Politica
La polizia sopraffatta dalla protesta di Melbourne
Quello che è successo a Melbourne, in Australia, è una tappa nuova della protesta contro la politica pandemica. Probabilmente per la prima volta, la massa in protesta ha di fatto sopraffatto in maniera non violenta la polizia semplicemente avanzando oltre la barriera imposta.
Better clip here of Dictator Dan’s Gestapo in #Melbourne #Australia getting overrun by pro-freedom demonstrators. Notice how it was police provocations which actually triggered crowd to move forward: pic.twitter.com/MVbARJONN0
— Patrick Henningsen (@21WIRE) September 18, 2021
This is a seminal moment. The police hold power through illusion, they are only bestowed moral authority. Once it’s gone it’s gone – and it has gone, openly now. The issue now for Australian coppers is where do they go from here? #Australia #Melbourne pic.twitter.com/qNXXrXiwrj
— Rush (@exRAF_Al) September 18, 2021
Come riportato varie volte da Renovatio 21, l’Australia e in particolare lo stato di Victoria sono stati teatro di leggi e repressioni da incubo, draconiane sino al grottesco più impensabile. Sono emerse dalla rete anche immagini di lager utilizzati per mettere in quarantena le perone.
Durante la protesta di sabato, la folla, raccoltasi anche in centro città, ha urlato all’unisono all’autorità «Shame on you», «vergognatevi!».
Great to see Melbourne residents pushing back again @DanielAndrewsMP fascist Pharma police state in Victoria #Australia: pic.twitter.com/uQqxp5Nxw6
— Patrick Henningsen (@21WIRE) September 18, 2021
In questa ore un’ulteriore manifestazione sta bloccando la capitale dello Stato di Victoria. Nel momento in cui scriviamo, vi è una protesta massiva dei sindacati.
Vi sono inoltre state proteste contro l’obbligo vaccinale dei lavoratori nel settore costruzioni.
#Australia Melbourne #protest construction workers against mandatory vaccinations, clashes with union officials 20/09/2021 pic.twitter.com/NWJ5AgxKAK
— Nicole Elisei (@EliseiNicole) September 20, 2021
La situazione non sembra esattamente sotto controllo, nota qualche utente internet
This is seriously out of control and someone is going to get hurt. #GoHome now #Melbourne #protests pic.twitter.com/jgbpIKWMQx
— Níal Ó Fionnagáin (@NialFinegan) September 21, 2021
This is the heart of Melbourne tonight. @9NewsMelb @9NewsAUS pic.twitter.com/cz3d4qeSBC
— Reid Butler (@reid_butler9) September 21, 2021
La protesta ha raggiunto il Parlamento dello Stato
WATCH: Melbourne construction workers protesting vaccine mandates have reached parliament, vowing to protest “everyday”.
— Election Wizard (@ElectionWiz) September 21, 2021
La polizia avrebbe in queste ore barricato i gradini di fronte al Parlamento
Riot police have barricaded the steps of Parliament as hundreds of chanting construction workers marched through Melbourne’s CBD, setting off flares and walking through traffic. https://t.co/POQV3Hw2o4 pic.twitter.com/LHQ946Kk6Y
— Herald Sun (@theheraldsun) September 21, 2021
La superiorità numerica di chi protesta – e con estrema determinazione – non sembrerebbe nemmeno qui contenibile dalle forze dell’ordine.
Melbourne Australia 🇦🇺 RISES against vaccine mandates, streets are overrun by protestors.
Police appeared to have RETREATED#RESISTpic.twitter.com/YpsQJi0YoA
— Maajid أبو عمّار (@MaajidNawaz) September 21, 2021
Happening now in Melbourne:
Thousands of workers march through the city after the state government suddenly outlawed all construction work last night. pic.twitter.com/jVUaJVU4e2
— 🌞 Sol Ω Brah 🌞 (@SolBrah) September 21, 2021
La massa ha inoltre bloccato l’autostrada
Latest in Melbourne.
The workers have taken over the freeway. 💪 #IStandWithTradies pic.twitter.com/y5LEP6VlUl— Bethany Cherisse (@BethanyCherisse) September 21, 2021
Right now in Melbourne, Australia the most severe clash to date between workers and the state over mandated jabs as thousands of unionized construction tradesmen take the streets.
