Linee cellulari
«Combattere la barbarie del nuovo cannibalismo»: quando Mons. Schneider scrisse a Renovatio 21
Il 4 dicembre 2018 Mons. Schneider, vescovo ausiliare di Maria Santissima ad Astana (Kazakistan) scrisse a Renovatio 21, che lo aveva informato della battaglia intrapresa contro l’uso delle cellule di feto abortito nell’industria vaccinale.
Lo sforzo di Renovatio 21 si concretizzò pochi mesi dopo nel convegno «Fede, Scienza, Coscienza» tenutosi a Roma nel marzo 2019.
Ci rimase impressa la formula che nella sua breve risposta Mons. Schneider aveva utilizzato: «la barbarie del nuovo cannibalismo»
Nella lettera, che pubblichiamo appena più sotto, ci rimase impressa la formula che nella sua breve risposta Mons. Schneider aveva utilizzato: «la barbarie del nuovo cannibalismo».
Oggi, a due anni e mezzo da quelle parole, la situazione è divenuta palese a tutti. Il «nuovo cannibalismo scientifico» è riuscito a farsi accettare dalla popolazione mondiale tutta, con una vasta porzione di cattolici ora inclusi grazie allo sforzo programmato di alcuni solerti guardiani della soglia.
L’assenso dell’umanità al «nuovo cannibalismo scientifico» è divenuto la stessa base della possibile ritrovata libertà: se non passi per il filtro del vaccino anti-COVID (prodotto, studiato, testato, composto, a seconda dei casi, con cellule di bambino assassinato) non tornerai mai più libero.
Il «nuovo cannibalismo scientifico» è riuscito a farsi accettare dalla popolazione mondiale tutta, con una vasta porzione di cattolici ora inclusi grazie allo sforzo programmato di alcuni solerti guardiani della soglia
Non potrai lavorare, non potrai andare a scuola, non potrai andare al bar e al ristorante, a teatro e al cinema, non potrai andare in vacanza, non potrai andare in palestra, non potrai vedere i tuoi cari.
Non potrai uscire di casa: tutto questo non è fantascienza di pessimo gusto, tutto questo è chiaramente sul piatto in questo momento quando vi parlano di app di sorveglianza o di «passaporti vaccinali»: documenti e software che, da un punto di vista spirituale, altro non fanno che testimoniare la vostra accettazione della «barbarie del nuovo cannibalismo», il vostro ingresso nella comunione che distribuisce questi frammenti cellulari di feto sacrificato.
Renovatio 21 già da due anni lavorava sull’argomento, interrogandosi su questo mistero orrendo, per cui ai nostri figli doveva venire imposto questa comunione diabolica, questo battesimo satanico.
App di sorveglianza o di «passaporti vaccinali»: documenti e software che, da un punto di vista spirituale, altro non fanno che testimoniare la vostra accettazione della «barbarie del nuovo cannibalismo», il vostro ingresso nella comunione che distribuisce questi frammenti cellulari di feto sacrificato
Mons. Schneider aveva capito subito, e ancora più profondamente, di cosa si trattava.
I suoi scritti, le sue interviste, i suoi appelli negli ultimi mesi sono stati, per i cattolici e per i pro-life che rifiutano questo inganno demoniaco, fari in un mare in tempesta nella notte più cupa.
Ringraziamo il Monsignore, e preghiamo Iddio di proteggere questo raro esempio di prelato eroico.
Martedì 4 dicembre 2018
Stimati signori,
I suoi scritti, le sue interviste, i suoi appelli negli ultimi mesi sono stati, per i cattolici e per i pro-life che rifiutano questo inganno demoniaco, fari in un mare in tempesta nella notte più cupa.
volentieri appoggio la Vostra nobile e necessaria iniziativa dell’associazione “Renovatio 21” per combattere la barbarie del nuovo cannibalismo dell’uso delle linee cellulari di feti abortiti in numerosi vaccini.
Auguro che un crescente numero di persone di buona volontà si aggiungono alla Vostra associazione e a Vostri diversi iniziative per proteggere e difendere l’intoccabile dignità del corpo e della vita del bambino non-nato.
Purtroppo non potrei partecipare al Vostro evento in marzo 2019, accompagnerò però questo Vostro evento con la mia preghiera e la benedizione.
