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Immigrazione

Musulmano dà fuoco alla moglie davanti ai figli dopo il rilascio anticipato dal carcere

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Una madre di sei figli è rimasta in coma farmacologico in Belgio per quasi un mese dopo che il violento marito, un musulmano kosovaro, le ha dato fuoco davanti ai loro figli, dopo essere stato liberato dalla prigione con mesi di anticipo a causa del sovraffollamento. Lo riporta Remix News.

 

La famiglia di  una donna di 41 anni che ora lotta tra la vita e l’incolumità fisica in un centro ustionati, ha dichiarato ai media belgi di essere stata vittima di «politiche fallimentari» dopo che al marito è stato concesso un congedo penitenziario esteso (VPV) nell’aprile 2025, nell’ambito di una misura di emergenza attuata dall’ex ministro della Giustizia Paul Van Tigchelt per affrontare la saturazione del sistema carcerario belga.

 

L’uomo, che vanta una fedina penale considerevole, tra cui possesso illegale di armi e ricettazione, stava scontando una lunga pena detentiva di 37 mesi per violenza domestica contro la moglie.

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Il 3 luglio, settimane dopo il suo rilascio, è accusato di aver aggredito selvaggiamente la moglie nella casa di famiglia a Houthalen-Helchteren. La polizia era stata chiamata dopo che uno dei bambini aveva riferito che l’uomo era tornato violento. Gli agenti hanno separato la coppia per valutare la situazione. Quando si sono resi conto che il kosovaro aveva violato i termini della libertà vigilata, hanno convocato una seconda pattuglia per arrestarlo.

 

Tuttavia l’immigrato è fuggito prima dell’arrivo dei rinforzi. È tornato poche ore dopo, ha fatto irruzione in casa, ha cosparso di benzina la moglie e le ha dato fuoco davanti a cinque dei loro figli. La donna ha riportato gravi ustioni su tutto il corpo ed è ora in coma farmacologico, completamente avvolta in bende protettive. Le sue possibilità di sopravvivenza sono descritte dai medici come estremamente scarse.

 

«L’ha data alle fiamme davanti ai bambini», ha detto il fratello della vittima a HBVL , parlando per la prima volta dell’attacco. «Siamo terrorizzati, anche se è tornato in prigione». La famiglia, originaria del Kosovo, vive nel Limburgo da decenni. Ora vedono il rogo della donna non solo come vittima di un crimine orribile, ma come simbolo di un sistema giudiziario che l’ha ripetutamente delusa, scrive Remix News.

 

L’aggressione è stata ripresa in un video. Secondo l’avvocato della famiglia,  uno dei bambini ha cercato di spegnere le fiamme nel bagno. «Uno di loro ha dovuto spegnere la propria madre». «Questo tipo di trauma non abbandona mai un bambino», ha detto il legale. La donna, con il corpo gravemente ustionato dalla testa ai piedi, è stata trasportata d’urgenza al centro ustionati di Lovanio, dove rimane in condizioni critiche.

 

L’immigrato è stato catturato più tardi quella sera durante un’operazione di polizia su larga scala, dopo essere stato trovato nascosto in un edificio abbandonato. Si era ferito cadendo da un tetto. Ora è accusato di tentato omicidio e dovrebbe essere processato davanti alla Corte d’Assise.

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Nonostante i suoi precedenti e la propensione alla violenza contro la moglie, al kosovaro è stata concessa la libertà condizionata dall’amministrazione penitenziaria di Hasselt. L’attuale Ministro della Giustizia Annelies Verlinden ha da allora definito la misura illegale e ha promesso di porvi fine.

 

Mentre il capo della polizia locale, Geert Verheyen, ha insistito sul fatto che gli agenti «hanno gestito l’intervento molto bene e professionalmente», l’avvocato di famiglia ha respinto tale affermazione. «Non ditemi che è andato tutto bene quando una madre finisce in coma, bruciata viva davanti ai suoi figli, da un uomo che avrebbe dovuto essere ancora dietro le sbarre», ha detto. «Questo è il fallimento di un intero sistema».

