Big Pharma
Pfizer vuole che l’UE continui a pagare per i vaccini COVID inutilizzati

Pfizer si è offerta di estendere il suo contratto per il vaccino COVID-19 con l’Unione Europea riducendo al contempo le consegne, ma si aspetta ancora che il blocco paghi miliardi di euro per le dosi inutilizzate a causa di un forte eccesso di offerta in alcuni Paesi. Lo riporta il Financial Times.
L’offerta ha suscitato indignazione da parte di una manciata di Stati membri, che affermano che l’accordo servirebbe gli interessi di Big Pharma rispetto ai propri cittadini.
L’estensione del contratto spingerebbe l’accordo sui vaccini fino al 2026, con una proposta di riduzione del 40% del numero di dosi fornite e ritardi nelle consegne, ha riferito il Financial Times, citando due funzionari anonimi.
Tuttavia, nonostante i tagli suggeriti, il colosso farmaceutico statunitense insiste ancora per essere pagato per l’intero numero di dosi originariamente concordate, molte delle quali non sarebbero mai state prodotte secondo i nuovi termini.
Gli emendamenti all’accordo – il cui testo completo non è mai stato reso pubblico – sono stati presentati martedì dal commissario europeo alla salute Stella Kyriakides durante una riunione a porte chiuse a Bruxelles, ma hanno incontrato obiezioni da parte di alcuni membri dell’UE.
In una dichiarazione congiunta rilasciata a seguito dell’incontro, funzionari di Bulgaria, Ungheria, Lituania e Polonia hanno affermato che non firmeranno l’accordo con le modifiche proposte, in quanto «non presentano una soluzione definitiva ed equa ai problemi del vaccino COVID-19 eccedenti e non soddisfano le esigenze dei sistemi sanitari, i bisogni dei cittadini e gli interessi finanziari degli Stati membri».
Il ministro della Salute polacco Adam Niedzielski ha affermato che l’attuale proposta Pfizer favorirebbe Big Pharma e ha chiesto la pubblicazione del contratto segreto, mettendo in dubbio il ruolo svolto dalla presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen nei negoziati per il massiccio accordo sui vaccini.
Un osservatorio dell’UE ha avviato un’indagine sul processo di negoziazione e appalto alla fine dello scorso anno, dopo che l’ufficio di Von der Leyen non è riuscito a produrre messaggi di testo personali inviati al CEO di Pfizer Albert Bourla durante i colloqui per quasi 2 miliardi di dosi di vaccino, provocando accuse di corruzione.
Il blocco di 27 membri ha originariamente firmato un contratto congiunto con Pfizer nel 2020, ma da quando la pandemia si è ritirata, la domanda di vaccini è diminuita costantemente, lasciando una sovrabbondanza in tutto il continente.
Alcuni paesi sono stati costretti a buttare via i vaccini, con la sola Germania che ha eliminato circa 36,6 milioni di dosi, secondo l’emittente pubblica BR24, mentre altri sono seduti su grandi scorte di vaccini inutilizzati, come l’Austria, che ha riportato circa 17,5 milioni nella sua fornitura.
Tuttavia, il ministro della Sanità ceco Vlastimil Valek ha respinto le critiche, sostenendo che la «maggioranza dei Paesi» aveva accettato l’accordo e che «il contratto non è male», aggiungendo che il grande stock di dosi non rappresenterebbe un problema in quanto «il COVID è ancora qui» e «sarà necessario ripetere la vaccinazione ogni anno per un determinato gruppo di pazienti».
La Commissione europea ha rivendicato un trionfo nel 2020 quando ha riunito i 27 Stati membri in un contratto congiunto per ordinare miliardi di dosi di vaccino ancor prima che i ricercatori le avessero approvate. Tuttavia, con il diminuire della gravità della pandemia, l’UE si è impegnata a pagare i vaccini non necessari. Circa l’82% degli adulti nel blocco ha ricevuto almeno due punture e sono state erogate più di 1,7 miliardi di dosi. Sono stati conclusi contratti con otto sviluppatori di vaccini, fornendo fino a 4,2 miliardi di dosi.
La Kyriakides ha esortato tutti gli Stati membri ad approvare il cambiamento.