Con sinceri saluti in Cristo
Ringraziamo il Monsignore, e preghiamo Iddio di proteggere questo raro esempio di prelato eroico
+ Athanasius Schneider
Immagine di Monegasque2 via Wikimedia pubblicata su licenza Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0). Filtro bianco e nero aggiunto
Linee cellulari
Vaccini fatti con aborti. Ricordiamolo ancora una volta
I vaccini e l’aborto sono strettamente legati. Dobbiamo ricordarlo sempre.
Si tratta di una delle prime battaglie di Renovatio 21, che precede di diversi anni la pandemia: prima che vi fosse il COVID e il siero mRNA, c’era l’obbligo dei vaccini pediatrici, anche quelli macchiati dall’uso di linee cellulari da feti abortiti, cioè da esseri umani innocenti sacrificati.
Ne abbiamo parlato tanto, e in ogni modo: articoli, conferenze, convegni. Ci è costato: le prime segnalazioni da parte di enti stranieri contro Renovatio 21 partirono prima del coronavirus, molto prima che i ban sui social fossero la norma. Dicevano che quella dei vaccini fatti con gli aborti era una falsità, e, incredibile, pareva ci credessero davvero – nonostante il bugiardino scrivesse MRC-5 o WI-38 o HEK-293, etc.
All’ammucchiata negazionista aderì ufficialmente, casualmente a ridosso della legge che toglieva ai bimbi non vaccinati la possibilità di frequentare l’asilo (con catastrofi famigliari-professionali conseguenti), anche il Vaticano bergogliano, che sapendo che dire la menzogna è peccato, optò per una teologia del peccato-yogurt: la nota congiunta uscita da vari enti ecclesiastici nel luglio 2017 diceva che sì, è vero, quei vaccini sono fatti con gli aborti, ma si tratta di aborti «lontani nel tempo»… in pratica, il peccato connessovi è scaduto, come un latticino uscito dal frigo. L’omicidio dell’innocente va teologicamente in prescrizione: abbiamo visto anche questa.
Abbiamo in ogni modo tentato di combattere, da subito, questo abominio: perché ci sembrava qualcosa di mostruoso, o ancora di più, di rivelatore. Volevano che i bambini fossero macchiati, sottopelle (tatuati, sarebbe da dire, ma i tattoo non sconvolgono il sistema immunitario), con materia che proviene dall’assassino dei loro simili. E senza quel marchio, nessun accesso, nesso diritto, multe, derisione, accuse, stigma sociale. Il mondo avrebbe imparato presto che quello era solo il test drive per quanto sarebbe successo con il virus cinese e il conseguente ribaltamento della società (non più uno stato di diritto, ma uno Stato cui sei sottomesso, verso cui non hai potere, e da cui puoi sperare solo concessioni, «accessi»).
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Renovatio 21 aveva organizzato nel marzo 2019 a Roma un convegno internazionale, «Fede, Scienza e Coscienza», tutto incentrato sul problema delle linee cellulare dei feti abortiti.
Grazie al lavoro inesausto di Cristiano Lugli, riuscimmo a far arrivare a Roma lo scienziato che più di ogni altro ha studiato il tema della presenza di materiale cellulare di feto abortito nei vaccini e i suoi effetti deleteri sulla salute dei bambini, la dottoressa Theresa Deisher, una rinomata ricercatrice con tanti paper e brevetti realizzati nella sua carriera nella scienza biomedica. Il suo intervento al convegno di Roma è ancora visibile sul nostro canale YouTube – finché dura.
Siamo stati felici di rivedere la dottoressa Deisher ripetere questa incontrovertibile realtà – i vaccini sono fatti con gli aborti esistono e sono fra noi – in un video di Highwire, la testata di Del Bigtree, giornalista sodale di Robert F. Kennedy jr. Abbiamo pensato di sottotitolarlo, e di dividerlo in parti, per renderlo più fruibile online.
L’intervista è strutturata con domande e risposte. Molte cose fondamentali della questione – cose per le quali il mainstream normaloide della massa vaccina si tappa le orecchie e inizia ad urlare per non sentire – sono spiegate benissimo, e molto sinteticamente.
Vaccini e aborti. È vero che ci sono feti abortiti nei vaccini?
Quali vaccini contengono linee cellulari fetali?
