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Leoni marini fanno fuggire dalla spiaggia i bagnanti: «inseguiti da Godzilla»
Lo scorso venerdì due leoni marini si sono presentati lungo le sabbie di La Jolla Cove in California, costringendo i bagnanti a fuggire impauriti.
La situazione dei poveri bagnanti è stata paragonata da un osservatore come l’«essere inseguiti da Godzilla».
Il drammatico è evento è stato ripreso da una signora che stava guardando da lontano. Alcune persone corrono in salita verso la salvezza, mentre quelle in acqua nuotano nella direzione opposta. Il video è stato successivamente pubblicato sul social cinese TikTok.
In rete ora spopola la versione con il sottofondo musicale dei Beach Boys.
A group of people were chased by two Sea Lions at a beach in the La Jolla area of San Diego. Lifeguards were on standby in the water ensuring no one was hurt and the sea lions could easily make their way. It’s recommended people stay at least 50 ft away from sea lions. 📹: Charli pic.twitter.com/KUhLVns8H7
— Malik Earnest (@MalikEarnest) July 10, 2022
«Questi leoni marini hanno reso la mia giornata indimenticabile ieri», ha scritto poco prima che il filmato diventasse virale, generando quasi 11 milioni di visualizzazioni sulla piattaforma.
«Ho iniziato a registrare perché era davvero divertente da guardare, per me vedere tutti questi turisti che venivano spazzati via da questi giganteschi leoni marini» ha dichiarato la signora.
La signora del filmato ha detto che stava guardando i leoni marini dormire sulla spiaggia quando una donna si è avvicinata per scattare una foto «avvicinandosi molto». Ecco quindi che uno dei leoni-godzilli «si è svegliato e ha iniziato a inseguire tutti», ha dichiarato a NBC San Diego. La signora ha stimato che la disturbatrice fosse a poco più di un metro dall’animale.
«Questo comportamento non è affatto raro. Il motivo per cui il video ha ottenuto circa 10 milioni di visualizzazioni è perché tutti corrono come se Godzilla li stesse inseguendo», ha detto Eric Otjen, un esperto di leoni marini di SeaWorld San Diego, aizzando l’interesse online per i mammiferi marini datisi alla godzilleria.
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Scontata la reazione dei social media, con serque di utenti animalisti che hanno elogiato gli animali per aver reclamato la spiaggia portandola via agli esseri umani. In rete, ecco che si è creato subito un «Team Sea Lion» che ha lodato le bestie marine per la loro aggressività.
«Personalmente faccio il tifo per i leoni marini», si legge in un tweet. «Qualcuno chiami subito David Attenborough al telefono, abbiamo bisogno che questa clip venga narrata». Per chi non lo sapesse, sir David Attenborough è un noto giornalista e naturalista inglese responsabile di tanti doppiaggi di documentari naturalistici BBC, circa gli stessi che mostrava Piero Angela in Italia con la voce fuori campo, però, di Claudio Capone, indimenticato doppiatore di Luke Skywalker e Ridge Forrester.
Quello che non è noto agli animalisti di Twitter è che la specia non è nuova a queste forme di prepotente invadenza.
Lmao that Sea lion has absolutely done that before 🤣
Cc: toeprint pic.twitter.com/FrrPpth7dX— DAPPER DON DHARSHI • K A M I L • (@SoloFlow786) July 11, 2022
In un video di qualche anno fa è possibile vedere una di queste orride bestiacce aggredire alcune bambine
Sea lion almost attacks child after parents decide to record her mounting it 🃏 pic.twitter.com/gjy2XLWq9B
— Public Outsider (@publicoutsider) July 12, 2022
Inoltre non possiamo dimenticare il disgusto assoluto che provoca questo video, che circola in rete da tempo, prodotto da etologi polari: una foca pelosa dell’Antartide stupra un pinguino imperatore, mentre i simili del pennuto – vigliacchi, o perversi – guardano senza muovere una penna.
I leoni marini sono stati inoltre notati commettere rapine e ladrocini vari ai danni di poveri pescatori.