«Lavorando insieme abbiamo ottenuto una significativa riduzione delle dosi, un’estensione del nostro contratto ben oltre il 2023 e la sicurezza dell’approvvigionamento nel caso in cui siano necessarie più dosi», ha affermato il Commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori. «Se vogliamo modificare le consegne di vaccini, abbiamo bisogno di un accordo».
I Paesi che non aderiranno rimarranno bloccati nei termini del contratto originale.
Pfizer ha affermato che le discussioni sono state condotte «in buona fede» e sono rimaste «riservate».
«Ci impegniamo a trovare soluzioni pragmatiche per affrontare la salute pubblica e le esigenze pandemiche in evoluzione, assicurando al tempo stesso che Pfizer e BioNTech continuino a rispettare tutti i loro obblighi contrattuali relativi alla consegna dei vaccini COVID-19 nell’UE», ha dichiarato la società in una nota.
Il CEO di Pfizer, i cui messaggi con il presidente della Commissione Europea Von der Leyen non ancora sono stati resi pubblici, ha, come noto, evitato di presentarsi come da convocazione del Parlamento Europeo, mandando in sua vece la responsabile per i mercati internazionali di Pfizer, Janine Small, che incalzata dall’eurodeputato olandese Rob Roos aveva incredibilmente ammesso che il vaccino non era testato per fermare la trasmissione del COVID.
Pfizer ammette di non aver testato il vaccino per fermare la trasmissione del virus pic.twitter.com/g91F3UyiNb
— Renovatio 21 (@21_renovatio) October 12, 2022
«Per quanto riguarda la domanda se sapevamo… dello stop all’immunizzazione prima che arrivasse sul mercato… No! Ahah. Questi, cioè… dovevamo davvero muoverci alla velocità della scienza per capire davvero cosa sta succedendo sul mercato» aveva risposto la Small, di fatto invalidando green pass e ogni altro forma di segregazione imposta dai Paesi sulla base dello status vaccinale.
Intercettato poche settimane fa al World Economic Forum di Davos da due giornalisti indipendenti, Bourla non ha risposto a nessuna delle domande postegli.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso sempre al World Economic Forum di Davos il CEO di Moderna Stephane Bancel si era lamentato delle dosi di vaccino mRNA in eccesso che «nessuno vuole» più e che quindi avrebbe dovuto dar via.
Va ricordato come un intero continente sembra aver rifiutato il vaccino facendo scadere le forniture fatte arrivare da enti internazionali spesso finanziati da Gates: l’Africa, dove non solo la vaccinazione ha raggiunto percentuali infime della popolazione, ma il COVID stesso non pare aver prodotto la devastazione che avrebbe colpito l’Occidente.
Pfizer è stata accusata di recente da un servizio a telecamere nascosta della testata americana Project Veritas di, tra le altre cose, condurre esperimenti sulle varianti del COVID.
Big Pharma
Il CEO di Moderna «grigliato» dalla commissione del Senato USA

Il CEO di Moderna Stephane Bancel è stato interrogato dal senatore del Kentucky Rand Paul durante un’audizione del Comitato del Senato sugli aumenti dei prezzi del vaccino COVID- 19.
Lo scambio, come sempre nei casi delle audizioni pubbliche, è stato ripreso dalle telecamere. In rete ora circolano molte clip delle domande di Paul al Bancel.
«C’è un maggiore interesse o una maggiore incidenza di miocardite tra i maschi adolescenti dai 16 ai 24 anni dopo aver assunto il vaccino?» chiede il senatore Paul al Bancel.
«In primo luogo, lasciami dire che ci preoccupiamo profondamente della sicurezza e stiamo lavorando a stretto contatto con il CDC e la FDA» Bancel cerca di rispondere.
«Più o meno un sì o un no», interrompe Rand Paul ribadendo la domanda. «C’è una maggiore incidenza di miocardite tra i ragazzi dai 16 ai 24 anni dopo aver fatto il vostro vaccino?»
«I dati che ho mostrato… in realtà, che ho visto, mi dispiace, dal CDC, in realtà hanno dimostrato che c’è meno miocardite per le persone che ricevono il vaccino rispetto a chi riceve l’infezione da COVID» risponde Bancel.
«Stai dicendo che per i maschi di età compresa tra 16 e 24 anni che assumono il vaccino COVID, il loro rischio di miocardite è inferiore rispetto alle persone che contraggono la malattia?» chiede ancora il senatore.
«Questo è quello che ho capito, senatore», ha confermato il capo di Moderna.