Come fanno gli scienziati a procurarsi il tessuto fetale?
Parla la dottoressa Theresa Deisher
Sottotitoli Renovatio 21 pic.twitter.com/RTSfaF4pGW— Renovatio 21 (@21_renovatio) September 16, 2023
Cosa esattamente c’è in un vaccino?
«Un vaccino è costituito da un virus. Il virus è una lunga catena di acido nucleico. E l’acido nucleico è ciò che costituisce il nostro DNA e RNA. È troppo lungo da fare in provetta. Così noi imitiamo il modo che ha la natura di propagare e far crescere un virus e infettiamo le cellule».
È vero che ci sono feti abortiti nei vaccini?
«Quello che c’è nel prodotto finale, quando utilizziamo cellule che sono state create da un feto abortito, sono frammenti di DNA fetale umano e detriti cellulari. E a livelli abbastanza alti».
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Come fanno gli scienziati a procurarsi il tessuto fetale?
«Esistono società di procurement che lavorano fianco a fianco con gli abortisti, tipicamente nello stesso edificio».
«Quello che succede è che il cuore entra effettivamente in condizione di contrattura. È una volta che ciò accade, non è possibile ricavarne dati validi. Non puoi ottenere cellule che funzioneranno. Quindi il tessuto diventa davvero inutile. Deve essere espulso e messo in conservante che ferma il cuore entro 2 minuti».
«Il bambino deve nascere vivo o altrimenti non potranno prendere il cuore velocemente e inserirlo correttamente nella soluzione bloccante, in modo che possano conservarlo per l’elaborazione».
Vaccini e aborti. I feti sono vivi dopo l'estrazione?
I feti sono ancora usati per fare i vaccini?
Parla la dottoressa Theresa Deisher Sottotitoli Renovatio 21 pic.twitter.com/t8YF4ZVdog— Renovatio 21 (@21_renovatio) September 16, 2023
I feti sono ancora vivi dopo l’estrazione?
«Beh, un feto nato intatto è sicuramente morto quando gli strappano via il cuore. Non gli viene somministrato alcun anestetico. Non farei mai una cosa del genere ad un topo o ad un ratto».
«Non sarei sorpresa se in un futuro non così lontano potremo ottenere dei numeri concreti che mostrano come gli aborti vengano ritardati sempre di più, in modo che gli scienziati e le società di procurement possono ottenere un tessuto migliore e più a termine».
I feti sono ancora usati per fare i vaccini? Molti dicono che hanno fermato questa pratica negli anni Settanta?
«Non è una vecchia tecnica, alcune delle linee cellulari che utilizzano per la produzione di vaccini sono state realizzate negli anni Settanta. Stanno iniziando a deteriorarsi. Quindi in realtà è necessario creare nuove linee cellulari per sostituirle».
«Ogni giorno, bambini abortiti vengono predati e sfruttati per la ricerca biomedica, e la pratica continua perché chiudiamo gli occhi sull’etica dei vaccini… per le persone che non condividono il nostro orientamento morale non c’è alcuna differenza tra un aborto effettuato nel 1970 e l’aborto fatto ieri».
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Vaccini e aborti.
Usare cellule fetali umane nei vaccini è pericoloso?
Parla la dottoressa Theresa Deisher
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Usare cellule fetali umane nei vaccini è pericoloso?
«Sappiamo con certezza che i livelli di DNA di questi vaccini che entrano nel flusso sanguigno dei nostri bambini talvolta superano 100 volte i livelli di DNA fetale che, è stato dimostrato, attivano in modo massiccio la risposta immunitaria, causando il rilascio generale di citochine, e le citochine sono tossine. E stiamo dando ai bambini concentrazione da 10 a 100 volte più elevate. Sappiamo assolutamente che il recettore TLR9 si attiva».
«Le aziende farmaceutiche non hanno mai misurato il rilascio di citochine. E non hanno mai misurato un livello così acuto di risposta autoimmune».
Vaccini e aborti.
Cosa possono fare i genitori per informarsi sui rischi del vaccinare i propri figli?
Come i genitori dovrebbero parlarne ai pediatri?
Parla la dottoressa Theresa Deisher
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Cosa possono fare i genitori per informarsi sui rischi del vaccinare i propri figli?
