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Proibire le conversazioni: l’ultima covidiozia viene dalla sanità australiana

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Il capo della sanità dello Stato australiano del Nuovo Galles Meridionale ha tenuto una conferenza stampa in cui ha detto ai cittadini australiani che non dovrebbero «conversare tra loro» al fine di ridurre la trasmissione di COVID – anche qualora si indossasse la mascherina.

 

La dottoressa Kerry Chant ha fatto le osservazioni in risposta alle proteste dei cittadini cui è stato ordinato di rispettare l’ennesimo lockdowninnescato da solo una manciata di nuovi casi, tra cui un uomo a Cootamundra che aveva visitato un supermercato Woolworths, un ristorante Pizza Hut, una stazione di servizio e un  negozio di articoli da ufficio.

 

«Anche se è nella natura umana impegnarsi in una conversazione con gli altri, essere amichevoli, sfortunatamente questo non è il momento per farlo»

«Anche se è nella natura umana impegnarsi in una conversazione con gli altri, essere amichevoli, sfortunatamente questo non è il momento per farlo», ha detto sicura la dottoressa Chant.

 

Si tratta di un’amissione di onestà encomiabile: l’odio per la «natura umana» e la legge naturale è qui esplicitato in modo diretto e sincero. Il progressismo mondiale, il vero virus che sta tenendo viva la pandemia, odia l’uomo e la sua natura, e le regole armoniose che connettono spontaneamente gli esseri umani fra loro e con l’universo.

 

Il progressismo vuole reprimere quell’istinto chiamato «umanità», e oramai non se ne vergogna più.

 

Il progressismo vuole reprimere quell’istinto chiamato «umanità», e oramai non se ne vergogna più.

«Quindi, anche se ti imbatti nel tuo vicino di casa nel centro commerciale… non iniziare una conversazione, ora è il momento di ridurre al minimo le tue interazioni con gli altri, anche se hai una maschera, non pensare che ti permetta protezione, vogliamo essere assolutamente sicuri che durante la nostra vita quotidiana non entriamo in contatto con nessun altro che rappresenterebbe un rischio», ha aggiunto la Chant.

 

La dottoressa Chant è medico di sanità pubblica responsabile  del Nuovo Galles Meridionale dal 2008. Ha guadagnato visibilità durante la pandemia di COVID-19 fornendo regolari consigli sulla salute pubblica,  e per questo è stata nominata Donna dell’Anno a marzo 2021.

 

Oltre ai funzionari che dicono alle persone che non dovrebbero parlare con i loro amici e vicini, coloro che vivono o hanno visitato le aree colpite sono ora soggetti a un ordine di quarantena minimo di 7 giorni, mentre le mascherine torneranno ad essere obbligatorie per gli insegnanti e studenti delle scuole superiori.

 

L’Australia, terra che un tempo attirava per il suo insieme di prosperità, sicurezza, sviluppo, si è rivelata durante la pandemia una nazione da incubo, con donne incinte arrestate in casa davanti alla famiglia per aver creato un evento su Facebook, brutali attacchi della polizia a gente senza mascherina, leggi che permettono alle forze dell’ordine di spaccare i finestrini dell’auto ed estrarre i passeggeri qualora non mostrino la certificazione che li autorizza ad uscire.

L’Australia, terra che un tempo attirava per il suo insieme di prosperità, sicurezza, sviluppo, si è rivelata durante la pandemia una nazione da incubo

 

Un disegno di legge a settembre invece dava la possibilità alle forze di polizia australiane di arrestare i «complottisti del COVID», nonché di entrare in casa di persone ritenute «sospette». Al contempo in sede di autorità si è discussa l’idea di chiedere alla polizia di allontanare i bambini dalla custodia dei loro genitori al fine di garantire il rispetto delle norme sul coronavirus.