I maschi della specie possono crescere fino a 2,5 metri di lunghezza e possono pesare fino a 275 chili, secondo lo Smithsonian National Zoo. Le femmine possono raggiungere fino 1,8 metri di lunghezza e possono pesare circa 181 chili.
I leoni marini sono animali estremamente comuni in certe parti della costa californiana. A Santa Cruz, nota spiaggia surfistica a sud di San Francisco, è possibili vedere poltrire lungo il pier, il pontile che dalla spiaggia si spinge verso il mare ospitando ristoranti di incredibli clam chowder (zuppa di vongole all’americana).
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Trafficante di droga latitante catturato mentre passeggiava con un delfino morto
La polizia russa ha arrestato un sospettato di traffico di droga di 40 anni, dopo che è stato visto dalle telecamere a circuito chiuso mentre trasportava con disinvoltura quello che è stato descritto come un «delfino morto» nella località di Sochi sul Mar Nero.
Un bizzarro video che circola online mostra l’uomo, che era su una lista di ricercati, mentre trasporta il cetaceo defunto nel suo appartamento.
La polizia locale ha detto giovedì che dopo aver esaminato il filmato, ha identificato l’uomo come un fuggitivo della regione di Mosca, ricercato con l’accusa di traffico di droga.
A russian man wanted for drug dealing was caught after walking down the streets with a dead dolphin. pic.twitter.com/sSEPZ3Qjg3
— BroSINT 69™ (@osint_69) April 26, 2024
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La polizia russa ha descritto l’animale come un «delfino morto», anche se i filmati suggeriscono che in realtà si trattasse di una focena, una piccola specie di balena imparentata più con i beluga e i narvali che con i delfini.
L’animale era già morto quando il sospettato lo ha trovato sulla spiaggia, ha osservato la polizia, senza spiegare perché avesse deciso di portarlo con sé.
Il sospettato è stato preso in custodia nella sua residenza nella cittadina balneare di Adler, appena a sud di Sochi. Tra breve sarà consegnato alle autorità della regione di Mosca per affrontare l’accusa di traffico di droga in quantità eccezionalmente elevate. Se ritenuto colpevole, rischia tra i 15 e i 20 anni dietro le sbarre.
Come riportato da Renovatio 21, il traffico di droga e le grandi creature marine si sono incrociati in un’altra storia di questi tempi, quella degli squali strafatti di cocaina a causa dei carichi criminali finiti in mare.
È noto che cetacei sono stati addestrati per fini militari, al punto che vi è un beluga in Norvegia sospettato di essere una spia russa. È possibile che le organizzazioni criminali utilizzino i mammiferi marini per i loro loschi piani?
Ci chiediamo quindi: che anche la focena morta del Mar Nero fosse direttamente coinvolta in uno schema di narcotraffico?
Dopo le nefandezze viste in questi ultimi mesi da parte di orche, delfini e balenotteri, niente ci potrebbe ancora stupire.
Anzi diciamo pure che non vi sarebbe nessuna sorpresa a scoprire che la bestia marina era in realtà il vero capo del traffico criminale.
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Immagine screenshot da Twitter
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Scoperto in India un serpente lungo quanto uno scuolabus. Probabilmente pure molto meno letale
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49 sadiche orche assassine stanno scioccando i biologi marini
Gli scienziati conoscono tre distinti ecotipi di orche assassine – offshore, transitorie e residenti – che compongono la popolazione di orche lungo la costa della California e dell’Oregon. Tuttavia un nuovo studio suggerisce, attingendo ai dati raccolti in più di 25 anni, che potrebbe esserci un quarto gruppo in agguato nell’oceano aperto, che mostra attributi fisici, modelli alimentari e strategie di caccia diversi. Lo riporta la rivista scientifica americana Popular Mechanics.
Gli scienziati dell’Università della British Columbia (UBC) hanno probabilmente identificato un nuovo gruppo di orche situato lontano dalla costa della California e dell’Oregon in grado di comunicare con un nuovo «dialetto».