«Come minimo, leggete un po’ il foglietto illustrativo, e vedrai gli effetti collaterali riconosciuti. Ciò potrebbe accadere al tuo sanissimo, normalissimo bambino».
«Fai una valutazione del rischio: tuo figlio è a rischio di questa malattia? Se dovesse contrarla, quali sono le conseguenze di contrarre questa malattia? È così tremendo, oppure possiamo gestirlo bene dal punto di vista medico in modo che nostro figlio stia bene?
Come i genitori dovrebbero parlarne ai pediatri?
«Vorrei incoraggiare tutti i genitori a chiedere al proprio medico come l’immunità è causata da un vaccino. E se il tuo medico non ti parla dei recettori Toll-like, allora anche il tuo medico non sa nulla riguardo all’immunità, riguardo alla virologia, che è vaccinologia, oppure non ti sta dicendo la verità».
«Dovresti chiamare un dottore che sappia di cosa si sta parlando. O che ti dice la verità».
Sono parole giuste, e incontrovertibili.
Riguardo al tema di aborto e vaccini, e sempre bene, ogni tanto, ricordarci questo abominio, richiamare alla mente l’aberrazione biologica e morale a cui vogliono sottomettere noi e la nostra prole.
Noi dimentichiamo mai l’orrore in cui siamo immersi. E la battaglia che dobbiamo fare per uscirne.
Grazie, dottoressa Deisher.
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Vescovo rimosso per non aver ceduto all’idolatria del vaccino
Renovatio 21 riprende dal sito di Aldo Maria Valli Duc in Altum questo articolo del dottor Paolo Gulisano.
In una Chiesa in cui l’eresia sta dilagando tra i pastori, può capitare che un bravo vescovo, fedele alla dottrina della Chiesa e sostenitore del diritto alla vita, subisca la rimozione dalla sua carica da parte di Roma.
Cos’ha fatto di male? Ha forse messo in discussione il celibato dei sacerdoti? Ha benedetto coppie gay? Ha detto che non sappiamo cosa abbia in realtà detto Gesù perché ai suoi tempi non c’erano registrazioni?
No di certo. La sua colpa è stata quella di non aver appoggiato, negli scorsi due anni, la campagna vaccinale COVID.
Il sito pro life americano LifeSiteNews, che ha seguito attentamente la vicenda, anche perché il vescovo in questione è un grande difensore della vita umana, ne ha raccontato nei giorni scorsi la storia.
I fatti vedono come protagonista monsignor Daniel Fernández Torres, portoricano, allontanato dalla sua diocesi di Arecibo.
La decisione di Bergoglio di rimuoverlo improvvisamente dalla guida della sua diocesi sarebbe stata dovuta in gran parte alla difesa da parte del vescovo delle obiezioni di coscienza nei confronti dei vaccini.
Il delegato apostolico di Porto Rico (uno Stato di fatto associato agi Stati Uniti, una sorta di protettorato) ne ha chiesto le dimissioni dopo che il vescovo Fernández Torres si è rifiutato di firmare una lettera emessa dalla conferenza episcopale dell’isola che annunciava un severo obbligo di vaccinazione per sacerdoti e dipendenti delle diocesi.
La lettera imponeva anche che all’interno delle chiese ci fosse, durante le Messe, una divisione tra fedeli vaccinati e non vaccinati, una vera e propria segregazione di questi ultimi. Questa lettera era nelle intenzioni dell’episcopato portoricano una decisa e pronta risposta alla sollecitazione venuta dal Vaticano, secondo la quale vaccinarsi sarebbe un «dovere morale», il celebre «atto d’amore» di cui ha parlato Bergoglio.
Giorni prima il vescovo Fernández Torres aveva rilasciato una dichiarazione in cui difendeva il diritto di rifiutare la vaccinazione sulla base della coscienza e insisteva sul fatto che «è possibile per un fedele cattolico fare obiezione di coscienza alla presunta natura obbligatoria del vaccino COVID-19».
La sua lettera rifletteva le posizioni di numerosi altri presuli e la stessa nota dottrinale del Vaticano sui vaccini COVID, in cui si afferma che «la vaccinazione non è, di regola, un obbligo morale e che, quindi, deve essere volontaria».
