Intelligence
Kiev nega che i suoi servizi segreti siano zeppi di spie russe
La Russia ha una rete di agenti dormienti nella SBU, i servizi segreti ucraini, ha detto lunedì al Times uno dei massimi funzionari della sicurezza di Kiev, Oleksyj Danilov. In seguito, tuttavia, il funzionario avrebbe negato l’accusa, dicendo ai media ucraini di essere stato frainteso e che l’agenzia stava effettivamente sradicando talpe russe.
La SBU ha avuto un cambio di leadership nel luglio 2022, quando il presidente Volodymyr Zelens’kyj ha dichiarato che il diffuso tradimento nei ranghi dell’agenzia richiedeva sangue fresco. Vasily Malyuk, l’attuale capo della SBU, è anche membro del Consiglio di sicurezza ucraino, di cui Danilov è segretario.
Secondo il Times, il Danilov ha affermato che la presunta rete russa era un’eredità del deposto presidente Viktor Yanukovich, durante il cui mandato all’inizio degli anni 2010 si era infiltrata nella SBU. La cellula dormiente sarebbe stata ora attivata per rovesciare Zelens’kyj, ha detto.
Più tardi, parlando con l’Ukrainskaya Pravda, Danilov ha insistito sul fatto che il giornale britannico lo aveva frainteso e che gli agenti dormienti non erano nella SBU. Secondo il giornale ucraino, anche la stessa agenzia di spionaggio ha affermato in un comunicato che le parole di Danilov sono state interpretate male dai media.
Nella sua intervista al Times, Danilov aveva affermato che Mosca sta tentando di «organizzare manifestazioni contro la guerra» in Ucraina e di diffondere una «falsa narrativa» sulle tensioni tra la leadership civile e militare del paese attraverso questi agenti «attivati».
All’inizio di questo mese, il comandante in capo dell’esercito ucraino Valery Zaluzhny ha contraddetto pubblicamente Zelens’kyj, descrivendo la situazione in prima linea come «una situazione di stallo». Da allora il presidente ha messo in guardia i comandanti militari dall’interferire nella politica nazionale.
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«Con tutto il rispetto per il generale Zaluzhny… c’è una comprensione assoluta della gerarchia e basta, e non possono esserci due, tre, quattro, cinque» leader, ha detto lo Zelens’kyj al Sun la settimana scorsa, l’intervista in cui aveva peraltro dichiarato che avrebbe ucciso Putin se ne avesse avuto l’opportunità.
Il presidente ucraino ha anche affermato che era in corso una cospirazione russa per indebolire la sua presidenza attraverso proteste di massa, una sorta di «Maidan 3».
Il mese scorso, il Washington Post ha pubblicato un articolo dettagliato sull’influenza degli Stati Uniti sui servizi speciali ucraini. Dal 2015, la CIA ha investito decine di milioni di dollari per trasformarli «in potenti alleati contro Mosca», ha affermato. Le spie americane consideravano lo SBU un rischio per la sicurezza creando quindi una direzione completamente nuova, mentre la GUR, il ramo dell’intelligence militare, fu ricostruita da zero.
In settimana l’ex analista CIA Larry Johnson ha dichiarato al sito governativo russo Sputnik che l’Occidente potrebbe star tramando un colpo di Stato militare a Kiev.
Come riportato da Renovatio 21, all’inizio di questo mese, un profilo del presidente ucraino sulla rivista TIME citava i suoi più stretti collaboratori che si lamentavano del suo incrollabile perseguimento di una vittoria militare su Mosca, che il rapporto definisce «al limite del messianico».
Secondo quanto riferito, una fonte nell’articolo avrebbe definito Zelenskyj come delusional, cioè «delirante».
Come riportato da Renovatio 21, gli USA tre mesi fa avevano calcolato che i caduti nel conflitto raggiungerebbero un totale di 500.000.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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L’Intelligence USA dice che Putin non ha ordinato la morte di Navalnij
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Cina
Pechino, la Germania e lo scontro sulle spie
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Quattro arresti in poche ore tra i quali anche uno stretto collaboratore del leader di Alternative für Deutschland nella corsa al Parlamento europeo. Le criticità nei programmi di ricerca congiunti tra università tedesche e istituti cinesi con background militare. La replica del portavoce del ministero degli Esteri cinese: «diffamazioni».
