Animali
Serpente muore per il morso di un uomo

Un uomo nello stato indiano del Bihar ha fatto assaggiare il proverbiale veleno a un serpente mordendolo a morte, hanno riferito venerdì testate giornalistiche locali.
Secondo quanto riportato da fonti locali, Santosh Lohar, un lavoratore impiegato in un progetto ferroviario a Rajouli, stava dormendo nel suo campo base all’inizio di questa settimana quando si è verificato l’incidente. Un serpente, presumibilmente velenoso, ha deciso di fare uno spuntino sull’uomo addormentato, entrando nella tenda e mordendolo.
Santosh si è svegliato portando immediatamente un poderoso attacco contro il rettile, colpendolo con una sbarra di ferro e mordendolo più volte. Il serpente è stato ferito al punto tale dal morire sul colpo.
L’operaio si è giustificato affermando di aver reagito in quel modo in conformità con un’usanza locale.
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«Nel mio villaggio c’è la credenza che se un serpente ti morde, devi morderlo a tua volta due volte per neutralizzare il veleno», ha dichiarato l’intrepido bihariano.
Data la dubbia affidabilità del rimedio popolare, molti abitanti del posto dubitavano che il rettile fosse velenoso in primo luogo. Il Santosh è stato ricoverato in ospedale per la ferita da morso di serpente e ora si sta riprendendo.
Il lettore di Renovatio 21 capisca la tentazione a pubblicare una notizia come questa: il giornalismo insegna che «cane morde uomo» non è una notizia, mentre «uomo morde cane» sì. Se si tratta di ofidi, che sono bestie infide sin dai tempi del Giardino dell’Eden, il valore di un articolo come questo più che raddoppia.
Come riportato da Renovatio 21, al Santosh è andata comunque bene, visto che in India è stato trovato un serpente preistorico i cui resti fanno pensare che sia lungo come uno scuolabus, ma tuttavia potenzialmente, dopo la vaccinazione mRNA, meno pericoloso.
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Animali
Il Canada vuole eutanasia di massa anche per gli struzzi

Una controversia legata alla gestione di un focolaio di influenza aviaria ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica canadese. Tutto ha avuto inizio nel 2024, quando i proprietari di un’azienda agricola a conduzione familiare nella Columbia Britannica hanno rilevato sintomi compatibili con l’influenza aviaria in alcuni struzzi del loro allevamento. La malattia si è diffusa rapidamente tra gli uccelli, causando la morte di 69 esemplari nel giro di un mese.
Gli struzzi rimasti, tuttavia, non hanno mostrato segni di malattia nei mesi successivi, suggerendo lo sviluppo di una possibile immunità naturale. Nonostante ciò, l’Agenzia canadese per l’ispezione alimentare (CFIA) ha disposto l’abbattimento dell’intero stormo sopravvissuto, considerandolo un rischio per la salute pubblica e per l’industria avicola nazionale.
La decisione ha suscitato una forte reazione da parte della famiglia proprietaria dell’allevamento, che da mesi si oppone al provvedimento attraverso vie legali e mediatiche. La vicenda ha avuto un nuovo sviluppo lo scorso mercoledì, quando la Corte Suprema del Canada ha concesso una sospensione temporanea dell’abbattimento, bloccando l’operazione in attesa di ulteriori decisioni giudiziarie.
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Nonostante la sospensione, gli agenti della CFIA – coadiuvati da oltre 100 agenti di polizia – continuano a presidiare la proprietà, impedendo ogni accesso non autorizzato agli animali. Secondo i proprietari, l’agenzia ha anche vietato loro di effettuare test diagnostici indipendenti sugli uccelli sopravvissuti, con la minaccia di sanzioni che includono multe fino a 200.000 dollari e pene detentive fino a sei mesi per ogni esemplare testato senza autorizzazione.
La CFIA sostiene che la presenza degli struzzi costituisca ancora una minaccia biologica. Tuttavia, alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulle modalità di gestione della situazione. In particolare, è stato segnalato che, nei giorni iniziali dell’intervento, alcuni operatori dell’agenzia sarebbero entrati nell’area senza adeguati dispositivi di protezione individuale, adottando misure di sicurezza più rigorose solo successivamente. Anche le forze dell’ordine, secondo quanto riferito, non avrebbero utilizzato equipaggiamenti protettivi durante le operazioni di sorveglianza.
La famiglia proprietaria della fattoria, denuncia quella che definisce una violazione dei propri diritti. La figlia dei titolari, ha dichiarato: «Non si tratta solo dei nostri struzzi. È una questione più ampia che riguarda i diritti degli agricoltori e la libertà di gestire le proprie terre».
Il caso ha acceso un dibattito pubblico sull’equilibrio tra misure di biosicurezza e diritti individuali, sollevando interrogativi sulla proporzionalità dell’intervento governativo e sulla trasparenza delle valutazioni scientifiche alla base delle decisioni.
Rimane il fatto che il Canada, anche per i grandi pennuti, è capitale dell’eutanasia di Stato che si dirige verso l’eliminazione dei bambini autistici (anche senza consenso dei genitori), i malati mentali in genere, i disabili, i depressi da lockdown, gli angosciati, i poveri – etc. Con contorno di record per le predazioni di organi.
Due anni fa il Canada registrò che una persona su 25 moriva per MAiD, il nome della pubblica eutanasia canadese.
Come riportato da Renovatio 21, un altro caso di eutanasia animale sconvolse gli USA, forse spostando anche qualche voto delle presidenziali: quello dello scoiattolo Peanut, strappato dalle amorevoli braccia del suo addestratore ed eutanatizzato dalle autorità statunitensi.
Perché per il malvagio squirrello che invece terrorizza la California, al momento, non è richiesta la morte di Stato?
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Immagine di Mostafameraji via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Animali
Scoiattolo malvagio terrorizza intero quartiere

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A California neighborhood has been overtaken by an aggressive squirrel that has attacked nearly half a dozen residents. One local woman told @ElisePrestonTV of the moment the squirrel suddenly jumped on her leg and ended up sending her to the ER.
“It was biting and scratching,”… pic.twitter.com/fuwomCV0Xj — CBS Evening News (@CBSEveningNews) September 28, 2025
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