 

Le regole australiane per i viaggi sono così dure che a cause di esse almeno quattro neonati sono morti in Australia dopo che gli è stato negato lo spostamento per un intervento chirurgico al cuore

 

Il proibizionismo nei confronti delle conversazioni tra esseri umani è solo una tappa della lunga lotta che le autorità Stati australiani stanno combattendo contro l’umanità dei propri cittadini. Lo Stato del Victoria aveva proibito a Capodanno di scambiarsi baci e abbracci.

 

Oramai il lockdown da contagio minimale può solo indicare il livello di nevrosi a cui sono giunte le autorità

Poco prima, era emersa la strana storia della diviento riguardante i regali di Natale qualora si provenisse dall’estero.

 

Oramai il lockdown da contagio minimale può solo indicare il livello di nevrosi a cui sono giunte le autorità: «Alice Springs, una città in Australia a 800 miglia di distanza dalla città più vicina, è stata completamente bloccata il mese scorso dopo che è stato rilevato un solo nuovo caso di COVID-19» scrive Summit News.

 

È stato scoperto che anche in Australia, come in Italia o in Inghilterra, i lockdown per il COVID-19 sono stati un importante fattore che ha contribuito a raddoppiare i tentativi di suicidio di persone di età compresa tra 5 e 25 anni.

 

 

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Il caccia russo ha «orinato» sul drone americano

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Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha pubblicato un breve video di un jet da combattimento russo che esegue una manovra pericolosa mentre intercetta un drone MQ-9 «Reaper» dell’aeronautica americana che si è schiantato nel Mar Nero lo scorso martedì.

 

I funzionari americani avevano criticato Mosca per il modo di volare «non sicuro e poco professionale» dei piloti russi.

 

Ora grazie al video possiamo comprendere consa intendessero.

 

Nella clip di 42 secondi, si può vedere il Su-27 russo avvicinarsi alla parte posteriore del drone MQ-9 mentre inizia a rilasciare carburante. Questa azione, sostengono alcuni, avrebbe probabilmente lo scopo di scoraggiare la presenza del drone di sorveglianza nello spazio aereo internazionale sopra il Mar Nero e, forse ostacolare i suoi sensori avanzati.

 

 

L’USAF, l’aviazione degli Stati Uniti, ha scritto in una dichiarazione che il jet da combattimento russo «ha scaricato carburante e ha colpito l’elica dell’MQ-9, costringendo le forze statunitensi a far cadere l’MQ-9 in acque internazionali».

 

La Federazione Russa ha negato che i suoi piloti abbiano agito in modo non professionale o abbiano colpito l’elica del drone.

 

Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale YSA John Kirby ha affermato che il drone non rappresentava una minaccia per nessuno e operava nello spazio aereo internazionale.

 

«Gli Stati Uniti continueranno a volare e ad operare ovunque il diritto internazionale lo consenta, e spetta alla Russia far funzionare i suoi aerei militari in modo sicuro e professionale», ha detto mercoledì ai giornalisti il ​​segretario alla Difesa Lloyd Austin.

 

Il ministero della Difesa russo ha affermato di aver parlato con il segretario Austin dell’incidente, affermando che il drone ha ignorato le restrizioni di volo nell’area poste dal Cremlino.

 

Ci sarebbero anche informazioni secondo cui il drone stava volando senza transponder di trasmissione e si stava dirigendo verso il confine russo.

 

Mosca ha sottolineato che l’incidente è dovuto «all’intensificazione delle attività di Intelligence contro gli interessi della Federazione Russa».

 

Il drone, c’è da ricordare, è dotato di missili Hellfire, con i quali sono stati sterminati tanti afghani negli anni di Bush e Obama – e pure Biden.

 

In rete nel frattempo gli utenti sostengono che il video sembra un atto di minzione del caccia russo sul drone americano.

 

«Che diavolo, quanto dev’essere abile uno per fare pipì su un drone alla velocità di Mach… Questo tizio merita una medaglia» dice un utente Twitter. «Il tizio sta chiaramente trollando a livelli globali».

