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Psicofarmaci

Omicidi, accoltellamenti, suicidi nel giro di poche ore: quali farmaci assumevano i responsabili?

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Assago, periferia di Milano. Un 46enne entra in un centro commerciale e comincia ad accoltellare la gente: un morto e 4 feriti, tra cui un calciatore del Monza.

 

Asso, provincia di Como. Un carabiniere con una storia di problemi psichici ma riammesso al lavoro si barrica in caserma dopo aver ucciso il comandante. Dopo l’irruzione del Gruppo di Intervento Speciale, si consegna, ma un carabiniere viene colpito da una pallottola al ginocchio prima della resa.

 

Roma, Circo Massimo. Un 57enne, forse una guardia giurata, si spara con l’arma regolarmente detenuta dinanzi a passanti e turisti. Vi sono due spari: uno alla tempia, uno che parte – dicono le cronache – quando l’uomo è a terra. I giornali scrivono che non avrebbe lasciato alcun biglietto di addio.

 

Sono ore intense per la cronaca nera, specie quella che sa di inspiegabile.

 

Ora, ci chiediamo se possa esserci un filo comune in questi gesti mostruosi, che in un modo o nell’altro prevedono sempre la violenza portata in pubblico, anche qualora rivolta contro sé stessi, come in una sorta di negazione distruttiva del mondo.

 

Ebbene, almeno in due casi su tre abbiamo certezza che gli accusati hanno subito cure psichiatriche. E con esse, si potrebbe pensare, possono essere arrivati medicinali che alterano la psiche e il comportamento: i cosiddetti psicofarmaci.

 

È molto difficile, se non a volte impossibile, ottenere il nome o anche solo la tipologia del farmaco che era stato prescritto al protagonista di casi di cronaca del genere: negli USA, nella vicenda del massacro di Aurora (quando, nel 2012 furono trucidate in un cinema 12 persone, con 58 feriti, durante una proiezione di Batman) si dovette aspettare mesi prima di scoprire che il perpetratore James Holmes, 24enne dottorando in neuroscienze, aveva nel suo appartamento clonazepam e pastiglie generiche di sertralina, il medicinale commercializzato con il nome di Zoloft.

 

Il clonazepam è un farmaco teoricamente ansiolitico di derivazione benzodiazepinica, presente anche sul mercato europeo. L’autorità canadese di regolamentazione dei farmaci nel 2007 aveva emesso un avviso sul medicinale, informando i consumatori che il clonazepam può creare assuefazione entro pochi mesi dall’uso e che i suoi effetti collaterali possono includere allucinazioni, pensieri deliranti, confusione, perdita di memoria e depressione.

 

Lo Zoloft invece è un cosiddetto psicofarmaco di seconda generazione, un SSRI, inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina. Gli SSRI hanno almeno 34 stuudi e 26 avvertimenti da parte di autorità regolatorie che mettono in guardia riguardo ai pericoli di questi farmaci.

 

Vi è una storia dolorosamente lunga e corposa di sospetti riguardo al ruolo dei farmaci nello scatenarsi di episodi di violenza. Una lista incompleta è stata pubblicata di anno in anno da Renovatio 21 – la prima volta, pensate un po’, un lustro fa.

 

Non vi sono solo sospetti a dire il vero: uno studio pubblicato nel 2010 da PLOS One concludeva che «gli atti di violenza nei confronti degli altri sono un evento avverso di droga reale e grave associato a un gruppo relativamente piccolo di droghe. La vareniclina, che aumenta la disponibilità di dopamina, e gli antidepressivi con effetti serotoninergici sono stati i farmaci più fortemente e costantemente implicati. Sono necessari studi prospettici per valutare sistematicamente questo effetto collaterale per stabilire l’incidenza, confermare le differenze tra i farmaci e identificare ulteriori caratteristiche comuni».

 

La sertralina è una prescrizione estremamente popolare. È praticamente che il lettore non abbia tra le proprie conoscenze nessuno che non ne faccia uso. Immaginiamo per aritmetica vi sua un certo numero di nostri lettori che ne fa uso. I dottori che si oppongono alla psicofarmaceutica di massa ci sono, ma si nascondono, esattamente come quelli che si oppongono ai vaccini.

