Animali
La scienza scopre un orrendo granchio con i capelli
In una scioccante scoperta zoologica l’amarckdromia beagle, scienziati australiani hanno trovato e catalogato un granchio peloso.
Taluni granchi hanno la creativa abitudine di trasformare le spugne di mare in indumenti protettivi: cioè era noto alla comunità scientifica già da tempo. Tuttavia, questi crostacei degli antipodi, nonostante l’uso di cappelli spugnosi, mantiene un look piuttosto minimal.
Il nuovo granchio peloso, invece, esagera, lasciando basiti gli osservatori
«Tutti i membri di questo gruppo di granchi sono pelosi in una certa misura, ma questo è ridicolo», ha detto sconvolto il dottor Andrew Hosie, curatore della sezione «vermi&crostacei» presso il Western Australia Museum. Si tratta di una peluria crostacea invero paradossale. «Molto ispido, sorprendentemente morbido».
I granchi-spugna non si limitano a «indossare» cappotti e copricapi per il gusto di farlo, ma in realtà questi talentuosi dandy degli abissi li indossano come una forma di mimetismo.
«I granchi tagliano la spugna per modellarla, lasciarla crescere secondo la forma del loro corpo e usarli come cappello o coperta protettiva per proteggerli dai predatori come polpi e pesci», ha detto Hosie alla testata australiana ABC Great Southern.
Tuttavia, lui e altri sono perplessi sul motivo per cui il pelo di questa creatura ispida è così duro, in contrasto con altre specie di granchio spugna.
«Non possiamo davvero dare risposte definitive sul motivo per cui questa specie è così soffice», aggiunge lo scienziato sopraffatto dal mistero. «Sospettiamo che sia per aiutare a camuffare ulteriormente le sue zampe dai predatori».
Alla facciazza degli evoluzionisti. Lettori darwinisti, dai, spiegateci il granchio peloso australiano. È probabilmente più facile che trovare i fossili degli anelli mancanti tra le specie.
(La teoria per cui i Parlamenti democratici siano piani di esempi di creature che testimoniano il passaggio uomo-scimmie, ebbene, la riteniamo ancora discutibile).
Immagine Western Australia Museum da Researchgate.
Animali
Balenotteri gay e stupratori scandalizzano gli oceani
Gli scienziati hanno documentato per la prima volta in assoluto un rapporto omosessuale fra due esemplari maschi di megattera. Lo riporta il New York Post.
Gli omo-cetacei sono stati fotografati dai ricercatori al largo delle coste delle Hawaii, scrive un articolo sui risultati pubblicato martedì scorso sulla rivista scientifica Marine Mammal Science.
«Gli accoppiamenti e gli incontri sessuali non riproduttivi tra i giganteschi mammiferi marini sono stati osservati raramente in natura e mai catturati prima dalla fotocamera» scrive il giornale di Nuova York.
Il rapporto omofilo tra balenotteri è stato fotografato vicino al cratere Molokini al largo dell’isola di Maui il 19 gennaio 2022, dopo che un’imbarcazione privata ha avvistato la coppia di bestioni marini. Le megattere furono successivamente identificate dai trematodi della coda e precedenti campioni bioptici raccolti dai ricercatori confermarono che entrambe le balene erano maschi.
Humpback whales caught enjoying gay sex romp in first documented photos of whale humping https://t.co/pU31HsKf3X pic.twitter.com/avohqjWWE1
— New York Post (@nypost) March 5, 2024
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«Le fotografie tuttavia rivelano una storia più oscura della rivelazione secondo cui la specie è LGBT-friendly» scrive il New York Post.
Secondo quanto riportato, è stata osservata una megattera adulta sana che inseguiva una megattera adulta ferita e visibilmente emaciata in circolo attorno alla barca.
«Secondo i ricercatori, il maschio aveva il pene estruso– invece che nascosto all’interno del lembo genitale come normalmente – mentre inseguiva la balena maschio che si muoveva lentamente. La balena forte ha penetrato più volte nel lembo genitale della balena più debole mentre la afferrava con le pinne pettorali, come si vede nelle fotografie, prima di tuffarsi nelle profondità del mare».
Insomma, si tratta di uno stupro gay cetaceo?
«Qui abbiamo la prima documentazione di un maschio di megattera che penetra sessualmente un’altra megattera, ma anche il caso di un animale ferito e malsano che viene penetrato da quella che sembra essere una balena sana e forte», hanno scritto gli autori del rapporto.