 

Il fratello della vittima ora si prende cura dei figli della sorella, ma ha rivelato il peso emotivo che l’attacco ha avuto su tutta la famiglia. «Parliamo il meno possibile di quello che è successo», ha detto. «Ma come si può cancellare l’immagine di un padre che dà fuoco alla madre?»

 

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Immigrazione

«Allahu akbar» e investe i pedoni nell’isola francese

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Cinque persone sono rimaste ferite, due in modo grave, dopo che mercoledì un uomo ha travolto con la propria auto pedoni e ciclisti sull’isola francese di Oléron, hanno comunicato le autorità locali. L’autista avrebbe urlato «Allahu Akbar» al momento dell’arresto.   L’aggressione, protrattasi per 35 minuti, si è consumata lungo le strade che uniscono i comuni di Dolus-d’Oléron e Saint-Pierre-d’Oléron, capoluogo dell’isola atlantica. Il ministro dell’Interno Laurent Nunez ha confermato che cinque pedoni e ciclisti sono stati investiti prima che il conducente venisse fermato.   La polizia ha neutralizzato il sospettato con un taser dopo che questi aveva dato fuoco al veicolo. All’interno dell’auto sono state rinvenute diverse bombole di gas, ha reso noto la procura di La Rochelle, precisando che l’uomo aveva ripetutamente gridato «Allahu Akbar» durante l’arresto.   La procura antiterrorismo francese non è coinvolta nell’indagine per tentato omicidio. Stando a quanto riportato dal quotidiano Le Parisien, il sospettato è un 35enne del villaggio di pescatori di La Cotinière, con precedenti per reati minori e legati alla droga, ma privo di collegamenti noti a gruppi terroristici organizzati. Avrebbe riferito agli inquirenti di essersi «auto-radicalizzato online» circa un mese fa – dichiarazione che gli investigatori stanno al momento verificando.   Secondo recenti notizie trapelate, sarebbe un francese europeo anarchico convertitosi all’islam

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Negli ultimi anni la Francia è stata teatro di numerosi attacchi con veicoli a motore. Il più letale risale al 2016, quando un estremista islamista ha falciato con un camion la folla in festa per la Bastiglia a Nizza, causando 86 morti e oltre 450 feriti prima di essere abbattuto dalla polizia.   Gli attacchi a base di grida «Allahu Akbar» sono oramai una costante in Europa e oltre.   Come riportato da Renovatio 21, solo tre mesi fa a Dublino si è avuto un accoltellatore allahukbarista. L’anno scorso un uomo ha fatto irruzione con machete in una stazione di polizia di Linz am Rhein, in Germania, col il trito grido islamista. Tre anni fa in Francia un marocchino ha decapitato il padre urlando «Allahu Akbar». Sempre in Francia, sempre tre anni fa, un allahuakbarista ha abbattuto un albero di natale.   Il grido allahuakbarico è stato udito, ovviamente, anche durante la rivolta delle banlieue del 2023.   Più significativo quando l’anno passato masse di immigrati siriani invasero i mercatini di Natale tedeschi gridando «Allahu akbar», in celebrazione della presa di Damasco da parte degli islamisti anti-Assad. Non è chiaro perché, se sono felici di questo esito politico, non tornino nel loro Paese (scherziamo, è a noi chiarissimo)   Al contempo, non è chiaro come gli europei riescano a farsi sputare in faccia in questo modo, persino a Natale. Scherziamo anche qui: sappiamo benissimo perché.  

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Immagine di Cobber17 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported 
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Trump: «La gente di Nuova York fuggirà dal comunismo»

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I neoeboraceni presto abbandoneranno la loro città «comunista», ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in seguito all’elezione a sindaco del democratico progressista Zohran Mamdani.

