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Autismo

«Minicervelli» cresciuti in laboratorio producono un andamento elettrico simile a quello dei neonati prematuri

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Con la scusa della ricerca scientifica (per i bambini, ovviamente) su malattie cerebrali (tra cui includono l’autismo, non paghi del fatto che la realtà mille volte li smentisce sulle origini genetiche del disturbo) stanno aprendo la via alla produzione di esseri umani sintetici, nemmeno più ottenuti artificialmente da gameti, ma – come dei Golem – suscitati dall’«argilla» delle cellule staminali.

 

Renovatio 21 pubblica questa notizia riprendendo la prestigiosa rivista scientifica Nature. Il tema degli organoidi e degli «umanoidi» da laboratorio (anche detti SHEEFS, cioè «Synthetic Human Entities with Embryo-like Features», cioè «entità umane sintetiche con caratteristiche simil-embrionali) sarà oggetto di ulteriori approfondimenti da parte di R21.

 

 

«Mini cervelli» cresciuti in vitro hanno prodotto spontaneamente per la prima volta onde cerebrali simili a quelle umane — e i pattern elettrici assomigliano a quelli osservati in neonati prematuri.

 

La tecnologia solleva anche questioni riguardanti l’etica di creare organi in miniatura che potrebbero sviluppare coscienza

Il progresso ha potuto aiutare gli scienziati a studiare lo sviluppo cerebrale precoce. La ricerca in questo ambito è stata lenta, in parte a causa della difficoltà ad ottenere campioni di tessuti fetali per analizzarli ed è praticamente impossibile esaminare un feto in utero. Molti ricercatori sono entusiasti riguardo le promesse di questi «organoidi» che, se cresciuti come colture 3D, possono sviluppare alcune strutture complesse osservate nei cervelli.  Ma la tecnologia solleva anche questioni riguardanti l’etica di creare organi in miniatura che potrebbero sviluppare coscienza.

 

Un team di ricercatori guidato dallo neuroscienziato Alysson Muotri dell’Università di California, San Diego, è riuscito a indurre cellule staminali umane a formare tessuti di corteccia cerebrale — un’area del cervello che controlla la cognizione e interpreta informazioni sensoriali. Essi hanno cresciuto centinaia di organoidi cerebrali in colture per 10 mesi e hanno testato cellule individuali per confermare che esse esprimessero la stessa collezione di geni osservati in cervelli in fase di sviluppo tipicamente umani. Il gruppo ha presentato il lavoro all’incontro «Society for Neuroscience» di San Diego in questi mesi.

 

 

Pattern sorprendenti

Un team di ricercatori dell’Università di San Diego, è riuscito a indurre cellule staminali umane a formare tessuti di corteccia cerebrale

Muotri e i suoi colleghi hanno registrato in maniera continua pattern elettrici o attività di elettroencefalogramma (EEG) attraverso la superficie dei minicervelli. Nel giro di sei mesi gli organoidi sparavano ad un tasso più elevato rispetto ad altri cervelli creati precedentemente, il che ha sorpreso il team.

 

I pattern dell’EEG sono stati inoltre inaspettati. In cervelli maturi i neuroni formano una rete sincronizzata che spara a ritmi prevedibili. Tuttavia gli organoidi dimostravano pattern EEG irregolari che assomigliavano ad esplosioni caotiche di attività elettrica vista in cervelli in fase di sviluppo. Quando i ricercatori hanno confrontato questi ritmi con gli EEG di neonati prematuri hanno scoperto che i pattern degli organoidi imitavano quelli di bambini nati a 25-39 settimane dal concepimento.

 

Gli organoidi non sono minimamente simili a reali cervelli umani, dice Muotri. Essi non contengono tutti i tipi di cellule trovate nella corteccia ed essi non si connettono ad altre regioni cerebrali.

Quando i ricercatori hanno confrontato questi ritmi con gli EEG di neonati prematuri hanno scoperto che i pattern degli organoidi imitavano quelli di bambini nati a 25-39 settimane dal concepimento

 

Tuttavia questo gruppo sta ora lavorando alla crescita di organoidi per un tempo più prolungato in modo da vedere se continueranno a maturare. I ricercatori inoltre stanno progettando di analizzare se queste strutture funzionano come una normale corteccia agganciandole ad organoidi che simulano altre parti del cervello o del corpo.

 

Confronto di onde cerebrali

«Questo è molto intrigante e sorprendente»,  dice Hongjun Song, un neuroscienziato dell’età evolutiva all’Università di Pennsylvania a Philadelphia. Nonostante il lavoro sia preliminare, aggiunge, la somiglianza ai pattern EEG di neonati pretermine suggerisce che gli organoidi potrebbero alla fine essere utili per studiare disordini dello sviluppo cerebrale come l’epilessia o l’autismo. Song pensa anche che studiare come i pattern EEG danno origine ad un organoide potrebbe sostanzialmente aiutare i ricercatori a comprendere come i ritmi EEG possano emergere in un cervello umano in fase di sviluppo.

 

Tuttavia non tutti sono d’accordo. Il solo fatto che le onde cerebrali assomiglino a quelle nei neonati prematuri non significa che esse facciano la stessa cosa, dice Sampsa Vanhatalo, un neuropsicologo dell’Università di Helsinki che ha sviluppato una banca dati di EEG infantili a cui ha attinto Muotri nel confronto delle misurazioni dei suoi organoidi.

 

Provare che essi siano identici sarà difficile dato che i ricercatori sanno così poco sulle connessioni cerebrali di neonati, dice Arnold Kriegstein, un neurologo dell’Università della California, San Francisco. Gli organoidi potrebbero essere sprovvisti di componenti chiave che guidano i pattern EEG di veri cervelli, aggiunge.

 

«Più si avvicinano ai neonati prematuri e più dovrebbero preoccuparsi».

Origine della coscienza

Ciononostantem il progetto solleva questioni etiche riguardanti il fatto se gli organoidi possano sviluppare coscienza, dice il neuroscienziato Christof Koch, presidente e capo ufficiale scientifico dell’Allen Institute for Brain Science  a Seattle, Washington. «Più si avvicinano ai neonati prematuri e più dovrebbero preoccuparsi».

 

Egli tuttavia riconosce che potrebbe essere difficile sapere quando un organoide è cosciente dato che i ricercatori non concordano nemmeno su come misurare la coscienza negli adulti oppure su quando essa appare nei bambini.