 

 

«Il pilota meritava tutto ciò che è speciale… abbattere un drone da 60 milioni di dollari con la sola pipì. Stile».

 

 

La dinamica dell’incidente è stata ricostruita in grafica 3D dal canale televisivo statunitense CBS.

 

 

Sul Telegram russo, intanto, impazza la teoria secondo cui il drone contenesse tecnologia sensoristica avanzata di cui non dispongono né la Russia né la Cina. Secondo voci, la marina russa nel Mar Nero sarebbe quindi attiva nelle ricerche dei resti del drone, che potrebbe rivelarsi un tesoro di retroingegneria per Mosca e non solo.

 

La volontà di non danneggiare il drone, e di colpirlo solo con getti di carburante a mo’ inediti getti di urina aerospaziale, potrebbe proprio essere legata all’intento di recupero della preziosa tecnologia.

 

Giorno davvero umiliante per gli USA di Joe Biden, trattati con grande cinismo (dal greco kynos, il cane: appunto «cinici» erano definiti i filosofi che perdevano la pudicizia e cominciavano a fare la pipì davanti a tutti come canidi) dal suo avversario geopolitico.

 

 

 

 

 

 

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Sirene finte a favore di telecamera per la visita di Biden a Kiev. Gli attori della farsa vi ritengono scemi

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È una delle cose più brutte viste questa settimana.

 

Durante la visita-lampo del presidente americano Joe Biden a Kiev, le sirene per raid aerei hanno suonato nonostante non ci fossero notizie di attacchi missilistici.

 

La motivazione, quindi, è un’altra: creare il maggior effetto drammatico possibile per le inquadrature TV del Biden ricevuto con lo Zelens’kyj.

 

L’effetto, tuttavia, più che drammatico, sta tra il surreale e il grottesco.

 

 

La stranezza è stata notata anche da Reuters: «le sirene dei raid aerei hanno suonato a tutto volume nella capitale ucraina mentre Biden visitava Kiev, sebbene non ci fossero notizie di attacchi missilistici o aerei russi».

 

 

Nel mare di notizie tragiche da cui siamo assaliti in questi giorni di guerra, diciamo che la cosa è particolarmente brutta perché prova quanto poco rispetto i vertici della politica internazionale abbiano per il comune cittadino spettatore, che deve bersi senza fiatare le farse più stupide, improvvisate, poco credibili. È come se il potere non avesse più alcun bisogno di aderire alla realtà. È come se la menzogna più patente può esservi servita senza più alcun pudore.

 

La stessa CNN, di certo non contraria ai regimi di Biden e Zelens’kyj, hanno sottolineato il fatto che negli ultimi giorni si sono sentite le sirene antiaeree in azione.

 

«Sono stato qui negli ultimi cinque giorni. Non ho sentito esplosioni. Non ho sentito alcuna sirena d’aria, fino a circa mezz’ora fa, proprio quando il presidente Biden era nel centro di Kiev», ha riferito l’inviato CNN Alex Marquardt in diretta TV.

 

 

Uno show, che davvero ritiene lo spettatore come un ebete da gabbare senza pietà.

 

Kiev, come sempre, è dolce per i spudorati traffici internazionali di Biden e del suo clan.

 

Non sono così lontani i tempi in cui il Biden volava di frequente nella capitale Ucraina, magari ricattando l’allora presidente e primo ministro: o licenziavano il procuratore generale Viktor Shokin (che, per coincidenza, indagava dalle parti dell’azienda del gas che aveva preso nel board il figlio drogato e perverso di Biden, Hunter) oppure non avrebbe dato il miliardo di dollari in aiuti promesso.

 

Era il dicembre 2015.