«Questo non è vero», ribatte Paul. «E vorrei inserire nel verbale sei articoli sottoposti a revisione paritaria dal Journal of Vaccine, dagli Annals of Medicine che dicono l’esatto contrario di quello che dice lei».
«Ho parlato con il suo presidente proprio la scorsa settimana e ha prontamente riconosciuto, in privato, che sì, c’è un aumento del rischio di miocardite. Il fatto che non si possa dirlo in pubblico è abbastanza inquietante», ha detto il senatore Paul all’amministratore delegato di Moderna.
«Pensa che sia scientificamente corretto imporre tre vaccini per i ragazzi adolescenti?» continua ad incalzare il Paul.
«Spetta ai leader della sanità pubblica decidere» rimbalza il Bancel.
«Ma lo ha affermato più volte. È stato intervistato e ha sostenuto l’efficacia e la sicurezza delle dosi aggiuntive/booster. Sa quando la miocardite è più ricorrente tra questi ragazzi adolescenti? Dopo la seconda dose. Quando ho parlato con il Suo presidente, ha riconosciuto che forse dovrebbe esserci una discussione pubblica sull’argomento. Se il 90% delle miocarditi arriva dopo la seconda dose, perché non discutiamo razionalmente di una di esse? Marty McCarry, un medico della Johns Hopkins, ha detto esattamente la stessa cosa».
Ad un certo punto Paul ha chiesto se l’amministratore delegato di Moderna avesse vaccinato i suoi figli.
«Lei ha bambini. Ha vaccinato i suoi figli?» chiede il senatore del Kentucky, che è medico oftalmologo.
«Sì», risponde Bancel.
«Quante volte?» chiede il senatore.
«3 o 4 volte», risponde il francese.
«3 o 4 volte…» ripete il senatore ridacchiando, forse divertito dal fatto che il padre, a capo di una delle più grandi aziende di vaccini al mondo, non ricordi il numero preciso delle vaccinazioni.
L’udienza ha riguardato anche il tema di un pagamento di 400 milioni di dollari che Moderna ha fatto al National Institutes of Health (NIH). «Crede che questo possa configurare un conflitto di interessi per i dipendenti del governo che ora stanno facendo soldi con il vaccino dettando anche la politica su quante volte dovremo ricevere il suo vaccino?».
Bancel risponde che la somma è stata pagata a fronte di un «un vecchio brevetto che avevano sviluppato, non correlato a COVID, ma utile allo sviluppo di un vaccino COVID per aiutare tutto il loro lavoro» e che «spetta al governo decidere» se si tratti di un conflitto di interessi.
Nella feroce audizione condotta da Paul sembra non esserci traccia di una notizia che ad alcuni può sembrare al limite del grottesco: ha annunciato la prima fase della sperimentazione umana per un vaccino mRNA per il trattamento di coloro che hanno sofferto di attacchi di cuore.
Moderna a fine estate ha fatto causa a Pfizer per violazione di brevetto. La società era già in una lotta con il governo USA per il brevetto del vaccino mRNA. Parallelamente, esisterebbe un contratto stipulato dall’ente per le malattie infettive NIAID (quello diretto sino a poco fa da Anthony Fauci) che avrebbe obbligato il Pentagono ad acquistare 500 mila dosi del vaccino, per un totale di 9 miliardi di dollari.
Due mesi fa è emerso che l’azienda, che come noto prima del COVID mai aveva venduto un prodotto, sta costruendo la prima fabbrica di mRNA al mondo a Melbourne, in Australia.
Come raccontato da Renovatio 21, il Bancel ha una storia speciale, con una gargantuesca coincidenza cosmica nel suo percorso professionale. Prima di Moderna, Stéphane Bancel fu CEO della società francese BioMérieux, posseduta da Alain Merieux, considerato amico personale di Xi Jinping, che visitò il laboratorio BSLM4 di BioMerieux a Lione nel 2014. Secondo quanto appreso, i cinesi avrebbero contattato i francesi per la costruzione del laboratorio di Wuhan, il primo BSL4 del Paese, nel 2004: si, stiamo parlando proprio di lui, il biolaboratorio del pipistrello cinese.