 

Torniamo ai casi dei nostri giorni. Di uno, abbiamo, incredibilmente, il nome della sostanza.  Secondo il Corriere della Sera, all’accoltellatore del centro commerciale milanese erano state prescritte «5 mesi fa gocce di benzodiazepine». C’è la possibilità di antichi danni cerebrali da acido lisergico, tuttavia per il momento c’è una certezza, lo psicofarmaco prescrittogli: «dovrà essere verificato se sia vero ciò che Tombolini narra alla GIP e all’avvocato (…) e cioè di essere stato 20 anni fa “in cura” da uno psichiatra per il consumo di LSD. Nei test del tossicologico eseguiti giovedì è emerso solo l’uso di benzodiazepine».

 

Nel sangue aveva quelle: benzodiazepine.

 

Riguardo al carabiniere comasco, che era già stato psichiatrizzato, non sappiamo quali farmaci possano essere coinvolti. Per il suicida del Circo Massimo nemmeno. Sappiamo tuttavia che i dottori una prescrizione per un «innocuo» antidepressivo la negano difficilmente.

 

Ora, unite i puntini con noi.

 

Cos’è aumentato durante la pandemia? Sì, l’assunzione di psicofarmaci – compresi i bambini , dove toccherebbero il 19,7% delle prescrizioni pediatriche. Il lockdown ha depresso tutti: e allora, pensa il dottorino della mutua, perché non prescrivere più psicodroghe legali a tutti?

 

E se mai questi farmaci avessero come effetto collaterale quello di aumentare l’aggressività delle persone, cosa succederebbe alla popolazione del Paese?

 

La cosa è discussa perfino nei foglietti illustrativi della sertralina, sia pur solo per quel che riguarda «bambini e adolescenti»: «i pazienti di età inferiore ai 18 anni presentano un maggiore rischio di effetti indesiderati, come tentativo di suicidarsi, pensieri di volersi fare del male o di uccidersi (pensieri suicidari) e comportamento ostile (principalmente aggressività, comportamento di opposizione e rabbia) quando trattati con questa classe di medicinali».

 

Ammettiamo di non capire bene cosa succeda ad un cervello dopo il 18° anno di età: le reazioni che si possono avere a questo farmaco differiscono tra prima e dopo il compleanno della maggiore età? È possibile che alcuni cervelli continuino a reagire in questo modo disforico alle pasticche anche da adulti?

 

In realtà, non è importante nemmeno essere maggiorenni, in realtà, perché, dice sempre il bugiardino, «tuttavia», nonostante i pericolo sopra descritti «è possibile che il medico decida di prescrivere» il farmaco «a un paziente di età inferiore ai 18 anni se ciò è nell’interesse del paziente».

 

L’interesse del paziente. Non credo vi sia bisogno di commentare il capolavoro di linguistica medico-farmaceutica dell’apparato sanitario, tuttavia facciamo notare che di «interesse del paziente» in Italia ce ne è tanto, tantissimo.

 

Ricordate come nel 2018 emerse che unendo tutte le categorie psicofarmacologiche – ansiolitici, sonniferi e antidepressivi – l’Italia toccava gli 11 milioni di consumatori, cioè il 20% della popolazione.

 

La traiettoria che si può tracciare è sempliciotta. Il COVID ha generato la clausura, quindi l’ansia, quindi lo psicofarmaco. Conoscete il detto: farmaco chiama farmaco. E in un sistema che già prima della pandemia registrava una piena inclinazione per le droghe cerebrali: il consumo totale dei farmaci antipsicotici in Italia tra il 2014 e il 2020 sarebbe aumentato del 20%.

 

La situazione è migliorata? No. E ci ritroviamo, in effetti, con le strade sempre più solcate da auto aggressive, e violenze giovanili e criminali sempre più disinibite.

 

E aggiungiamo qui la domanda: adesso che sappiamo che anche le forze dell’ordine possono assumere questi farmaci, quali effetti «ondulatori» potrebbero avere questi effetti collaterali sulla repressione delle manifestazioni antigoverno in arrivo nel prossimo gelido e povero inverno?