Victoria Premier Dan Andrews has shut down all construction for two weeks pic.twitter.com/lnM7yi2puS
— Max Blumenthal (@MaxBlumenthal) September 21, 2021
La situazione è oramai definita come un «uprising»: è una «rivolta» vera e propria
There’s an uprising happening in Melbourne. pic.twitter.com/t36pZ7Zl09
— Evelyn Rae (@_evelynrae) September 21, 2021
La polizia starebbe sparando proiettili di gomma sui manifestanti, scrivono testimoni in rete postando video.
China ? NO. Australia ? YES.
Remember people its about your health 🤦♂️.
Melbourne: construction workers protesting against vaxxine mandates. Police firing rubber bullets at them. pic.twitter.com/6jK84LfXnf
— Austin🕺🏻Powers (@AustinKBF) September 20, 2021
A Sidney era stato mandato l’esercito in strada per contenere il nuovo lockdown imposto dal governo con la stupida politica dello «zero contagi».
Le immagini di Melbourne interrogano il mondo intero: e se la protesta contro la politica pandemica divenisse non più contenibile per le forze dell’ordine?
È possibile che nessuna forza politica, in nessun Paese occidentale, se ne stia rendendo conto?
È possibile che nessuno voglia anche solo provare a disinnescare questa situazione?
È possibile che ora la risposta sarà una repressione sempre maggiore, con violenze e abusi (come quelle viste a Berlino, per esempio) e magari pure con leggi speciali, come quelle usate contro i terroristi, categoria a cui di fatto oramai media e politici associano direttamente i dissidenti al regime biosecuritario?
Bioetica
Biden fa il segno della croce durante una manifestazione a sostegno dell’aborto
Il presidente americano Joe Biden, ad un evento politico in Florida, si è fatto il segno della croce quando la signora con lui sul palco, la presidente del Partito Democratico della Florida, si è espressa a favore dell’aborto. Lo riporta Modernity News.
La vicenda ha generato sconvolto tra la comunità cristiana internazionale.
La candidata governativa fallita Nikki Fried stava sollecitando la rielezione di Biden quando ha fatto commenti su Ron DeSantis e Donald Trump che spingevano per maggiori restrizioni sull’aborto.
La prossima settimana in Florida entrerà in vigore un divieto di aborto di sei settimane, e questo sarebbe uno dei motivi per cui Biden si è fermato nello Stato. La Fried aveva dichiarato la scorsa settimana che Biden sa che deve trascorrere del tempo in Florida per dimostrare quanto le cose siano diventate «estreme» sotto DeSantis. «Capisci che se dobbiamo combattere contro l’estremismo dei repubblicani MAGA, devi venire al ventre della bestia».
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Mentre Biden era al suo fianco, la Fried ha dichiarato che «Ron DeSantis sentiva di dover candidarsi alla presidenza, quindi quindici settimane non erano sufficienti, dovevamo arrivare a sei settimane», sottolineando la sua opposizione alla legge sull’aborto.
È a questo punto che Biden, sulla carta secondo presidente «cattolico» della storia USA (e forse l’unico, che nonostante gli acciacchi, porterà al termine mandato: il primo è stato JFK e sappiamo come è andata a finire) si è fatto il segno della croce.
Joe Biden made the sign of the cross as the chair of the Florida Democratic Party spoke in favour of abortion yesterday. Apparently he was so horrified at the notion of Ron DeSantis limiting abortions to six weeks that he had to bless himself. Report: https://t.co/m4sOjcWTtI pic.twitter.com/HZ8pC81GCx
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) April 24, 2024
La reazione della rete è stata immediata, con commenti che davano del «vile» al vegliardo del Delaware. «Biden, l’autodefinito “cattolico devoto”, fa il segno della croce a sostegno del desiderio di questa donna di uccidere i bambini fino ai 3 mesi di gravidanza» scrive Buck Sexton. «Totalmente malvagio e sacrilego» ha twittato LifeNews. «Davvero da vomitare. Disgustoso. Insulto. Blasfemo» hanno scritto ancora su Twitter. Ancora: «Joe Biden si fa il segno della croce mentre promuove l’aborto! Questo è il male!».
Il fatto è avvenuto a pochi giorni dalla sostituzione della Pasqua della Casa Bianca con la giornata mondiale di visibilità trans.
La Fried, già Commissario per l’Agricoltura della Florida, grande sostenitrice dell’aborto, è anche esplicita riguardo alla sua pratica del giudaismo. Mentre era al liceo, partecipava al B’nai B’rith, la famigerata organizzazione ebraica. La donna ha preso anche attivamente in considerazione l’idea di fare aliya – cioè di andare a vivere in Israele –e di unirsi alle forze di difesa israeliane.
