Geopolitica
Putin: l’UE ha bisogno della Russia più di quanto noi abbiamo bisogno di loro
La Russia ha dimostrato una vera resilienza non cedendo alle pressioni esterne, ha affermato mercoledì il presidente Vladimir Putin. Ha affermato che la Russia è un «Paese autosufficiente», la cui economia cresce nonostante le sanzioni, mentre gli Stati membri dell’UE stanno vivendo «tempi difficili».
Putin ha espresso le sue osservazioni durante un incontro con i residenti della regione russa della Chukotka, all’estremo oriente. Tra le altre cose, a Putin è stato chiesto delle minacce ricevute da un gruppo di volontari locale che sostiene l’esercito del paese nel conflitto in corso con l’Ucraina.
Il presidente russo ha osservato che i russi ricevono regolarmente minacce dall’estero, ma «questo non ci spaventa». Ha consigliato all’UE di concentrarsi invece sulle questioni interne.
«Dovrebbero pensare a se stessi, a cosa mangeranno domani, cosa indosseranno», ha detto Putin. «Hanno tutti un sacco di problemi che sono incompatibili con i nostri problemi».
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«Anche le principali economie europee stanno attraversando momenti difficili. Noi stiamo crescendo e loro sono in declino… A quanto pare, loro dipendono più da noi di quanto noi dipendiamo da loro».
Il discorso di Putin va ad inserirsi in una tendenza sempre più decisa dell’Intellighentsija russa che vede in un nuovo «isolazionismo» dello Stato-civiltà russo (concetto evocato dallo stesso Putin nel suo ultimo discorso al Club Valdai) la chiave per il futuro prossimo in un mondo ora definito «multipolare» in preda a «trasformazioni rivoluzionarie» in cui l’Occidente ha perso ogni controllo.
Come riportato da Renovatio 21, tale idee sono stati delineate con precisione ed abbondanza in una recente intervista ad un quotidiano russo del controverso politologo Sergej Karaganov, noto per aver proposto l’anno passato il bombardamento atomico di una città europea.
Karaganov attacca duramente le élite occidentali, la cui decadenza, anche in termini pragmatici, era stata lamentata varie volte dallo stesso presidente della Federazione Russa.
Sebbene Putin non abbia individuato alcuno stato in particolare, la sua dichiarazione si riferiva apparentemente alla situazione nella potenza di lunga data dell’UE, la Germania. Secondo un nuovo rapporto di Bloomberg, che cita i dati dell’Ufficio federale di statistica tedesco, Berlino è probabilmente entrata in recessione, con la produzione industriale in calo per il sesto mese consecutivo a novembre. «I dati deludenti sulla produzione di novembre e il recente deterioramento delle aspettative aziendali indicano un inizio d’anno accidentato per l’industria», scrive la testata economica.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0);
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Geopolitica
Missili Hezbollah contro basi israeliane
Hezbollah ha preso di mira diverse installazioni militari israeliane, inclusa una base critica di sorveglianza aerea sul Monte Meron, con una raffica di razzi e droni sabato, dopo che una serie di attacchi aerei israeliani avevano colpito il Libano meridionale all’inizio della giornata.
Decine di missili hanno colpito il Monte Meron, la vetta più alta del territorio israeliano al di fuori delle alture di Golan, nella tarda notte di sabato, secondo i video che circolano online. I quotidiani Times of Israel e Jerusalem Post scrivono tuttavia che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno affermato che tutti i razzi sono stati «intercettati o caduti in aree aperte», senza che siano stati segnalati danni o vittime.
Il gruppo militante sciita libanese ha rivendicato l’attacco, affermando in una dichiarazione all’inizio di domenica che «in risposta agli attacchi del nemico israeliano contro i villaggi meridionali e le case civili» ha preso di mira «l’insediamento di Meron e gli insediamenti circostanti con dozzine di razzi Katyusha».
Il gruppo paramilitare islamico ha affermato di aver anche «lanciato un attacco complesso utilizzando droni esplosivi e missili guidati contro il quartier generale del comando militare di Al Manara e un raduno di forze del 51° battaglione della Brigata Golani», sabato scorso. L’IDF ha affermato di aver intercettato i proiettili in arrivo e di «aver colpito le fonti di fuoco» nell’area di confine libanese.
⚡️⭕️#LEBANON, Hezbollah :
The Israeli Meron air base and its surroundings are being subjected to the strongest targeting operation so far.
Iron dome seems to be absent, rockets are landing and there are reports of precise targeting on the base (probably ATGMS). pic.twitter.com/EvnavJ6BZP
— Middle East Observer (@ME_Observer_) April 27, 2024
⚡️ #Hezbollah statement :
In response to the #Israeli enemy’s attacks on the steadfast southern villages and civilian homes, especially the towns of Al-Qozah, Markaba, and Serbin, the Mujahideen of the Islamic Resistance bombed the Meron settlement and the surrounding… pic.twitter.com/om5HpMkXPQ
— Middle East Observer (@ME_Observer_) April 27, 2024
🔴 And then Hezbollah rockets hit Israel pic.twitter.com/bm0Fsrna6A
— S p r i n t e r F a c t o r y (@Sprinterfactory) April 27, 2024
Ieri l’aeronautica israeliana ha condotto una serie di attacchi aerei nei villaggi di Al-Quzah, Markaba e Sarbin, nel Libano meridionale, presumibilmente prendendo di mira le «infrastrutture terroristiche e militari» di Hezbollah. Venerdì l’IDF ha colpito anche diverse strutture a Kfarkela e Kfarchouba.
Secondo quanto riferito, gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno tre persone, tra cui due combattenti di Hezbollah. I media libanesi hanno riferito che altre 11 persone, tra cui cittadini siriani, sono rimaste ferite negli attacchi.
Il gruppo armato sciita ha ripetutamente bombardato il suo vicino meridionale da quando è scoppiato il conflitto militare tra Israele e Hamas lo scorso ottobre. Anche la fondamentale base israeliana di sorveglianza aerea sul Monte Meron è stata attaccata in diverse occasioni. Hezbollah aveva precedentemente descritto la base come «l’unico centro amministrativo, di monitoraggio e di controllo aereo nel nord dell’entità usurpatrice [Israele]», senza il quale Israele non ha «alcuna alternativa praticabile».
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