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Geopolitica

Trump contro Zelens’kyj: «dittatore senza elezioni, comico di modesto successo, non avresti mai dovuto iniziare» questa guerra

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito Volodymyr Zelens’kyj un «dittatore senza elezioni» e un «comico di modesto successo», accusandolo di aver gestito male il conflitto con la Russia e di aver fatto un uso improprio degli aiuti finanziari americani. Le tensioni tra Washington e Kiev si sono intensificate in seguito ai colloqui USA-Russia in Arabia Saudita questa settimana.

 

Trump ha detto di essere «molto deluso» dallo Zelens’kyj per il suo fallimento nel risolvere un conflitto che «non avrebbe mai dovuto iniziare».

 

Pubblicando sulla sua piattaforma Truth Social mercoledì, Trump ha criticato Zelensky, affermando che l’ucraino aveva «convinto gli Stati Uniti d’America a spendere 350 miliardi di dollari, per entrare in una guerra che non poteva essere vinta». Ha inoltre affermato che Zelens’kyj «si rifiuta di tenere elezioni, è molto basso nei sondaggi ucraini».

 

«Un dittatore senza elezioni, Zelens’kyj, farebbe meglio a muoversi in fretta o non gli resterà più un Paese», ha avvertito Trump.

 

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Le affermazioni di Trump seguono i colloqui di alto livello tra funzionari statunitensi e russi a Riyad, in Arabia Saudita, martedì. Le delegazioni hanno discusso dei futuri colloqui di pace in Ucraina e di un potenziale summit tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin.

 

I colloqui, durati 4,5 ore, non hanno incluso rappresentanti ucraini o di altri Paesi europei. L’esclusione ha suscitato critiche da parte di Kiev e dei suoi sostenitori dell’UE, con lamentele sul fatto che i loro interessi siano stati messi da parte in negoziati critici che riguardano la sicurezza regionale.

 

Il presidente degli Stati Uniti ha sottolineato che i negoziati con la Russia stanno andando «molto bene», esprimendo fiducia nel fatto di avere «il potere di porre fine a questa guerra» per «salvare vite umane».

 

Sia Mosca che Washington hanno elogiato i colloqui definendoli altamente produttivi, con il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov che ha affermato che le delegazioni hanno lavorato «con notevole successo» per migliorare le relazioni. Le parti «non solo hanno ascoltato, ma si sono anche ascoltate a vicenda», ha detto Lavrov, aggiungendo che gli Stati Uniti stavano iniziando a comprendere meglio la posizione della Russia.

 

Come risultato dei colloqui, le parti hanno concordato che la strada dovrebbe essere spianata per ripristinare i legami bilaterali tra Stati Uniti e Russia e lavorare per una risoluzione del conflitto in Ucraina. Le delegazioni hanno anche concordato di organizzare un summit tra i leader dei due Paesi.

Anche il presidente russo Vladimir Putin ha elogiato direttamente i risultati dei colloqui di Riyadh. Risolvere il conflitto in Ucraina sarà impossibile senza normalizzare le relazioni tra Mosca e Washington, ha affermato mercoledì Mosca non ha mai chiuso la porta ai negoziati di pace, ha aggiunto Putin, sottolineando che sono stati l’UE e Kiev a interrompere ogni contatto con la Russia. Secondo il presidente russo, nessuno esclude Kiev dal processo negoziale e sia Mosca che Washington si aspettano che l’Ucraina vi partecipi. Ha sottolineato che è stata Kiev a vietare ai funzionari di impegnarsi in qualsiasi colloquio con Mosca. «Si è ritirata dai negoziati di Istanbul e lo ha annunciato pubblicamente», ha sottolineato Putin.

 

Le parti hanno concordato di ripristinare il personale dell’ambasciata dopo anni di espulsioni diplomatiche tit-for-tat (cioè occhio per occhio) e di formare team per trovare una soluzione al conflitto ucraino. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha riconosciuto che l’Occidente dovrà affrontare le sanzioni imposte alla Russia per raggiungere una soluzione duratura al conflitto.

 

In risposta ai colloqui tra Stati Uniti e Russia, lo Zelens’kyj si è rivolto ai media, esprimendo sorpresa e preoccupazione per l’assenza di Kiev dall’incontro. Ha sottolineato l’importanza della partecipazione ucraina a qualsiasi negoziato di pace, affermando che le decisioni prese senza l’Ucraina potrebbero minare la sovranità della nazione e le prospettive di una pace duratura.

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Zelens’kyj ha sottolineato che Kiev, che non è stata invitata ai colloqui, «considera che qualsiasi negoziato sull’Ucraina che si stia svolgendo senza l’Ucraina non avrà alcun risultato». Ha anche insistito sul fatto che il suo paese respingerà qualsiasi ultimatum che potrebbe seguire i negoziati di Riyad.

 

I politici e i media ucraini hanno risposto con rabbia ai colloqui in Arabia Saudita. Le reazioni sono andate dalle accuse che Trump stia «capitolando» a Putin e «tradendo» l’Ucraina, alle critiche all’UE per il suo ruolo negli sviluppi.

 

Il presidente degli Stati Uniti ha risposto che Zelens’kyj e altri funzionari ucraini non sono nella posizione di lamentarsi per non essere stati invitati ai colloqui. Ha inoltre incolpato il presidente ucraino per non essere riuscito a risolvere il conflitto nonostante abbia avuto anni per farlo.

 

«Oggi ho sentito, “non siamo stati invitati”. Bene, sei stato lì per tre anni, avresti dovuto finirla… Non avresti mai dovuto iniziare. Avresti potuto fare un accordo», ha affermato Trump. «Avrei potuto risolvere la questione anni fa senza perdere molta terra, pochissima terra. Senza perdere vite e senza perdere città», ha detto il presidente americano, accusando il predecessore Biden di non avere idea di quello che stava facendo.

 


Parlando con i giornalisti negli scorsi giorni, il presidente USA aveva detto che il conflitto «avrebbe potuto essere risolto molto facilmente». A Trump è stato chiesto se avesse un messaggio per gli ucraini che potrebbero essersi sentiti «traditi o delusi» per non aver avuto un posto al tavolo delle trattative. «Sono davvero deluso da quello che è successo. Ho seguito questa cosa per tre anni… Sento che, sai, sono arrabbiati per non avere un posto. Be’, hanno avuto un posto per tre anni e molto tempo prima di allora».

 

Alla domanda se gli USA avrebbero sostenuto le elezioni in Ucraina, Trump ha suggerito che la leadership ucraina dovrebbe prenderle in considerazione. «Non dovrebbe il popolo ucraino dire, tipo, sapete, è passato molto tempo dall’ultima volta che abbiamo avuto un’elezione?»

 

I funzionari dell’UE hanno espresso frustrazione per gli sforzi unilaterali di pace di Washington dopo aver appreso che il blocco sarebbe stato escluso dai colloqui USA-Russia.

 

Il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato una riunione di emergenza lunedì, a cui hanno partecipato i leader di Germania, Regno Unito, Italia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca, insieme alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al capo della NATO Mark Rutte. Le discussioni si sono concentrate sul possibile dispiegamento di truppe UE in Ucraina e sull’impegno dei membri europei della NATO ad aumentare la spesa per la difesa. Tuttavia, secondo diversi partecipanti, non sono state prese decisioni concrete su nessuna delle due questioni.

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Parlando con i giornalisti dopo i colloqui di Riyad di martedì, Trump ha chiesto all’Ucraina di tenere le elezioni, suggerendo che la leadership di Zelens’kyj manca di legittimità. Il presidente ucraino ha annullato le elezioni presidenziali in Ucraina l’anno scorso, citando la legge marziale a causa del conflitto in corso.

 

La Russia ha anche affermato di considerare lo Zelens’kyj, il cui mandato è scaduto a maggio 2024, «illegittimo» e riconosce il Parlamento ucraino e il suo presidente come l’unica autorità legittima nel paese. I funzionari russi hanno avvertito che qualsiasi trattato internazionale firmato da Zelens’kyj potrebbe incontrare delle sfide e hanno espresso dubbi sulla sua capacità di garantire accordi duraturi.

 

Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa, dopo aver ottenuto il permesso dagli USA di Biden di lanciare missili a lunga gittata nell’entroterra russo, lo Zelens’kyj era tornato nuovamente ad escludere le elezioni.

