Nucleare
Parlamentare della sinistra tedesca esprime preoccupazione per la capacità nucleare dei missili Taurus
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato che la riluttanza di Berlino ad approvare la consegna dei missili Taurus all’Ucraina deriva dalla determinazione di evitare di coinvolgere la NATO in un potenziale conflitto con la Russia.
Sevim Dagdelen, membro del partito d’opposizione tedesco Die Linke, ha espresso preoccupazione per i missili da crociera a lungo raggio Taurus, temendo che questi missili, destinati a essere consegnati a Kiev da Berlino, potrebbero essere potenzialmente dotati di testate nucleari.
Secondo una recente richiesta parlamentare, la deputata ha espresso la sua curiosità sul fatto che «il governo federale sia pienamente consapevole delle diverse configurazioni dei missili Taurus e della loro potenziale compatibilità con le armi nucleari».
Secondo quanto riferito, la Dagdelen – già nota ai lettori di Renovatio 21 per i suoi avvertimenti sull’incipiente Terza Guerra Mondiale – avrebbe aggiunto che le piacerebbe anche sapere se il governo affronterebbe la questione della limitazione della portata di questi missili da crociera.
Le ha risposto Thomas Hitschler, segretario di stato parlamentare del Ministero federale della Difesa tedesco, il quale ha riconosciuto che le informazioni richieste non possono essere rivelate «apertamente» a causa del loro «natura riservata».
Le osservazioni arrivano dopo che Dagdelen aveva avvertito il mese scorso che «l’Ucraina se ricevesse i missili Taurus, che hanno una gittata di 500 chilometri e sono in grado di colpire città russe ben oltre il confine, porterebbe ad un’ulteriore pericolosa escalation e spingere concretamente la Germania verso una guerra diretta con la Russia».
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La deputata di Die Linke – partito sempre più apertamente critico del governo Scholz e della sua guerra NATO – ha respinto come «ingenua» la convinzione della coalizione di governo tedesca secondo cui «l’Ucraina sarà in grado di controllarsi ed evitare di colpire obiettivi in Russia con queste armi».
«Dopo tutto, l’Ucraina sta già conducendo attacchi sul territorio russo, di cui i recenti attacchi di droni su Mosca sono una prova evidente», ha sottolineato Dagdelen.
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha detto che Berlino deciderà entro una settimana o due se fornire all’Ucraina i missili Taurus, sottolineando che la ragione del ritardo nel processo decisionale non è la mancanza di fiducia o l’indecisione, ma piuttosto il fatto che Berlino si prende il tempo necessario per valutare le possibili conseguenze di ogni azione. Secondo Pistorius, la Germania deve valutare «una moltitudine di aspetti politici, legali, militari e tecnici» della decisione.
Come riportato da Renovatio 21, il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock in visita a Kiev è stata di fatto insultata dall’omologo ucraino Dmytro Kuleba che in conferenza stampa congiunta ha accusato la Germania di perdere tempo con le decisioni sulle forniture militari, quando il risultato, disse con boria piuttosto rara in diplomazia, è noto a tutti: la Germania alla fine darà i missili all’Ucraina, ha assicurato Kuleba guardando la Baerbock, pure nota per il suo filoucrainismo totale (ha dichiarato che sosterrà Kiev anche contro il volere degli elettori, e che l’Europa è in guerra con la Russia).
Il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner ha recentemente affermato che Berlino intende fornire 5 miliardi di euro all’anno in assistenza militare all’Ucraina fino al 2027. La Germania ha fornito all’Ucraina 22 miliardi di euro di aiuti dall’inizio dell’operazione speciale russa.
Secondo alcuni commentatori russi, l’eredità sovietica consentirebbe all’Ucraina di dotarsi del potere dell’atomo, quantomeno per quanto riguarda la realizzazione di una «bomba sporca», al centro di tanti allarmi l’anno passato.