 

Non è una domanda da poco – tuttavia, notiamo, nessuno prima di noi, ci sembra, se l’è posta mai.

 

Tuttavia, abbiamo già scritto su Renovatio 21 che il muro sulla correlazione tra psicofarmaci e stragi, massacri in famiglia, omicidi-suicidi e perfino incidenti aerei potrebbe crollare. Ma capite che davanti abbiamo sempre lo stesso nemico: Big Pharma, e la sua influenza malvagia.

 

Pensavate che le farmaceutiche hanno iniziato ad avvelenare le persone e manipolare il sistema per insabbiarne gli effetti dai vaccini COVID?

 

Eh, no. Noi questa battaglia stiamo cercando di portarla avanti da anni. Ora, se arriva qualcuno e vi dice che questi «inspiegabili» atti di violenza pubblica sono da mettere in conto ad una generica «follia» raggiunta dalla nostra società, vi sta facendo perdere tempo, o vi sta ingannando.  Le correlazioni tra psicodroghe ed esplosioni dell’aggressività umana vanno trovate e segnalate.

 

Il problema va trattato alla radice. Non abbiamo tempo da perdere con la sociologia o la poesia. Non ci sono solo cause intangibili agli orrori dell’ora presente: c’è la realtà della modifica biologica dell’essere umano per via medico-farmaceutica.

 

L’umanità sta venendo alterata biochimicamente, lo sapete: con i vaccini, e financo con il cibo, dove gli oligarchi della morte stanno facendo grandi investimenti.

 

L’uomo è sotto attacco fin dentro al suo cervello, che viene cambiato nelle sue funzioni molecolari. Che vi rendano mansueti e rincoglioniti, o ossessionati ed assassini, sospettiamo che per i padroni del sistema vada bene comunque. L’importante è guastare l’essere umano, fatto ad immagine di Dio. E cercare deviarne l’anima, a partire dalla sua mente.

 

Questo è il quadro in cui stiamo giocando – in cui stiamo vivendo.

 

Una battaglia per la nostra anima. Vi prego: non consegnatela al nemico. Mai.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

Psicofarmaci

Delitto nella chiesa abbandonata di Aosta, il sospettato «usa farmaci contro la depressione»

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Il ragazzo sospettato del delitto nella chiesa abbandonata di Equilivaz, in provincia di Aosta, dove è stata trovata una ragazza sgozzata e pugnalata, ha avuto un malore mentre veniva portato nel palazzo di Giustizia di Grenoble, città francese appena dopo il confine.

 

Il malore, scrivono i giornali, si è avuto poco prima dell’udienza per la sua eventuale estradizione in Italia. Il giovane di famiglia nordafricana residente in Italia, respinge ogni accusa.

 

Nell’impossibilità di procedere senza l’indagato, l’udienza presso la chambre d’instruction della Corte d’Appello di Grenoble è stata rimandata al 25 aprile.

 

Il ragazzo è stato portato in ospedale.

 

«Giudici e avvocato ipotizzano possa aver assunto una dose eccessiva di farmaci antidepressivi» scrive l’ANSA. «Durante l’udienza – riporta la stampa francese –il suo legale e la corte hanno riferito che il ragazzo segue un trattamento farmacologico antidepressivo: il malore potrebbe essere legato a un sovradosaggio».

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La domanda che vorremmo porre – anche questa volta – è: gli psicofarmaci il ragazzo li prendeva anche prima di essere arrestato?

 

Perché, ricordiamo anche come nell’altro caso con al centro una ragazza morta – il caso Cecchettin, che per qualche ragione ha avuto molta più eco di questo – ad un certo punto siano saltate fuori le droghe psichiatriche per il sospettato. In carcere infatti, Filippo Turetta ha chiesto psicofarmaci. Anche allora, come oggi, ci chiediamo se non ne stesse già assumendo anche prima.

 

Renovatio 21 ha scritto giorni, quando ancora non era stato trovato ed arrestato il ragazzo, fa che la pista del «femminicidio satanico-patriarcale», buttata lì forse pavlovianamente da qualche giornale, sarebbe presto sparita.