A dicembre Trump aveva comunicato che lo Trump che lo Zelens’kyj non era stato invitato all’inaugurazione.

Come riportato da Renovatio 21, il rapporto tra Trump e Zelens’kyj è realtà molto teso. L’ucraino ha più volte espresso irritazione, ai limiti dell’insulto, riguardo l’idea di Trump di risolvere il conflitto in 24 ore; poi aveva attaccato il vicepresidente eletto JD Vance per il suo scetticismo riguardo l’Ucraina. Tre mesi fa, prima del risultato elettorale, lo Zelens’kyj aveva dichiarato che le promesse di Trump sulla fine del conflitto «non sono reali», spingendosi perfino a insultare l’allora candidato alla Casa Bianca come «presidente perdente».

 

Di suo Trump ha definito Zelens’kyj «il più grande venditore della storia» per la quantità di miliardi di dollari che si porta a casa ogni volta che arriva a Washington. In altre occasioni Trump ha detto che l’Ucraina è «andata» e Zelens’kyj «ha perso». L’incontro tra i due a Nuova York di due mesi fa è stato visibilmente teso, con la rigidità di The Donald più che visibile.

 

Contro l’ex comico divenuto presidente a Kiev si è scagliato spesse volte, e con sempre maggiore veemenza, il primogenito del presidente eletto, Don jr, che ha lamentato la persecuzione della Chiesa Ortodossa ucraina, definita «vergognosa» l’immagine di Zelens’kyj che autografa bombe in produzione in uno stabilimento americano. Don jr. ha poit rollato poche settimane fa Zelens’kyj dicendo che i tempi della «paghetta» sono finiti.

 

Nel frattempo, la frattura definitiva dei rapporti tra Trump e Zelens’kyj sta scatenando la satira in rete, con video eloquenti.

 


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Geopolitica

Trump, storico discorso in Arabia Saudita contro i neocon

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Il presidente statunitense Donaldo Trump ha pronunciato un discorso incisivo in cui ha rimproverato i «neoconservatori» e gli «interventisti», annunciando oggi le ultime novità sulle relazioni degli Stati Uniti con i Paesi del Medio Oriente.   Trump sta effettuando un tour di tre giorni nella regione per promuovere investimenti e intrattenere colloqui diplomatici. Il presidente saudita Mohammed bin Salman ha già promesso 600 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni.   Anche Qatar ed Emirati Arabi Uniti sono a bordo. Stanno promettendo pacchetti economici, militari ed energetici per un valore stimato di oltre 1,6 trilioni di dollari, ripartiti nei prossimi 10 anni. Il CEO di X, Elon Musk, ha partecipato al viaggio.   Il discorso di Trump è stato tenuto oggi all’US-Saudi Investment Forum di Riyadh. «God Bless the USA» di Lee Greenwood è stata suonata mentre Trump saliva sul podio. In seguito, dagli altoparlanti è stata trasmessa la canzone «YMCA» dei Village People.

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Le dichiarazioni di Trump sono state notevoli in quanto hanno criticato i discorsi mondialisti, aprendo al contempo la porta alla cooperazione degli Stati Uniti con attori regionali diversi da Israele.   «Questa grande trasformazione (dell’Arabia Saudita) non è venuta dagli interventisti occidentali», ha detto Trump. «Le scintillanti meraviglie di Riyadh e Abu Dhabi non sono state create dai cosiddetti “costruttori di nazioni”, dai “neoconservatori” o dalle organizzazioni no-profit progressiste».   «Invece, ha continuato Trump, «la nascita di un Medio Oriente moderno è stata portata avanti dalle popolazioni stesse della regione, le popolazioni che stanno sviluppando i propri Paesi sovrani».     Non si tratta della prima volta che Trump si scaglia contro i neocon: nel febbraio 2023 accusò i neoconservatori e in particolare l’allora vicesegretario di Stato Victoria Nuland di aver portato il mondo ad un passo dalla Terza Guerra Mondiale.   I neocon sono una banda di allievi, per lo più ebrei, del filosofo Leo Strauss, che sopravvive in ogni partito e in ogni amministrazione, e che chiede la guerra sempre e comunque contro la Russia ed altri Paesi non controllati completamente dal globalismo americano. Partiti come trotskisti — e si specula sui motivi di questa affiliazione –gli straussiani, ribattezzatisi neocon, sono poi divenuti integrabili sia con la destra che con la sinistra.   Molto significativamente, erano neocon tutti coloro che trascinarono Washington nella guerra contro l’Iraq. È neocon Robert Kagan, il marito Victoria Nuland, considerata l’architetto di questo decennio di catastrofe ucraina che ha portato alla guerra. Il Kagan è autore, oltre che dei documenti del PNAC, il Progetto per il Nuovo Secolo Americano (il cui concetto del bisogno di una «nuova Pearl Harbor» sembrava anticipare di qualche anno il mega-attentato contro le Torri Gemelle a nuova York), anche di scritti di opposizione veemente contro Trump.   Come riportato da Renovatio 21, la follia neocon stava consapevolmente portando il mondo alla guerra termonucleare. La stessa Nuland ha dichiarato di aver aiutato l’Ucraina a preparare la controffensiva antirussa, e di considerare la Crimea come «obiettivo legittimo». La Nuland – nota anche per l’intercettazione telefonica del 2014 in cui dice «Fuck the EU» («Fanculo la UE») – va ricordata anche per il video in cui annunziava in conferenza stampa che il Nord Stream 2 sarebbe stato terminato nel caso la Russia avesse invaso l’Ucraina. Più tardi, a conflitto scoppiato ed a mega-attentato Nord Stream avvenuto, avrebbe detto in audizione al Senato USA di essere felice che il gasdotto fosse stato distrutto.   È da notare come quasi tutti i neocon provengano da famiglie ebraiche scappate per lo più dalla Russia dello Zar, conservando un odio viscerale per Mosca, sia essa zarista, sovietica o putiniana. La Nuland, ad esempio, ha un conto aperto con la Russia a livello transgenerazionale, in quanto il nonno sarto ebreo fuggì dai Pogrom in Bessarabia a inizio Novecento, ma a rimanerne segnato fu essenzialmente il padre, il quale, pure cresciuto in America, fu segnato dalla malattia mentale che lo spinse all’elettroshock e persino alla tentazione della lobotomia.   I commenti di Trump possono essere compresi solo nel contesto più ampio delle crescenti tensioni tra lui e il primo ministro israeliano Beniamino Netanyahu, con il quale ha scelto di non incontrare.   Trump incontrerà invece i leader del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti. L’affronto a Netanyahu è visto come un ulteriore segnale del significativo deterioramento delle relazioni tra i due leader.   Un punto di rottura tra Trump e Netanyahu è stata l’insistenza di Trump nel raggiungere un accordo unilaterale con l’Iran. Una mossa del genere ha irritato Netanyahu e i sionisti negli Stati Uniti. Trump ha parlato oggi dell’Iran.   «Sono qui oggi non solo per condannare il caos passato dei leader iraniani, ma per offrire loro una nuova strada, una strada molto migliore verso un futuro molto più roseo e promettente», ha detto Trump. «Come ho dimostrato ripetutamente, sono disposto a porre fine ai conflitti passati e a creare nuove partnership per un mondo migliore e più stabile, anche se le nostre divergenze possono essere molto profonde… Non ho mai creduto di avere nemici permanenti».