Il suo sostegno ai diritti di coscienza trovava fondamento anche nel fatto che tutti i vaccini COVID approvati per l’uso negli Stati Uniti erano stati sviluppati o testati con linee cellulari derivate da bambini abortiti.
Quella che era una legittima richiesta di tutelare la libertà di coscienza è però sembrata una grave «insubordinazione» al papa, ed è diventata il pretesto per far fuori il vescovo non allineato.
Sembra da alcune fonti, riportate da LifeSiteNews, che il più attivo tra i confratelli nell’episcopato a chiedere la testa del vescovo di Arecibo sia stato l’arcivescovo González Nieves, noto per le sue posizioni ultra-progressiste in materia morale e apertamente pro LGBTQI.
L’arcivescovo chiamò in suo supporto il cardinale di Chicago Cupich, anch’egli noto per le sue posizioni alla tedesca, chiedendogli una sorta di «visita apostolica» per poi riferire autorevolmente a chi di dovere su quel vescovo «no vax».
Il risultato non si fece attendere: monsignor Torres fu immediatamente e immotivatamente rimosso, e al suo posto venne insediato da Bergoglio monsignor Alberto Arturo Figueroa Morales, fino a quel momento vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di San Juan, nonché braccio destro di González Nieves.
Il vescovo Torres ha rotto mesi di silenzio con una dichiarazione di qualche giorno fa. «Sento ancora la stessa perplessità che ho provato quando mi è stato chiesto improvvisamente di dimettermi e quando, in modo frettoloso, è stata eseguita la rimozione», ha scritto in una lettera indirizzata a «tutti coloro che mi hanno accompagnato spiritualmente».
«Dopo un anno, ribadisco esattamente le stesse parole della dichiarazione pubblica che ho fatto il 9 marzo 2022», ha aggiunto. Nella sua dichiarazione del marzo 2022 il vescovo di Arecibo ha denunciato l’allontanamento da parte di papa Francesco definendolo «un’azione totalmente ingiusta».
«Nessun processo è stato fatto contro di me – disse allora – né sono stato formalmente accusato di nulla, ma semplicemente un giorno il delegato apostolico mi ha comunicato verbalmente che Roma mi chiedeva le dimissioni».
«Sono stato informato che non avevo commesso alcun crimine ma che presumibilmente non ero stato obbediente al papa né ero stato in sufficiente comunione con i miei fratelli vescovi di Porto Rico», ha spiegato ancora il presule.
In effetti, in alcune sue dichiarazioni l’arcivescovo Roberto González Nieves di San Juan aveva affermato che il vescovo Fernández Torres era stato rimosso per presunta “insubordinazione al Papa” ma senza alcuna accusa formale.
In realtà non c’è traccia di disobbedienza all’autorità del Sommo Pontefice. Forse di monsignor Torres dava fastidio che il suo seminario fosse fiorente di vocazioni, e che la sua diocesi fosse ricca di iniziative di apostolato con grande beneficio per i fedeli. In seguito al suo licenziamento ci sono state petizioni, raccolte di migliaia di firme, ma Roma non ha riservato loro alcun segno di attenzione.
La lettera del vescovo sottolinea il suo dolore per essere stato deposto dalla propria sede, ma esorta i cattolici oltraggiati dagli scandali nella Chiesa a «pregare e avere fiducia».
«Quando sono entrato in seminario nel 1990, l’ho fatto pieno di speranza e convinto che Dio mi avesse chiamato a servire la Chiesa per il resto della mia vita».
Fernández Torres è stato per anni l’unico prelato cattolico dell’isola che si è battuto regolarmente per la vita, la famiglia e la libertà religiosa, un punto di riferimento morale per l’intero Paese. «Grazie ai lui è stata raggiunta un’unità di intenti per la protezione della vita umana, della famiglia naturale e dei diritti umani fondamentali dell’essere umano», ha detto la senatrice Joanne Rodríguez Veve.
Monsignor Hector Aguer, arcivescovo emerito di La Plata (Argentina), in un duro comunicato di denuncia sulla rimozione, definisce Torres «un uomo di Dio, fedele alla grande Tradizione ecclesiale». Evidentemente, essere tale non è bastato. O forse è diventata una colpa.
La presunta insubordinazione alle direttive del Jefe Máximo, per non aver prestato culto a una nuova forma di idolatria, gli è costata cara.
Paolo Gulisano
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