Come riportato di Renovatio 21, mesi fa il Dipartimento dell’Energia USA ha mandato alla Rosatom una bizzarra comunicazione in cui diceva che la centrale di Zaporiggia contiene «tecnologia nucleare sensibile americana» che, dicono perentoriamente, non deve essere toccata da mano russa. Tucker Carlson, che ha speculato sul fatto che si possa trattare di armi atomiche, è stato appena licenziato da Fox News, nonostante fosse di gran lunga l’anchorman più di successo del canale di Murdoch e di tutta la TV via cavo statunitense.
Immagine di Philipp Hayer via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)
Nucleare
Tokyo, via libera al riavvio della più grande centrale nucleare al mondo
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Nucleare
Il Niger accusa il gruppo nucleare statale francese di «crimini di massa»
Il governo militare del Niger ha accusato l’azienda nucleare francese Orano di «inquinamento radioattivo» e «comportamento predatorio», dopo che i funzionari hanno annunciato di aver rinvenuto centinaia di barili di scorie radioattive abbandonati vicino a un vecchio sito estrattivo di uranio nel Nord del Paese.
Il ministero delle Miniere ha riferito che gli ispettori hanno individuato circa 400 barili contenenti elevati livelli di materiali radioattivi nel nucleo a Madaouela, in prossimità del polo uranifero di Arlit, un tempo gestito da Orano. Le rilevazioni sul posto hanno registrato valori fino a 10 microsievert all’ora, contro una media di 0,5, e le analisi hanno evidenziato sostanze tossiche in grado di provocare problemi respiratori.
Il ministro della Giustizia nigerino, Alio Daouda, ha annunciato martedì ai media che l’azienda sarà chiamata a rispondere in giudizio per «crimini di massa», tra cui lesioni all’ambiente, alla salute collettiva e alla sovranità nazionale.
«Questa discarica abusiva testimonia il disprezzo costante di Orano per il Niger e i suoi abitanti sin dall’avvio dell’estrazione uranifera», ha dichiarato Daouda, assicurando che «il Niger non arretrerà nella tutela della propria sovranità».
Orano, controllata al 90% dallo Stato francese, ha replicato all’agenzia Reuters affermando di «non detenere alcuna licenza operativa per il sito di Madaouela e di non avervi svolto operazioni di sorta».
Le imputazioni si inquadrano in un’escalation del contenzioso tra Niamey e Orano sul dominio delle miniere uranifere in questa nazione dell’Africa occidentale, ottavo produttore globale di yellowcake. In epoca di piena operatività, il Niger riforniva il 15-17% dell’uranio impiegato dalla Francia per la sua produzione energetica nucleare.
La settimana scorsa, il Niger avrebbe disatteso un’ordinanza del tribunale della Banca Mondiale, spostando oltre 1.000 tonnellate di uranio dalla miniera di Somair, controllata da Orano dal 1971 fino alla nazionalizzazione decisa a giugno.
L’azienda ha stigmatizzato l’operazione come una violazione delle decisioni giudiziarie, che vietavano all’ex colonia francese di «vendere, trasferire o anche solo consentire il trasferimento a terzi dell’uranio prodotto da Somair».
I leader militari hanno ribadito di agire nell’esercizio dei diritti sovrani. Oltre ad aver assunto il controllo effettivo di Somair – motivato dal «comportamento irresponsabile, illegale e iniquo» di Orano –, l’anno scorso il governo ha pure revocato all’azienda la concessione per il giacimento di Imouraren.
Come riportato d Renovatio 21, a maggio 2025 le forze di sicurezza nigerine avevano sequestrato attrezzature facendo irruzione nelle filiali di Orano.
Come riportato da Renovatio 21, dopo il golpe di due anni fa la giunta di Niamey ha subito sospeso le vendite di uranio ai francesi, che utilizzano il minerale estratto in Niger per coprire il del fabbisogno per la produzione di energia atomica, che viene peraltro venduta anche all’Italia, che ne è dipendente per il 6%.
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Immagine di Stuart Rankin via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0; immagine tagliata
Nucleare
L’ex vertice dell’esercito ucraino vuole le armi nucleari
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