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Geopolitica

Putin accusa l’Occidente di usare le origini ebraiche di Zelens’kyj per distrarre dal nazismo in Ucraina

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Putin torna a parlare dello scandalo del ritorno del nazismo in Ucraina, e dell’Occidente che sostiene il fenomeno.

 

Usare le origini ebraiche di Zelens’kyj per coprire la colpevolezza dei nazionalisti ucraini nell’Olocausto durante la Seconda Guerra Mondiale è disgustoso, ha detto martedì il presidente russo Vladimir Putin, aggiungendo che i seguaci di Stepan Bandera sono stati responsabili dell’uccisione di 1,5 milioni di ebrei.

 

«Penso che sia importante ripetere che i gestori occidentali hanno posto a capo dell’Ucraina moderna un ebreo etnico, un uomo di origine ebraica, con radici ebraiche – in questo modo, a mio avviso, nascondendo le basi antiumane dell’attuale situazione dello Stato Ucraino», ha detto Putin al giornalista Pavel Zarubin.

 

«Ciò rende l’intera situazione estremamente disgustosa, vedere un ebreo mascherare la glorificazione del nazismo e di coloro che all’epoca perpetrarono l’Olocausto in Ucraina, sterminando 1,5 milioni di persone», ha aggiunto il presidente russo. «I comuni cittadini israeliani hanno capito tutto questo nel modo migliore. Basta guardare cosa dicono online».

 

Putin aveva appena terminato l’incontro con il Comitato della «Vittoria», un organo consultivo incaricato dell’educazione patriottica e degli affari dei veterani. Il presidente russo ha sollevato la questione durante una conversazione con uno dei membri del comitato, sottolineando che Mosca potrebbe non aver fatto abbastanza per presentare i fatti sulle atrocità dei collaboratori nazisti in Ucraina e negli Stati baltici.

 

«Quando guardi i documenti d’archivio reali, il sangue nelle tue vene semplicemente si congela, è impossibile guardarlo senza lacrime, e questo deve essere tirato fuori e mostrato. Chi stanno glorificando le attuali autorità? Questi anti-umani stanno mettendo i sanguinari assassini su un piedistallo e portano striscioni con i loro ritratti mentre marciano lungo le strade principali delle loro città», ha detto Putin al comitato.

 

L’esercito tedesco e le SS hanno «delegato» i massacri degli ebrei ai nazionalisti locali e agli antisemiti, come l’OUN e l’UPA di Stepan Bandera, ha sottolineato il presidente russo.

 

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«Non sono sicuro che tutti in Ucraina lo sappiano. Quindi facciamo quello che possiamo qui per mostrarglielo, va bene?» Putin ha detto alla commissione.

 

Bandera fu dichiarato criminale di guerra sia dall’Unione Sovietica che dalla Polonia per il suo ruolo nell’Olocausto e per l’omicidio di massa dei polacchi nell’attuale Ucraina occidentale. Tuttavia, il governo filo-americano di Kiev lo ha dichiarato eroe nazionale nel 2010, e da allora i nazionalisti lo hanno onorato con fiaccolate nelle principali città ucraine per celebrare il suo compleanno ogni 1 gennaio.

 

La Polonia, ora litigioso alleato di Kiev, si era fermamente opposta alla celebrazione di Bandera, responsabile della strage di migliaia di polacchi. Si trattò di uno degli ultimi atti ufficiali del governo in uscita di Viktor Yushenko, portato al potere dalla rivoluzione colorata del 2004. La moglie di Yushenko, Kateryna, nata a Chicago, è un’ufficiale del Dipartimento di Stato USA.

 

Putin ha precedentemente espresso il suo sconcerto per il fatto che Zelens’kyj glorifichi Bandera, data la sua eredità ebraica. Anche il nonno di Zelens’kyj, Semyon, aveva combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, guadagnandosi due medaglie della Stella Rossa per il coraggio e l’eroismo.

 

L’attuale presidente ucraino è stato in precedenza un attore e si è candidato alla carica di capo di stato nel 2019 con la promessa di pace con la Russia, solo per cambiare completamente rotta e abbracciare i nazionalisti intransigenti entro pochi mesi dal suo insediamento.

 

Come riportato da Renovatio 21, la metà degli ebrei ucraini in questi mesi è fuggita all’estero. La guerra avrebbe raddoppiato la migrazione ebraica verso Israele.

 

La glorificazione di Bandera ha messo sulle spine l’ambasciatore israeliano a Kiev, che tuttavia non ha offerto condanne della figura genocida.

 

Bandera quest’anno è finito incredibilmente celebrato perfino al Gay Pride di Monaco di Baviera.

 

Riguardo alla questione degli «ebrei nazisti» suscitarono aspre polemiche internazionali le parole del ministro degli Esteri Sergej Lavrov alla TV italiana l’anno scorso. Come scritto da Renovatio 21, l’idea ha tuttavia radici storico-letterarie profonde.

 

Il ritorno della svastica in Ucraina ha ramificazioni internazionali considerevoli: a fine 2022 oltre 50 Paesi hanno votato all’ONU contro la risoluzione ONU sull’antinazismo. Un anno prima, quando ancora non era scoppiata la guerra russo-ucraina, avevano votato contro la risoluzione antinazista solo due Paesi: USA e Ucraina.

 

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

 

 

 

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Geopolitica

Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.

 

Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».

 

Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.

 

Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.

 

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.

 

Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.

 

Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.

 

Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».

 

Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.

 

Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.