 

Muotri dice che considererebbe la sospensione del progetto nel momento in cui ci fosse evidenza che gli organoidi fossero diventati autocoscienti ma al momento essi sono molto primitivi. «È una zona molto grigia in questo stadio e non penso che qualcuno abbia una chiara visione del potenziale di questa cosa».

 

[Dottoressa, Renovatio 21 ce la ha]

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Autismo

Vaccini COVID-19 collegati all’autismo nei ratti vaccinati: studio

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Uno studio condotto in Turchia ha scoperto che ratti femmine a cui erano stati iniettati vaccini mRNA contro il COVID-19 hanno dato alla luce prole che mostrava sintomi di autismo e conteggi neuronali inferiori nel cervello. Lo riporta Epoch Times.

 

Lo studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato sulla rivista Neurochemical Research il 10 gennaio, ha esaminato i collegamenti tra i vaccini mRNA COVID-19 e i disturbi dello sviluppo neurologico, con particolare attenzione all’autismo, analizzando la prole di ratti gravidi a cui erano stati iniettati i vaccini mRNA COVID-19 durante la gestazione.

 

I ricercatori hanno scoperto che i vaccini hanno avuto un «profondo impatto sui principali percorsi dello sviluppo neurologico», con la prole maschile che mostrava «comportamenti pronunciati simili all’autismo, caratterizzati da una marcata riduzione dell’interazione sociale e di modelli di comportamento ripetitivi».

 

«Inoltre, si è verificata una sostanziale diminuzione della conta neuronale nelle regioni critiche del cervello, indicando una potenziale neurodegenerazione o uno sviluppo neurologico alterato. I ratti maschi hanno anche dimostrato prestazioni motorie compromesse, evidenziate da una ridotta coordinazione e agilità», scrivono i ricercatori.

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Nello studio, i ratti femmine sono stati assegnati in modo casuale in due gruppi. Quelli del Gruppo 1 hanno ricevuto un’iniezione salina intramuscolare il tredicesimo giorno di gestazione, mentre i ratti del Gruppo 2 hanno ricevuto iniezioni di Pfizer lo stesso giorno. C’erano sette ratti femmine nel Gruppo 1 e otto nel Gruppo 2, per un totale di 15 ratti.

 

Sono nati in totale 41 figli: 20 nel gruppo salino e 21 tra quelli vaccinati. La prole è stata sottoposta a molteplici test comportamentali 50 giorni dopo la nascita, durante i quali i ricercatori hanno annotato le loro prestazioni:

 

  • Open Field Test, che ha testato l’attività locomotoria generale e l’ansia.
  • Comportamento di allevamento indotto dalla novità, che ha valutato la prole per i loro comportamenti esplorativi.
  • Test di socievolezza e novità sociale a tre camere, che valutava la socievolezza della prole.
  • Rotarod Test, che ha analizzato le capacità motorie e la resistenza della prole.

 

I ricercatori hanno riscontrato una «differenza significativa» tra maschi e femmine nel gruppo vaccino in termini di coordinazione motoria ed equilibrio, con la prole maschile che mostrava capacità compromesse «più pronunciate». Tuttavia, non sono state osservate differenze di questo tipo nella coordinazione motoria e nell’equilibrio basate sul sesso nella prole nata da ratti a cui era stata somministrata soluzione salina.

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Nei test di socialità, i figli maschi del gruppo vaccino sono stati visti trascorrere «molto meno tempo» con ratti che erano loro estranei rispetto ai figli maschi del gruppo trattato con soluzione salina. Questa differenza non esisteva quando si confrontavano le figlie del gruppo vaccino con quelle del gruppo soluzione salina.

 

I risultati «sottolineano l’importanza di considerare il sesso come una variabile biologica nella ricerca sui vaccini ed evidenziano la necessità di studi mirati per esplorare ulteriormente le implicazioni di questi effetti specifici del sesso».

 

Lo studio è stato finanziato dal Consiglio per la ricerca scientifica e tecnologica della Turchia, e gli autori non hanno dichiarato conflitti di interessi.

 

Dopo che i ratti nati sono stati testati, i ricercatori li hanno soppressi, hanno estratto il loro cervello e li hanno sottoposti a valutazioni biochimiche e istologiche. L’istologia si riferisce alla struttura microscopica di organi, tessuti e cellule.

 

Analogamente ai test comportamentali, anche le valutazioni biochimiche e istologiche hanno riscontrato che i figli maschi dei gruppi vaccinati erano colpiti. I ratti avevano «una conta neuronale significativamente diminuita» in alcune regioni dell’ippocampo rispetto ai maschi del gruppo salino. L’ippocampo è la parte del cervello che ha il compito di formare nuovi ricordi, apprendimento ed emozioni.

 

Allo stesso modo, anche la conta delle cellule di Purkinje nel cervelletto era «significativamente inferiore» nei figli maschi del gruppo vaccino. Le cellule di Purkinje sono un tipo di neurone situato nel cervello.

 

«Non sono state riscontrate differenze significative» tra le femmine del gruppo vaccino e quelle trattate con soluzione salina in termini di conta neuronale nell’ippocampo o nella conta delle cellule di Purkinje.

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I ricercatori hanno anche esaminato i livelli di BDNF nel cervello e l’espressione del gene WNT nella prole. Il BDNF è una proteina che influenza le funzioni cerebrali, come l’induzione di una nuova crescita neuronale, la prevenzione della morte delle cellule cerebrali esistenti e il supporto delle funzioni cognitive. Bassi livelli di BDNF sono stati collegati a uno scarso sviluppo neurale, all’Alzheimer e a disfunzioni dei neurotrasmettitori.

 

Nel frattempo, il gene WNT è stato collegato alla secrezione di proteine ​​di segnalazione coinvolte nello sviluppo neurologico. Sia nella prole maschile che in quella femminile del gruppo vaccino, i livelli cerebrali di BDNF sono risultati «significativamente diminuiti» rispetto alle loro controparti del gruppo salino.

 

L’espressione del gene WNT era «significativamente diminuita» nella prole maschile del gruppo vaccino rispetto ai maschi del gruppo soluzione salina. Nelle femmine, la prole del gruppo vaccino ha mostrato un’espressione del gene WNT «non significativamente più alta» rispetto al gruppo soluzione salina.

 

«Il vaccino mRNA per il COVID-19 sembra indurre comportamenti simili all’autismo nei ratti maschi, influenzando i percorsi WNT e BDNF in entrambi i sessi», afferma lo studio. «Questo risultato specifico per genere enfatizza le domande sull’influenza del vaccino sulla funzione e sulla struttura del cervello».