Gli stessi scienziati hanno affermato che è tuttavia difficile conoscere la spiegazione esatta del comportamento, ma hanno fornito alcune possibilità: «la megattera più forte potrebbe aver tentato erroneamente di accoppiarsi con quella malata, potrebbe aver rafforzato una relazione sociale con un conspecifico ferito o potrebbe aver espresso il suo dominio sul concorrente più debole».
Quindi, traducendo, per la legge della jungla balenottera: sei più debole, sei inferiore, quindi ti penetro, ti violento.
Va ricordato, inoltre che, i ricercatori hanno già osservato una volta una megattera con il pene estruso adiacente al corpo fluttuante di un maschio morto poco prima durante un combattimento.
«È sorprendente che le uniche due osservazioni di tale comportamento nella letteratura scientifica riguardino balene malate o decedute», avevano scritto i ricercatori.
Quindi, evvi anche la necrofilia cetacea?
«Gli scienziati non sanno se un comportamento sessuale simile si sarebbe verificato o si sarebbe verificato tra due megattere maschi sani, ma gli incontri sessuali tra coppie dello stesso sesso sono stati documentati in un’ampia gamma di specie, inclusi altri mammiferi marini come trichechi, foche delfini tursiopi comuni, orche assassine e orche grigie».
La pericolosa, oscena dissoluzione della specie dei mammiferi pisciformi non cessa di stupire.
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Come riportato da Renovatio 21, due anni fa gli scienziati hanno scoperto delfini di acqua dolce usare un anaconda morto come attrezzo sessuale. È stato notato inoltre che i maschi della specie, che ricordiamo sono dotati di «peni prensili», usano attaccare le delfine, sia per stupro sia per semplice violenza. Gli stupri possono essere di gruppo, e i sono pure storie sull’omosessualità dei delfini, una specie che sembra non conoscere limiti quando è eccitata, arrivando a molestare anche le femmine umane, rivoltante fenomeno che interessò il controverso scienziato statunitense John Lily, che fece convivere – in un esperimento pagato dalla NASA – una donna ed un delfino, con risultati da vomito. Per non farsi mancare niente, in altri esperimenti il dottor Lily diede ai delfini anche l’LSD.
I delfini si uccidono i cuccioli l’uno con l’altro, e a volte i loro stessi cuccioli. Sono conosciuti per l’inclinazione a uccidere anche cuccioli di altre specie. I delfini, la cui consumazione è proibita nonostante i ricettari nostrani ancora riportano come si prepara il «mosciame di delfino», torturano spesso il loro cibo prima di mangiarlo, e, un po’ come i lupi, uccidono gli altri animali solo per divertimento. I delfini sono anche dei drogati: secondo un servizio della BBC, «i delfini tursiopi giocano con pesci palla tossici che secernono una neurotossina che a dosi elevate può uccidere ma a piccole dosi sembra avere un effetto narcotico».
L’anno scorso una torma di delfini ha cominciato ad attaccare ripetutamente i bagnanti su una spiaggia giapponese, causando quattro feriti. Ma non si tratta delle sole spiagge: in Giappone i cetacei si sono spinti così oltre che una balena è stata vista nuotare nel fiume Yodogawa, non lontano da Osaka.
9日午前、大阪湾の淀川河口付近で、体長およそ8メートルほどのクジラ1頭が海面を泳いでいる姿が目撃されました。
水族館によりますと、大阪湾の人目のつく海域にクジラが入ってくるのは珍しいということです。https://t.co/zJ8RKmdiLy#nhk_video pic.twitter.com/XT5tXvcLUI
— NHKニュース (@nhk_news) January 9, 2023
Renovatio 21 si è occupata varie volte della banda di orche debosciate che incrocia presso Gibilterra, che ha scatenato qualcosa come un attacco al giorno, con la teppa cetacea a minacciare anche le spiagge spagnuole.
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Tuttavia gli esempi del comportamento inaccettabile da parte di questi animali – che mascherano la loro malvagità impadronendosi dei colori del panda, simbolo delle specie protette – non accennano a fermarsi: solo la settimana scorsa a Mossel Bay, in Sud Africa, un’orca assassina ha sbranato dinanzi ad un pubblico umano uno squalo bianco, che è invece davvero una specie protetta dal CITES. La creatura, dopo aver assassinato il pescecane, ne avrebbe consumato pubblicamente il fegato.
Orca surprises a shark in a huge waypic.twitter.com/sjTdLDVJED
— Grice (@GriceSoNice) March 2, 2024
Abbiamo riportato, inoltre i casi di aggressione da parte di balene agli esseri umani e alle loro barche.