Il finanziere francese Patrick Degorce, fondatore di hedge fund e mentore dell’attuale primo ministro britannico Rishi Sunak, fu nel 2011 uno dei primi investitori in quella piccola azienda farmaceutica chiamata Moderna (cioè «Mode» «RNA»), che all’epoca aveva circa dieci dipendenti e un modo di operare molto discreto.
La carriera del Bancel è quindi segnata dal coronavirus: prima nella società che aiuterà i cinesi a costruire il laboratorio di Wuhano, poi nel Massachusetts a inizio anni ’10 nella società che per il virus di Wuhano, in teoria, dovrebbe aver trovato il vaccino. I risultati di questa prestigiosa carriera sono quanto mai proficui. Secondo la rivista Forbes, disponendo dell’8% delle azioni di Moderna (che, ripetiamo, prima del COVID non aveva mai portato sul mercato un prodotto), Bancel è ora tecnicamente un billionaire, un miliardario. Secondo Business Insider, il fortunato francese ha dichiarato che darà via la maggior parte della sua fortuna, stimata in 4,1 miliardi di dollari.
Come riportato da Renovatio 21, Moderna e Merck sarebbero vicine alla fase 3 per un vaccino per il cancro alla pelle. Un anno fa è stato invece detto che la società aveva iniziato la sperimentazione umana per un vaccino mRNA per l’AIDS. Due mesi fa è stato annunciato lo sviluppo di un vaccino combinato mRNA COVID-Omicron e influenza; il Bancel ha dichiarato ai media che il vaccino mRNA COVID di fatto diventerà come un’antinfluenzale, con alcuni gruppi di individui vulnerabili che dovranno farlo ciclicamente.
Al World Economic Forum di Davos l’anno passato il Bancel lamentò che «nessuno più vuole» i vaccini, per cui era pronto a gettare «30 milioni di dosi nella spazzatura».
Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)
Big Pharma
Commenti «fuorvianti» del CEO Pfizer sulle iniezioni di COVID per i bambini: lo dice un ente di controllo britannico

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il CEO di Pfizer Albert Bourla, Ph.D., avrebbe fatto commenti «fuorvianti» e «non qualificati» promuovendo l’uso di vaccini a mRNA COVID-19 per i bambini piccoli durante un’intervista alla BBC, dice un ente di controllo del Regno Unito.
Il CEO di Pfizer Albert Bourla, Ph.D., avrebbe fatto commenti «fuorvianti» e «non qualificati» promuovendo l’uso di vaccini a mRNA COVID-19 per i bambini piccoli durante un’intervista alla BBC, ha scoperto un ente di controllo del Regno Unito.
La Prescription Medicines Code of Practice Authority (PMCPA), un organismo indipendente di autoregolamentazione istituito dall’Associazione dell’industria farmaceutica britannica (ABPI), ha riscontrato che Bourla avrebbe violato diverse regole nel suo Code of Practice per la pubblicità.
L’associazione di controllo dell’industria farmaceutica britannica UsForThem ha presentato la denuncia al PMCPA.
In un post di Substack dopo la sentenza, UsForThem ha accusato l’editore medico della BBC, Fergus Walsh, di aver condotto l’intervista «come una chiacchierata amichevole davanti al fuoco», dando a Bourla «un’opportunità promozionale gratuita che il denaro non può comprare» permettendogli di promuovere l’adozione del vaccino, in particolare tra i bambini piccoli per i quali il vaccino non era stato nemmeno autorizzato.
In qualità di emittente del servizio pubblico nazionale del Regno Unito, la BBC dovrebbe seguire rigide linee guida in materia di pubblicità commerciale o posizionamento di prodotti, che UsForThem ha affermato che l’intervista a Bourla non è riuscita a seguire.
La BBC ha pubblicato l’intervista con Bourla nel dicembre 2021 sul suo sito web, sulla sua app di notizie e nel programma BBC News at One, come videointervista e articolo di accompagnamento, «Pfizer boss: Annual COVID jabs for years to come» [«Il boss di Pfizer: vaccini COVID annuali per gli anni a venire»].
L’intervista sarebbe andata in onda due giorni dopo che il governo del Regno Unito ha annunciato di aver accettato di acquistare 54 milioni di dosi in più di vaccini a mRNA da Pfizer-BioNTech e altri 60 milioni da Moderna.
Il PMCPA potrebbe multare Bourla solo per i costi amministrativi. Non ha l’autorità per imporre altre sanzioni.
