Connettiti con Renovato 21

Bioetica

Alfie e l’invasione degli ultracorpi

Pubblicato

il

 

 

Paradigma di sterminio e sostituzione dell’essere umano

La sorte di Alfie Evans da Liverpool non differisce da quella dei tantissimi innocenti condannati a morte dai burocrati becchini affacendati giorno e notte a servire il sistema di potere transnazionale che a grandi passi si sta impadronendo dei consessi umani e, una a una, delle nostre vite.

 

Questo sistema di potere è un’idra vorace che si sforza di apparire in pubblico nella veste rassicurante di sommo tutore del «miglior interesse» delle sue vittime: indossa la maschera beffarda che molti suoi lacchè – chierici e laici – sono accorsi a loro volta ad acquistare al mercato delle idee false e vincenti nel tempo delle «verità» capovolte, onde incassare tutte le prebende del caso.

 

La cupola felicemente unita sotto la ragione sociale di una grande impresa funebre dispone a piacimento dei corpi e dei cervelli della massa turlupinata e offesa, ridotta ad accettare il suo stesso sterminio con le buone o con le cattive. E tutti noi ci scopriamo spettatori impotenti e indifesi di una trama ordita altrove, che sta già catturando anche i figli di un’Italia piegata ai venti che soffiano impetuosi da nord.

Le DAT sono state confezionate apposta per assicurare all’Italia  un luminoso futuro di «accompagnamento» degli improduttivi alla dolce morte massiva

 

Forse non ci siamo ancora resi conto che quell’Alfie per cui ci siamo indignati e prodigati e per cui abbiamo pianto tutte le nostre lacrime non è una triste prerogativa della perfida Albione, perché, mentre l’Italia per bene trepidava per lui, i dipendenti nostrani della cupola di cui sopra ben sapevano che l’humus culturale e la rete normativa erano già stesi anche in casa nostra, pronti per regalarci domani, grazie allo squarcio aperto contra legem a suo tempo dalla povera Eluana, la schiera italica di martiri giustiziati, finalmente anche qui, a norma di legge.

 

Le DAT sono state confezionate apposta in fretta e furia da un parlamento (appunto) in articulo mortis, per assicurare all’Italia – ex culla del diritto e centro della ex cristianità – un luminoso futuro di «accompagnamento» degli improduttivi alla dolce morte massiva, segnando un altro fondamentale passo avanti verso la totale reificazione dell’essere umano.

 

Ma nessuno spiega quale sia e a che punto sia il definitivo cambio di paradigma, teorico e pratico, che punta a travolgere e stravolgere l’ordine della creazione, la concezione stessa dell’uomo e della sua natura spirituale, a beneficio della massa telecomandata già rapinata del suo Dio.

 

Proviamo a farlo noi.

 

Perché non si tratta solo dell’eliminazione dell’essere umano, ma – per quanto incredibile – della sua sostituzione su scala planetaria.

Perché non si tratta solo dell’eliminazione dell’essere umano, ma – per quanto incredibile – della sua sostituzione su scala planetaria.

 

Perché il ricordo di Alfie deve restare vivo

Dunque, al di là dello slancio generoso che ha fatto di Alfie in men che non si dica un cittadino italiano – slancio per cui ci siamo sentiti per una volta tutti orgogliosi della nostra patria – in realtà lo iato tra Liverpool e Roma è solo apparente.

 

L’Italia sconta appena un po’ di ritardo nella applicazione pratica dei protocolli comuni previsti da una agenda comune che, come abbiamo visto, deve essere portata avanti ad ogni costo spazzando via tutto quanto si frapponga a ostacolo della sua rapida realizzazione.

 

È per questo che la storia del piccolo guerriero di Liverpool deve restare viva nella memoria di tutti. Perché, in ragione dei suoi protagonisti e antagonisti, dei modi e dei tempi e dei luoghi del suo dispiegarsi, essa è un paradigma di dolore e di vittoria.