 

Ebbene, abbiamo certezza del fatto che la pista sul possibile ruolo delle psicodroghe mediche in questa tragedia non solo sparirà, ma nemmeno verrà mai presa in considerazione.

 

Nonostante il volume immenso di storie in merito, il muro sulla violenza estrema come possibile effetto collaterale degli psicofarmaci non è ancora crollato. Di conseguenza, stragi iniziate in farmacia, sotto precisa prescrizione del medico, continueranno ovunque.

 

L’importante, a questo punto, è semplicemente che qualcuno tenga nota. Il lettore, se è arrivato fino a questo punto, è nel club.

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Psicofarmaci

Sparatoria in una scuola in Finlandia. Ci diranno mai quali farmaci prendeva l’assassino dodicenne?

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Una sparatoria è avvenuta martedì mattina in una scuola secondaria inferiore nella città di Vantaa, a nord di Helsinki. Il perpetratore sospettato è un preadolescente, ora preso in custodia dopo aver ucciso un compagno di classe e averne feriti altri due.   Come l’assassino, tutte le vittime avevano 12 anni.   Il sospettato, che secondo la polizia si è trasferito alla scuola l’anno scorso, è stato trovato martedì fuori dall’edificio con in mano una rivoltella. Dopo la sparatoria, ma prima dell’arrivo degli agenti, avrebbe usato l’arma per minacciare gli studenti che stavano andando in un’altra scuola.

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Includendo l’incidente di martedì, la Finlandia – Paese i cui cittadini godono di ampia possibilità di armarsi, come negli USA – ha registrato solo quattro sparatorie nelle scuole nella sua storia. La peggiore avvenne nel 2008, quando uno studente universitario uccise nove studenti e un insegnante di un’università politecnica nella città di Kauhajoki, prima di puntare contro se stesso la sua arma, una pistola semiautomatica.   Un anno prima, uno studente delle superiori aveva ucciso a colpi di arma da fuoco sei alunni, un’infermiera scolastica e il suo preside nella città di Jokela. Anche l’aggressore si era suicidato dopo la sua furia.   Il governo finlandese aveva risposto alle due sparatorie innalzando l’età minima per il possesso di armi da fuoco a 18 anni e imponendo controlli sui precedenti personali degli acquirenti di armi. Tuttavia, la caccia è un passatempo popolare in Finlandia, e i quindicenni possono ancora ottenere un permesso per usare legalmente le armi da fuoco di altre persone con il permesso dei genitori.   Sebbene la Finlandia abbia l’ottavo tasso più alto al mondo di possesso di armi da parte dei civili, gli omicidi legati ad armi da fuoco sono rari. Secondo i dati delle Nazioni Unite, la Finlandia ha un tasso di omicidi dovuti ad armi da fuoco pari a 0,09 morti ogni 100.000 persone, quasi cinque volte inferiore a quello della vicina Svezia (0,44 ogni 100.000).   Pare chiaro quindi che, a differenza di quanto dicono quelli del Partito Democratico in USA e in Italia come altrove, non è l’accesso alle armi che crea il problema delle sparatorie massive.   «È stato confermato che il movente dell’atto è il bullismo», ha dichiarato il giorno successivo la polizia nazionale in un comunicato. «Il sospettato ha affermato durante gli interrogatori di essere stato vittima di bullismo e questa informazione è stata confermata anche durante le indagini preliminari della polizia», ​​continua la nota.   Tuttavia il bullismo potrebbe non essere l’unico fattore motivante del progetto omicida del bambino.   Come da sempre insiste Renovatio 21, è sempre bene chiedersi se il perpetratore assumesse farmaci psichiatrici. L’uso di psicodroghe legali – diffuse tra milioni di cittadini anche in Italia – potrebbe influire sulla mente del paziente in modo paradosso, come dice lo stesso foglietto illustrativo negli USA, generando propositi «suicidari».   Come tali propositi di morte possano essere rivolti solo contro se stessi, e non solo contro coloro che fanno parte del mondo interiore della persona (i genitori, i fratelli, i compagni di scuola, gli insegnanti, i colleghi, i fedeli della parrocchia o perfino persone distanti ma che fanno parte delle ossessioni insorte, come le persone di altri gruppi, altre razze, o i passanti in generale) non riusciamo a capire come si possa dire. Di fatto, molte di queste stragi si concludono, appunto con un suicidio.