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Trump ha anche annunciato che avrebbe «ordinato la cessazione delle sanzioni contro la Siria per darle una possibilità di grandezza».   Il presidente siriano di lunga data Bashir al-Assad è stato detronizzato da un apparente colpo di Stato all’inizio di quest’anno. Sia la Turchia che Israele si sono attribuiti il ​​merito della caduta, poiché entrambi avevano fornito armi ai ribelli che da allora hanno preso il potere e che hanno massacrato i cristiani durante il conflitto. Da allora, il potere è stato assunto dall’ex membro dell’ISIS e leader del ramo siriano di Al Qaeda Abu Mohammed al-Jolani, che ha già incontrato i leader della NATO, nonostante sia stato etichettato come terrorista dagli Stati Uniti solo nel 2017.   Trump ha parlato anche della guerra a Gaza.   «La popolazione di Gaza merita un futuro molto migliore», ha affermato Trump, «ma ciò non potrà accadere finché i suoi leader sceglieranno di rapire, torturare e prendere di mira uomini, donne e bambini innocenti per fini politici».   La scorsa settimana, durante una conferenza stampa nello Studio Ovale, Trump ha ribadito il suo sostegno agli aiuti medici e ad altre forniture umanitarie per i palestinesi a Gaza.   «Aiuteremo la popolazione di Gaza a procurarsi del cibo: la gente muore di fame e noi la aiuteremo a procurarsi del cibo”» ha affermato. Ad aprile, durante una telefonata , ha insistito con Netanyahu affinché “si comportasse bene” con la popolazione di Gaza e si assicurasse che avessero «cibo e medicine».   Di seguito Renovatio 21 pubblica la traduzione del testo integrale dello storico discorso di Trump in Arabia Saudita.  
  Beh, grazie mille. È un onore essere qui. Che posto fantastico. Che posto fantastico. Ma soprattutto, che persone fantastiche. Voglio ringraziare Sua Altezza Reale, il Principe Ereditario, per questa incredibile presentazione. È un uomo incredibile. Lo conosco da molto tempo ormai. Non c’è nessuno come lui. Grazie mille. Lo apprezzo moltissimo, amico mio.   Ed è un immenso onore tornare in questo splendido regno ed essere accolto con una generosità e un calore così straordinari. Non ho mai dimenticato l’eccezionale ospitalità che ci ha riservato Re Salman. Stiamo parlando di un grande uomo. Un grande uomo, un grande uomo, una grande famiglia. Quella visita ha avuto luogo esattamente otto anni fa. La cortesia della famiglia reale e del popolo saudita è davvero insuperabile, ovunque si vada.   Permettetemi di ringraziare anche gli innumerevoli ministri, funzionari governativi, imprenditori e ospiti illustri per il caloroso benvenuto, davvero caloroso. Conosco molti di voi. Vorrei nominare tutti i vostri nomi, ma avremmo un sacco di problemi. Resteremmo qui a lungo. Non lo vogliamo. Quindi non siate turbati.   Con questa storica visita di Stato, celebriamo oltre 80 anni di stretta collaborazione tra gli Stati Uniti e il Regno dell’Arabia Saudita. Da quando il presidente Franklin Roosevelt incontrò il padre di re Salman, re Abdulaziz, a bordo della USS Quincy nel 1945, le relazioni tra Stati Uniti e Arabia Saudita sono state un fondamento di sicurezza e prosperità.   Oggi, riaffermiamo questo importante legame e intraprendiamo i prossimi passi per rendere il nostro rapporto più stretto, più forte e più forte che mai. È più forte che mai. E, a proposito, rimarrà così. Non entriamo e usciamo come gli altri. Rimarrà così.   Sono qui questo pomeriggio per parlare del futuro luminoso del Medio Oriente, ma prima lasciatemi iniziare condividendo le numerose buone notizie provenienti da un luogo chiamato America.   In meno di quattro mesi, la nostra nuova amministrazione ha ottenuto più di quanto la maggior parte delle altre amministrazioni realizzi in quattro o addirittura otto anni. In realtà, abbiamo fatto, per la maggior parte, di più. Il giorno in cui ho assunto l’incarico, abbiamo ereditato… Grazie. Grazie.   Il giorno in cui ho assunto l’incarico, abbiamo ereditato un’invasione colossale al nostro confine meridionale, un’invasione come non si vorrebbe mai vedere qui, nessuno dovrebbe mai volerla vedere. Ma nel giro di poche settimane, abbiamo ridotto gli attraversamenti illegali al minimo storico, del 99,999%. Un buon risultato anche per questo grande signore che mi sta proprio di fronte. È un buon numero. Abbiamo avuto centinaia di migliaia di persone. Sono arrivate nello stesso periodo l’anno scorso, e il mese scorso, in questo enorme confine, ne sono entrate tre. Una bella differenza.   E non abbiamo altra scelta che richiamare molte delle persone che sono arrivate perché non erano le migliori. In molti casi, erano persone davvero cattive. Le stiamo tirando fuori. Le stiamo tirando fuori molto velocemente. Le stiamo riportando da dove sono venute. Non abbiamo scelta.