La BBC è il membro fondatore della Trusted News Initiative (TNI). Il mese scorso Children’s Health Defense ha citato in giudizio la BBC e altri tre membri di TNI, sostenendo di aver collaborato con diverse aziende Big Tech per «censurare collettivamente le notizie online», compresi gli articoli sul COVID-19 che non erano allineati con le narrazioni ufficiali su tali questioni.
Bourla: vaccinare i bambini piccoli «sarebbe un’ottima idea»
Nell’intervista alla BBC, Bourla ha affermato che spetta alle agenzie di regolamentazione determinare se approvare e distribuire i vaccini ai bambini sotto gli 11 anni, ma ha pensato che «immunizzare quella fascia di età nel Regno Unito e in Europa sarebbe un’ottima idea», secondo al case report PMCPA pubblicato la scorsa settimana.
A quel tempo, nessun vaccino COVID-19 era stato approvato dall’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari del Regno Unito (MHRA) per i bambini sotto i 12 anni, quindi il panel ha ritenuto che i commenti di Bourla violassero il codice.
Citando possibili interruzioni nella scuola e il potenziale per il lungo COVID, Bourla aveva anche affermato: «Quindi, non avevo dubbi che i vantaggi fossero completamente a favore di farlo [vaccinare i bambini contro COVID-19]».
«Credo che sia una buona idea» aveva aggiunto.
Il panel ha scoperto che queste forti dichiarazioni di opinione potrebbero indurre il pubblico a dedurre che non c’era bisogno di preoccuparsi dei potenziali effetti collaterali o che i benefici della vaccinazione superano i rischi, che non erano stati determinati dalle autorità sanitarie.
L’11 dicembre 2021, UsForThem ha presentato la sua denuncia al PMCPA citando la natura promozionale dei rapporti della BBC e il mancato rispetto da parte di Bourla delle norme del Regno Unito che disciplinano la promozione dei medicinali.
Dopo che il PMCPA ha stabilito che le dichiarazioni di Bourla violavano una serie di regole nel codice di condotta dell’ABPI, Pfizer ha presentato ricorso, includendo che le sue dichiarazioni erano di «natura forte e non qualificata».
L’ente di controllo ha anche affermato che le dichiarazioni implicavano che «non c’era bisogno di preoccuparsi dei potenziali effetti collaterali della vaccinazione nei bambini sani di età compresa tra 5 e 11 anni» e che l’implicazione era «fuorviante e incapace di essere comprovata».
La commissione di appello ha confermato cinque conteggi di violazione di tre codici ABPI che richiedono che informazioni e affermazioni «siano accurate, equilibrate, suscettibili di fondamento, non sollevino speranze infondate di successo del trattamento e non siano fuorvianti rispetto alla sicurezza del prodotto», riporta Epoch Times.
Il PMCPA ha pubblicato la sua sentenza definitiva il 27 gennaio, più di un anno dopo la presentazione della denuncia iniziale.
Durante quel periodo, nel febbraio 2022, il comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione del Regno Unito ha stabilito che ai bambini di età compresa tra 5 e 11 anni poteva essere offerto il vaccino, ma il comitato ha affermato che la raccomandazione era «non urgente».
UsForThem ha celebrato su Twitter:
🚨🚨 BREAKING:
UK regulator finds Pfizer boss guilty of misinformation — full case report published.
Read our inside story here.
— UsForThemUK 🌟 (@UsforThemUK) February 2, 2023
Né Pfizer né Bourla hanno commentato pubblicamente la sentenza.
The Epoch Times ha riferito che in una dichiarazione del novembre 2022 sul caso, un portavoce di Pfizer ha affermato che la società era «impegnata ai massimi livelli di integrità in qualsiasi interazione con il pubblico».
A partire dal 12 febbraio, il Regno Unito non consiglierà più i booster COVID-19 per le persone sane di età inferiore ai 50 anni e interromperà la distribuzione gratuita della serie primaria a due colpi, ha riferito The Defender.
Brenda Baletti
Ph.D.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)
Big Pharma
Mutazioni del virus COVID, Pfizer risponde a Project Veritas

Il colosso farmaceutico Pfizer, produttore del vaccino mRNA con cui sono inoculati miliardi di individui, risponde al servizio di Project Veritas, dove, dinanzi ad una telecamera nascosta, un dipendente parlava di un possibile coinvolgimento dell’azienda in esperimenti di mutazione del virus (chiamati «evoluzione diretta») e di altri fatti rilevanti, come il ruolo delle «porte girevoli» per cui il personale dell’ente regolatore viene poi assunto dalle stesse aziende da regolare.