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Una quantità di casi del genere ha visto la presenza di psicofarmaci, in particolare quelli di tipo SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) negli eccidi improvvisi.   È davvero difficile, in questi casi, che il nome del farmaco salti fuori, anche se le forze dell’ordine, scandagliando per prima cosa l’armadietto dei medicinali a casa del presunto killer, potrebbero saperlo da subito. C’è anche da considerare che anche qualora le indagini facessero filtrare qualcosa alla stampa, il giornalista e il suo direttore, che tengono al loro stipendio, prima di mettersi contro un immane business di Big Pharma (e gli ordini dei medici… e la sanità tutta) ci pensano due o tre volte.   Volete degli esempi?   Eric Harris, il perpetratore del massacro della scuola Columbine (1999) era sotto Zoloft, cioè la sertralina, ed anche Luvox, fluvoxamina.   Un anno prima, un quindicenne di nome Kip Kinkel ha sparato ai suoi genitori e a dozzine di compagni di classe: era sotto fluoxetina, cioè Prozac.   Nel 2005, un sedicenne di nome Jeff Weise ha ucciso suo nonno e dieci bambini in Minnesota. Prozac.   Idem per il 27enne Steven Kazmierczak che ha ucciso sei persone alla Northern Illinois University (2008). Fluoxetina.   Ricorderete il massacro di Aurora, in Texas, nel 2012, quando un tizio vestito da Joker entrò in un cinema dove proiettavano l’ultimo Batman e massacrò 82 spettatori: si trattava del 25enne James Holmes, che era sotto Zoloft.   La lista è molto più lunga, e l’abbia dettagliata in tanti altri articoli. E quindi, anche in quest’ultima tragedia in Finlandia, domandiamo: è possibile che per curare la tristezza del bambino bullizzato, i dottori abbiano iniziato a fargli assumere psicodroghe?

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Va ricordato che casi recenti di cronaca nera italiana di primo piano, come quello della ragazza veneta uccisa, hanno visto l’ex fidanzato sospettato della morte chiedere psicofarmaci in carcere.   Lo stesso dicasi per un caso di omicidio nella Milano bene, dove l’uomo arrestato – sospettato di matricidio – sarebbe stato sotto psicofarmaci, scrissero i giornali.   E non parliamo dei casi di aerei passeggeri improvvisamente gettati al suolo dai piloti. Sappiamo che nel tragico caso Germanwings (2015), il copilota, che si chiuse dentro la cabina e schiantò il velivolo con 300 persone sulle Alpi francesi, era sotto SSRI – considerati dalle autorità sanitarie mondiali come «sicuri» per piloti ed automobilisti.   Come riportato da Renovatio 21, alla lista degli stragisti da farmaco ora si stanno aggiungendo sempre più transessuali, dove oltre agli psicofarmaci c’è da considerare anche l’effetto psichico dell’assunzione di testosterone sintetico: il caso del massacro di bambini e adulti nella scuola presbiteriana del Tennessee dell’anno scorso ad opera di una ragazza che stava effettuando una «transizione» al sesso maschile racconta proprio di questo problema.   La domanda rimane: se negli USA vi sono 500 sparatorie massive ogni anno, la colpa non è che va assegnata al fatto che si tratta del popolo più psicofarmaceutico del pianeta, dove delle droghe psichiatriche si può fare anche la pubblicità?   L’idea avanza, tra la censura di media e probabilmente social media. Il muro su questo orrore, prima o poi, crollerà.

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Pensiero

Cosa c’è dietro la strage di Praga?

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La polizia ceca ha identificato come autore della sparatoria di massa che ha provocato la morte di 14 persone giovedì a Praga come David K., uno studente di 24 anni, avrebbe ucciso suo padre giovedì nella sua città natale di Kladno, prima di recarsi nella capitale ceca per una missione di morte massiva conclusa con il suicidio.

