Nucleare
Scholz ricompare bendato e ribadisce il suo no al nucleare, mentre persino la Bolivia va verso l’atomo
L’atomo tedesco è finito. Nonostante la pressione, Scholz sul nucleare non chiude un occhio, lato sensu.
Dopo i rinnovati appelli lanciati la settimana scorsa del partito alleato dei Liberaldemocratici (LDPD) e dal partito di opposizione Alternativa per la Germania (AfD) a favore dell’uso dell’energia nucleare, il cancelliere della SPD Olaf Scholz ha dichiarato chiuso il dibattito.
«L’energia nucleare è finita. In Germania non verrà più utilizzata», ha detto in settimana Scholz alla radio Deutschlandfunk.
Riferendosi alle decisioni legali, Scholz, che si è mostrato in pubblico con una benda stile Jena Plissken frutto di una ferita all’occhio facendo jogging (!?!) ha detto: «la questione dell’energia nucleare è un cavallo morto in Germania».
Con la sua fine, ha detto, è iniziato anche lo smantellamento dei restanti reattori nucleari. Se venissero costruite nuove centrali nucleari, «ci vorrebbero 15 anni e dovremmo spendere 15-20 miliardi di euro ciascuna», ha affermato Scholz. L’FDP ha chiesto di fermare lo smantellamento delle centrali nucleari, mentre l’AfD chiede la costruzione di nuovi reattori.
Nel frattempo, il Sud del mondo viaggia spedito verso l’atomo abbandonato dall’Occidente.
Il presidente boliviano Luis Arce ha proclamato con orgoglio che con l’arrivo, il 13 agosto, del recipiente a pressione per il reattore di ricerca nucleare che sarà ospitato presso il Centro di ricerca e sviluppo della tecnologia nucleare (CIDTN), in costruzione nella città di El Alto, la Bolivia «sta avanzando lungo il percorso dello sviluppo, della scienza e della tecnologia come Nazione dignitosa e sovrana».
Il reattore di ricerca è uno dei quattro componenti del CIDTN costruito dall’azienda nucleare statale russa Rosatom e dall’Agenzia boliviana per l’energia nucleare (ABEN). L’innovativo progetto è situato a 4.000 metri sul livello del mare, rendendolo unico.
Ad oggi, sono state completate le costruzioni delle prime due fasi del CIDTN: il Complesso Ciclotronico della Radiofarmacia Preclinica (Complejo Ciclotrón Radiofarmacia Preclínica) e il Centro Multiuso per le Radiazioni Gamma (Centro Multipropósito de Irradiación Gamma).
Le fasi 3 e 4 comprendono il complesso del reattore di ricerca e gli edifici dei laboratori, la cui costruzione continua. Secondo il primo vicedirettore per lo sviluppo e gli affari internazionali di Rosatom, Kirill Komarov, il ciclotrone è pienamente operativo e «ha ampliato in modo significativo la capacità dell’assistenza sanitaria boliviana, fornendole radiofarmaci all’avanguardia. Siamo felici di vedere che il progetto sta già portando benefici ai boliviani e lo manterremo attivo».
Nell’aprile di quest’anno, RIAR JSC, l’impresa di scienza e innovazione di Rosatom, ha completato l’assemblaggio di prova del reattore di ricerca da 200 KW, che sarà spedito in Bolivia e installato al CIDTN entro la fine dell’anno.
Il reattore di ricerca produrrà radioisotopi per la ricerca in molti settori diversi, compresa la formazione degli studenti nelle professioni nucleari.
Erlan Vásquez, ingegnere nucleare dell’ABEN, ha spiegato che, a differenza dei reattori utilizzati per produrre elettricità, i reattori di ricerca «si concentrano sulla ricerca e sullo sviluppo di tecnologie legate all’energia nucleare. Sono utilizzati da scienziati, ingegneri e accademici per condurre esperimenti, produrre dati scientifici e formare futuri professionisti nel campo dell’energia nucleare».
Il completamento del CIDTN è previsto nel 2025.
Come riportato da Renovatio 21, il progetto tedesco di affidarsi alle rinnovabili non solo ha disatteso le aspettative, ma ha addirittura fatto riaprire le centrali a carbone, materiale di cui il più grande fornitore resta ironicamente la Russia.
Nella società tedesca, tuttavia, affioravano segni di pentimento di abbandono dell’atomo ancora prima della distruzione del gasdotto Nord Stream: scienziati, normali cittadini e pure qualche ministro rivogliono l’atomo inibito dalla cancelliera, fautrice dei multipli disastri ora slatentizzatisi in Europa.