 

«C’è una notevole maggiore prevalenza di ASD (disturbo dello spettro autistico) nei maschi rispetto alle femmine, il che indica fattori biologici innati che influenzano la manifestazione dei disturbi dello sviluppo neurologico in modo diverso tra i sessi».

 

Gli autori hanno chiesto che vengano condotte ulteriori ricerche su questi argomenti per «convalidare questi risultati nelle popolazioni umane e per svelare i complessi meccanismi alla base degli effetti osservati».

 

«Lo studio ha suscitato intense reazioni da parte della comunità scientifica. Il radiologo e ricercatore sul cancro William Makis ha definito i risultati dello studio “scioccanti” in un post del 12 gennaio» scrive Epoch Times, che ricorda come i media hanno spinto con decisione perché le donne incinte si vaccinassero per il COVID. «È ora di fermare immediatamente i vaccini mRNA contro il COVID-19 e di iniziare a valutare il danno incalcolabile arrecato alla prossima generazione», ha affermato Makis.

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Uno studio sulla popolazione dei vaccinati italiani pubblicato sulla rivista Vaccines in ottobre aveva anche collegato i vaccini COVID-19 a problemi neurologici. Lo studio rilevava che circa il 31,2% degli individui vaccinati ha sviluppato complicazioni neurologiche post-vaccinazione, in particolare tra quelli a cui è stato iniettato il vaccino AstraZeneca.

 

Il profilo di rischio neurologico del vaccino AstraZeneca comprendeva mal di testa, tremori, spasmi muscolari, insonnia e acufene, mentre il profilo di rischio del vaccino Moderna comprendeva sonnolenza, vertigini, diplopia (visione doppia), parestesia (sensazione di intorpidimento o prurito sul viso o sulla pelle), alterazioni del gusto e dell’olfatto e disfonia (raucedine o perdita della voce normale).

 

Per quanto riguarda i vaccini Pfizer, i ricercatori hanno riscontrato «un aumento del rischio» di nebbia cognitiva o difficoltà di concentrazione.

 

Il tema della correlazione tra autismi e vaccini è stato un tabù assoluto almeno da fine anni Novanta, quando essa fu tenuemente ipotizzata in uno studio condotto da vari ricercatori capeggiati dal dottor Andrew Wakefield. Negli anni, studi hanno dimostrato nei bambini non vaccinati meno casi di autismo e allergie.

 

Come riportato da Renovatio 21, il numero di bambini autistici sta aumentando di anno in anno in modo impressionante, rendendo la loro futura assistenza economicamente quasi insostenibile per la società.

 

Nei Paesi Bassi intanto avanza l’ipotesi, preconizzata da Renovatio 21 sin dalla sua prima conferenza nel 2017, dell’eutanasia di Stato per gli affetti da autismo.

 

La ricercatrice biomolecolare americana Theresa Deisher ha teorizzato un legame tra l’uso di cellule di aborto nei vaccini e l’impennata dei casi di autismo.

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Autismo

«Tsunami dell’autismo»: il costo della società per prendersi cura della popolazione autistica in espansione e in invecchiamento raggiungerà i 5,54 trilioni di dollari entro il 2060

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Uno studio del 2021 che prevedeva uno tsunami di futuri casi di autismo e di costi se le cause ambientali profonde della malattia non fossero state affrontate è stato ritirato l’anno scorso sotto la pressione dell’«industria dell’autismo» e ripubblicato il mese scorso. L’aumento dei tassi di prevalenza e la mancanza di servizi statali mostrano che la crisi prevista si sta già manifestando.   Si prevede che i costi sociali del disturbo dello spettro autistico (ASD) negli Stati Uniti raggiungeranno i 589 miliardi di dollari all’anno entro il 2030, 1,36 trilioni di dollari all’anno entro il 2040 e 5,54 trilioni di dollari all’anno entro il 2060, secondo uno studio studio pubblicato il mese scorso.   L’articolo, «Autism Tsunami : The Impact of Rising Prevalence on the Societal Cost of Autism in the United States» («Tsunami dell’autismo: l’impatto della crescente prevalenza sul costo sociale dell’autismo negli Stati Uniti»), è stato pubblicato per la prima volta nel 2021 , sul Journal of Autism and Developmental Disorders (JADD). È stato ritirato quasi due anni dopo dall’editore e dal redattore, citando «preoccupazioni» sulla metodologia e «interessi non finanziari» degli autori.   Il mese scorso, Science, Public Health Policy and the Law ha sottoposto a revisione paritaria e ripubblicato lo studio, il primo a proiettare i costi presenti e futuri dell’ASD che collega l’aumento dei costi alla crescente prevalenza del disturbo.   Gli autori hanno scoperto che studi precedenti, che non tenevano conto dell’aumento della prevalenza, tendevano a sovrastimare i costi attuali – perché presumevano che i tassi di prevalenza tra gli adulti fossero gli stessi dei tassi tra i bambini – e a sottostimare i costi futuri associati a una popolazione autistica in crescita con cure in continuo cambiamento. esigenze.   I ricercatori Mark Blaxill, Cynthia Nevison, Ph.D., e Toby Rogers, Ph.D., hanno previsto i costi futuri dell’ASD in tre scenari: uno scenario base che presuppone la continuazione delle tendenze esistenti; uno scenario basso che fornisce una stima conservativa dei costi futuri; e uno scenario di prevenzione che esplora la possibilità di una futura mitigazione delle cause ambientali.   Ma queste due premesse del documento – che la prevalenza è in aumento e che l’intervento ambientale è possibile – hanno reso controverso un semplice documento di modello e sono state alla base delle «preoccupazioni» sollevate che hanno portato alla sua ritrattazione.   Queste premesse andavano contro i presupposti profondamente radicati dell’industria della ricerca e del trattamento dell’autismo, che continua a eludere la questione della crescente prevalenza e sostiene che l’autismo è principalmente una malattia genetica e non ambientale.