 

I media cechi in seguito hanno detto che il nome esteso del presunto assassino è David Kozak e hanno pubblicato la sua foto.

 

Il presidente della polizia Martin Vondrasek ha detto ai giornalisti che Kozak ha pubblicato una serie di post sui social media prima della sua furia ed è stato «ispirato da un evento terribile simile all’estero», senza rivelare ulteriori dettagli. L’assassino «diceva che voleva uccidersi», ha aggiunto Vondrasek.

 

Tuttavia, i media cechi hanno portato alla luce screenshot di un account Telegram apparentemente aperto da Kozak all’inizio di questo mese.

 

In un post in lingua russa del 9 dicembre, Kozak avrebbe affermato che avrebbe utilizzato la piattaforma come «diario mentre mi avvicino a una sparatoria a scuola».

 

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In una serie di aggiornamenti del 10 dicembre, il poster si è presentato come «David» e ha detto che «vuole fare una sparatoria a scuola e possibilmente suicidarsi», nominando gli assassini della scuola russa Alina Afanaskina e Ilnaz Galyaviev come ispiratori della sua follia omicida.

 

 

«Ho sempre desiderato uccidere, pensavo che in futuro sarei diventata un maniaco», si legge nel post. «Poi, quando Ilnaz ha agito, ho capito che era molto più redditizio fare omicidi di massa che seriali. Alina è diventata l’ultimo punto. Era come se fosse venuta in mio aiuto dal cielo giusto in tempo».

 

Kozak era uno studente della Università Carolina, ha detto la polizia. Secondo i media cechi, ha studiato storia e ha vinto un premio per la sua tesi di laurea nel 2018.

 

La polizia ha detto che Kozak è stato «eliminato» nell’edificio dell’università dove è iniziata la sua furia. Tuttavia, non è chiaro se sia stato colpito da un proiettile della polizia o se abbia puntato la pistola contro se stesso, ha osservato Vondrasek.

 

 

Kozak era stato avvistato mentre brandiva un fucile sul tetto dell’edificio poco prima della sua morte, e il sindaco di Praga Bohuslav Svoboda ha affermato che l’assassino è caduto mortalmente.

 

La polizia ha detto che Kozak possedeva legalmente più armi da fuoco. Il possesso di armi è comune nella Repubblica Ceca e la costituzione del Paese garantisce il diritto di portare armi e usarle per legittima difesa.

 

La piazza Jan Palach di Praga, dove si trova l’edificio universitario, è rimasta chiusa al pubblico fino a mezzanotte mentre continuano le indagini della polizia. Quando l’edificio è stato evacuato, gli agenti hanno trovato 14 vittime morte e almeno altre 25 ferite.

 

I resoconti dei media avevano suggerito che Kozak potesse aver piazzato degli esplosivi nell’edificio, tuttavia il ministro degli Interni Vit Rakusan ha detto ai giornalisti che il pubblico «non è in pericolo immediato».

 

L’attacco è la peggiore sparatoria della recente storia ceca. Sebbene la Costituzione ceca garantisca il diritto di portare armi e usarle per legittima difesa, i crimini legati alle armi da fuoco sono rari e il paese registra ogni anno meno omicidi con armi da fuoco rispetto a Francia, Australia e Paesi Bassi.

 

Più recentemente, un uomo ha ucciso sei persone nella sala d’attesa di un ospedale nella città di Ostrava nel 2019 prima di puntare la pistola contro se stesso, mentre otto persone sono state uccise in un incidente simile in un ristorante nella città di Uhersky Brod nel 2015.

 

Lo spree – cioè la furia omicida – del Kozak sarebbe iniziata, secondo quanto viene ora suggerito, la settimana prima. Il 15 dicembre 2023, un padre di 32 anni e la sua figlia di due mesi in un passeggino sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco nella foresta di Klanovice, alla periferia orientale di Praga. La polizia ha condotto una perquisizione dettagliata dell’intera foresta con centinaia di agenti, mentre è stata istituita una task force speciale per trovare l’autore del reato. Il 20 dicembre, la polizia ha affermato di non avere piste sul caso ma di continuare a cercare l’autore del reato.