Settimane fa in Australia un surfista – o meglio, un praticante di wingfoiling – è stato brutalmente assaltato da una balenottera che, non paga di averlo buttato in acqua schiacciandolo col suo mastodontico peso, lo ha pure trascinato negli abissi dell’Oceano.
Altri casi, finiti in filmati che vi abbiamo mostrato, fanno vedere balene che con pachidermiche spanciate a seguito di guizzi fuor d’acqua distruggono imbarcazioni – con persone a bordo.
E vogliamo sempre ricordare, che va considerata, riguardo l’acredine del cetaceo verso l’uomo, la teoria secondo cui gli antichi avvistamenti di mostri marini non sarebbero da ricondurre ad altro se non i peni eretti delle balene, che a questo punto immaginiamo vengano oscenamente esposti alla vista degli umani come gesto di sfida.
Da tempo oramai Renovatio 21 chiede un la creazione di un movimento internazionale per sistemare il comportamento dei cetacei, chiaramente divenuto sconcio, indecente, immorale, scurrile, impudico, dissoluto, licenzioso, depravato, lascivo, volgare, sporco, laido, scostumato, svergognato, lubrico, scandaloso, turpe, disonesto e pericoloso.
Fino a quando gli oceani, e l’umanità, dovranno sopportare lo scandalo di queste bestie prive di pudore?
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Animali
«Pigcasso», il maiale pittore, è morto. L’arte contemporanea può rinascere nei porcili?
In loving memory of Pigcasso who has sadly passed away.
— Compassion in World Farming (@ciwf) March 7, 2024
Rescued from a factory farm in South Africa, Pigcasso changed the hearts and minds of so many, encouraging them to reconsider how they saw farmed animals. She will leave a lasting legacy.
Video: Farm Sanctuary SA pic.twitter.com/DYL1U8HVVx
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Animali
Orca aggredisce e assassina squalo bianco per divorarne il fegato dinanzi a turisti sgomenti
Ulteriori notizie raccapriccianti dal mondo dei mammiferi marini. Nelle acque al largo di Mossel Bay, in Sudafrica, un’orca assassina ha cacciato e ucciso un grande squalo bianco.
In una sequenza incredibile della durata di meno di due minuti, l’orca Starboard ha attaccato il povero pescecane, riuscendo a strappargli il fegato, ricco di sostanze che la razza cetacea considera nutritizie.
Successivamente, lo Starboard si è allontanato nuotando appena sotto la superficie dell’acqua, portando con sé il «bottino» tra i denti.
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Tale agghiacciante evento è avvenuto di fronte a un gruppo di turisti a bordo di una barca, che ha assistito con occhi increduli. I biologi marini della Rhodes University di Grahamstown hanno dichiarato che si tratta della «prima volta che registriamo un evento di questo tipo, non ha precedenti».
Immagini di abominevole caccia allo squalo da parte delle orche in realtà erano emerse anche l’anno passato.
Altri video mostrano tutta la violenza e la crudeltà del bestione marittimo bianconero.
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Non è in nessun modo da escludersi che l’ignobile predatore marino bicolore abbia eseguito la sua orrida caccia proprio perché sapeva di essere guardata da esseri umani.
Lo squalo bianco, ricordiamo en passant, è attualmente minacciato e rientra tra le specie protette dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).
Le capacità di interazione tra le orche e gli esseri umani potrebbero far pensare, quindi, ad un atto deliberato, nello stile dell’inesausta sequela di operazioni vandaliche portata avanti da torme di orche assassine in tutto il mondo, in ispecie attorno a Gibilterra, dove incrocia una spregevole teppa di abietti cetacei che si divertono ad attaccare e distruggere le imbarcazioni da diporto umane.
È dello scorso mese invece il video della scellerata aggressione che un’orca assassina avrebbe perpetrato ai danni di un delfino (un’altra specie, in realtà, turpe ed oscenamente problematica), scagliandolo per aria come fosse un bambolotto.
Le cronache internazionali riportano costantemente di orche assassine che attaccano piccole barche a vela. Diversi mesi fa è stata vista un’orca assassina avvicinarsi addirittura alla riva di una spiaggia affollatissima.
Renovatio 21 si trova costretta ancora una volta a ripetere l’appello per dare una soluzione as soon as possibile alla costante minaccia di questi infami mostri marini, insegnando l’educazione alla banda dei sadici mammiferi pisciformi oramai del tutto fuori controllo.
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Immagine di Karyn Christner via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic
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