l’Unione Africana!» ha scandito in chiarezza la protesta.
Drone footage of the 7/30/23 demonstrations in Niamey, Niger in defense of the recent military takeover & in opposition to the French role in the country. pic.twitter.com/CjjG0yJ108
— Eugene Puryear (@EugenePuryear) July 30, 2023
L’operazione Barkhane è una missione in corso avviata il 1° agosto 2014 e guidata dall’esercito francese per contrastare i gruppi islamisti nella regione africana del Sahel attraverso operazioni anti-insurrezionali. La forza francese coinvolta ammonta a circa 3.000 uomini ed ha la sua sede principale a N’Djamena, la capitale del Ciad. Questa operazione è realizzata in collaborazione con quattro paesi, tutti ex colonie francesi situate nella regione del Sahel: Burkina Faso, Ciad, Mauritania e Niger. Insieme, questi paesi sono noti come il «G5 Sahel».
What's Happening in Niger?
Most Americans do not seem to pay attention to Africa much, but Africa, particularly Niger are huge exporters of important materials and play a crucial role in international politics. So what's going on?
– Last week a junta seized power from President… pic.twitter.com/6t0vAd1SS6
— Brian Krassenstein (@krassenstein) August 1, 2023
Il nome «Barkhane» fa riferimento a un tipo di duna a forma di mezzaluna tipica del deserto del Sahara. In passato, il Mali faceva anche parte di questa operazione, ma ha cacciato le forze francesi (incluse le ONG) accusando Parigi di sostenere i terroristi che dice di combattere.
I francesi hanno ancora almeno 1500 soldati nel Paese assegnati a Barkhane. Alcuni di essi sono visti in alcuni video non verificati spuntati in rete in cui sembrano coordinare l’evacuazione dei cittadini francesi.
French Military's Tense Reunion & Departure in Niger 🚨 Witness the gripping moments as soldiers welcome their compatriots before their imminent departure from Niamey International Airport! #FrenchMilitary #Niger
— mansa 🇲🇱 (@mansam00sa) August 1, 2023
Le richieste dei manifestanti includono la richiesta di arrestare coloro che facevano parte del governo precedente, con l’accusa di appropriazione indebita di fondi. Durante la proteste, tutte le strade che portano all’ambasciata di Francia e degli Stati Uniti sono state chiuse. Inoltre, nelle vicinanze dell’ambasciata francese, sono stati utilizzati lacrimogeni per disperdere i manifestanti e tenerli lontani dall’area della missione diplomatica di Parigi.
L’Ecowas ha quindi programmato un vertice in Nigeria per discutere della situazione del colpo di Stato nel Niger. La giunta militare nigerina ha denunciato sabato che durante tale vertice, l’Ecowas intenderebbe approvare un «piano di aggressione contro il Niger», con l’imminente possibilità di un intervento militare a Niamey. La giunta militare ha avvertito l’Ecowas della sua «forte determinazione» a difendere il Paese nel caso in cui un’azione militare venisse intrapresa.
L’ipotesi di un intervento francese è nell’aria, e persino temuto dal governo italiano.
«Un intervento fatto da europei bianchi per andare ad incidere in una cosa interna rischierebbe secondo me di avere effetti deflagranti» ha detto il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ieri in una dichiarazione. «Si cammina sulle uova e ogni atto bisogna valutarlo tre volte per quello che può essere l’effetto. Va bene mantenere i contingenti europei affinché la situazione non deflagri e diventi una guerra sanguinosa, ma è il momento di ragionare: abbiamo ferite nel mondo che nascono da accelerazioni non ragionate. Secondo me la situazione è recuperabile senza interventi troppo duri».
