Geopolitica
Al-Sisi riafferma il sostegno alla causa palestinese
Il vertice di pace del Cairo si è riunito l’altro giorno nella nuova capitale amministrativa dell’Egitto.
Secondo il quotidiano egiziano Al-Ahram, il vertice avrebbe dovuto riunire leader di oltre una dozzina di nazioni arabe e occidentali, insieme a rappresentanti di alto livello dell’Unione Europea.
Il vertice era destinato ad affrontare la questione della riduzione dell’escalation della guerra a Gaza, perseguire un cessate il fuoco e cercare una soluzione al conflitto israelo-palestinese di lunga data attraverso la soluzione dei due Stati.
Il presidente egiziano Abdel-Fattah Al-Sisi ha pronunciato quello che Al Ahram ha descritto come un «discorso appassionato», in cui ha riaffermato il costante sostegno dell’Egitto alla causa palestinese e ha suggerito una tabella di marcia per porre fine all’attuale crisi umanitaria a Gaza e rilanciare il percorso di pace.
«Dove sono i valori della civiltà umana che abbiamo costruito nel corso di lunghi millenni e decenni? Dov’è l’uguaglianza delle anime umane senza discriminazione, segregazione o doppi standard?» ha chiesto il presidente egiziano, che ha ribadito che il Cairo rifiuta categoricamente lo sfollamento dei palestinesi dalle loro terre in qualsiasi circostanza.
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Al-Sisi ha sottolineato che «la liquidazione della causa palestinese senza una giusta soluzione è al di là delle possibilità e, in ogni caso, non avverrà mai a spese dell’Egitto (…) L’unica soluzione per la causa palestinese è il raggiungimento della giustizia attraverso una risoluzione giusta ed equa che sostenga i diritti e le aspirazioni del popolo palestinese».
Le discussioni sul rilancio del processo di pace «dovrebbero iniziare ad attuare la soluzione dei due Stati e istituire uno Stato palestinese indipendente, che conviva a fianco di Israele sulla base di risoluzioni di legittimità internazionale». Questo piano dovrebbe avvenire in concomitanza con gli sforzi per rafforzare l’Autorità Palestinese affinché possa assumere pienamente i suoi compiti nei territori palestinesi, ha aggiunto il presidente egiziano.
Come noto, Al-Sisi nella vicina Libia appoggia il generale Haftar, differentemente dalla Turchia – altro attore interessato nella crisi palestinese – che invece sostiene veementemente il governo di Tripoli.
Come riportato da Renovatio 21, il presidente egiziano ad un recente evento ha esortato gli egiziani ad avere molti meno figli, sostenendo che l’attuale tasso di natalità creerà una «catastrofe» per il Paese nordafricano, arrivando ad elogiare la politica del figlio unico.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
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Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Il primo ministro slovacco Robert Fico ha annunciato che la Slovacchia si opporrà a qualsiasi misura che permetta di impiegare i beni russi congelati per fornire armi all’Ucraina, mettendo in guardia sul fatto che ulteriori sostegni militari non farebbero che protrarre l’«insensata uccisione quotidiana di centinaia di migliaia di russi e ucraini».
In seguito all’escalation del conflitto nel 2022, gli alleati occidentali di Kiev hanno bloccato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, in gran parte depositati nell’UE. Da quel momento è divampata una disputa tra i Paesi intenzionati a usare tali fondi come collaterale per un «prestito di riparazione» a favore di Kiev e quelli che si oppongono fermamente. La decisione finale spetterà ai membri dell’UE nel voto previsto per la prossima settimana.
Fico, da sempre critico del piano, ha illustrato la propria posizione in dettaglio in una lettera inviata all’inizio della settimana al Presidente del Consiglio europeo António Costa. In un post su X pubblicato venerdì, ha riferito di aver poi avuto un colloquio telefonico con Costa, durante il quale ha ribadito il suo rifiuto all’invio di armi a Kiev. Fico ha dichiarato di aver avvertito che proseguire con i finanziamenti prolungherebbe le ostilità e accrescerebbe le vittime, mentre Costa «ha parlato solo di soldi per la guerra».
«Se per l’Europa occidentale la vita di un russo o di un ucraino non vale un cazzo, non voglio far parte di un’Europa occidentale del genere», ha affermato Fico. «Non appoggerò nulla, anche se dovessimo restare a Bruxelles fino al nuovo anno, che comporti il sostegno alle spese militari dell’Ucraina».
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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Vari Stati membri dell’UE hanno manifestato riserve sul programma di prestiti, evidenziando rischi di natura legale e finanziaria. Secondo Politico, venerdì Italia, Belgio, Bulgaria e Malta hanno sollecitato la Commissione europea a considerare opzioni alternative al sequestro degli asset, quali un meccanismo di prestito comunitario o soluzioni temporanee. Obiezioni sono arrivate anche da Ungheria, Germania e Francia.
Venerdì la Commissione Europea ha dato il via libera a una norma controversa che potrebbe prorogare indefinitamente il congelamento dei beni russi, qualificando la materia come emergenza economica e non come misura sanzionatoria. Questo passaggio è interpretato come propedeutico all’attuazione del «prestito di riparazione», in quanto permette decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, eludendo così i veti dei Paesi dissidenti.
Mosca ha stigmatizzato come illegittimo ogni tentativo di appropriarsi dei suoi asset. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato questa settimana che, con il programma di «prestiti di riparazione», l’Europa sta adottando un comportamento «suicida». Riferendosi al voto di venerdì, ha etichettato l’UE come «truffatori».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Geopolitica
Orban come John Snow
Hungary PM Orbán as Jon Snow from Game of Thrones in defending the EU’s legal&financial system from crazy EU bureaucratic warmongers—fighting them to reduce migration, increase competitiveness, and restore sanity, values and peace. 🕊️
Help is coming as Russian CB sues Euroclear pic.twitter.com/jHyav6mk0f — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Unmasked NATO’s Mark Rutte.
He does not have family or children. He wants war. But peace will prevail. 🕊️ https://t.co/lDPBucIAkA pic.twitter.com/JjqVogOSWM — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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