 

Questa cosa il Potere lo ha capito bene, e infatti in tutti i modi ha cercato di cancellare le tracce e la memoria di un sacrificio umano che già ha scosso tante coscienze assopite, ma che è capace di essere, ancora, pericolosamente fecondo.

 

Improvvisamente un bambino malato che non voleva morire, insieme ai suoi genitori che lo volevano difendere dai carnefici, ha fatto emergere dalla palude mefitica dell’indistinto la sagoma del bene e quella del male, e noi le abbiamo potute vedere e quasi toccare, queste sagome, e abbiamo capito chi ci sta dietro, chi le disegna, chi le anima e quale abisso le separa.

Dio si serve dei piccoli per scuotere l’umanità, Maria Sua madre appare ai pastorelli e non ai potenti della terra.

 

Dio si serve dei piccoli per scuotere l’umanità, Maria Sua madre appare ai pastorelli e non ai potenti della terra.

 

Non per caso questo piccolo figlio dell’uomo ha generato tanto dolore nei buoni e, insieme, tanto imbarazzo ai potenti.

 

Parla da solo, anzi grida, il silenzio imposto su una morte troppo scomoda.

 

Tanto scomoda, tanto vergognosa, tanto dissonante con quella natura che si cerca in tutti i modi di reprimere, che quanti sono stati complici del misfatto hanno poi voluto non solo cancellare alla vista il corpo del reato, ma quasi rimuoverlo dal proprio vissuto a costo di mettere a nudo le proprie vergogne.

Quanta paura può fare un martire innocente. Tanta da azzerare persino la pietà, esteriore e interiore, in chi dovrebbe essere, della pietà cristiana, il dispensatore di professione.

 

Basti pensare che, quando Alfie è potuto tornare a casa, da morto, qualche giorno prima del suo funerale, il vescovo di Liverpool, che già tanto si era speso a sostegno dell’ospedale degli orrori, ha vietato a tutti i preti della diocesi di andare a casa dei genitori per portare loro conforto e recitare un rosario.

 

Quanta paura può fare un martire innocente. Tanta da azzerare persino la pietà, esteriore e interiore, in chi dovrebbe essere, della pietà cristiana, il dispensatore di professione.

 

Una cellula sana di un mondo malato

 

Combattendo la sua guerra contro i cattivi, Alfie ci ha mostrato uno scenario da vertigine. Può sembrare il set di un film di fantascienza, ma ci siamo finiti dentro davvero con le nostre vite, e per le nuove generazioni tutto questo orrore è in predicato di assumere le sembianze sinistre della normalità.

Può sembrare il set di un film di fantascienza, ma ci siamo finiti dentro davvero con le nostre vite, e per le nuove generazioni tutto questo orrore è in predicato di assumere le sembianze sinistre della normalità.

 

L’uccisione di Alfie Evans, certo, è stata la prova generale del cosiddetto aborto post-natale. Quello teorizzato da Peter Singer («Se il feto non ha lo stesso diritto alla vita di una persona, ci sembra allora che non lo abbia neanche il neonato, e che la vita di un neonato abbia così meno valore di quello che ha la vita di un maiale, di un cane o di uno scimpanzè per l’animale non umano») e sul quale si è costruito una fama, derivativa e funesta, il duo bioetico nostrano Minerva-Giubilini.

 

Ma l’uccisione di Alfie Evans non è solo questo.

 

Egli è stato martire di un’altra guerra epocale, una guerra di cui pochi, quasi nessuno, ha ancora contezza: la guerra per la sostituzione della stirpe dell’uomo.

Egli è stato martire di un’altra guerra epocale, una guerra di cui pochi, quasi nessuno, ha ancora contezza: la guerra per la sostituzione della stirpe dell’uomo.

Egli è stato martire di un’altra guerra epocale, una guerra di cui pochi, quasi nessuno, ha ancora contezza: la guerra per la sostituzione della stirpe dell’uomo.