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Dopo anni di carenze nel reclutamento militare, gli arruolamenti nelle forze armate statunitensi sono ora i più alti degli ultimi 30 anni, perché negli Stati Uniti d’America regna uno spirito di iniziativa incredibile. Abbiamo di nuovo uno spirito di iniziativa straordinario.   Circa un anno fa, la notizia, in prima pagina su tutti i giornali del mondo, era che nessuno voleva arruolarsi nel nostro esercito, il che significava che eravamo molto sotto-arruolati. E proprio la settimana scorsa è emerso che avevamo il più alto tasso di arruolamento. Dicono 30 anni, ma probabilmente è forse di sempre. Non si va così indietro. È il migliore. E questo include poliziotti, pompieri, tutti gli altri.   C’è un grande spirito negli Stati Uniti in questo momento. Un nuovissimo sondaggio di Rasmussen ha appena mostrato che il numero di americani che credono che la nazione sia sulla strada giusta – hanno una strada giusta, una strada sbagliata – è ora il più alto degli ultimi 20 anni. E non è mai stato così, perché per molti anni è stata la strada sbagliata. E posso dirvi che negli ultimi quattro anni è stata sicuramente la strada sbagliata, ma è il più alto che si sia mai visto in molti, molti anni.   Abbiamo chiamato il Golfo del Messico Golfo d’America – un nome che è stato molto apprezzato, a parte forse il Messico. E, cosa più importante per le persone presenti in questa sala, i giorni di miseria economica sotto la precedente amministrazione stanno rapidamente cedendo il passo alla più grande economia della storia mondiale. Siamo in piena espansione.   Gli Stati Uniti sono il Paese più caldo – a parte il tuo, devo dirlo, giusto? Non mi occuperò di questo. No, Mohammed, non mi occuperò di questo. Non sarebbe terribile se lo dichiarassi per intero? Ma non lo farò. Tu sei più caldo. Almeno finché sarò qui, tu sarai più caldo.   Ma i prezzi di generi alimentari, benzina, energia e tutti gli altri sono in calo, senza inflazione. Non abbiamo inflazione. In poche settimane abbiamo creato 464.000 nuovi posti di lavoro. Pensateci. Sono quasi mezzo milione di posti di lavoro creati in poche settimane.   Abbiamo appena raggiunto uno storico accordo commerciale con il Regno Unito e, nel fine settimana, un accordo rivoluzionario con la Cina, entrambi accordi eccezionali. La Cina ha accettato: dobbiamo metterlo nero su bianco. Dobbiamo definire i piccoli dettagli. E Scott, ci lavorerai sodo. Ma la Cina ha accettato di aprirsi agli Stati Uniti per il commercio e tutto il resto. Ma devono farlo. Quindi vedremo cosa succederà. Abbiamo comunque avuto un incontro molto, molto positivo con entrambi i Paesi.   Stiamo eliminando 10 vecchie normative per ogni nuova normativa. Ci stiamo liberando di tutta la burocrazia che… Francamente, molti paesi, invecchiando, sviluppano molta burocrazia, e noi la stiamo eliminando. Ce ne stiamo liberando a livelli record.   E sono lieto di annunciare che il Congresso degli Stati Uniti è sul punto di approvare il più grande taglio fiscale e regolamentare nella storia americana. Pensiamo di essere sulla buona strada per ottenerlo. E se lo otteniamo, sarà come un razzo per il nostro Paese.   Nel primo trimestre dell’anno, gli investimenti in America sono aumentati di un sorprendente 22%. Sono stati annunciati o sono in arrivo oltre 10.000 miliardi di dollari di nuovi investimenti, solo dalle elezioni del 5 novembre. Pensateci. In un lasso di tempo molto breve, abbiamo oltre 10.000 miliardi di dollari, e la cifra potrebbe essere molto più alta.   Non tutti vengono alla Casa Bianca per una conferenza stampa che annuncia l’apertura delle porte degli Stati Uniti, ma tutti arrivano con numeri mai visti prima. Se si guardano altre presidenze, non spenderebbero mille miliardi di dollari in anni. Noi l’abbiamo fatto in due mesi. Perché bisogna dire che siamo entrati in carica e mi hanno dato circa un mese per riordinare e sistemare lo Studio Ovale, e dopo abbiamo iniziato a lavorare, e i soldi stanno arrivando a fiumi, i posti di lavoro stanno aumentando, le aziende si stanno riversando nel nostro Paese come non avevamo mai visto prima. Non c’è mai stato niente del genere.  
Abbiamo permesso che altri ci imponessero tariffe doganali per farci perdere un sacco di soldi e un sacco di posti di lavoro, e ora le stiamo applicando a un livello mai visto prima. È un livello che ci sta rendendo un Paese e un Partito Repubblicano molto diversi.   Abbiamo ottenuto una vittoria strepitosa a novembre. Abbiamo vinto in tutti e sette gli stati indecisi, con milioni e milioni di voti. Al collegio elettorale, abbiamo vinto con 312 voti a favore e 226 contrari. Ricordate, ci avevano detto: «Beh, potremmo arrivare a 270», e ci siamo arrivati ​​a 312. È una differenza enorme. E, cosa molto importante, abbiamo vinto in tutte le contee degli Stati Uniti, 2.660 a 451. Ecco perché quando guardate una mappa, sono tutte rosse. L’intero Paese è rosso. Il rosso sta per Repubblicano.   Fin dal primo momento, abbiamo visto una ricchezza riversarsi e riversarsi nuovamente in America. Apple sta investendo 500 miliardi di dollari. Nvidia sta investendo. E vedo che il mio amico Jensen è qui, questo è molto positivo. Ovunque tu sia, ti ringrazio molto, perché sta investendo 500 miliardi di dollari. TSMC sta investendo. A proposito, dov’è Jensen? Dov’è? È qui. Dov’è? Ho appena visto Beth. Grazie mille, Jensen.   Voglio dire, Tim Cook non è qui, ma tu sì. Che lavoro hai fatto. Ha detto di avere il 99% del mercato dei chip. Non lo so. Non è facile da battere. Ma che lavoro hai fatto. Grazie. Siamo orgogliosi di averti nel nostro Paese. Lo sai. Grazie per l’investimento. TSMC sta investendo 200 miliardi di dollari. E con questo viaggio, stiamo aggiungendo oltre 1 trilione di dollari in più in termini di investimenti, investimenti nel nostro Paese e acquisto dei nostri prodotti.   Nessuno produce equipaggiamento militare come noi. Abbiamo il miglior equipaggiamento militare, i migliori missili, i migliori razzi, il meglio di tutto. I migliori sottomarini, tra l’altro. L’arma più letale al mondo. Oltre agli acquisti di equipaggiamento militare americano per 142 miliardi di dollari da parte dei nostri grandi partner sauditi, il più grande di sempre questa settimana. Ci sono accordi commerciali multimiliardari con Amazon, Oracle, AMD. Sono tutti qui. Uber, Qualcomm, Johnson & Johnson e molti, molti altri.   Quindi voglio congratularmi con tutti. Tanti grandi dirigenti aziendali, molti di voi, la maggior parte di voi che conosco. Sono venuti qui circa un mese fa. Non erano molto contenti quando mi hanno visto, e ora dicono: «Signore, sta facendo un ottimo lavoro. Grazie mille». È incredibile cosa può fare un mercato in crescita. Andrà molto più in alto. Infatti, ho detto alla gente cinque settimane fa: «Questo è un ottimo momento per comprare». Sono stato criticato per questo. Ora non mi criticano più. La gente avrebbe dovuto ascoltarmi.   Ma andrà molto più in alto. Vedrete. Non abbiamo mai visto niente del genere. È un’esplosione di investimenti e posti di lavoro, e stanno arrivando grandi aziende. Non ho mai visto niente del genere. Non c’è posto migliore per costruirsi un futuro, fare fortuna o fare qualsiasi altra cosa, onestamente, di quello che abbiamo negli Stati Uniti d’America sotto un certo presidente, Donald J. Trump. Ho l’atteggiamento giusto.   Ho lo stesso atteggiamento delle persone in prima, seconda e terza fila. Tornando indietro, forse iniziano a perdere un po’ di entusiasmo, ma capiscono, e stiamo facendo quello che farebbero molte persone intelligenti. E non siamo necessariamente politicamente corretti.   Avete visto cosa abbiamo fatto ieri con l’assistenza sanitaria. Abbiamo tagliato la nostra spesa sanitaria dal 50 al 90%. Vedrete farmaci e prodotti farmaceutici scendere a livelli mai visti prima. E pensiamo che farmaci e prodotti farmaceutici diminuiranno, e ci sarà una ridistribuzione dei costi con altre nazioni, che hanno davvero approfittato di un gruppo di persone davvero in gamba che ha governato il nostro Paese.   Ma non è solo un periodo di incredibile entusiasmo negli Stati Uniti. È anche un periodo esaltante qui nella Penisola Arabica. Un posto bellissimo, tra l’altro, un posto bellissimo. Esatto… Grazie.   Esattamente otto anni fa, in questo stesso mese, ero in questa stessa sala e guardavo con ansia a un futuro in cui le nazioni di questa regione avrebbero sconfitto le forze del terrorismo e dell’estremismo, le avrebbero eliminate del tutto e avrebbero preso il loro posto tra le nazioni più orgogliose, prospere e di maggior successo al mondo, come leader di un Medio Oriente moderno e in crescita. Che emozione. Che emozione.   Mohammed, dormi la notte? Come dormi? Eh? Stavo solo pensando. Che fatica. Si rigira nel letto come alcuni di noi, si rigira nel letto tutta la notte, come posso migliorare ulteriormente la situazione, tutta la notte? Sono quelli che non si rigirano nel letto, quelli che non ti porteranno mai alla terra promessa. Vero? Ma hai fatto un bel lavoro. Vero.   Ma i critici dubitavano che fosse possibile ciò che avete fatto. Ma negli ultimi otto anni, l’Arabia Saudita ha dimostrato che i critici si sbagliavano completamente. La trasformazione che si è verificata – persino per questi incredibili leader aziendali, intendo dire che avete i più grandi leader del mondo del business proprio davanti a noi – ma la trasformazione avvenuta sotto la guida di Re Salman e del Principe Ereditario Mohammed è stata davvero straordinaria. Una cosa del genere non credo fosse mai accaduta prima. Non ho mai visto nulla di questa portata accadere prima.   E immagino che si possa dire che anche gli Stati Uniti se la passano piuttosto bene, ma non credo che molti abbiano mai visto una cosa del genere prima. Grattacieli maestosi, le torri che vedo, la differenza tra oggi e otto anni fa. E otto anni fa, era davvero impressionante. Ma le torri che vedo sorgere, alcune delle mostre che mi ha mostrato Mohammed, quello che ho visto lì è semplicemente un processo straordinario, straordinario, la genialità straordinaria di così tante persone, l’architettura. Ma ho la sensazione di sapere da dove provengono molte di quelle idee, che siano proprio lì, in questa stanza, proprio davanti a me.   Ma le torri e tutte le diverse… Ne ho viste tante, diverse. Non pensavo ci fosse una versione di torre che non avessi già visto, in una forma o nell’altra. Ho appena superato quattro mostre. Non ho mai visto niente di simile. Quindi sarà molto emozionante. E si trovano tra le antiche meraviglie di una città in crescita e vivace. È davvero incredibile.   Riyadh sta diventando non solo una sede di governo, ma una delle principali capitali economiche, culturali e tecnologiche del mondo intero. La Coppa del Mondo è qui. Gianni, alzati, Gianni. Gianni. Grazie, Gianni. Ottimo lavoro, Gianni. Ottimo lavoro. Ma la Coppa del Mondo e l’Expo arriveranno presto qui, proprio come la Coppa del Mondo arriverà negli Stati Uniti. Sarà davvero emozionante l’anno prossimo.   I motori della Formula 1 ora rombano per le strade di Gedda. In un traguardo storico, altre industrie hanno recentemente superato il petrolio. Pensateci, tutte le vostre altre industrie hanno superato il petrolio. Non so se molti capiranno cosa significa, è una cosa enorme. Rappresentare la maggioranza dell’economia saudita per la prima volta in assoluto, quindi pensateci. Altre industrie ora sono più grandi persino del petrolio, che sarà sempre un mostro enorme. È un mostro enorme. Ma questo è un grande tributo a voi e allo sviluppo economico correttamente utilizzato.   In altre città della penisola, come Dubai e Abu Dhabi, Doha, Muscat, le trasformazioni sono state incredibilmente straordinarie. Davanti ai nostri occhi, una nuova generazione di leader sta trascendendo gli antichi conflitti e le stanche divisioni del passato e forgiando un futuro in cui il Medio Oriente è definito dal commercio, non dal caos; dove esporta tecnologia, non dal terrorismo; e dove persone di diverse nazioni, religioni e credi costruiscono città insieme, non si bombardano a vicenda fino a sterminarle. Non vogliamo questo.   Ed è fondamentale che il mondo intero si renda conto che questa grande trasformazione non è venuta dagli interventisti occidentali o da persone che volano su splendidi aerei e ti danno lezioni su come vivere e come amministrare i tuoi affari. No, le scintillanti meraviglie di Riyadh e Abu Dhabi non sono state create dai cosiddetti nation-builder, dai neoconservatori o dalle organizzazioni no-profit progressiste come quelle che hanno speso miliardi e miliardi di dollari senza riuscire a sviluppare Kabul, Baghdad e tante altre città.   Al contrario, la nascita di un Medio Oriente moderno è stata favorita dalle stesse persone della regione, le persone che vivono qui, le persone che hanno vissuto qui per tutta la vita – sviluppando i propri Paesi sovrani, perseguendo le proprie visioni uniche e tracciando il proprio destino a modo proprio. È davvero incredibile quello che avete fatto.   Alla fine, i cosiddetti nation-builder hanno distrutto molte più nazioni di quante ne abbiano costruite, e gli interventisti intervenivano in società complesse che nemmeno loro stessi comprendevano. Ti dicevano come farlo, ma non avevano idea di come farlo loro stessi.   La pace, la prosperità e il progresso in ultima analisi non derivano da un rifiuto radicale della vostra eredità, ma piuttosto dall’abbracciare le vostre tradizioni nazionali e quella stessa eredità che amate così profondamente, ed è qualcosa che solo voi potevate fare.   Hai compiuto un miracolo moderno alla maniera araba. È un buon metodo.