«È un colpo di stato anomalo» ha dichiarato oggi il Crosetto. «Non si capisce se la parte militare abbia aderito per convinzione o solo per evitare una guerra civile». Il ministro della Difesa ha voluto poi sottolineare l’inesistenza di una linea comune dell’UE: «Non mi viene in mente un solo caso di politica internazionale in cui i 27 siano d’accordo. Sul Niger io non so che cosa pensa e cosa farà domani la Francia. Non lo sa la Germania e non lo sanno gli Usa. Non sappiamo come si muovono gli altri Stati, perché non esiste un tavolo di coordinamento».
L’idea dei golpisti nigerini riguardo ad un possibile blitz unilaterale di Parigi potrebbe quindi non essere campata in aria. Il presidente Emmanuel Macron si è limitato ad affermare che il suo governo «non tollererà alcun attacco alla Francia e ai suoi interessi» in Niger, contestando il colpo di Stato da lui definito «perfettamente illegittimo» – espressione interessante: per il presidente francese, con evidenza, alcuni golpe sono legittimi, altri no…
الحمد لله أني كنت من المشاركين اليوم في حرق العلم الفرنسي، العدو اللدود، أقبح مستعمر على مر التاريخ.. pic.twitter.com/wPBpCrEe2i
— عبد الرحمن النيجري (@AbdouNiamey227) July 30, 2023
Ecco quindi che il Niger avrebbe sospeso tutte le esportazioni di uranio ed oro verso la Francia. «La giunta ha continuato a intensificare la retorica antifrancese. Ha annunciato che sospenderà con effetto immediato l’esportazione di uranio in Francia. Il Niger è il settimo produttore mondiale di uranio e la Francia, che fa affidamento sull’energia nucleare per il 75% della generazione di potenza, è un importante importatore».
Secondo quanto riportato da vari giornali, l’uranio nigerino costituirebbe il 30% del fabbisogno di materiale fissile dell’industria atomica francese.
Come riportato ieri da Renovatio 21, quattro settimane prima del golpe era stato firmato un accordo Cina-Niger sul commercio di uranio.
La Francia ha affermato che riconoscerà come unica autorità legittima il solo presidente deposto Mohamed Bazoum, la cui precisa ubicazione rimane sconosciuta, sebbene abbia appena incontrato il leader del Ciad, che secondo quanto riferito sta cercando di mediare. «Ci sono persino accuse di forze francesi che preparano un attacco missilistico al palazzo presidenziale» scrive Zerohedge. «Tuttavia, la Francia non ha né confermato né smentito che il governo di Bazoum in esilio lo abbia richiesto».
Come noto, il gruppo Wagner, non ancora visto direttamente in scena in Niger, è tuttavia ben presente nel vicino Mali, dove ha scacciato di fatto l’influenza francese.
Il capo della Wagner Evgenij Prigozhin, che giorni fa è riapparso in Russia per la prima volta ad un forum africano a San Pietroburgo, in un raro messaggio ha celebrato positivamente il colpo di stato e accusando il colonialismo francese e occidentale in Africa.
In un lungo messaggio pubblicato sui social media, Prigozhin ha attribuito la situazione in Niger all’eredità del colonialismo e ha affermato, senza prove, che le nazioni occidentali stavano sponsorizzando gruppi terroristici nel Paese.
La situazione si complica se si pensa che uno dei leader del golpe è stato in realtà addestrato a Fort Benning, in Georgia, dalle forze speciali USA. Infatti il capo delle forze per le operazioni speciali del Niger Moussa Salaou Barmou, è stato infatti addestrato dalle forze armate statunitensi, scrive The Intercept. Ufficiali militari addestrati dagli Stati Uniti hanno preso parte a 11 colpi di stato in Africa occidentale dal 2008.
«Abbiamo avuto una relazione molto lunga con gli Stati Uniti», ha affermato Barmou nel 2021. «Essere in grado di lavorare insieme in questa veste è molto positivo per il Niger».