 

Alfie doveva morire perché era il figlio naturale di una giovanissima coppia inglese non abbiente e poco istruita, e non era sufficientemente sano – o forse lo era e poi qualcosa è cambiato…

 

La regia ha allora impartito il suo ordine categorico:

 

«Cari genitori, vostro figlio è difettoso, rottamatelo. Prima o dopo la nascita, fa lo stesso, basta sia eliminato (i pezzi di ricambio, peraltro, possono sempre tornare utili). La tecnica è in grado di offrirvene uno di qualità migliore, e con garanzia. Affidatevi alla scienza che ve lo fabbrica in provetta, selezionandolo con le caratteristiche desiderate”. Fivet, designer babies, CRISPR-CAS9: l’ingegneria genetica permette oggi di scegliere la propria discendenza e di produrla artificialmente (sulla carta) più sana e più forte, senza subire l’alea connessa alla roulette russa della natura».

 

Ma qualcosa è andato storto, alla regia, perché i due ragazzini non abbienti e poco istruiti dei sobborghi inglesi non hanno abboccato al piano predisposto per loro, hanno osato ribellarsi sul serio e hanno saputo opporre una resistenza eroica, oltre ogni immaginazione e oltre ogni umana possibilità. Come solo uno strumento della Provvidenza divina può fare.

 

Hanno difeso la vita del loro figlio malato fino a stanare tutte le responsabilità e a scoprire tutti gli altari rovesciati eretti dalla schiera dei senza-dio.

 

Il potere è inciampato in una giovane coppia rimasta incredibilmente preservata dal germe antinatalista, contraccettivo, eugenetico ed eutanasico che ha aggredito l’occidente suicida.

Il potere è inciampato in una giovane coppia rimasta incredibilmente preservata dal germe antinatalista, contraccettivo, eugenetico ed eutanasico che ha aggredito l’occidente suicida.

 

Per Thomas e Kate Evans, Alfie era semplicemente il loro bambino, una sacra creatura di Dio da amare da curare e da proteggere, non una suppellettile difettata e intercambiabile al mercato della vita come il mondo vuole rendere i bambini: oggetti utili a colmare esigenze emotive, affettive e, se del caso, sessuali, di adulti vuoti e disperati.

 

A ben guardare, dunque, è la scienza riprogenetica il vero perno su cui si regge la proposta di business zootecnico per la famiglia moderna, e l’eutanasia infantile è solo la componente complementare del piano diabolico.

 

L’Inghilterra e l’invasione degli ultracorpi

 

Che la nostra non sia una ricostruzione immaginifica e strampalata, lo dimostra la storia recente del piccolo Charlie Gard, anche lui messo a morte in Inghilterra sotto lo sguardo straziato di un mondo ancora refrattario ad accettare l’abominio dell’uccisione deliberata di un bambino.

 

I genitori di Charlie, giovani fotogenici e slegati quanto basta dalla dottrina cattolica, erano la coppia ideale per realizzare senza saperlo questa forma di trasbordo biologico inavvertito per cui, rinunciato a un figlio, se ne cerca un altro con garanzia di qualità.

la scienza riprogenetica il vero perno su cui si regge la proposta di business zootecnico per la famiglia moderna, e l’eutanasia infantile è solo la componente complementare del piano diabolico.

 

Si parlava per Charlie di malattia mitocondriale.

 

Come ricorda il Daily Mail in una intervista alla signora Gard, “qualsiasi bambino concepito naturalmente potrebbe avere da una a quattro probabilità di patire la stessa difficile condizione di Charlie”; e Connie Gard di rimando spiega: «Avremmo bisogno di avere un tipo di fecondazione in vitro chiamato diagnosi genetica preimpianto, noto come PGD, in cui vengono sottoposti a screening gli embrioni per questa condizione».

 

Così il fratellino di Charlie sarà verosimilmente prodotto in laboratorio e, dopo la tragedia in mondovisione, i Gard diventeranno, loro malgrado, la famiglia-poster della provetta onnipotente.