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Oggi, le Nazioni del Golfo hanno indicato a tutta la regione la strada verso società sicure e ordinate, con una migliore qualità della vita, una fiorente crescita economica, l’espansione delle libertà personali e l’aumento delle responsabilità sulla scena mondiale. Dopo tanti decenni di conflitto, finalmente è alla nostra portata raggiungere il futuro che le generazioni precedenti potevano solo sognare: una terra di pace, sicurezza, armonia, opportunità, innovazione e successo, proprio qui in Medio Oriente.   he bello. È una cosa così bella quella che sta succedendo. Immagino che le persone qui non riescano nemmeno ad apprezzarla appieno perché la vedono accadere, ed è quando arrivi in ​​un posto che non vedi da cinque, dieci o vent’anni, che è ancora più incredibile.   Quando ho lasciato l’incarico, poco più di quattro anni fa, quel futuro sembrava quasi impossibile, quello che avete fatto. Insieme, abbiamo annientato gli assassini dell’ISIS. Li abbiamo annientati e ne abbiamo eliminato il fondatore e leader, al-Baghdadi. Abbiamo sanato la frattura nel Consiglio di Cooperazione del Golfo. È un’iniziativa di grande portata, che ha unito le nazioni della regione per opporsi ai nemici di ogni civiltà.   Avevamo imposto sanzioni senza precedenti all’Iran e privato il regime delle risorse necessarie per finanziare il terrorismo. Non erano in grado di finanziare nulla perché non avevano più soldi. Non avevano più soldi, ma la nuova amministrazione è arrivata e gliene ha concessi molti, e avete visto cosa è successo. Non erano soldi ben spesi.   E con gli storici Accordi di Abramo di cui siamo così orgogliosi, tutto lo slancio era rivolto alla pace, e ci è riuscito con grande successo. È stata una cosa straordinaria, gli Accordi di Abramo. Ed è mia fervente speranza, desiderio e persino sogno che l’Arabia Saudita – un luogo per cui nutro grande rispetto, soprattutto nell’ultimo periodo piuttosto breve, quello che siete riusciti a fare – si unisca presto agli Accordi di Abramo. Credo che sarà un enorme tributo al vostro Paese, e sarà qualcosa di davvero importante per il futuro del Medio Oriente.   Ho corso un rischio nel realizzarli, e sono stati una vera manna per i Paesi che vi hanno aderito. L’amministrazione Biden non ha fatto nulla per quattro anni. Avremmo dovuto compilarlo. Ma sarà un giorno speciale in Medio Oriente, con tutto il mondo a guardare, quando l’Arabia Saudita si unirà a noi. E mi renderete un grande onore, e renderete un grande onore a tutte quelle persone che hanno combattuto così duramente per il Medio Oriente, e penso davvero che sarà qualcosa di speciale. Ma lo farete con i vostri tempi, ed è quello che voglio io, ed è quello che volete voi, e così sarà.   Quando ho lasciato l’incarico, l’unica cosa che si frapponeva ancora tra questa regione e il suo incredibile potenziale era un piccolo gruppo di criminali e criminali violenti che cercavano costantemente di trascinare il Medio Oriente nella rovina, nel caos e, di fatto, nella guerra. Purtroppo, invece di affrontare queste forze distruttive, l’ultima amministrazione statunitense ha scelto di arricchirle, rafforzarle e donare loro miliardi e miliardi di dollari.