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Gli Stati Uniti potrebbero superare il 6% di ASD nei bambini nel 2024 e il 7% nel 2032

Per costruire il loro modello, i ricercatori hanno stimato quattro parametri chiave: la prevalenza storica e futura dell’ASD, la dimensione futura della popolazione ASD, il costo per individuo nel corso della vita e le proiezioni di inflazione.   Le proiezioni sulla prevalenza si basavano sui dati del carico di lavoro del Dipartimento dei servizi di sviluppo della California dal 1931 al 2016. I ricercatori hanno utilizzato le previsioni sulla popolazione dell’US Census Bureau per tradurre la prevalenza in numeri effettivi di persone con autismo. Hanno moltiplicato quelli per diverse categorie di costo suddivise per fascia di età e gravità dell’ASD e hanno applicato un indice di inflazione alle loro proiezioni.   Nevison ha detto a The Defender che questo approccio al calcolo dei costi futuri è stato costruito su modelli precedenti che identificavano in modo simile le categorie di costo e le moltiplicavano per le popolazioni autistiche in ciascuna fascia di età.   «Ma abbiamo utilizzato un modello di prevalenza più sofisticato e questo ha fornito un progresso rispetto al lavoro precedente», ha affermato.   Il loro modello di prevalenza dell’ASD ha mostrato che, sulla base delle tendenze attuali, gli Stati Uniti potrebbero superare il 6% dei tassi di ASD nei bambini nati nel 2024 e il 7% nei nati nel 2032, per poi probabilmente aumentare più lentamente. Ciò differiva dai modelli precedenti , che prevedevano una crescita esponenziale continua.   I costi associati all’ASD includevano «servizi non medici» come assistenza comunitaria e programmi giornalieri, perdite di produttività individuale e dei genitori, costi stimati per l’istruzione speciale, interventi precoci e comportamentali e costi medici.   Lo stesso studio ha dimostrato che l’aumento della prevalenza stessa fa aumentare i costi, ma lo stesso vale per il fatto che il mix di costi cambia nel tempo man mano che la popolazione autistica invecchia e ha esigenze di assistenza diverse.   Man mano che le persone invecchiano, i loro bisogni cambiano, ha detto Blaxill a The Defender, «hai a che fare con l’istruzione e la perdita di produttività dei genitori nei primi anni, e hai a che fare con servizi residenziali e assistenza medica e con la perdita di produttività adulta delle persone disabili. Quindi è un profilo completamente diverso».   Secondo lo studio, poiché intorno al 2040 inizierà a morire la prima generazione di genitori di bambini affetti dall’epidemia di autismo, che si sono fatti carico di gran parte del peso dell’assistenza, i costi delle cure da loro sostenuti si sposteranno a livello dei governi statali e federali.   L’aumento dei costi, ha affermato Blaxill, «è radicale, costerà 5 trilioni di dollari all’anno».   Nevison ha detto a The Defender che per il loro scenario di «prevenzione» hanno guardato ad un esempio esistente con buoni dati in cui i tassi di ASD erano diminuiti.   Lei e un collega hanno pubblicato quella ricerca su JADD nel 2020, dimostrando che mentre i tassi di ASD, che erano aumentati per tutti i bambini statunitensi negli anni di nascita 1993-2000, si sono stabilizzati o sono diminuiti tra le famiglie bianche che vivono in contee ricche, suggerendo che quelle famiglie hanno apportato cambiamenti che hanno ridotto il rischio di ASD dei loro figli.   «Lo scenario Prevenzione presuppone che queste strategie e opportunità già utilizzate dai genitori benestanti per ridurre il rischio di ASD dei propri figli possano essere identificate e rese rapidamente disponibili ai bambini a basso reddito e alle minoranze etniche, che stanno attualmente sperimentando la crescita più rapida nella prevalenza di ASD», hanno scritto gli autori di «Autism Tsunami».   Il documento non indica quali potrebbero essere stati questi cambiamenti, ma Blaxill ha detto a The Defender che hanno ipotizzato che i cambiamenti siano avvenuti tra le famiglie che hanno seguito programmi di vaccinazione alternativi e altri cambiamenti nello stile di vita.   Anche nello scenario di prevenzione, rileva lo studio, il costo dell’ASD salirà alle stelle fino a 3,7 ± 0,8 trilioni di dollari all’anno entro il 2060 perché deve ancora tenere conto dello slancio demografico della vasta popolazione ASD nata negli ultimi tre decenni.   Gli autori hanno concluso che l’aumento dei tassi di autismo deve essere preso sul serio come questione di salute pubblica e di politica economica.   «Paradossalmente, i costi futuri dell’autismo incombono così grandi che, invece di rispondere con un senso di urgenza come ci si potrebbe aspettare, i politici finora non sono riusciti a impegnarsi affatto con le implicazioni politiche», hanno scritto gli autori.   «Speriamo che questo documento serva da campanello d’allarme per l’emergenza sanitaria pubblica che il costo sociale dell’autismo rappresenta per il futuro economico degli Stati Uniti».

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Una «lettera scarlatta digitale per l’eternità»