 

Di più: è molto probabile che verrà loro proposta la Three Parents IVF, ossia la fecondazione in provetta con donazione di mitocondri da soggetto terzo rispetto alla coppia. In pratica, l’ovulo fecondato avrà il nucleo di una donna e i mitocondri di un’altra: tre DNA per una creatura.

Gli effetti a lungo termine sono ovviamente sconosciuti, ma chi siamo noi per giudicare la scienza e il progresso.

Così il fratellino di Charlie sarà verosimilmente prodotto in laboratorio e, dopo la tragedia in mondovisione, i Gard diventeranno, loro malgrado, la famiglia-poster della provetta onnipotente.

 

Ora, le storie di Charlie e di Alfie non sono avvenute in Inghilterra per una sfortunata coincidenza: l’Inghilterra possiede un ente apposito che si occupa di provette, la Human Fertilization and Embryology Authority (HFEA).

 

Come qualsiasi consorzio statale o privato di bioetica, esso agisce come una sorta di ufficio permessi.

 

Proprio quest’anno, l’HFEA ha detto sì per due casi di Three parents IVF, che nella neolingua orwelliana dell’uomo prodotto in laboratorio si chiama anche «donazione mitocondriale» (l’utero in affitto, nella neolingua, è GPA, «gestazione per altri»).

 

Ma la connessione geografica ha radici ben più profonde, perché proprio a Londra si è consumato il grande tradimento della Cristianità ad opera di un potere corrotto e sanguinario come quello di Enrico VIII, re adultero e assassino.

 

L’Inghilterra, improvvisamente trovatasi priva del fondamento della religione, cercò subito di sostituirlo con qualcos’altro: la scienza. Ecco Newton, ecco le filosofie empiriste, il tutto con un afflato esoterico di cui non diremo qui, ma che porta con sé un preciso connotato sulfureo.

 

La cosiddetta modernità, nata in Inghilterra dallo sfregio a Cristo e al suo Regno, trova oggi il suo nuovo compimento scientifico, sino al livello micrologico, con la fabbricazione di umani al di fuori del concepimento e la correlativa strage di embrioni. (Il sesso e la crudeltà erano, alla fine, i peccati di Enrico VIII…).

 

La FIVET, come noto, moltiplica per venti i numeri dell’aborto: per ogni bambino che arriva fra le braccia della famigliola «pianificata», si ammazzano (si scartano, si disintegrano, si congelano) almeno una ventina di embrioni.

La FIVET, come noto, moltiplica per venti i numeri dell’aborto: per ogni bambino che arriva fra le braccia della famigliola «pianificata», si ammazzano (si scartano, si disintegrano, si congelano) almeno una ventina di embrioni.

 

L’obiettivo della modernità travestita da progresso è desessualizzare la procreazione, interrompere la continuità umana e sostituirla con la programmazione di una stirpe slegata dalla sacra unione tra un uomo e una donna ed estranea al susseguirsi delle generazioni.

 

Estranea, cioè, alla «tradizione», ovvero al tramandarsi, secondo una catena naturale, del testo più antico: il DNA.

 

L’incarnazione rinnegata

Non ci vuole molto per capire che questa è la vera guerra in corso. La guerra al concepito. Cioè a quel momento, unico e irripetibile, in cui la vita umana si forma e si trasmette.

 

Et incarnatus est. Lo si diceva in ginocchio, una volta, quando la Chiesa onorava davvero Cristo e i suoi martiri.

 

Perché la chiesa ha autorizzato l’uccisione di Alfie? Perché quella che regna oggi è la chiesa anticoncezionale che ha dichiarato guerra al concepimento, cioè al tramite per il quale Dio stesso venne sulla Terra.

L’obiettivo della modernità travestita da progresso è desessualizzare la procreazione, interrompere la continuità umana e sostituirla con la programmazione di una stirpe slegata dalla sacra unione tra un uomo e una donna ed estranea al susseguirsi delle generazioni. Estranea, cioè, alla «tradizione», ovvero al tramandarsi, secondo una catena naturale, del testo più antico: il DNA.