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L’amministrazione Biden, la peggiore amministrazione nella storia del nostro Paese, tra l’altro, ha respinto i nostri partner del Golfo più fidati e di lunga data. E posso dire partner in tutto il mondo. Uno dei nostri grandi, grandissimi partner, a prescindere da chi guardiamo, e abbiamo grandi partner nel mondo, ma non ne abbiamo uno più forte e nessuno come il signore che è proprio davanti a me. È il vostro più grande rappresentante, il più grande rappresentante.   E se non mi piacesse, me ne andrei subito. Lo sai, vero? Mi conosce bene. Sì, mi piace molto. Mi piace troppo. Ecco perché diamo così tanto, troppo. Tu mi piaci troppo. Bravo ragazzo.   Hanno revocato le sanzioni all’Iran in cambio di nulla e hanno inviato al regime decine di miliardi di dollari per finanziare terrore e morte in tutto il mondo, e lo hanno deriso. Hanno deriso il nostro leader, e continuano a deriderlo. Lo hanno considerato uno sciocco, e da allora non hanno fatto altro che creare problemi, incluso il finanziamento del 7 ottobre, uno dei peggiori giorni nella storia del Medio Oriente, un giorno orribile.   Biden ha rimosso gli Houthi dalla lista delle organizzazioni terroristiche straniere, mentre missili e droni venivano lanciati proprio qui, nella vostra splendida città di Riyadh, e contro le navi che si trovavano in rotta verso la destinazione sbagliata. L’estrema debolezza e la grave incompetenza dell’amministrazione Biden hanno ostacolato il progresso verso la pace, destabilizzato la regione e messo a rischio tutto ciò per cui avevamo lavorato così duramente insieme.   E quando pensi ai grandi successi che hai ottenuto, e lo fai alla luce di un’amministrazione piuttosto ostile, un’amministrazione che non era credente, i tuoi successi diventano ancora più grandi. Li rende ancora più grandi. Lo sapete.   Ma in pochi mesi dal nostro insediamento, abbiamo ottenuto il rapido ritorno della forza americana in patria e all’estero. Ora, collaborando con la stragrande maggioranza delle persone in questa regione che cercano stabilità e calma, il nostro compito è unirci contro i pochi agenti del caos e del terrore rimasti e che tengono in ostaggio i sogni di milioni e milioni di persone straordinarie.   La più grande e distruttiva di queste forze è il regime iraniano, che ha causato sofferenze inimmaginabili in Siria, Libano, Gaza, Iraq, Yemen e altrove.   Non potrebbe esserci contrasto più netto con la strada intrapresa nella Penisola Arabica del disastro che si sta verificando proprio di fronte, nel Golfo dell’Iran. Pensateci. Volevano chiamarlo così, e io ho detto: “Non glielo permetteranno. Vi dispiace se lo impedisco?”. L’ho impedito. Non permetteremo che accada.   Mentre costruite i grattacieli più alti del mondo a Gedda e Dubai, i monumenti di Teheran del 1979 stanno crollando in macerie e polvere. Hanno funzionato per un po’ con un sistema molto diverso, ma quegli edifici stanno in gran parte cadendo a pezzi, crollando, mentre voi state costruendo alcuni dei progetti infrastrutturali più grandi e incredibili del mondo, edifici, ogni sorta di cose che nessuno ha mai visto prima. Decenni di negligenza e cattiva gestione da parte dell’Iran hanno lasciato il Paese afflitto da blackout a rotazione, che durano ore al giorno. Se ne sente parlare continuamente.   Mentre la vostra abilità ha trasformato deserti aridi in fertili terreni agricoli, i leader iraniani sono riusciti a trasformare terreni agricoli verdi in deserti aridi, mentre la loro corrotta mafia dell’acqua, chiamiamola la mafia dell’acqua, causa siccità e letti di fiumi vuoti. Si arricchiscono, ma non lasciano nulla al popolo.   E poi, naturalmente, c’è la differenza fondamentale alla radice di tutto: mentre gli stati arabi si concentrano sul diventare pilastri della stabilità regionale e del commercio mondiale, i leader iraniani si sono concentrati sul furto delle ricchezze del loro popolo per finanziare il terrore e lo spargimento di sangue all’estero. La cosa più tragica di tutte è che hanno trascinato con sé un’intera regione.   Innumerevoli vite sono state perse nel tentativo iraniano di mantenere un regime in rovina in Siria. Guardate cosa è successo in Siria.   In Libano, i loro rappresentanti di Hezbollah hanno saccheggiato le speranze di una nazione la cui capitale Beirut un tempo era chiamata la Parigi del Medio Oriente. Riuscite a immaginare… tutta questa miseria e molto altro era del tutto evitabile, assolutamente evitabile. E Mohammed lo sapeva. Lo sapeva. Le persone intelligenti lo sapevano. Se solo il regime iraniano si fosse concentrato sulla costruzione della nazione invece di distruggere la regione.   Eppure, oggi non sono qui solo per condannare il caos passato dei leader iraniani, ma per offrire loro una nuova strada, una strada molto migliore verso un futuro molto più roseo e promettente. Come ho dimostrato ripetutamente, sono disposto a porre fine ai conflitti del passato e a creare nuove partnership per un mondo migliore e più stabile, anche se le nostre divergenze possono essere molto profonde, come ovviamente lo sono nel caso dell’Iran.   Non ho mai creduto nell’avere nemici permanenti. Sono diverso da come molti pensano. Non mi piacciono i nemici permanenti, ma a volte servono nemici per fare il lavoro e bisogna farlo bene. I nemici ti motivano. In effetti, alcuni degli amici più cari degli Stati Uniti d’America sono nazioni contro cui abbiamo combattuto guerre in generazioni passate, e ora sono nostri amici e nostri alleati.   Voglio raggiungere un accordo con l’Iran. Se riuscissi a raggiungere un accordo con l’Iran, sarei molto contento se rendessimo la vostra regione e il mondo un posto più sicuro. Ma se la leadership iraniana rifiutasse questo ramoscello d’ulivo e continuasse ad attaccare i vicini, non avremmo altra scelta che esercitare una pressione massima e massiccia, azzerando le esportazioni di petrolio iraniano, come ho fatto in precedenza.   Sapevi che… erano un Paese praticamente in bancarotta a causa di quello che ho fatto? Non avevano soldi per il terrorismo, non avevano soldi per Hamas o Hezbollah… E prendete tutte le misure necessarie per impedire al regime di possedere un’arma nucleare. L’Iran non avrà mai un’arma nucleare.   Detto questo, l’Iran può avere un futuro molto più luminoso, ma non permetteremo mai che l’America e i suoi alleati siano minacciati dal terrorismo o da un attacco nucleare. La scelta spetta a loro. Vogliamo davvero che siano un Paese di successo. Vogliamo che siano un Paese meraviglioso, sicuro e grande, ma non possono possedere un’arma nucleare.   Questa è un’offerta che non durerà per sempre. È giunto il momento per loro di scegliere. Proprio ora. Non abbiamo molto tempo da aspettare. Le cose stanno accadendo a un ritmo molto veloce, stanno accadendo proprio qui. Stanno accadendo a un ritmo molto veloce. Quindi devono fare la loro mossa subito, in un modo o nell’altro. Fai la tua mossa.   Come ho detto nel mio discorso inaugurale, la mia più grande speranza è quella di essere un costruttore di pace e un unificatore. Non mi piace la guerra.   Abbiamo il più grande esercito, tra l’altro, nella storia del mondo. E ho ricostruito il nostro esercito nei miei primi quattro anni, trasformandolo nel più potente che ci sia, e lo avete visto quando ho sconfitto l’ISIS in tre settimane. La gente diceva che ci sarebbero voluti quattro anni, cinque anni. Ce l’ho fatta, ce l’abbiamo fatta, in tre settimane.  
  Pochi giorni fa, la mia amministrazione ha mediato con successo uno storico cessate il fuoco per fermare l’escalation di violenza tra India e Pakistan, e ho fatto ampio ricorso al commercio per riuscirci. Ho detto, ragazzi: «Forza. Facciamo un accordo. Facciamo un po’ di commercio. Non commerciamo missili nucleari. Commerciamo le cose che fate così splendidamente».   Ed entrambi hanno leader molto potenti, leader molto forti, bravi leader, leader intelligenti, e tutto si è fermato. Spero che rimanga così, ma tutto si è fermato. Sono stato molto orgoglioso di Marco Rubio e di tutte le persone che hanno lavorato così duramente. Marco, alzati. Che ottimo lavoro hai fatto. Grazie. JD Vance, Marco, tutto il gruppo ha lavorato con voi, ma è stato un ottimo lavoro.   E penso che vadano davvero d’accordo. Magari potremmo anche farli uscire un po’ insieme, Marco, e magari farli uscire a cena. Non sarebbe carino?   Ma abbiamo fatto molta strada e milioni di persone potrebbero essere morte a causa di quel conflitto che è iniziato in sordina e che è diventato sempre più grande giorno dopo giorno.   Ho anche lavorato senza sosta per porre fine al terribile spargimento di sangue tra Russia e Ucraina e, cosa molto importante, i colloqui si terranno in Turchia più avanti questa settimana, probabilmente giovedì, e potrebbero produrre risultati piuttosto buoni. I nostri uomini andranno lì. Marco andrà lì, altri andranno lì, e vedremo se riusciremo a farcela.   5.000 persone, per la maggior parte giovani, soldati ucraini, soldati russi – non sono di qui e non sono degli Stati Uniti, ma sono anime. Sono anime. Penso che di solito siano per lo più anime giovani e belle che hanno lasciato i genitori salutandoli, hanno lasciato i fratelli e le sorelle dicendo “Addio. Ci vediamo presto”. E sono stati fatti a pezzi. In media, 5.000 persone muoiono a settimana.   E la gente sta morendo altrove nella regione, ma numeri enormi come non si vedevano dalla Seconda Guerra Mondiale stanno morendo e io voglio fermarlo. Voglio fermarlo. È una guerra orribile. Non sarebbe mai successo se fossi stato presidente. È una guerra che non sarebbe mai accaduta.