Dopo che l’articolo «ha superato la peer review» presso il JADD ed è diventato uno degli articoli più scaricati della rivista, ci sono stati immediati respingimenti , in particolare negli articoli pubblicati sul sito web Spectrum News (ora The Transmitter). L’ex redattore capo della JADD Fred Volkmar ha avviato un’indagine sullo studio sulla base delle preoccupazioni sollevate.   Un articolo su Spectrum includeva anche un post su Twitter che implicava che l’idea di prevenzione degli autori fosse «eugenetica», un’accusa che gli autori hanno detto a The Defender era estremamente scioccante e dolorosa e chiaramente un tentativo di «cancellarli».   Rogers ha detto a The Defender, e dettagliato in un post su Substack che si aspettavano una risposta negativa da parte dei guardiani, «perché abbiamo aperto nuove strade e il dibattito sull’autismo è sempre intenso in questo Paese».   Ma, ha detto, lui e i suoi coautori sono rimasti sorpresi quando sono stati informati che Volkmar sollecitava nuove revisioni critiche e hanno concesso loro una settimana per rispondere.   Rogers ha detto in retrospettiva di aver capito che «a quel punto il dado era tratto» e che era stata presa la decisione di indebolire l’articolo. Tuttavia, i ricercatori «credevano ingenuamente» di poter fornire risposte rigorose alle revisioni, che non offrivano «nulla di sostanziale» e la pubblicazione sarebbe rimasta valida.   La dichiarazione di ritrattazione indicava che c’erano preoccupazioni metodologiche insieme alle preoccupazioni che gli autori, Blaxill , redattore generale di Age of Autism e direttore finanziario dell’Holland CenterNevison , ex membro del consiglio di SafeMinds, e Rogers, che scrive su uTobian Substack e secondo Spectrum avevano «scritto per il Children’s Health Defense Fund», non avevano rivelato i loro conflitti di interessi «non finanziari».   Secondo Spectrum News questi «conflitti non dichiarati» erano le opinioni «anti-vaccini» degli autori. Blaxill e Nevison avevano entrambi precedentemente pubblicato articoli su JADD, senza sollevare preoccupazioni simili.   Gli autori hanno notato nella loro risposta ai revisori che le preoccupazioni enumerate da Volkmar rispecchiavano quelle contenute nel «post ostile sul blog» di Spectrum.   Spectrum News è interamente finanziato dalla Simons Foundation Autism Research Initiative (SFARI), da cui Volkmar ha ricevuto milioni di finanziamenti per la ricerca.   SFARI ha un budget di oltre 100 milioni di dollari all’anno e dal 2003 ha dedicato quasi 1 miliardo di dollari alla ricerca sull’autismo. Tali finanziamenti sono in gran parte dedicati alla ricerca incentrata sulle basi genetiche dell’autismo.   Rogers ha scritto: «la Fondazione Simons ha ampiamente conquistato il campo della ricerca sull’autismo e ha centinaia di accademici che dipendono dalla loro generosità».   «Piuttosto che cambiare direzione sulla base di nuove informazioni, la Fondazione Simons ha raddoppiato la sua strategia sbagliata e ha sparso la voce che “questo articolo deve essere fatto secco”», ha aggiunto.   Gli autori hanno anche notato che nessun ricercatore nella storia della JADD aveva elencato una convinzione personale come un «conflitto di interessi non finanziario non dichiarato” e che la loro premessa secondo cui l’aumento dei numeri di autismo è reale ed è principalmente guidato da fattori ambientali è un errore. punto di vista scientifico legittimo condiviso da altri.   Gli autori hanno anche risposto in dettaglio a quelli che hanno considerato commenti minori da parte di tre revisori.   Tuttavia, la rivista ha deciso di ritirare l’articolo, allegando quella che Rogers ha descritto come «una lettera scarlatta digitale per l’eternità, “RITIRATO!”»   Gli autori hanno tentato di fare causa ma non hanno prevalso.   «L’intero processo è stato utilizzato come un’arma al servizio del potere e del denaro e nessuno, o pochissime persone, si schierano a favore della buona scienza, dei metodi adeguati e delle norme scientifiche e di tutte quelle cose che ci aspetteremmo siano fondamentali per tutto questo tipo di cosa», ha detto Rogers a The Defender.   «Siamo stati censurati a causa di una parola che non appare nemmeno nell’articolo: vaccini», ha scritto Rogers.   «L’implicazione non dichiarata dello studio californiano era che quei genitori probabilmente operavano con programmi vaccinali diversi o saltavano i vaccini. Le agenzie di sanità pubblica non hanno mai indagato su questa tendenza», ha detto Rogers, «perché hanno paura di poter trovare un’associazione tra vaccini e autismo».   «Questo vile atto di censura da parte di JADD e Springer [il suo editore] è una sorprendente ammissione di colpa da parte dei guardiani del mainstream. Semplicemente non possono avere una conversazione sui fatti perché sanno che perderanno. La censura è tutto ciò che hanno lasciato».

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Le previsioni degli studi si rivelano vere

Da quando è stato pubblicato per la prima volta «Autism Tsunami», la rete di monitoraggio dell’autismo e delle disabilità dello sviluppo ( ADDM ) dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), che conduce una sorveglianza semestrale sulla prevalenza di ASD, ha pubblicato due rapporti che confermano un continuo aumento dei tassi di ASD.   Quando il CDC iniziò a raccogliere dati per la prima volta nel 2000, i tassi erano di 1 su 150 bambini con diagnosi di ASD. Nel rapporto del 2021, l’ADDM ha rilevato che 1 su 44 o il 2,27% dei bambini americani di 8 anni aveva ASD e nel rapporto del 2023 ha rilevato che 1 su 36 (2,8%) bambini di 8 anni – il 4% dei i ragazzi e l’1% delle ragazze hanno ASD.   L’ADDM ha anche riferito che la prevalenza dell’autismo era più alta tra i bambini neri, ispanici e delle isole dell’Asia/Pacifico rispetto ai bambini bianchi e birazziali.   Eppure il CDC continua a suggerire che i numeri «potrebbero riflettere un miglioramento dello screening, della consapevolezza e dell’accesso ai servizi» piuttosto che tassi di crescita effettivi.   Nevison ha detto a The Defender che, dati questi tassi di crescita, è molto preoccupata per il futuro di coloro che vivono con ASD, soprattutto perché è già evidente che i servizi pubblici non sono in grado di tenere il passo con i bisogni dei bambini nello spettro autistico.   Nel suo distretto scolastico, c’è una grave carenza di educatori che potrebbero servire i bambini con Piani Educativi Individualizzati (IEP), molti dei quali hanno ASD.   I dati del Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti indicano che si tratta di un problema nazionale: 42 stati e Washington, DC, hanno meno insegnanti di educazione speciale di quelli di cui le scuole hanno bisogno. A molti bambini che frequentano l’educazione speciale viene diagnosticato l’ASD.  

La carenza di strutture per adulti è già una realtà in Massachusetts

«Autism Tsunami» ha sottolineato il fatto che il numero crescente di bambini con diagnosi di ASD negli ultimi decenni stanno o entreranno presto nell’età adulta e avranno bisogno di servizi diversi e costosi rispetto a quelli forniti dal Dipartimento dell’Istruzione, già sotto pressione, come assistenza residenziale.   Una nuova indagine sull’assistenza residenziale per persone con ASD pubblicata la scorsa settimana dal Boston Globe ha riferito che i numeri previsti da «Autism Tsunami» si stanno già materializzando in Massachusetts.   «Un numero record di bambini con disabilità intellettiva o autismo compiono 22 anni quest’anno e si qualificano per i servizi per adulti presso il Dipartimento dei servizi per lo sviluppo», ha scritto il Globe.   Quel numero è raddoppiato negli ultimi 10 anni arrivando a più di 1.430 persone «spinto dall’enorme aumento di bambini con autismo. I bambini autistici ora rappresentano più della metà di questi nuovi adulti».   «C’è stata pochissima pianificazione per prepararsi a questo», ha detto al Globe Michael Borr, genitore di un figlio adulto con autismo ed ex presidente di Advocates for Autism of Massachusetts.   In passato, Borr ha detto: «parlerei dello tsunami che sta arrivando. Non arriverà: è qui».