Dopo la sua elezione a commissario per l’agricoltura, Fried ha prestato giuramento utilizzando la prima Bibbia ebraica pubblicata negli Stati Uniti.
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Politica
Elezioni USA 2020, un elettore per corrispondenza su cinque ha ammesso la presenza di frode elettorale: sondaggio
About one in five mail-in ballots in the last election was fraudulent, handing Biden the presidency. We know this because the people who committed the fraud have admitted it in a new poll. pic.twitter.com/fxHL9hT4sw
— Tucker Carlson (@TuckerCarlson) April 26, 2024
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Politica
Mai così tanti deputati cattolici a Seoul: 80 su 300 nel nuovo Parlamento
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il numero maggiore nel Partito Democratico uscito vincitore dal voto del 10 aprile. Nel Paese i cattolici sono l’11,3% della popolazione. I vescovi avevano esortato i laici a non trascurare le proprie responsabilità rispetto alla cura del bene comune. Un tema emerso anche nelle commemorazioni del decennale della strage del traghetto Sewol rimasta senza colpevoli.
La nuova Assemblea nazionale di Seoul – che si insedierà il prossimo 30 maggio – avrà ben 80 cattolici su un totale di 300 deputati. È il risultato del voto del 10 aprile che ha segnato l’affermazione del Partito Democratico, con la sconfitta del Partito del Potere Popolare del presidente Yoon Suk-yeol.
Si tratta della quota più alta di deputati cattolici mai registrata nel parlamento di Seoul, più del doppio rispetto all’11,3% che secondo i dati diffusi dall’ufficio statistico della Chiesa coreana è la percentuale dei cattolici oggi tra i 52,62 milioni di abitanti.
Va peraltro ricordato che la Corea del Sud ha già avuto nella sua storia anche due presidenti cattolici: Kim Dae-jung tra il 1998 e il 2003 e Moon Jae-in tra il 2017 e il 2022. Tra i cattolici che siederanno nel nuovo parlamento 16 sono stati eletti tra i conservatori del Partito del Potere Popolare, 53 nel Partito Democratico e 11 nel Nuovo Partito Riformista.
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Prima del voto la Conferenza Episcopale Cattolica della Corea aveva inviato a tutti partiti un questionario di 43 domande chiedendo loro di esprimersi sulle principali questioni dell’agenda politica del Paese. Diffondendo le risposte ricevute lo scorso 28 marzo i vescovi avevano ricordato che «la Chiesa cattolica ha sempre insegnato che i laici non dovrebbero mai rifiutarsi di partecipare alla politica, ma sono chiamati a promuovere in maniera organizzata e nelle istituzioni il bene comune in tenti settori: economico, sociale, legislativo, amministrativo, culturale e altro».
Un’occasione per ricordare che cosa questo significhi è stata anche la recente commemorazione delle vittime del disastro del traghetto Sewol che nel 2014 costò la vita ad oltre 300 persone. In questa occasione i vescovi sudcoreani hanno esortato il governo a porre la vita e la sicurezza dei cittadini coreani come «priorità assoluta», al fine di evitare tragedie come il disastro del traghetto Sewol del 2014, che ha ucciso oltre trecento persone.
«Questo ricordo non può e non deve finire finché non sarà attuata una riforma fondamentale» che affronti davvero le cause della tragedia, hanno dichiarato in una dichiarazione congiunta pubblicata durante una Messa commemorativa tenutasi nella cattedrale di Sanjeong-dong dell’arcidiocesi di Gwangju il 15 aprile.
Come ha ricordato infatti lo stesso governatore della provincia di Gyeonggi Kim Dong-yeon in un’altra commemorazione tenuta allo Hwarang Public Garden di Ansan, nessun funzionario di alto livello sia stato ritenuto responsabile del fallimento della risposta al disastro: «gli alti funzionari hanno preferito insabbiare la verità. Purtroppo la nostra realtà non è cambiata rispetto a 10 anni fa».
Alla commemorazione di Ansan del 16 aprile hanno partecipato anche alti funzionari del PPP al governo e del DP all’opposizione, tra cui il leader del partito al governo Yun Jae-ok e il leader dell’opposizione Hong Ihk-pyo, oltre a leader e funzionari dei partiti minori di opposizione in Corea del Sud.
Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.
Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Immagine di Dmthoth via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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