La Germania starebbe inoltre molestando la produzione di energia atomica altrui. Due mesi fa il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha denunciato il fatto che la Germania starebbe impedendo impedito al conglomerato Siemens di fornire un sistema di controllo cruciale necessario per la centrale nucleare ungherese Paks-II, che è stata costruita dall’agenzia atomica russa Rosatom.
Immagine da Twitter
Nucleare
La Russia testa con successo un missile da crociera a propulsione nucleare con gittata illimitata
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato domenica il successo del test di un missile da crociera a propulsione nucleare, il 9M730 Burevestnik, con una portata teoricamente illimitata. Durante la prova di questa settimana, il missile avrebbe percorso 14.000 km in 15 ore di volo, dimostrandosi, secondo Putin, «invincibile» contro i sistemi di difesa missilistica attuali e futuri.
«Si tratta di un’arma unica al mondo», ha dichiarato Putin in un incontro con i generali impegnati nel conflitto in Ucraina. Il missile Burevestnik (nome in codice NATO: SS-X-33 Stone o SSC-X-9 Skyfall, noto anche come Petrel), svelato nel 2018 come risposta all’espansione della NATO e allo sviluppo dello scudo missilistico statunitense dopo l’uscita dal Trattato antimissili balistici del 1972, è stato a lungo considerato irrealizzabile, ma Putin ha confermato il completamento dei «test cruciali».
Secondo l’agenzia Reuters, l’annuncio rappresenta un chiaro monito all’Occidente affinché non sottovaluti le capacità militari russe, mentre la guerra in Ucraina continua senza prospettive di pace. «Per Trump, che ha definito la Russia una “tigre di carta” per non aver rapidamente sconfitto l’Ucraina, il messaggio è che Mosca resta un attore militare globale, specie nel campo nucleare, e che le sue proposte sul controllo degli armamenti dovrebbero essere prese sul serio», scrive Reuters.
L’annuncio segue la decisione degli Stati Uniti di autorizzare l’Ucraina a utilizzare missili a lungo raggio forniti dall’Occidente per colpire in profondità il territorio russo, riportata giovedì dal Wall Street Journal.
🚨🚨 Unlimited-range Burevestnik joins Russia’s elite missile club — after flying 14K km
A glimpse inside Russia’s top-tier arsenal 🧵👇 https://t.co/IjcrJRWJp5 pic.twitter.com/fABARGFVJs
— Sputnik India (@Sputnik_India) October 26, 2025
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Come riportato da Renovatio 21, Putin ha avvertito che un attacco di missili Tomahwak alla Russia comporterebbe una risposta «molto seria, se non schiacciante». Alla vigilia della revoca delle restrizioni, le forze nucleari russe hanno condotto un’esercitazione su terra, mare e aria per testare la prontezza e la catena di comando.
Sabato, il presidente Trump ha dichiarato che non incontrerà Putin fino al raggiungimento di un accordo di pace per porre fine al conflitto ucraino. «Devo essere certo che troveremo un’intesa», ha detto ai giornalisti sull’Air Force One, diretto a Kuala Lumpur per un tour asiatico. «Non voglio perdere tempo. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con Vladimir Putin, ma questa situazione è stata una grande delusione».
Trump ha cancellato il vertice di pace con Putin previsto a Budapest, esprimendo frustrazione per la mancanza di progressi. «Pensavo che la pace in Medio Oriente sarebbe stata più complessa», ha detto, citando successi come la mediazione tra Azerbaigian e Armenia. «India e Pakistan, quasi tutti gli accordi che ho concluso sembravano più difficili di quello con Russia e Ucraina, ma c’è molto odio tra Zelens’kyj e Putin».
In risposta, Trump ha annunciato nuove sanzioni contro le due principali compagnie petrolifere russe, accusando Mosca di scarsa serietà nei negoziati di pace. suggerendo che discuterà degli acquisti di petrolio russo da parte della Cina con il premier Xi Jinping durante l’incontro in Corea del Sud. «La Cina sta riducendo significativamente gli acquisti di petrolio russo, e l’India li ha interrotti del tutto. Abbiamo imposto sanzioni», ha dichiarato Trump.
Come riportato da Renovatio 21, a marzo dell’anno scorso Putin aveva annunziato il completamento dei test del missile Burevestnik, come pure del drone sottomarino con capacità nucleare Poseidon, un’arma in grado di scatenare immani tsunami radiattivi in grado di affondare le città costiere se non interi Paesi insulari come la Gran Bretagna.
Agli albori del conflitto ucraino, Putin aveva parlato del fatto che la Russia dispone di nuove armi, che nessuno ha, dichiarandole chiaramente migliori di quelle della NATO, parlando di armi basate su «nuovi principi della fisica» e solo cinque mesi fa delle armi nucleari più avanzate al mondo. In pochi, 0ramai, pensano che bluffasse.