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Il Dipartimento dei servizi per lo sviluppo del Massachusetts, che concede licenze e gestisce case di gruppo, l’anno scorso ha informato il legislatore di avere una capacità “estremamente limitata” di fornire alloggi ad adulti autistici che hanno esigenze diverse rispetto ai loro clienti tipici.   L’indagine del Globe ha anche scoperto che molte centinaia di bambini e adulti con autismo nelle scuole residenziali sono stati aggrediti fisicamente o trascurati in residenze con assistenti a basso reddito e scarsamente formati.   Il giornale ha fornito diversi esempi di gravi aggressioni ai residenti non verbali da parte degli operatori sanitari.   Le case famiglia per adulti del Massachusetts hanno più di 4.000 posti vacanti per il personale di assistenza diretta, ovvero più di un quarto della forza lavoro necessaria.   E «mentre la legge federale garantisce servizi educativi speciali per i bambini disabili, i servizi per gli adulti dipendono in gran parte dai criteri di ammissibilità e dai finanziamenti», secondo il Globe, il che porta a molta incertezza per i genitori anziani di giovani adulti autistici.   Blaxill ha dichiarato a The Defender che senza interventi volti a rallentare i tassi di prevalenza dell’ASD, «crescerà così velocemente che manderà in pezzi il sistema. Se passiamo da forse 1 o 2 milioni di persone – la maggior parte dei quali bambini con autismo – a 10, 15 o 20 milioni di persone con autismo – la maggior parte dei quali adulti – si tratta di una popolazione di servizi, di un problema di costi e di un profilo di costo drammaticamente diversi».   Blaxill, che è anche genitore di un bambino autistico, ha detto che il problema non è solo il costo, ma per le persone con ASD: «i genitori sono i loro sostenitori. Ci prendiamo cura di loro. Ma stiamo tutti invecchiando».   Ha detto che è costantemente preoccupato per il futuro di sua figlia. «quando non ci saremo più, chi si prenderà cura di lei? Chi la difenderà presso lo Stato? Chi la proteggerà da abusi o violenze?»   «È una crisi», ha detto.   Il principale ostacolo all’affrontare questa crisi, ha detto Rogers a The Defender, non è solo Big Pharma. È nata un’intera industria dell’autismo che comprende l’industria farmaceutica, ma anche ricercatori, organizzazioni no-profit, riviste accademiche e altro ancora, ha affermato.   «Quell’industria vale più di un trilione di dollari e non vogliono che si parli delle cause profonde o della prevenzione. Vogliono fare soldi con l’industria delle malattie».   Brenda Baletti Ph.D.   © 5 gennaio 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Autismo

«L’ipervaccinazione» dei bambini come causa dell’aumento dell’autismo e del transgenderismo: parla il dottor McCullough

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Il dottor Peter McCullough, eminente cardiologo e critico di spicco dell’establishment medico COVID, ha fornito ai colleghi una presentazione completa e ben documentata sui crimini del «complesso biofarmaceutico», l’origine del virus SARS-CoV-2, le cause delle centinaia di migliaia di morti dovute al «vaccino» COVID e come gli studi ora mostrano una connessione tra «l’ipervaccinazione» dei bambini, alti tassi di autismo e individui che si sottopongono a interventi chirurgici transgender.

 

McCullough, che ha sostenuto che nessuno al mondo ha più autorità di lui sul tema del COVID-19, ha fornito un’analisi dettagliata di numerosi studi scientifici e rapporti di dati che dimostrano la soppressione intenzionale da parte del governo di trattamenti precoci efficaci per il virus, il miglior corso di preparazione per la prossima pandemia prevista (spray nasali) e come i bambini «che vanno avanti al naturale, senza iniezioni» hanno risultati di salute complessivi migliori «sulla base dell’analisi contemporanea».


Intervenendo al convegno annuale dell’American Association of Physicians and Surgeons del 27 ottobre, l’ epidemiologo e internista si è concentrato innanzitutto sulle origini innaturali del virus SARS-CoV-2 e sul suo apparente successivo insabbiamento attingendo a un rapporto di un comitato della La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha intitolato «L’origine prossimale di un insabbiamento: i “Bethesda Boys” hanno minimizzato una fuga di notizie dal laboratorio?»

 

Sotto la presidenza del dottor Brad Wenstrup, il sottocomitato selezionato sulla pandemia di coronavirus ha documentato il suo caso su come il dott. Anthony Fauci, Francis Collins e altri hanno cercato fraudolentemente di «confutare» la «teoria della fuga di laboratorio» del virus pubblicando un articolo del marzo 2020 basato su «scienza fatalmente imperfetta». Intitolato The Proximal Origin of SARS-CoV-2, il rapporto proponeva di stabilire «che SARS-CoV-2 non è un costrutto di laboratorio o un virus manipolato intenzionalmente».

 

Eppure McCullough ha evidenziato come due articoli di Ralph Baric dell’Università della Carolina del Nord (UNC) del 2015 e del 2016, pubblicati su Nature Medicine, abbiano annunciato che la sua università, la EcoHealth Alliance e il governo cinese hanno creato insieme il SARS-CoV-2.

 

«Nella letteratura del 2015 e del 2016 è ricordato che hanno creato un virus chimerico unendo pipistrelli e coronavirus umani e mostrando chiaramente che potrebbe infettare e invadere le cellule epiteliali respiratorie umanizzate in un modello murino», ha detto. Il fatto che il SARS-CoV-2 sia stato creato in un laboratorio è «citato nei rapporti!»

 

È ovvio anche se si considera uno dei titoli dell’articolo, «WIV1-CoV simile alla SARS, pronto per l’emergenza umana», ha affermato. «Lo avevano creato ed era pronto per emergere nelle popolazioni umane non appena fosse stato rilasciato o uscito dal laboratorio. I documenti parlano chiaro».

 

Pertanto, è più che evidente che «Anthony Fauci, un attore chiave in tutto questo… ha orchestrato un insabbiamento secondo cui il virus, SARS-CoV-2, è stato progettato da ricercatori statunitensi e cinesi nel laboratorio di Wuhan, in Cina», ha spiegato McCullough. «Fauci ha organizzato un gruppo di scienziati e altri funzionari regolatori per mentire agli Stati Uniti e al mondo per tre anni e dire che tutto ciò veniva dalla natura. Ha cospirato per nascondere una minaccia sanitaria globale a livello mondiale».

 

Inoltre, come parte della creazione del virus in laboratorio, «il codice genetico della proteina Spike è stato intenzionalmente manipolato per rendere questa proteina spike invasiva e letale per il corpo umano» ha dichiarato il dottor McCullough.