 

 

«Così, [Poroshenko e Yatsenjuk] uscivano dalla conferenza stampa, e gli ho detto: io non vi darò… noi non vi daremo il miliardo di dollari. Loro hanno detto: tu non hai l’autorità. Tu non sei il presidente (…) Il presidente [Obama], ho detto, sì, dovrei chiamarlo (…) Ho detto: ve lo dico, non prenderete il miliardo di dollari. Ho detto: guardate, noi ce ne andiamo in 6 ore. Se il pubblico ministero [Shokin] non sarà licenziato, non avrete i soldi (…) Oh… figlio di puttana… è stato licenziato».

 

Il tutto dichiarato ad un evento pubblico, pure filmato del Council fo Foreign Relations, tra le risatine del pubblico.

 

Come riportato da Renovatio 21, il figlio Hunter pare coinvolto anche riguardo ai biolaboratori ucraini finanziati dagli USA, accusati dalla Federazione Russa di produrre armi biologiche.

 

I parlamentari repubblicani americani avevano fatto sapere di voler indagare sulla relazione tra Hunter Biden e la società gasiera ucraina Burisma, che lo pagava 80 mila dollari al mese senza un motivo vero.

 

 

Nessuna vera indagine è invece partita sui rapporti tra Hunter Biden e le società legate ai molto controversi laboratori biologici di Kiev.

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

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Le persone che indossano ancora le mascherine sono brutte: studio scientifico

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Le persone che indossano le mascherine hanno maggior probabilità di essere «non attraenti», secondo uno studio scientifico di recente pubblicazione.

 

Secondo i risultati pubblicati su Frontiers in Psychology, le persone che si considerano meno attraenti hanno maggiori probabilità di continuare a indossare mascherine.

 

«I nostri risultati suggeriscono che l’uso della maschera può passare dall’essere una misura di autoprotezione durante la pandemia di COVID-19 a una tattica di auto-presentazione nell’era post-pandemia» scrivono gli scienziati.

 

I risultati scaturiscono da un trio di studi su soggetti americani, condotti da ricercatori della Seoul National University in Corea. Gli studi hanno rilevato che le persone con un’elevata attrattiva percepita da sé sono meno disposte a indossare una maschera e viceversa.

 

Hanno anche scoperto che le rispettive inclinazioni anti e pro-mascherina di ciascun gruppo sono intensificate in situazioni in cui la loro attrattiva è importante, come un colloquio di lavoro, rispetto al semplice portare a spasso un cane. Cioè, qualcuno che si considera relativamente poco attraente ha maggiori probabilità di mascherarsi durante il colloquio.

 

Studi precedenti hanno scoperto che le persone poco attraenti sono effettivamente considerate più attraenti quando indossano mascherine, mentre la popolazione  di bell’aspetto è percepita come meno attraente, hanno osservato i ricercatori.

 

I coreani hanno coniato un termine gergale per le persone meno attraenti che indossano una maschera per trarre vantaggio dal lasciare che gli altri diano loro il beneficio del dubbio su cosa c’è sotto: «ma-gi-kkun». Negli Stati Uniti, il termine «mask-fishing» è stato reso popolare su TikTok e ha una certa trazione nella popolazione in età scolare.

 

Come ha notato l’anno scorso il New York Times, le mascherine «hanno oscurato tutti i tipi di trasformazioni che gli adolescenti potrebbero sentirsi inclini a nascondere: apparecchi ortodontici, brufoli, cicatrici da acne, la prima crescita di peli sul viso».

 

Nel frattempo, quantità di studi stanno demolendo la validità anti-epidemica dell’uso delle mascherine, di fatto assurto a segnale di aderenza al sistema pandemico.

 

Un simbolo, più che un vero strumento di contenimento del contagio: un simbolo della vostra sottomissione.

 

Come noto, le mascherine sono ancora obbligatorie in ospedali e cliniche ed altri luoghi per che il governo ha pensato bene di non esentare da questo onnipresente pezzo della follia COVID.

 

I danni delle mascherine alla crescita dei bambini sono un fatto oramai acclarato ma che nessuno pare aver voglia di discutere.

 

 

 

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