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Nucleare
Stupende immagini della fusione nucleare
Plasma is better in colour! Watch one of our latest #plasma pulses in our ST40 tokamak, filmed using our new high-speed colour camera at an incredible 16,000 frames per second.
Each pulse lasts around a fifth of a second. What you’re seeing is mostly visible light from the… pic.twitter.com/jWKmcl0tEx — Tokamak Energy (@TokamakEnergy) October 15, 2025
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Nucleare
Conferenza mondiale sulla fusione nucleare in Cina
Il 14 ottobre è stata inaugurata nella megalopoli cinese di Chengdu, in Cina, la seconda riunione ministeriale del World Fusion Energy Group dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), con 1.000 partecipanti.
Il Global Times, giornale in lingua inglese del Partito Comunista Cinese, ha titolato: «Il “sole artificiale” di nuova generazione della Cina in fase di aggiornamento per i test al plasma: un esperto», offrendo un riassunto del programma cinese sulla fusione, con particolare attenzione al Tokamak superconduttore sperimentale avanzato (EAST).
Zhong Wulu, vicedirettore del Southwest Institute of Physics della China National Nuclear Corporation (CNNC) e responsabile della Divisione di Scienza della Fusione, ha dichiarato: «Per raggiungere l’energia da fusione commerciale, dobbiamo completare sei fasi, e al momento siamo alla terza». Il Zhong ha elencato le sei fasi come «esplorazione concettuale, esperimenti su larga scala, esperimenti al plasma, reattori sperimentali, reattori dimostrativi e reattori commerciali».
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Huang Mei, capo scienziato del CNNC e responsabile del progetto del ciclotrone elettronico, ha detto al Global Times che, nonostante la tabella di marcia preveda la produzione di energia da fusione entro il 2050 circa, «stiamo lavorando intensamente per anticipare questa scadenza il più possibile». Nella fase 3, il 20 gennaio 2025, il Tokamak EAST ha raggiunto un funzionamento continuo del plasma ad alto confinamento per 1.066 secondi (circa 17 minuti e tre quarti), con temperature superiori a 82 milioni di gradi Celsius.
Tuttavia, questo risultato straordinario non ha ancora raggiunto il punto di pareggio, in cui una reazione di fusione produce più energia di quella usata per riscaldare il plasma, né l’ignizione, in cui la reazione diventa autosostenibile.
Il Global Times sottolinea che gli esperti cinesi evidenziano come «i materiali e l’ingegneria rappresentino ulteriori sfide. È necessario sviluppare materiali strutturali capaci di resistere a temperature estreme e intense radiazioni neutroniche, magneti superconduttori altamente affidabili, sistemi criogenici e sistemi di diagnostica e controllo per monitorare il plasma in tempo reale con feedback rapido».
Questo sta portando a concentrarsi su leghe di tungsteno per componenti strutturali e magneti superconduttori in niobio-stagno, niobio-titanio o materiali superconduttori ad alta temperatura. Un’altra questione cruciale è «l’autosufficienza al trizio». Un obiettivo chiave è il passaggio dell’EAST a un reattore sperimentale, corrispondente alla quarta fase del processo.
Huang Mei del CNNC ha espresso ottimismo, secondo il Global Times, affermando che «il Southwest Institute of Physics, come “squadra nazionale” per la fusione, accelererà i progressi tecnici attraverso diverse piattaforme». Ha aggiunto: «Il momento che attendo con più entusiasmo è quando useremo il primo kilowatt di energia da fusione per accendere una lampadina, sarà l’istante più emozionante».
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa scienziati cinesi avevano introdotto un nuovo dispositivo di prova per la produzione di fusione.
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Lo scorso marzo la Cina aveva fatto sapere che costruirà un reattore ibrido a fusione-fissione entro il 2030, con l’obiettivo di generare 100 megawatt di elettricità continua e connettersi alla rete nazionale entro la fine di questo decennio.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina sta portando avanti le ricerche sulla fusione da anni. La Cina ha accelerato con i suoi studi per la fusione dopo che negli scorsi anni un team di scienziati cinesi aveva affermato di aver trovato un metodo nuovo e più conveniente per il processo.
Una volta scoperto un processo stabile per ottenere la fusione, potrebbe entrare in giuoco l’Elio-3, una sostanza contenuta in grande abbondanza sulla Luna, dove la Cina, come noto, sta operando diverse missioni spaziali di successo. Da qui potrebbe svilupparsi definitivamente il ramo cosmico dello scacchiere internazionale, la geopolitica spaziale che qualcuno già chiama «astropolitica», e già si prospetta come un possibile teatro di guerra.
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Immagine generata artificialmente
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