 

Secondo quanto detto, i registri mostrerebbero che il produttore di «vaccini» genetici Moderna «aveva il codice per la proteina spike anni prima della pandemia», compreso un «accordo di trasferimento del materiale» con Baric e UNC. E prima di diventare amministratore delegato di Moderna, Stéphane Bancel è stato amministratore delegato di BioMérieux, che ha anche costruito la dependance di biosicurezza del laboratorio di Wuhan per i cinesi.

 

Pertanto, «il laboratorio che ha creato il virus, l’uomo e l’azienda che hanno creato il primo vaccino con gli Stati Uniti, stanno lavorando tutti insieme», ha sottolineato McCullough. «Questo è un complesso biofarmaceutico. Questo in realtà è un crimine».

 

«E le persone sono insensibili alla realtà strabiliante che un virus potrebbe essere progettato, per poi infettare il mondo intero e far ammalare le persone. E che un vaccino sia codificato per la parte letale del virus, la proteina spike», ha affermato. E inoltre, «creeremmo effettivamente il codice genetico per la parte letale del virus e poi inietteremmo quel codice genetico nel corpo umano [per produrre la proteina spike]. Tutti dovrebbero essere allarmati da questa idea».

 

McCullough ha ricordato come si ritrovò ad essere una voce solitaria a lanciare l’allarme sulla «grande scommessa dello sviluppo del vaccino contro il COVID-19» già nell’agosto 2020, e con un gruppo di 57 autori in 17 Paesi dieci mesi dopo che chiedevano risposte sui problemi di sicurezza da parte di ogni governo che amministrava le iniezioni.

 

«Fin dall’inizio, questi vaccini avrebbero dovuto essere fortemente messi in discussione da qualsiasi medico degno di questo nome. Sulla base di queste considerazioni, nessuna scuola di medicina o centro medico accademico avrebbe mai dovuto presumere che questi sarebbero stati sicuri».

 

«E ricorda, discutiamo sempre della sicurezza prima dell’efficacia, sempre», ha sottolineato. «La presunzione che [le iniezioni] fossero sicure, e poi la presunzione ancora più debole che avrebbero funzionato era ridicola». Inoltre, questa presunzione infondata è stata fatta «da ogni singolo preside di ogni singola scuola di medicina negli Stati Uniti. Che si vergognino. Si vergognino di non avere l’intuizione, il coraggio e la forza intellettuale per mettere in discussione l’intero sforzo».

 

 

Entro l’aprile del 2021, le segnalazioni di infortuni dovuti alle iniezioni erano «fuori scala Richter» sul Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), il database di reazioni avverse ai vaccini operato dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC). Il cardiologo lo afferma citando un documento di quel periodo che dimostrava gli enormi picchi di danni causati dai vaccini quell’anno.

 

Pur mostrando i decessi attuali dovuti alle iniezioni nei soli Stati Uniti, come riportato volontariamente nel VAERS, che all’epoca contava 18.188, ha sottolineato che «si tratta di una grave sottostima» citando una testimonianza del dottor David Wiseman secondo la quale il comitato consultivo della FDA «ha accettato una sottostima fattore di 35» che «significa che il numero reale di americani che probabilmente sono morti dopo aver assunto uno di questi vaccini è di oltre 636.000… negli ultimi tre anni».

 

Anche questa stima può essere considerata significativamente conservativa dal momento che uno studio condotto da Harvard nel 2010 e commissionato dal Dipartimento della salute e dei servizi umani (HHS) ha rivelato che «meno dell’1% degli eventi avversi dei vaccini» viene segnalato al VAERS e al produttore di vaccini Connaught Laboratories. Uno studio confidenziale avrebbe calcolato una “sottostima di eventi avversi di almeno «cinquanta volte».

 

«Abbiamo ascoltato conferenze preoccupate per gli aborti, preoccupate per la “morte cerebrale”, preoccupate per l’eutanasia negli anziani. Dov’è la preoccupazione per i 636.000 americani che muoiono dopo un vaccino sotto la nostra sorveglianza? Puoi vedere la mancanza di riconoscimento, la nebulosità di tutto ciò» nelle menti di chi opera nel campo medico.

 

Citando un articolo del marzo 2023 di Max Schmeling e coautori, McCullough ha affermato che «i lotti non sono gli stessi» dimostrando che, fortunatamente, circa il 30% dei lotti ha fornito praticamente «zero effetti collaterali, nemmeno un braccio dolorante», mentre altri due i terzi causano effetti collaterali modesti e il 4,2% dove «il tasso di effetti collaterali è piuttosto alto».

 

Le ragioni proposte per ciò includono alcune fiale che hanno un’iperconcentrazione di aggregazione di mRNA, comprese nanoparticelle lipidiche, mentre altri studi hanno riferito di aver trovato DNA contaminato nella sostanza. Una terza possibilità sono semplicemente le impurità nei prodotti per i quali i giapponesi «hanno restituito milioni di fiale», anche se «gli americani non le hanno restituite», ha detto.

 

«La Pfizer afferma di effettuare 40 ispezioni per ciascuna fiala, ma non ha prodotto un solo rapporto di ispezione», ha affermato l’esperto di sanità pubblica. «Moderna non dice nemmeno che lo ispezionano. La FDA ha affermato di non aver mai ispezionato le fiale. Sono passati tre anni da questa cosa. Dove sono la FDA, gli appaltatori e altri soggetti che possono ispezionare qualità, purezza e sicurezza? Ispezioniamo il Tylenol per la miseria [e non abbiamo] alcuna ispezione sui vaccini COVID-19 somministrati in massa agli americani?»

 

Con tali fallimenti nelle ispezioni, «le notizie sui vaccini ogni giorno sono pessime», ha continuato McCullough. «Non c’è una sola buona notizia da quando sono usciti. Quattro aree principali di danno dimostrato al corpo con questi vaccini [includono] cardiovascolare, neurologico, ematologico e immunologico», con il cancro non ancora dimostrato, ma «emergente».

 

Per illustrare questo punto il cardiologo ha esaminato i danni alla salute arrecati a una serie di personaggi pubblici tra cui l’ex allenatore dei Tampa Bay Buccaneers Bruce Arians (miocardite), la moglie di Justin Bieber (coagulo di sangue al cervello), Jamie Fox (ictus), Kirk Herbstreit (coaguli di sangue multipli) e Megyn Kelly (problemi autoimmuni).

 

Infatti, «abbiamo oltre 3.400 articoli sottoposti a revisione paritaria su lesioni, disabilità e morte da vaccino. La letteratura ne è piena, e c’è un forte pregiudizio contro la pubblicazione di uno qualsiasi di questi articoli. È molto difficile pubblicare un articolo sugli effetti collaterali dei vaccini. Molto difficile. Eppure ce ne sono ancora 3.400», ha detto.