 

Il sito web sulle armi da fuoco zbrojnice.com aveva notato una somiglianza del caso con gli omicidi del «Assassino della Foresta» del 2005, in cui un ex agente di polizia uccise tre vittime a caso nelle foreste in preparazione di un omicidio di massa pianificato nella metropolitana di Praga, che fu impedito dal suo arresto anticipato; l’articolo si concludeva con un appello ai lettori affinché rimanessero vigili e portassero le armi da fuoco nascoste.

 

Cinque ore dopo l’attacco all’università, la polizia ha diffuso l’informazione di aver trovato prove nella casa di David Kozak che lo collegavano agli omicidi della foresta di Klanovice. In una conferenza stampa il 22 dicembre, l’investigatore capo della prima unità anticrimine generale di Praga ha dichiarato che Kozak era uno dei circa 4.000 sospettati nel caso della foresta di Klanovice.

 

Tuttavia, poiché viveva nella Boemia centrale, mancavano pochi giorni per impedire la sparatoria. La Boemia centrale è una regione separata dalla città di Praga e ogni regione del paese ha una direzione di polizia separata. Più tardi quello stesso giorno, la polizia ha confermato che un’arma da fuoco trovata a casa di Kozák era stata confrontata balisticamente con i proiettili usati negli omicidi nella foresta di Klanovice. Il 27 dicembre 2023, la testata Denik N ha riferito che gli investigatori della polizia avevano trovato una lettera a casa di Kozak in cui questi confessava gli omicidi avvenuti nella foresta di Klanovice.

 

Kozak aveva iniziato la sua ultima giornata con il parricidio: come in tanti casi che abbiamo imparato purtroppo a conoscere, l’assassino sembra dapprima accanirsi su quello che gli è più vicino.

 

Il 21 dicembre 2023 alle 12:20, la polizia della Boemia centrale era stata allertata dalla madre di Kozak, la quale ha affermato di aver ricevuto un messaggio da un amico secondo cui suo figlio stava progettando di togliersi la vita e che era in viaggio dalla sua città natale di Hostoun a Praga. Alle 12:45 la polizia trovava il corpo del padre di Kozak nella sua casa. Secondo quanto riportato, una perquisizione approfondita della casa era ostacolata da ordigni esplosivi improvvisati.

 

La polizia ha scoperto che Kozak era uno studente della Facoltà di Lettere dell’Università Carolina. Un mandato di perquisizione è stato emesso e pubblicato subito dopo; il mandato indicava che Kozak era armato e pericoloso. La polizia aveva inoltre avviato un’operazione di sicurezza all’aeroporto Váaclav Havel di Praga, dove il padre di Kozak lavorava nel dipartimento di sicurezza dell’aeroporto.

 

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L’attacco è stato l’omicidio di massa più mortale avvenuto nella Repubblica Ceca dalla sua indipendenza nel 1993, superando l’attacco incendiario di Bohumín del 2020. È stata una delle sparatorie di massa più sanguinose avvenute in Europa dal massacro al teatro Bataclan del 2015 a Parigi.

 

La domanda che ci facciamo è sempre la stessa: il Kozak era stato «curato» con droghe psichiatriche? C’è uno psicofarmaco dietro ad un’alterazione della sua mente tale da portarlo verso un desiderio di distruzione totale, specie delle cose che gli sono più vicine (la famiglia, l’Università)?

 

È possibile che la psicofarmaceutica, la cui possibilità di suicidio come effetto collaterale sono note e perfino inserite nei bugiardini, abbia indotto la prospettiva pantoclastica assassina?

 

Il problema va posto soprattutto perché né psichiatri, né sociologi, né giornalisti sono in grado di spiegare perché questi personaggi si concentrino proprio sulle scuole – e questo in ogni Paese, dagli USA alla Russia alla Repubblica Ceca. Come se qualcosa invertisse nella mente del killer la legge naturale: ciò che ti è caro, ciò che è buono, ciò che è innocente, deve essere massacrato.

 

Quanti morti dobbiamo ancora aspettare prima di avere qualche risposta?

 

Quanto dobbiamo temere che ciò possa ripetersi nella scuola dei nostri figli?

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