Proprio il mese scorso, Barmou ha incontrato il tenente generale Jonathan Braga, capo del comando delle operazioni speciali dell’esercito americano, presso la base aerea 201, una base di droni nella città nigeriana di Agadez che funge da fulcro di un arcipelago di avamposti statunitensi nell’Africa Occidentale
Caos a parte, è evidente cosa sta accadendo: un altro fronte si può aprire in questa prospettiva di conflitto globale, una nuova soglia di conflitto tra i blocchi mondiali. Dopo l’Ucraina e Taiwan, ecco il Niger. Statene certi, non è finita. Venezuela, Bolivia, Himalaya, Moldavia, Yemen, Siria, Libano, Pakistan, Afghanistan, Australia… ognuno di questi luoghi possiede un conflitto che può essere slatentizzato sanguinariamente.
La Terza Guerra Mondiale è davvero alle porte: ringraziate di questo la demenza alla Casa Bianca, e i suoi stupidi lacchè europei.
Cina
La Cina accusa: la NATO trae profitto dal conflitto in Ucraina
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2024/07/Zhang-Xiagango-YT.jpg)
I Paesi della NATO stanno traendo profitto dal conflitto in Ucraina, ha dichiarato giovedì ai giornalisti il portavoce del ministero della Difesa cinese Zhang Xiaogang.
A Zhang è stato chiesto di commentare la dichiarazione adottata all’inizio di questo mese in un summit della NATO a Washington, che ha etichettato Pechino come «un decisivo facilitatore della guerra della Russia contro l’Ucraina», liquidando il documento come «pieno di bugie e pregiudizi».
«Gli alleati della NATO guidati dagli USA continuano ad alimentare il fuoco e a trarre profitto dalla guerra. La NATO deve riflettere su se stessa, invece di scaricare la colpa sulla Cina», ha detto il Zhang, che ha continuato accusando il blocco atlantico di istigare conflitti in tutto il mondo.
«Dall’Ucraina all’Afghanistan, dall’Iraq alla Libia, ha portato guerra e disastri in queste regioni e nei loro popoli», ha affermato il Zhango, ribadendo che Pechino «promuove attivamente i colloqui di pace» tra Mosca e Kiev.
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Pechino ha ripetutamente respinto le accuse secondo cui sta aiutando Mosca a eludere le sanzioni e sta aiutando l’industria della difesa russa. Nel febbraio 2023, la Cina ha proposto una tabella di marcia in 12 punti per la pace e da allora ha compiuto sforzi per mediare il conflitto durante i successivi incontri con funzionari russi e ucraini.
La Russia ha citato la continua espansione della NATO verso est e la sua cooperazione militare con Kiev come una delle cause profonde del conflitto. Il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato che l’Ucraina deve diventare un paese neutrale e abbandonare il suo piano di entrare nella NATO affinché qualsiasi potenziale negoziato di pace abbia successo.
Il Cremlino ha anche affermato che «inondare» l’Ucraina di armi occidentali porterà solo a un’ulteriore escalation, ma alla fine non fermerà l’esercito russo.
Già poche settimane fa il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Lin Jian aveva ribadito che NATO è una minaccia per la pace e la stabilità globali a causa della sua «radicata mentalità da Guerra Fredda e dei suoi pregiudizi ideologici», affermando che la NATO è un «prodotto della Guerra Fredda e la più grande alleanza militare del mondo».
Nonostante sostenga di essere un’organizzazione regionale e difensiva, il blocco ha continuato a «espandere il suo potere oltre i confini, sfondare le zone di difesa e provocare scontri», aveva quindi aggiunto il Lin in un incontro con la stampa.
Come riportato da Renovatio 21, la NATO per bocca del suo segretario Jens Stoltenberg aveva dichiarato la Cina come il futuro nemico principale dell’Alleanza Atlantica in quanto minaccia alla sua sicurezza e ai suoi valori, qualsiasi cosa queste parole significhino.