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Il 7 ottobre non sarebbe mai successo se fossi stato presidente, perché l’Iran non aveva soldi per pagare Hamas o chiunque altro. Non avevano soldi. Non pensavano di prendersi cura di loro, dovevano prendersi cura di se stessi. Non avevano soldi. Abbiamo bloccato il loro petrolio in modo efficace con gli embarghi e le sanzioni.   Ma vorrei cogliere l’occasione per ringraziare il Regno dell’Arabia Saudita per il ruolo costruttivo che avete svolto nel facilitare i colloqui sull’Ucraina, e lo è davvero. Siete stati straordinari. Ci avete messo tutto a disposizione. Grazie mille. Grazie. E se riusciremo a risolvere la questione, renderemo un omaggio speciale a ciò che avete fatto. Avete davvero gettato delle ottime basi. Grazie mille. Lo apprezzo.   L’Occidente non dovrebbe trascinarsi all’indietro verso un’altra guerra senza fine in Europa, un’altra guerra senza fine. Dovremmo fermare le uccisioni e lavorare insieme per affrontare le maggiori minacce a lungo termine come una squadra imbattibile. Pensate a noi come a una squadra imbattibile.   Voglio dire, se guardi a quello che hai fatto qui, è molto più difficile che fermare la stupidità. Pensaci, è stupidità. Quello che hai fatto tu è molto più difficile, e l’hai fatto meglio di chiunque altro.   Come Presidente degli Stati Uniti, la mia preferenza sarà sempre per la pace e la collaborazione, ogniqualvolta questi risultati possano essere raggiunti. Sarà sempre così. Solo un pazzo potrebbe pensare il contrario.   Negli ultimi anni, troppi presidenti americani sono stati afflitti dall’idea che sia nostro compito scrutare l’anima dei leader stranieri e usare la politica statunitense per amministrare la giustizia per i loro peccati. Amavano usare il nostro potentissimo esercito. E ora è davvero il più potente di sempre. Stiamo appena ottenendo l’approvazione di un bilancio, 1 trilione di dollari, il bilancio più alto che abbiamo mai avuto nella storia per le spese militari, 1 trilione di dollari, e stiamo ottenendo i missili più potenti, le armi più potenti, e sapete che detesto farlo, ma bisogna farlo perché crediamo nella pace attraverso la forza. Bisogna avere la forza, altrimenti potrebbero accadere cose brutte.   Ma spero che non dovremo mai usare nessuna di queste armi. Sembra uno spreco di denaro enorme se non le si usa mai, ma spero che non dovremo mai usarle, perché il potere distruttivo di alcune di queste armi è come nessuno ha mai visto prima. Credo che sia compito di Dio giudicare; il mio compito è difendere l’America e promuovere gli interessi fondamentali della stabilità, della prosperità e della pace. Questo è ciò che voglio veramente fare.   Non esiterò mai a esercitare il potere americano se necessario per difendere gli Stati Uniti o per aiutare a difendere i nostri alleati. E non ci sarà pietà per nessun nemico che cercherà di fare del male a noi o a loro. Non avremo pietà. Lo capiscono. Ecco perché sono stato piuttosto fortunato. Molti pensano: «Sta cercando di combattere. Sta cercando di combattere», e le cose si sistemano. È una cosa incredibile quando pensano davvero che tu lo pensi sul serio, ma noi lo facciamo. Abbiamo l’esercito più grande, l’esercito più forte, più forte di chiunque altro. Nessuno è nemmeno lontanamente vicino.   Abbiamo le armi migliori al mondo, ma non vogliamo usarle. Se minacciate l’America o i nostri partner, però, vi troverete di fronte a una forza schiacciante e devastante. Abbiamo cose di cui non sapete nemmeno, di cui non sentite parlare, e se lo sapeste, direste: «Wow!».  
  Nelle ultime settimane, a seguito di ripetuti attacchi alle navi americane e alla libertà di navigazione nel Mar Rosso, l’esercito statunitense ha lanciato più di 1.100 attacchi contro gli Houthi in Yemen. Di conseguenza, gli Houthi hanno accettato di fermarsi. Hanno detto: «Non lo vogliamo più». È la prima volta che lo sentite dire anche da loro. Sono duri, sono combattenti. Ma solo pochi giorni fa ci è stato chiesto di smettere di colpire navi commerciali… Non avrebbero preso di mira navi commerciali in alcun modo, forma o forma, o qualsiasi cosa americana, ed erano molto contenti che ci fossimo fermati, ma abbiamo avuto 52 giorni di tuoni e fulmini come non avevano mai visto prima.   È stato un uso rapido, feroce, deciso ed estremamente efficace della forza militare. Non che volessimo farlo, ma stavano abbattendo navi. Stavano sparando a voi. Stavano sparando all’Arabia Saudita. Non vogliamo che sparino in Arabia Saudita, se per voi va bene. Quindi li abbiamo colpiti duramente. Abbiamo ottenuto ciò per cui eravamo venuti, e poi ce ne siamo andati.   Dal 20 gennaio, l’esercito statunitense ha eliminato 83 leader terroristici operanti in Iraq, Siria e Somalia, tra cui il numero due dell’ISIS a livello mondiale. Ne avete letto di recente. Con l’aiuto del Pakistan, abbiamo arrestato i terroristi dell’ISIS responsabili dell’attacco a 13 militari americani ad Abbey Gate. Quel disastro orribile, orribile. Durante questo ritiro dall’Afghanistan, questa è un’altra cosa a cui non pensiamo più così tanto. 13 sono morti, ma 42 sono rimasti gravemente feriti, ma in totale sono morte centinaia di persone, perché conto anche quelle dall’altra parte. Centinaia di persone, semplicemente incompetenti.   Probabilmente è per questo che Putin ha deciso di entrare in Ucraina, cosa che non avrebbe mai fatto se fossi stato presidente. Ma non avremmo avuto i problemi del 7 ottobre se fossi stato presidente. Non avremmo avuto l’Ucraina, la Russia, se fossi stato presidente. Non avremmo avuto Abbey Gate perché non ce ne sarebbe stato alcun motivo. Stavamo uscendo, ma lo stavamo facendo con dignità, forza e potenza, ma il modo in cui se ne sono andati non è stato buono. Credo sia stato il momento più imbarazzante nella storia del nostro Paese.   E abbiamo lavorato instancabilmente per riportare indietro tutti gli ostaggi tenuti da Hamas. Ne abbiamo già riportati molti, ma ne riporteremo altri. Questo fine settimana abbiamo negoziato con successo il rilascio dell’ultimo ostaggio americano. Edan Alexander è uscito solo poche ore fa, e continuiamo a lavorare per porre fine a questa guerra il più rapidamente possibile. È una cosa orribile quella che sta succedendo.   Tutte le persone civili devono condannare le atrocità del 7 ottobre contro Israele, che non sarebbero mai accadute, di nuovo, se aveste avuto, probabilmente, un presidente diverso, ma sicuramente se aveste avuto me come presidente. La popolazione di Gaza merita un futuro molto migliore, ma questo accadrà o non potrà accadere finché i suoi leader sceglieranno di rapire, torturare e prendere di mira uomini, donne e bambini innocenti per fini politici.   Il modo in cui vengono trattate quelle persone a Gaza, non c’è posto al mondo in cui le persone vengano trattate così male. È orribile.   Dopo anni di sofferenze, due delle nazioni più devastate dal terrore stanno finalmente iniziando a porre fine ai loro lunghi incubi sotto la guida della nuova generazione di leader in Libano, dove un mio amico è appena diventato ambasciatore. Sarà fantastico.   Gli ho detto: «Sai, potrebbe essere un lavoro molto pericoloso». Lui ha risposto: «Sono nato lì. Sono libanese. Amo quel Paese».   Ho detto: «Ma è molto pericoloso». Era un mio amico di New York. Ho detto: «Ma è molto pericoloso. Sei sicuro di volerlo fare?»   Non l’ho mai considerato un guerriero, ma è un guerriero. Ama il suo paese.   Ha detto: «se rimango ferito o muoio, morirò per un Paese che amo». È cresciuto lì. È orribile quello che è successo in Libano, ma avete un ambasciatore fantastico, ve lo posso assicurare.   E il Libano, che è stato infinitamente vittima di Hezbollah e del suo sponsor, l’Iran, con un nuovo presidente e un nuovo primo ministro ha portato la prima vera possibilità in decenni per una partnership più produttiva con gli Stati Uniti, e lavoreremo con il loro nuovo ambasciatore e con tutti gli altri, Marco, e vedremo se possiamo davvero aiutarli e fargli superare quella griglia molto alta che dovranno superare.   La mia amministrazione è pronta ad aiutare il Libano a costruire un futuro di sviluppo economico e di pace con i suoi vicini. In Libano ci sono persone straordinarie: medici, avvocati, grandi professionisti. Lo sento ripetere spesso.   Allo stesso modo, in Siria, che ha visto così tanta miseria e morte, c’è un nuovo governo che, si spera, riuscirà a stabilizzare il Paese e a mantenere la pace. Questo è ciò che vogliamo vedere in Siria. Hanno avuto la loro dose di tragedie, guerre e uccisioni, per molti anni. Ecco perché la mia amministrazione ha già mosso i primi passi verso il ripristino delle normali relazioni tra Stati Uniti e Siria, per la prima volta in oltre un decennio.   Sono molto lieto di annunciare che il Segretario Marco Rubio incontrerà il nuovo Ministro degli Esteri siriano in Turchia più avanti in questa settimana. E, cosa molto importante, dopo aver discusso della situazione in Siria con il Principe Ereditario, il vostro Principe Ereditario, e anche con il Presidente Erdogan della Turchia, che mi ha chiamato l’altro giorno chiedendomi una cosa molto simile, tra gli altri e con i miei amici, persone per le quali nutro grande rispetto in Medio Oriente, ordinerò la cessazione delle sanzioni contro la Siria per darle una possibilità di grandezza.   Oh, cosa farei per il Principe Ereditario. Le sanzioni sono state brutali e paralizzanti e hanno svolto una funzione importante, davvero importante, comunque, all’epoca, ma ora è il loro momento di brillare. È il loro momento di brillare. Le stiamo togliendo tutte, e penso che lo faranno, a giudicare dalle persone, dallo spirito e da tutto ciò di cui sento parlare, quindi in bocca al lupo, Siria. Ci mostrerete qualcosa di molto speciale, come hanno fatto, francamente, in Arabia Saudita. Okay? Ci mostreranno qualcosa di speciale. Brave persone.   Ovunque possibile, la mia amministrazione sta perseguendo un impegno pacifico, offrendo un’amicizia forte e costante a chiunque la accetti in buona fede. Insieme abbiamo compiuto passi da gigante e progressi enormi, e siamo ancora solo all’alba del nuovo, luminoso giorno che attende il popolo del Medio Oriente, il grande, grande popolo del Medio Oriente.   Se le nazioni responsabili di questa regione cogliessero questo momento, mettessero da parte le differenze e si concentrassero sugli interessi che le uniscono, allora tutta l’umanità rimarrebbe presto stupita da ciò che vedrà proprio qui, in questo centro geografico del mondo. Lo è davvero. È come un centro del mondo, e il cuore spirituale delle sue più grandi fedi.   Per la prima volta in mille anni, il mondo guarderà a questa regione non come a un luogo di tumulti, conflitti, guerre e morte, ma come a una terra di opportunità e speranza, proprio come avete fatto voi qui: un crocevia culturale e commerciale del pianeta. Sicurezza e stabilità condurranno milioni di persone verso vite sicure e di successo, e le nazioni di questa regione saranno libere di realizzare i propri destini più alti, onorare la propria gloriosa storia, cogliere nuove straordinarie opportunità e portare incredibile gloria a Dio Onnipotente.   Persone da tutto il mondo arriveranno per trarre ispirazione dalle città che costruite, dalle imprese che create, dalle tecnologie che inventate e dalla bellezza, dal talento e dal potenziale che liberate direttamente nel cuore dei vostri cittadini. Ognuno di voi potrà essere profondamente orgoglioso dell’eredità che lascerete ai vostri figli, perché avrete donato loro le benedizioni supreme di prosperità e pace. È così importante.   Negli Stati Uniti, abbiamo inaugurato l’Età d’Oro dell’America. È l’Età d’Oro. Lo vediamo. Lo vediamo con tutto quel denaro, trilioni e trilioni di dollari che affluiscono, centinaia di migliaia di posti di lavoro che ne derivano. E con l’aiuto della popolazione del Medio Oriente e delle persone presenti in questa sala, dei partner di tutta la regione, l’Età d’Oro del Medio Oriente può procedere al nostro fianco.   Lavoreremo insieme, saremo insieme, avremo successo insieme, vinceremo insieme e saremo sempre amici. Grazie.   Quindi, Mohammed, voglio ringraziarti ancora una volta di cuore per avermi ospitato. E come rappresentante di quella che considero la nazione più grande del mondo, siamo con te fino in fondo e ti auguriamo un futuro straordinario.   Grazie mille, e per favore porgi i miei rispetti a tuo padre. Grazie mille. Grazie.