Il comunicato intitolato «Pfizer Responds to Research Claims», datato 27 gennaio e uscito sul sito in lingua inglese di Pfizer, non fa il nome di Project Veritas, ma parla di «recenti accuse relative al Gain of Function e alla ricerca sull’evoluzione diretta presso Pfizer». «La società vorrebbe mettere le cose in chiaro», scrive la nota.
«Nello sviluppo in corso del vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19, Pfizer non ha condotto ricerche sul guadagno di funzione o diretto sull’evoluzione. Lavorando con i collaboratori, abbiamo condotto una ricerca in cui il virus SARS-CoV-2 originale è stato utilizzato per esprimere la proteina spike da nuove varianti preoccupanti. Questo lavoro viene intrapreso una volta che una nuova variante di preoccupazione è stata identificata dalle autorità sanitarie pubbliche».
«Questa ricerca ci fornisce un modo per valutare rapidamente la capacità di un vaccino esistente di indurre anticorpi che neutralizzano una variante di preoccupazione appena identificata. Quindi rendiamo disponibili questi dati attraverso riviste scientifiche sottoposte a revisione paritaria e li utilizziamo come uno dei passaggi per determinare se è necessario un aggiornamento del vaccino» afferma Pfizer.
Il comunicato prosegue parlando, per qualche ragione, del Paxlovid il farmaco anti-COVID targato sempre Pfizer, che non ci sembrava nominato nel servizio di Project Veritas, ma sul quale il colosso di Big Pharma vuole fare delle precisazioni.
«Inoltre, per soddisfare i requisiti normativi statunitensi e globali per il nostro trattamento orale, PAXLOVID™ – continua la nota, mettendo il simbolo di marchio registrato dopo il nome del suo prodotto – Pfizer intraprende un lavoro in vitro (ad esempio, in un vetrino di coltura da laboratorio) per identificare potenziali mutazioni di resistenza a nirmatrelvir, uno dei due componenti di PAXLOVID».
«Con un virus in evoluzione naturale, è importante valutare regolarmente l’attività di un antivirale. La maggior parte di questo lavoro viene condotta utilizzando simulazioni al computer o mutazioni della proteasi principale, una parte non infettiva del virus».
Poi la precisazione:
«In un numero limitato di casi in cui un virus completo non contiene alcuna mutazione con Gain of Function noto, tale virus può essere ingegnerizzato per consentire la valutazione dell’attività antivirale nelle cellule. Inoltre, vengono condotti esperimenti di selezione della resistenza in vitro in cellule incubate con SARS-CoV-2 e nirmatrelvir nel nostro laboratorio sicuro di livello di biosicurezza 3 (BSL3) per valutare se la proteasi principale può mutare per produrre ceppi resistenti del virus».
«È importante notare che questi studi sono richiesti dalle autorità di regolamentazione statunitensi e globali per tutti i prodotti antivirali e sono condotti da molte aziende e istituzioni accademiche negli Stati Uniti e in tutto il mondo» sottolinea Pfizer.
La paginata prosegue, per qualche ragione con una sfilza di dati «indicazioni per gli USA e uso autorizzato», dove non mancano gli effetti collaterali possibili del vaccino Comirnaty, anche quello scritto con la ® di marchio registrato: «gravi reazioni allergiche, reazioni allergiche non gravi come eruzione cutanea, prurito, orticaria o gonfiore del viso, miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco), pericardite (infiammazione del rivestimento esterno del cuore), dolore al sito di iniezione, stanchezza, male alla testa, dolore muscolare, brividi, dolori articolari, febbre, gonfiore al sito di iniezione, arrossamento al sito di iniezione, nausea , Sentirsi poco bene, Linfonodi ingrossati (linfoadenopatia), diminuzione dell’appetito, diarrea, vomito, dolore al braccio, svenimento associato all’iniezione del vaccino, irritabilità insolita e persistente, cattiva alimentazione insolita e persistente, fatica insolita e persistente o mancanza di energia, insolita e persistente pelle fredda e pallida, vertigini». Ma è solo il nostro occhio che cade lì: sono segnate molte altre informazioni che non sembrano pertenere all’argomento.