 

Tali documenti includono uno di Harvard che studia bambini in ospedale con miocardite da vaccino COVID. «Nessun vaccino dovrebbe finire in ospedale con la miocardite i bambini americani. È sbagliato». E considerando che il rischio estremamente basso che corrono i giovani di contrarre il virus COVID-19, essi potrebbero solo essere soggetti a rischi senza alcun reale beneficio.

 

Un altro studio condotto da Jessica Rose e McCullough ha rivelato che le probabilità di contrarre la miocardite aumentano con ogni iniezione aggiuntiva.

 

 

Inoltre, «se qualcuno sta seguendo le istruzioni del governo americano in questo momento da parte del CDC e della FDA, è alla nona iniezione. Nona!» Egli ha detto. E «questi vaccini vengono somministrati senza alcuna cautela per i danni al corpo umano». Eppure, un altro studio di Yale indica che «il danno al cuore non si ripara nell’80%» dei pazienti.

 

Fornendo prove di tale danno, il cardiologo ha commentato che non appena fosse stato confermato un singolo caso fatale di miocardite nel 2021, queste iniezioni avrebbero dovuto essere ritirate dal mercato.

 

Dando un’occhiata più da vicino alla documentazione di un incidente di un giovane di 22 anni «perfettamente sano» che morì cinque giorni dopo un’iniezione Pfizer, McCullough ha spiegato che morì sette ore dopo il suo arrivo in ospedale. «Nonostante tutte le misure di rianimazione, il suo cuore è distrutto dall’infiammazione, il sistema di conduzione, tutto andato. Non possono salvarlo. L’ospedale non può salvare un giovane di 22 anni», a causa di questo inoculo.

 

Altri due rapporti di autopsia di ragazzi adolescenti morti nel sonno sono stati esaminati da esperti di prestigiose università americane e hanno concluso che questi ragazzi adolescenti sono morti di «miocardite indotta dal vaccino Pfizer COVID-19».

 

Altri esempi, tra cui un pastore di 44 anni di nome Andrew Dunnigan che morì nel sonno, e la triste storia del giocatore di basket Oscar Cabrera Adames, rivelano che il danno cardiaco causato dalle iniezioni persiste per almeno due anni. Un comunicato stampa affermava che Dunnigan «è morto per cause naturali», si è rammaricato McCullough. «Sapete che il termine “morto per cause naturali” è stato esteso fino ai bambini di cinque e sette anni?»

 

«Non c’è altra spiegazione per l’enorme numero di morti improvvise a cui stiamo assistendo in tutto il mondo. La mortalità per tutte le cause è alle stelle. Non c’è altra spiegazione. È chiaro. Il vaccino contro il COVID-19 è responsabile dell’eccesso di morti», ha affermato.

 

Spiegando un ampio studio condotto in Cina che ha rilevato “un tasso quadruplicato di embolia arteriosa e venosa nei vasi retinici nella parte posteriore dell’occhio”, McCullough ha affermato che “le persone che fanno le iniezioni sono protrombotiche. Vediamo nel nostro ufficio persone che arrivano con coaguli di sangue due anni dopo aver fatto queste iniezioni”.

 

Inoltre, dopo aver condotto uno studio autoptico che ha rilevato che il 74% dei casi indicava chiaramente che «il vaccino stava contribuendo o causando la morte», The Lancet lo ha rimosso dal proprio server in seguito a «download di record», ha ricordato. Eppure, il modulo di consenso [per il vaccino] non avverte qualcuno che può morire per una condizione cardiaca fatale… o per un coagulo di sangue fatale. Non sono sicuri. Ed è tua responsabilità parlare con ognuno dei tuoi pazienti, colleghi e altri».

 

McCullough ha continuato esponendo le prove crescenti che l’enorme aumento dei regimi vaccinali infantili ha aumentato drammaticamente i tassi di autismo, il che a sua volta potrebbe spiegare l’aumento del transgenderismo poiché coloro che si sottopongono a trattamenti così dannosi tendono ad avere questo disturbo.

 

«Sappiamo che c’è stata un’accelerazione del programma vaccinale senza attenzione alla sicurezza dei prodotti combinati», ha spiegato fornendo numerosi rapporti come fonte delle sue affermazioni. «E ora abbiamo dati molto buoni da uno studio che dimostra che una volta che siamo arrivati ​​a più vaccini in combinazione, i tassi di autismo hanno cominciato ad aumentare negli Stati Uniti».

 

Mentre la causa esatta dell’autismo rimane sconosciuta, l’epidemiologo ha osservato che quando era bambino il tasso era di 1 su 10.000 e ora è di 1 su 36. «Il più grande cambiamento avvenuto con il sistema immunitario è l’iper-vaccinazione dei nostri bambini. Quando sono nato, c’erano cinque iniezioni vaccinali. Un ragazzino oggi ne affronta 180».

 

Inoltre, McCullough ha citato cinque studi che dimostrano che «proseguire in modo naturale senza iniezioni durante l’infanzia» equivale a «risultati migliori», tra cui «tassi più bassi di asma, dermatite allergica… disturbo da deficit di attenzione, malattia di Asperger e autismo».

 

Pertanto, «è più sicuro non fare scatti basati sull’analisi contemporanea».

 

Per quanto riguarda il fenomeno LGBT, con l’aumento esponenziale dei tassi di autismo, rimane rilevante il fatto che alte percentuali di individui «che si sottopongono a un intervento chirurgico transgender tendono ad avere autismo», il che è supportato da molteplici studi.

 

E ulteriori studi mostrano che «i programmi transgender aumentano il peso delle cure psichiatriche. Non lo riducono. Lo aumentano», ha spiegato.

 

Citando un altro articolo pubblicato sul Journal of American Medical Association (JAMA), McCullough ha riassunto che la cosiddetta medicina transgender «aumenta la mortalità per omicidio, suicidio e altre cause».

 

«La medicina transgender è una cattiva medicina. Punto. E avrebbe dovuto essere vietata ovunque. Non dovremmo nemmeno vietarla perché nessun medico etico prescriverebbe una cattiva medicina», ha affermato.

 

Quindi, in sintesi, «abbiamo una doppia epidemia di autismo e di transgenderismo correlato. La stragrande maggioranza dei bambini che offrono volontariamente il proprio corpo per cambiare genere soffrono di autismo o di disturbi dello spettro autistico. Bisogna rendersi conto che vengono predati e indottrinati», ha concluso.

 

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