 

Di più: è la chiesa che non vuole martiri, perché i martiri sono il seme dei cristiani.

 

Tra convegni di ingegneria genetica in Cappella Sistina e proclami malthusiani della Pontificia Accademia per la Vita, è evidente come questa gerarchia sia ormai sfacciatamente impegnata nella diffusione della Necrocultura secondo i dettami dell’agenda mondialista.

 

Il che implica il rinnegamento dei principi cardine su cui si regge tutto l’impianto della morale cristiana.

 

Sotto attacco è la «tradizione» realizzata proprio attraverso il concepimento; il libro della genetica trasmesso di generazione in generazione con la legge naturale della vita è il testo sacro che vogliono manomettere i biomodernisti della provetta.

 

Ma alla fine di questa analisi, spregiudicata solo in apparenza, tocca ancora un passaggio ulteriore, perché è inevitabile porsi a questo punto un interrogativo teologico, di cui vogliamo lasciare la risposta a chi legge.

 

Se lo spirito si incarna nel corpo al momento del concepimento della nuova vita (così come venne annunziato alla Vergine Maria), ci chiediamo: per i bambini fabbricati in laboratorio da mani umane, che ne è dell’anima?

 

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al numero 366 recita:

«La Chiesa insegna che ogni anima spirituale è creata direttamente da Dio – non è “prodotta” dai genitori – ed è immortale: essa non perisce al momento della sua separazione dal corpo nella morte, e di nuovo si unirà al corpo al momento della risurrezione finale».

 

Nell’orizzonte, reale e attuale, che abbiamo tratteggiato, Alfie è stata un’estrema, imprevista resistenza al modello di bambino intercambiabile proposto – e ove necessario imposto – alla famigliola moderna interprete obbligata della pianificazione genitoriale (che in inglese, si dice per l’appunto planned parenthood).

 

L’esercito di creature di laboratorio è pronto a invadere il nostro mondo, già despiritualizzato a morte.

Alfie è stata un’estrema, imprevista resistenza al modello di bambino intercambiabile proposto – e ove necessario imposto – alla famigliola moderna interprete obbligata della pianificazione genitoriale

 

Ecco l’invasione degli ultracorpi: le provette, i frigoriferi, le leggi 40, servivano solo a questo.

 

Grazie ad Alfie Evans, alla sua dolcissima mamma e al suo papà di tempra antica, abbiamo vissuto il compatimento autentico di un dolore cocente e abbiamo potuto ammirare, in questo dolore, la forza invincibile della natura umana toccata dalla grazia.

 

Alfie ha donato la vita per smascherare il male nel mondo, e per vincerlo. Davanti alla sua missione non possiamo che inchinarci e metterci, ciascuno per la propria piccola parte, sotto la stessa insegna del piccolo gladiatore.

 

L’insegna della Vita secondo il volere di Dio e non dell’uomo.

 

L’insegna di quella umanità decisa a resistere all’invasione delle creature sintetiche e del principe del mondo.

Continua a leggere

Bioetica

La Bioetica torna a parlare delle atrocità di Gaza

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

La guerra tra Israele e Hamas a Gaza sta creando tensioni all’interno della comunità bioetica. In un articolo sul blog canadese Impact Ethics, tre bioeticisti hanno chiesto alla loro professione di pronunciarsi contro la violenza e la sofferenza.

 

Fanno presente che alcune importanti associazioni mediche e di bioetica si sono rifiutate di commentare, pur avendo preso posizione nei confronti dell’invasione russa dell’Ucraina.

 

«Noi, come bioeticisti, rifiutiamo una posizione di silenzio perché crediamo nella responsabilità disciplinare di dimostrare coraggio morale e promuovere la giustizia».