Su Twitter sono già iniziate le reazioni al comunicato.
Robert Malone, scienziato pioniere dei vaccini mRNA dà un’analisi per cui «1) Gli avvocati Pfizer non hanno scaricato il loro direttore delle operazioni di ricerca e sviluppo e della pianificazione scientifica. 2) Non c’è smentita di quanto ha detto. 3) Nessuna smentita che non sia nello staff di Pfizer. 4) Lo scambio di nuove sequenze di picchi nel Wuhan-1 originale è tecnicamente un Gain of Function funzionale.
1) Pfizer lawyers did not throw their Director of R&D Operations and Scientific Planning under the bus. 2) there is no denial of what he said. 3) No denial that he is Pfizer staff. 4) Swapping new spike sequences into original Wuhan-1 is technically gain of function research.
— Robert W Malone, MD (@RWMaloneMD) January 28, 2023
Un altro utente Twitter osserva che «il comunicato stampa di Pfizer affronta solo le azioni e le dichiarazioni dell’azienda in merito al Gain of Function e alla ricerca sull’evoluzione diretta. Non menziona specificamente appaltatori o partner con cui l’azienda potrebbe lavorare».
The press release from Pfizer only addresses the company's own actions and statements regarding gain of function and directed evolution research. It does not specifically mention any contractors or partners that the company may be working with.
— Toxic Male (@MaleToxicityNow) January 28, 2023
«Rapida analisi di Pfizer dichiarazione di in risposta a Project Veritas segnalazione di virus mutanti a scopo di lucro» twitta Kimdotcom. «Pfizer ammette che sta esternalizzando il lavoro ad appaltatori per progettare virus per valutare l’attività antivirale. I dettagli di questo devono essere studiati. Oh!»
Quick analysis of @Pfizer’s statement in response to @Project_Veritas reporting about mutating viruses for financial gain.
Pfizer admits that it is outsourcing work to contractors to engineer viruses to assess antiviral activity.
The details of this must be investigated. Wow! https://t.co/wSebjhOBMt
— Kim Dotcom (@KimDotcom) January 28, 2023
«La risposta di Pfizer non contiene l’ammissione che effettivamente fanno ciò che viene rivelato da Project Veritas?» scrive il dottor Eli David sottolineando una parte del comunicato.
Doesn't Pfizer's response contain admission that they indeed do what's revealed by @Project_Veritas? 🧐 pic.twitter.com/Rull8HrtgE
— Dr. Eli David (@DrEliDavid) January 28, 2023
Non si ha ancora notizia di una risposta di Albert Bourla, CEO del colosso farmaceutico, alla lettura preoccupata del senatore Marco Rubio.
Nella missiva del senatore della Florida si facevano al vertice Pfizer sei domande precise:
«1. In quali sforzi Pfizer si sta attualmente impegnando, o sta pianificando, per mutare il virus SARS-CoV-2?
2. Pfizer intende continuare a mutare il virus SARS-CoV-2 attraverso la ricerca sul guadagno di funzione o sull’evoluzione diretta, allo scopo di creare nuovi vaccini prima che la variante sia presente nella popolazione più ampia?
3. Pfizer si è impegnata con i funzionari federali coinvolti in merito ai loro piani per supervisionare questa ricerca? Si prega di fornire i nomi e le agenzie di queste persone.
4. Quali misure ha adottato Pfizer per garantire che il virus mutato non fuoriesca dal laboratorio e infetti la popolazione più ampia?
5. Pfizer si è impegnata con altre aziende biofarmaceutiche per collaborare a questo sforzo di ricerca? Elenca le entità con cui sei stato in contatto.
6. Vi impegnerete a fermare qualsiasi ricerca futura che muti il vaccino SARS-CoV-2 poiché prove sostanziali hanno indicato che simili ricerche pericolose presso l’Istituto di virologia di Wuhan molto probabilmente hanno portato all’emergenza iniziale e alla diffusione globale del virus?»
Nel frattempo, YouTube ha rimosso il video di Project Veritas per «una violazione delle linee guida della comunità». Al canale è stato assegnato un cosiddetto strike: con tre strike verrà chiuso permanentemente. Ad ogni modo, con lo strike assegnato non sarà possibile per Project Veritas pubblicare alcunché.
Immagine di János Korom via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
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