Si tratta di un gruppo di 49 cetacei assassini avvistati durante nove incontri dal 1997 al 2021. Gli scienziati ipotizzano che un nuovo gruppo potrebbe essersi formato in mare aperto, anche se non escludono la possibilità che si tratti di una sottopopolazione di un altro gruppo. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Aquatic Mammals.
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Esistono tre ecotipi di orche, forme distinte all’interno di una specie, che vivono al largo delle coste della California e dell’Oregone: orche residenti, orche dette offshore ed orche transitorie. Queste orche differiscono fisicamente (pinne arrotondate o appuntite, ecc…), comportamentali e alimentari.
I ricercatori ora sostengono che un quarto ecotipo, attualmente ancora senza nome, potrebbe esistere anche più lontano, in mare aperto. Analizzando le 49 orche avvistate in nove incontri, nessuna di loro è stata abbinata a nessuno dei tre gruppi di orche. Ma sono stati i loro crudeli schemi di caccia a stupire davvero i ricercatori.
«In uno dei primi incontri che i ricercatori hanno avuto con un branco di queste orche oceaniche, sono stati osservati mentre affrontavano un branco di nove capodogli femmine adulte, per poi scappare con un esemplare. È la prima volta che le orche assassine attaccano i capodogli sulla costa occidentale», ha detto in un comunicato stampa il primo autore Josh McInnes, uno studente di master alla UBC. «Altri incontri includono un attacco a un capodoglio pigmeo, la predazione di un elefante marino settentrionale e del delfino di Risso [detto anche grampo, ndr], e quella che sembrava essere una pausa post-pasto dopo aver mangiato una tartaruga liuto».
I dati raccolti descrivono questo branco come particolarmente aggressivo nella caccia rispetto alle altre orche. Orche assassine e stragiste – come sempre. Sadiche e infami. Come dimostra un altro particolare interessante.
I ricercatori hanno infatti notato anche un’altra caratteristica comune a quasi tutte le 49 orche: uno schema regolare del morso di un particolare squalo.
Tali cicatrici sono un regalo d’addio dello squalo tagliatore (Isistius brasiliensis), che fornisce un indizio significativo per discernere dove risiede abitualmente questa distinta popolazione di orche. Questi piccoli squali, che non superano mai il mezzo metro, usano labbra succhiatrici e denti appuntiti per lanciarsi sugli animali e poi girano il corpo per lasciare un foro a forma di stampino per biscotti (da cui il nome) dalla preda.
Insomma, la banda di orche sadiche ha il suo «tatuaggio»…
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Il problema delle orche teppiste andrebbe risolto una volta per tutte – e ad ogni latitudine del pianeta.
Renovatio 21 si è occupata varie volte della teppa di orche debosciate che incrocia presso Gibilterra, che ha scatenato qualcosa come un attacco al giorno, con la teppa cetacea a minacciare anche le spiagge spagnuole.
Tuttavia gli esempi del comportamento inaccettabile da parte di questi animali – che mascherano la loro malvagità impadronendosi dei colori del panda, simbolo delle specie protette – non accennano a fermarsi: solo la settimana scorsa a Mossel Bay, in Sud Africa, un’orca assassina ha sbranato dinanzi ad un pubblico umano uno squalo bianco, che è invece davvero una specie protetta dal CITES. La creatura, dopo aver assassinato il pescecane, ne avrebbe consumato pubblicamente il fegato.
Da tempo oramai Renovatio 21 chiede un la creazione di un movimento internazionale per sistemare il comportamento dei cetacei, chiaramente divenuto sconcio, indecente, immorale, scurrile, impudico, dissoluto, licenzioso, depravato, lascivo, volgare, sporco, laido, scostumato, svergognato, lubrico, scandaloso, turpe, disonesto e pericoloso.
Rilanciamo in nostro appello: quosque tandem… Fino a quando gli oceani, e l’umanità, dovranno sopportare lo scandalo di queste bestie prive di pudore?
Quanto ancora dovremmo tollerare i soprusi delle orche assassine, e bastarde, e infami, e maledette, e stronze?
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