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Geopolitica

Pakistan e India estendono il cessate il fuoco

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Pakistan e India hanno concordato di estendere il cessate il fuoco fino al 18 maggio, ha dichiarato giovedì il ministro degli Esteri pakistano Ishaq Dar. In una dichiarazione al parlamento pakistano, Dar ha affermato che si è svolto un colloquio militare tra i due Paesi, in cui hanno deciso di estendere il cessate il fuoco, secondo quanto riportato da Dawn News.

 

Il Dar ha affermato che il Pakistan non ha chiesto un cessate il fuoco con l’India, ma ha aggiunto che Islamabad ha cercato un «dialogo composito» con Nuova Delhi per mettere a tacere tutte le questioni controverse.

 

Sebbene non vi sia stata alcuna dichiarazione ufficiale da parte indiana in merito all’estensione del cessate il fuoco, l’organo di stampa indiano News18 ha citato fonti che confermano che continuerà fino al 18 maggio. Il Direttore Generale delle Operazioni Militari (DGMO) di entrambi i Paesi terrà presto dei colloqui, hanno riferito le fonti all’organo di stampa.

 

 

«In seguito all’intesa tra i due DGMO del 10 maggio 2025, è stato deciso di continuare le misure di rafforzamento della fiducia al fine di ridurre il livello di allerta», ha affermato l’esercito indiano in una dichiarazione di giovedì.

 

Il cessate il fuoco è stato raggiunto il 10 maggio, dopo quattro giorni di intensi attacchi transfrontalieri avvenuti in seguito a un mortale attacco terroristico nel territorio dell’Unione indiana di Jammu e Kashmir, la cui responsabilità è stata attribuita dall’India al Pakistan.

 

«L’attuale cessate il fuoco significa che l’India ha tenuto il Pakistan in libertà vigilata sulla base del suo comportamento», ha dichiarato venerdì il ministro della Difesa indiano Rajnath Singh. «Se il comportamento migliora, va bene; ma se ci saranno disordini, saranno inflitte punizioni più severe», ha aggiunto.

 

Il giorno prima, Singh aveva affermato che le armi nucleari del Pakistan avrebbero dovuto essere poste sotto la sorveglianza dell’AIEA. «Le armi nucleari sono al sicuro nelle mani di una nazione così irresponsabile e canaglia?», aveva chiesto.

 

Come riportato da Renovatio 21, la settimana scorsa il presidente americano Donaldo Trump si era preso il merito della stipula di un «cessate il fuoco immediato» tra le due superpotenze atomiche sudasiatiche.

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Geopolitica

Trump: «miliardi di dollari sprecati» per gli aiuti all’Ucraina

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di essere preoccupato per lo spreco di miliardi di dollari americani in aiuti all’Ucraina.   In un’intervista andata in onda venerdì, il conduttore di Fox News Bret Baier ha chiesto a Trump se ritenesse che il presidente russo Vladimir Putin fosse un “ostacolo alla pace” tra Mosca e Kiev. Trump ha invece rivolto critiche al leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj.   «Ho avuto una sessione davvero dura con Zelensky perché non mi piaceva quello che diceva. Non rendeva le cose facili. E ho sempre detto che non ha le carte in regola», ha detto il presidente degli Stati Uniti.

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Ha poi criticato aspramente gli aiuti inviati a Kiev dal suo predecessore, l’ex presidente Joe Biden. «I soldi sono soldi. Quello che mi ha dato fastidio è che odiavo vedere la situazione in quel modo, sapete – scusate – incasinata. Odiavo vedere assegni da 60 miliardi di dollari», ha detto Trump. «Penso che Zelens’kyj sia il più grande venditore del mondo, molto più bravo di me. Viene a Washington e se ne va con cento milioni ogni volta».   «Il Congresso è molto arrabbiato. Sai, si chiedono: dove vanno a finire tutti questi soldi?», ha aggiunto Trump. Ha tuttavia affermato che la capacità di Zelens’kyj di fare lobbying per ottenere aiuti americani si è «ridotta» nel tempo.   Dal 2022 gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina circa 128 miliardi di dollari, di cui 66,5 miliardi di dollari in assistenza militare.   Sebbene Trump abbia criticato in passato sia Zelens’kyj che Putin, la colpa del conflitto in corso con la Russia è principalmente attribuita all’Ucraina e all’amministrazione Biden.   Durante un acceso scambio di battute nello Studio Ovale a febbraio, Trump ha accusato Zelensky di essere ingrato per il sostegno degli Stati Uniti e ha affermato che il leader ucraino stava «giocando con la Terza Guerra Mondiale». Da allora, il presidente ha attenuato la sua retorica nei confronti dell’Ucraina e ha minacciato di imporre ulteriori sanzioni a Mosca se non si raggiungerà un accordo di pace.   Venerdì, Russia e Ucraina hanno tenuto a Istanbul i loro primi colloqui diretti in tre anni. Il capo della squadra negoziale russa, Vladimir Medinsky, ha affermato che le due parti hanno concordato uno scambio di prigionieri 1.000 contro 1.000, nonché la formulazione di una «visione di un possibile futuro cessate il fuoco».

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