La Cina ha ricambiato attaccando apertis verbis la NATO come fonte delle tensioni in Kosovo e mostrando insofferenza per l’inclusione di Giappone e Corea del Sud nella Difesa Cibernetica NATO.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina di recente ha attaccato anche il G7, trasformato, secondo il portavoce degli Esteri cinesi Lin, in uno strumento dell’egemonia globale USA.
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Geopolitica
«Dobbiamo porre fine alla guerra il prima possibile»: Zelens’kyj incontra il segretario di Stato vaticano Parolin
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Oggi, il Cardinale Segretario di Stato, Pietro #Parolin, ha incontrato il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskyy (@ZelenskyyUa), al quale ha ribadito la vicinanza del Papa e l’impegno a trovare una pace giusta e duratura per la martoriata #Ucraina. pic.twitter.com/I743IfeIt6
— Segreteria di Stato della Santa Sede (@TerzaLoggia) July 23, 2024
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Geopolitica
Il Cremlino ripete: Zelens’kyj non ha nessuna legittimità
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Lo status del leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj potrebbe rappresentare un problema quando Mosca e Kiev alla fine accetteranno di tenere colloqui di pace, ha detto ai giornalisti mercoledì il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. Il presidente russo Vladimir Putin ha messo in discussione la legittimità di Zelensky, sottolineando che il suo mandato è scaduto.
«Il nostro presidente ha ripetutamente affermato che il presidente Zelens’kyj ha sicuramente perso la sua legittimità», ha detto Peskov ai giornalisti.
Come riportato da Renovatio 21, il presidente russo altre volte aveva dichiarato «finita» la legittimità delle attuali autorità ucraine.
Un altro problema che «potrebbe ostacolare seriamente il processo di pace» è il decreto di Zelens’kyj del 2022 che «ha vietato a qualsiasi capo di Stato ucraino di avviare colloqui con il presidente Putin», ha affermato il Peskov.
Il mandato presidenziale di Zelens’kyj è formalmente scaduto il 20 maggio. Si è rifiutato di tenere elezioni a marzo, citando la legge marziale imposta a causa del conflitto con la Russia. Ha sostenuto che il suo mandato era di fatto esteso in conformità con la legge ucraina.
Putin ha dichiarato più volte negli ultimi mesi che un’analisi della Costituzione ucraina e di altre leggi non lascia spazio a un’interpretazione che consentirebbe a Zelensky di rimanere al potere.
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Citando l’articolo 111 della costituzione ucraina, a maggio Putin ha sostenuto che i poteri di Zelens’kyj avrebbero dovuto essere trasferiti al presidente del parlamento ucraino.
Tuttavia, il presidente della Camera Ruslan Stefanchuk ha insistito sul fatto che Zelens’kyj è il legittimo capo dello Stato e che chiunque metta in dubbio la sua legittimità è «un nemico».
Mercoledì mattina, la portavoce del Ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha detto ai giornalisti che il Ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba ha chiarito durante un viaggio a Pechino di essere «pronto e disposto» a tenere colloqui di pace con Mosca.
La Russia ha risposto dicendo che avrebbe atteso i dettagli sulla posizione ucraina. «Non abbiamo sentito queste dichiarazioni da Kuleba stesso», ha detto Peskov mercoledì, aggiungendo che i negoziati sono preferibili alle ostilità continue.
I negoziati tra Russia e Ucraina si sono interrotti nella primavera del 2022, con ciascuna parte che accusava l’altra di avanzare richieste irrealistiche.
Come riportato da Renovatio 21, a fronte della fine del mandato del presidente di Kiev, l’ex presidente russo Demetrio Medvedev aveva quindi definito Zelens’kyj come «obiettivo legittimo», l’Ucraina è «un classico Stato fallito».
In settimana il Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista al sindaco di Kiev, l’ex pugile campione dei pesi massimi Vitaly Klitschko, che ha dichiarato che Zelens’kyj rischia il «suicidio politico».
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Immagine di Number 10 via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
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