L’arresto per spionaggio di quattro persone in Germania a pochi giorni dal viaggio a Pechino del cancelliere tedesco Olaf Scholz ha portato in primo piano in queste ore in Europa la questione già caldissima della sicurezza dei rapporti con la Repubblica popolare cinese.
Il caso più clamoroso è quello del cittadino tedesco di origine cinese Guo Jian (郭建), 42 anni, assistente di un politico del partito populista di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), arrestato martedì mattina nella sua residenza di Dresda.
Guo Jian lavorava per Maximilian Krah, il candidato di spicco dell’AfD alle prossime elezioni europee di giugno. Secondo il procuratore, Guo è accusato di aver fornito all’agenzia di Intelligence cinese informazioni su discussioni e negoziati nel Parlamento Europeo e di aver spiato i dissidenti cinesi che vivono in Germania
Il cancelliere Scholz ha commentato: «Non possiamo accettare lo spionaggio contro di noi, da qualsiasi Paese provenga». Ha inoltre affermato che le accuse contro l’AfD sono «molto preoccupanti».
Maximilian Krah – che continua la sua campagna elettorale – ha dichiarato di aver saputo dell’arresto di Guo solo dai notiziari e ha affermato di non essere a conoscenza delle sue attività. Nella sua azione politica al Parlamento europeo, però, Krah ha votato contro una risoluzione che denunciava gli abusi dei diritti umani nello Xinjiang e ha affermato che Taiwan appartiene al governo di Pechino.
Guo Jian era attivo nella cerchia dei dissidenti cinesi in Germania. Raramente, però, si trovano online dettagli e informazioni pubbliche su di lui. Pur avendo lavorato come assistente di un politico, non è un personaggio pubblico e usa raramente i social network. Una sua foto con il Dalai Lama sta circolando sui social network dopo l’arresto. Guo si è occupato di commercio con la Cina dopo essersi laureato in un’università tedesca e aveva un’azienda che importava prodotti LED dalla Cina. Nel 2019 è diventato assistente di Krah. I media tedeschi hanno rivelato che Krah ha visitato Pechino nel 2019 e le spese di viaggio sono state coperte da aziende cinesi.
L’arresto di Guo è avvenuto un giorno dopo quello di tre cittadini tedeschi per presunto spionaggio. I tre sono accusati di aver passato tecnologia militare ai servizi segreti cinesi in cambio di un pagamento. I procuratori hanno confermato che una coppia residente a Düsseldorf e un uomo di Bad Homburg sono stati reclutati dal ministero della Sicurezza di Stato cinese e hanno esportato tecnologia sensibile in Cina senza autorizzazione. Le operazioni sono durate circa due decenni, almeno fino al giugno 2022.
I tre sono stati accusati di aver acquistato un laser per la Cina. Inoltre, la coppia, che lavorava per una società affiliata a un’università, ha trasferito le informazioni di una parte di un macchinario che può essere utilizzato nelle navi militari. I servizi segreti tedeschi hanno dichiarato che il caso potrebbe essere «solo una punta dell’iceberg». Le università sono considerate un punto debole sotto l’influenza straniera e lo spionaggio industriale. I rapporti dicono che molte università tedesche hanno programmi di ricerca congiunti con istituti cinesi con background militare.
Interpellato su queste vicende il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha risposto che stanno «diffamando e intimidendo» la Cina. Wang ha anche accusato i Paesi europei di diffondere «false informazioni sulle cosiddette spie cinesi».
Questa settimana anche due uomini britannici sono stati accusati di aver consegnato documenti e informazioni alla Cina nel Regno Unito. Uno di loro lavorava come ricercatore per il Parlamento.
Negli ultimi mesi, i massicci attacchi informatici della Cina hanno attirato l’attenzione dei Paesi occidentali. Gli obiettivi degli attacchi vanno dalle aziende con tecnologie all’avanguardia nell’industria, ai politici e ai dissidenti cinesi all’estero.
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Intelligence
I politici americani temono che le agenzie di Intelligence mettano nei loro computer pedopornografia
Tucker Carlson just dropped a bombshell on Joe Rogan. His claim: politicians are afraid to do what is right in Congress because intel agencies will frame them for heinous acts. Wow.pic.twitter.com/zkPjVWBdNd
— Christian Garcia (@CricsConCarne) April 20, 2024
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