Sostieni Renovatio 21

«L’American Public Health Association è la nostra unica grande organizzazione professionale negli Stati Uniti ad aver chiesto un cessate il fuoco umanitario a Gaza, attingendo alla sua politica del 2009 sul ruolo degli operatori sanitari, degli accademici e dei sostenitori della sanità pubblica in relazione ai conflitti armati e alla guerra».

 

«In netto contrasto, i delegati interni dell’American Medical Association (AMA) hanno votato contro una risoluzione di novembre a sostegno di un cessate il fuoco a Gaza, citando che la questione non soddisfaceva i criteri di advocacy, urgenza o considerazione etica. L’American Society for Bioethics and Humanities è rimasta silenziosa, nonostante la sua forte politica sulla libertà accademica».

 

Concludono:

 

«Come possiamo definirci esperti di etica e testimoniare silenziosamente migliaia di morti civili, sanzioni crescenti, privazione di beni di prima necessità, crimini di guerra, rapimenti di ostaggi, aggressioni sessuali e disumanità? Cosa stiamo insegnando ai nostri studenti se non siamo disposti a riconoscere i nostri pregiudizi e a parlare apertamente?»

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine dell’ottobre 2023 di Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported;

 

Continua a leggere

Bioetica

Polonia, l’aborto avanza in Parlamento

Pubblicato

il

Da

Il 12 aprile 2024, i parlamentari polacchi hanno votato a favore di quattro progetti di legge volti a generalizzare l’accesso delle donne all’aborto nel paese. Fatto senza precedenti in quasi trent’anni, ma che non dovrebbe cambiare radicalmente la situazione a breve termine, perché una modifica della legge in questa direzione si scontrerebbe con il veto presidenziale del conservatore Andrzej Duda.   «Lo Stato deve fare tutto affinché l’aborto sia accessibile, legale, praticato in condizioni adeguate, senza pericoli». I commenti espressi l’11 aprile 2024 da Katarzyna Kotula non hanno mancato di offendere più di un cattolico polacco, poiché erano inimmaginabili anche un anno fa.   Tuttavia, è dalla piattaforma della Dieta – la camera bassa del parlamento polacco – che il ministro dell’Uguaglianza presenta il disegno di legge portato avanti dalla Coalizione Civica del primo ministro Donald Tusk, volto a liberalizzare l’accesso all’aborto fino a dodici settimane di gravidanza.   Per essere più precisi, quattro testi sono stati presentati da componenti della coalizione filoeuropea arrivata al potere in seguito alle elezioni del 15 ottobre 2023, dopo otto anni di governo del partito nazionalista Diritto e Giustizia (PiS).   La Sinistra Unita ha presentato i primi due progetti che prevedono, da un lato, la depenalizzazione dell’aborto assistito, e dall’altro la legalizzazione completa dell’aborto, senza ostacoli, fino alla dodicesima settimana di gravidanza.