 

Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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Geopolitica

La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina

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Il primo ministro slovacco Robert Fico ha annunciato che la Slovacchia si opporrà a qualsiasi misura che permetta di impiegare i beni russi congelati per fornire armi all’Ucraina, mettendoo in guardia sul fatto che ulteriori sostegni militari non farebbero che protrarre l’«insensata uccisione quotidiana di centinaia di migliaia di russi e ucraini».   In seguito all’escalation del conflitto nel 2022, gli alleati occidentali di Kiev hanno bloccato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, in gran parte depositati nell’UE. Da quel momento è divampata una disputa tra i Paesi intenzionati a usare tali fondi come collaterale per un «prestito di riparazione» a favore di Kiev e quelli che si oppongono fermamente. La decisione finale spetterà ai membri dell’UE nel voto previsto per la prossima settimana.   Fico, da sempre critico del piano, ha illustrato la propria posizione in dettaglio in una lettera inviata all’inizio della settimana al Presidente del Consiglio europeo António Costa. In un post su X pubblicato venerdì, ha riferito di aver poi avuto un colloquio telefonico con Costa, durante il quale ha ribadito il suo rifiuto all’invio di armi a Kiev. Fico ha dichiarato di aver avvertito che proseguire con i finanziamenti prolungherebbe le ostilità e accrescerebbe le vittime, mentre Costa «ha parlato solo di soldi per la guerra».   «Se per l’Europa occidentale la vita di un russo o di un ucraino non vale un cazzo, non voglio far parte di un’Europa occidentale del genere», ha affermato Fico. «Non appoggerò nulla, anche se dovessimo restare a Bruxelles fino al nuovo anno, che comporti il sostegno alle spese militari dell’Ucraina».  

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Vari Stati membri dell’UE hanno manifestato riserve sul programma di prestiti, evidenziando rischi di natura legale e finanziaria. Secondo Politico, venerdì Italia, Belgio, Bulgaria e Malta hanno sollecitato la Commissione europea a considerare opzioni alternative al sequestro degli asset, quali un meccanismo di prestito comunitario o soluzioni temporanee. Obiezioni sono arrivate anche da Ungheria, Germania e Francia.   Venerdì la Commissione Europea ha dato il via libera a una norma controversa che potrebbe prorogare indefinitamente il congelamento dei beni russi, qualificando la materia come emergenza economica e non come misura sanzionatoria. Questo passaggio è interpretato come propedeutico all’attuazione del «prestito di riparazione», in quanto permette decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, eludendo così i veti dei Paesi dissidenti.   Mosca ha stigmatizzato come illegittimo ogni tentativo di appropriarsi dei suoi asset. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato questa settimana che, con il programma di «prestiti di riparazione», l’Europa sta adottando un comportamento «suicida». Riferendosi al voto di venerdì, ha etichettato l’UE come «truffatori».

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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Orban come John Snow

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Il principale negoziatore russo Kirill Dmitriev ha paragonato il primo ministro ungherese Vittorio Orban al personaggio di Jon Snow della serie Il Trono di Spade, raffigurandolo come l’unico baluardo a difesa del diritto europeo mentre l’UE procede al congelamento a tempo indeterminato degli asset sovrani russi.

 

In un post su X pubblicato venerdì, Dmitriev ha lodato lo Orban per aver «difeso il sistema legale e finanziario dell’UE dai folli burocrati guerrafondai dell’Unione», sostenendo che il leader ungherese stia lottando per «ridurre la migrazione, accrescere la competitività e ripristinare buonsenso, valori e pace».

 

Dmitriev ha allegato una sequenza tratta dalla celeberrima «Battaglia dei Bastardi», una delle scene più memorabili della fortunata serie. Il frammento mostra Jon Snow, isolato sul campo di battaglia, che estrae la spada mentre la cavalleria della Casa Bolton gli si avventa contro. Nella saga, i Boltoni sono noti per la loro crudeltà e spietatezza, mentre Snow è dipinto come un condottiero riluttante che antepone il dovere all’ambizione personale, spesso a caro prezzo.

 

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Venerdì, Orban – che in numerose occasioni ha criticato duramente le politiche conflittuali dell’UE nei confronti della Russia – ha accusato Bruxelles di «violentare il diritto europeo», riferendosi alla decisione che ha permesso all’Unione di bypassare il requisito dell’unanimità per prorogare le sanzioni sugli asset sovrani russi, valutati in circa 210 miliardi di euro. Mosca ha bollato il congelamento come «furto», minacciando azioni legali in caso di confisca da parte dell’UE.

 

In un altro post, Dmitriev ha attaccato il segretario generale della NATO Mark Rutte, paragonandolo al Re della Notte, il principale antagonista di Game of Thrones, che guida un esercito di non-morti ed è completamente privo di empatia.

 

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Il paragone è arrivato in risposta alle dichiarazioni di Rutte, che ha accusato la Russia di «riportare la guerra in Europa» e ha invitato i membri della NATO a prepararsi a un conflitto su scala paragonabile a quelli affrontati dalle generazioni passate. Il Dmitriev ha quindi affermato che Rutte «non ha famiglia né figli» e «desidera la guerra», aggiungendo però che «alla fine prevarrà la pace».

 

Dmitriev, figura chiave negli sforzi per risolvere il conflitto in Ucraina, ha fatto eco alle critiche del ministro degli Esteri ungherese Pietro Szijjarto, che aveva accusato Rutte di «alimentare le tensioni belliche».

 

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