 

Mercoledì, parlando ai suoi sostenitori a Miami, Trump ha affermato che i democratici avevano «insediato un comunista» al comando della metropoli più grande del Paese e ha aggiunto che il cosiddetto Sunshine State «diventerà presto il rifugio per chi fugge dal comunismo newyorkese».

 

Mamdani, che si definisce socialista democratico ed è stato eletto martedì, promuove l’edilizia popolare, la proprietà pubblica dei servizi essenziali e la tassazione sul patrimonio. Il suo programma ha suscitato critiche da moderati e repubblicani, che lo accusano di spingere idee «radicali», «comuniste» e populiste, mentre i suoi sostenitori ritengono che le proposte affrontino la crisi abitativa in atto e le disuguaglianze crescenti di Nuova York.

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La scelta di Trump di rilasciare tale dichiarazione proprio a Miami è apparsa intenzionale. La città ospita da decenni vaste comunità cubane e venezuelane, che ne hanno forgiato l’immagine di approdo per chi scappa da regimi socialisti e comunisti.

 

Lungi dall’essere un uomo del popolo, il Mamdani è un immigrato di lusso figlio di papà. Suo padre è un professore di «studi post-coloniali» di origine ugandese-gujarati e di famiglia sciita, la madre è la regista indiana nota internazionalmente (in particolare, per il film 2001 Monsoon Wedding – Matrimonio indiano), premiata anche al Festival di Venezia nel 1991, Mira Nair. Il secondo nome dato al pargolo, Kwame, fu un omaggio a Kwame Nkrumah, primo presidente del Ghana.

 

Come riportato da Renovatio 21, Mamdani è è affiliato con organizzazioni che perorano apertis verbis la distruzione della famiglia e progetta addirittura aborti eseguiti in chiesa.

 

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Immagine di Bingjiefu He via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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Accoltellamento di massa in un treno inglese. Silenzio sulle origini immigrate dei massacratori

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Secondo quanto riferito dalla polizia, sabato diverse persone sono state accoltellate su un treno vicino a Cambridge, nell’Inghilterra centrale. Due sospettati sono stati arrestati. I responsabili sarebbero un caraibico e un nero di 32 e 35 anni, ma per ore le autorità non hanno rivelato l’identità dei presunti massacratori.   Le ambulanze e le unità armate sono giunte sul posto intorno alle 19:40 ora locale.   «Sono intervenuti agenti armati e il treno è stato fermato a Huntingdon, dove due uomini sono stati arrestati. Diverse persone sono state trasportate in ospedale», ha dichiarato la polizia del Cambridgeshire.   In seguito la polizia ha dichiarato che dieci persone sono state ricoverate in ospedale, tutte tranne una con ferite gravi in pericolo di vita.  

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La polizia dei trasporti britannica ha dichiarato che a un certo punto era stato dichiarato un allarme terrorismo, ma che poi è stato revocato. Il sovrintendente capo Chris Casey ha affermato che «non sarebbe appropriato» fare congetture sul movente in questa fase.   I video pubblicati sui social media mostrano una massiccia presenza della polizia alla stazione ferroviaria.  

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Un testimone ha dichiarato a Sky News di aver visto passeggeri «estremamente insanguinati» fuggire dagli aggressori. Il testimone ha aggiunto che un passeggero ha gridato: «Hanno un coltello».   Il primo ministro britannico Keir Starmer ha condannato il «terribile incidente» e ha ringraziato i servizi di emergenza per la loro risposta. «I miei pensieri sono con tutte le persone colpite», ha scritto su X.   Il ministro degli Interni Shabana Mahmood ha dichiarato di essere «profondamente rattristata» e ha esortato il pubblico a «evitare commenti e speculazioni in questa fase iniziale».   Polemiche ora montano sul fatto che le autorità hanno per ore mancato di rivelare le origini immigrate dei presunti massacratori ferroviari.  

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