Sostieni Renovatio 21

Il terzo progetto viene dal partito politico del primo ministro Donald Tusk, e chiede anch’esso la legalizzazione fino alla dodicesima settimana, con diverse riserve rispetto al testo della Sinistra Unita.   Il quarto testo, presentato dalla Terza Via, un’alleanza del partito contadino conservatore PSL e del movimento cristiano-democratico Polonia 2050 del presidente della Dieta, Szymon Holownia, chiede il ritorno allo status quo in vigore tra il 1993 e il 2020. L’IVG era possibile in tre casi: malformazione del feto, pericolo per la vita o la salute della madre, stupro o incesto.   Il partito della Terza Via è anche favorevole all’indizione di un referendum su un’eventuale legalizzazione più ampia dell’aborto, un ricorso al voto popolare sorprendentemente criticato dalle organizzazioni femministe – che però hanno sulle labbra solo le parole di «democrazia» e «libertà» – e per una buona ragione.   Secondo un sondaggio effettuato poco prima del voto in Parlamento da IPSOS, la società polacca appare divisa sulla questione. Il 35% delle intervistate vuole avere accesso all’aborto fino alla dodicesima settimana di gravidanza; Il 21% è favorevole al ripristino di questo diritto in caso di malformazione fetale; Il 23% vuole un referendum e il 14% si ritiene soddisfatto dell’attuale stato della legislazione nel Paese. Una prova, se fosse necessaria, che la secolarizzazione avanza a passi da gigante sulle rive della Vistola.   Tuttavia, il campo progressista non rivendica la vittoria: «abbiamo motivi di soddisfazione, tuttavia molto moderati e cauti», ha dichiarato Donald Tusk dopo il voto alla Dieta del 12 aprile. Perché la liberalizzazione dell’aborto in Polonia non è per domani: resta da convocare la Commissione parlamentare speciale che dovrà essere incaricata di adottare un disegno di legge da sottoporre in seconda lettura.   Probabilmente il futuro testo dovrà essere corretto in senso meno liberale per conquistare la maggioranza del parlamento polacco e, se così fosse, il capo dello Stato potrebbe porre il veto. Andrzej Duda – affiliato al PiS – dovrebbe normalmente rimanere al potere fino al 2025: abbastanza per dare ai conservatori polacchi qualche mese di tregua per organizzare la difesa del diritto alla vita.   Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Continua a leggere

Bioetica

Bioeticiste contro la genitorialità genetica: «usare liberamente gli embrioni congelati»

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

Alcuni bioeticisti mettono in dubbio l’importanza di una relazione genetica tra genitori e figli. Ciò che conta, sostengono, è un ambiente familiare favorevole, non i geni. 

 

Nel Journal of Medical Ethics, una bioeticista svedese, Daniela Cutas, e una collega norvegese, Anna Smajdor, affermano che la riproduzione assistita apre le porte a nuove relazioni tra generazioni. Ma, purtroppo, l’aspettativa è che le persone imitino una famiglia nucleare convenzionale e una struttura genitore-figlio. C’è pochissima varietà o creatività.

 

Ad esempio, dopo la donazione di sperma postumo, una madre o una nonna portano in grembo il bambino in modo da mantenere una relazione genetica. Ma perché la genitorialità genetica e quella sociale dovrebbero coincidere?

 

Cutas e Smajdor sono realiste. Nel mondo di oggi, è improbabile che le persone abbandonino il loro attaccamento alle relazioni genetiche. Nel frattempo, ciò che propongono è una maggiore creatività nell’uso degli embrioni fecondati in eccedenza. 

 

«Considerando la crescente prevalenza di infertilità in combinazione con una scarsità di gameti donati, qualcuno potrebbe, ad esempio, scegliere di utilizzare gli embrioni di propri zii. Oppure potrebbero desiderare di avere gli embrioni rimanenti dei loro fratelli. Se la preferenza delle persone ad avere una prole geneticamente imparentata è importante nei servizi di fertilità, allora ha importanza quale sia l’esatta relazione genetica?»

 

Esaminano più in dettaglio il caso di una donna i cui genitori hanno creato embrioni IVF. Se sono ancora disponibili, perché non dovrebbe dare alla luce i suoi fratelli? In un certo senso, questo potrebbe essere migliore di una relazione eterosessuale convenzionale:

 

«Innanzitutto perché gli embrioni sono già creati: non è necessario sottoporsi alla stimolazione ovarica per raccogliere e fecondare gli ovociti. In secondo luogo, le relazioni genitore-figlio sono piene di tensioni, alcune delle quali derivano da una lunga tradizione di non riconoscimento completo dello status morale dei bambini e di vederli come parte dei loro genitori in modo quasi proprietario».

 

Sembra un peccato sprecare tutti quegli embrioni congelati. Concludono con questo pensiero:

 

«In un mondo in cui i tassi di infertilità sono in aumento e i costi sociali, medici e sanitari dei trattamenti per la fertilità sono elevati, suggeriamo che ci siano motivi per ampliare le nostre prospettive su chi dovrebbe avere accesso ai materiali riproduttivi conservati».

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

Continua a leggere

Più popolari