Cina
Litio, gli USA accusano la Cina di concorrenza sleale
Un alto funzionario statunitense ha affermato che la Cina sta fornendo litio in eccesso al mercato globale e sta abbassando i prezzi per assicurarsi una posizione dominante nella fornitura di questo metallo essenziale. Lo riporta l’agenzia Reuters.
José Fernández, sottosegretario per la crescita economica, l’energia e l’ambiente del Dipartimento di Stato americano, ha fatto queste affermazioni lunedì sera durante una visita in Portogallo, il più grande produttore di litio in Europa.
Fernandez ha dichiarato durante un briefing che la Cina sta producendo molto più litio «di quanto il mondo necessiti oggi, di gran lunga».
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«Questa è una risposta intenzionale della Repubblica Popolare Cinese a ciò che stiamo cercando di fare» con l’Inflation Reduction Act, ha detto Fernandez. «Si impegnano in prezzi predatori… (essi) abbassano i prezzi finché la concorrenza non scompare. Questo è ciò che sta accadendo», ha affermato.
La Cina è il terzo produttore mondiale di litio, dopo Cile e Australia. Viene utilizzato per realizzare batterie essenziali per l’elettronica di consumo e i veicoli elettrici. Il litio è considerato un «pilastro per l’economia libera dai combustibili fossili» dall’ONU, in quanto si prevede che diventerà il modo principale per immagazzinare energia nelle reti elettriche pulite del futuro.
Tuttavia, il costo del litio è crollato di oltre l’80% nell’ultimo anno, in gran parte a causa della sovrapproduzione cinese e del rallentamento della domanda di auto elettriche.
Il Fernandez ha affermato che il prezzo basso «limita la nostra capacità di diversificare le nostre catene di fornitura su vasta scala globale», affermando inoltre che danneggia Paesi come il Portogallo che hanno bisogno di investimenti per sviluppare queste industrie.
L’UE, che riceve il 97% del litio per batterie dalla Cina, punta ad aumentare l’attività di estrazione per spezzare la morsa del paese asiatico sul mercato.
A luglio, il blocco ha imposto tariffe elevate sui veicoli elettrici importati dalla Cina a seguito di un’indagine anti-sovvenzioni. Bruxelles ha affermato che stava cercando di arginare l’ondata di EV a basso prezzo dalla superpotenza economica asiatica per proteggere i propri produttori.
La manovra dell’UE segue l’aumento dei dazi sui veicoli elettrici cinesi deciso da Washington a maggio dal 25% al 100%.
Pechino ha affermato che queste azioni violano le regole del commercio globale, presentando un reclamo al WTO per ciò che ha definito i requisiti «discriminatori» di Washington per i sussidi ai veicoli elettrici. Ha inoltre avviato indagini sulle importazioni europee di brandy, latticini e prodotti a base di carne di maiale.
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Martedì, il Ministero del Commercio cinese ha annunciato tariffe provvisorie sul brandy proveniente dall’UE.
Sembrerebbe montare, insomma, una «guerra commerciale» anche tra Bruxelles e Pechino.
Come riportato da Renovatio 21, in settimana Mercedes Benz aveva denunciato le sanzioni della Commissione Europea sui veicoli elettrici cinesi come lesivi dell’automotive tedesco.
Come riportato da Renovatio 21, la cosiddetta geopolitica del litio è un fenomeno che sta segnando profondamente questo decennio e con probabilità i prossimi a venire.
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Immagine di NASA HQ PHOTO via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Cina
Cina, aumentano fumatori e vendita di sigarette
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Cina
Shanghai: controlli e arresti per chi festeggia Halloween in strada
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Nel fine settimana agenti della polizia hanno presidiato i luoghi sensibili della metropoli, fermando persone in maschera. Giro di vite contro le maschere o i volti truccati, anche se non vi erano divieti specifici in materia. Lo scorso anno la ricorrenza era stata occasione per critiche e attacchi alla leadership e alle politiche del partito comunista.
Nel fine settimana le autorità di Shanghai hanno innalzato i controlli e aumentato il numero di pattuglie nei punti sensibili della metropoli, con l’obiettivo di reprimere eventuali festeggiamenti o attività legate alla imminente festa di Halloween in programma il 31 ottobre.
Forze dell’ordine e amministratori della più «internazionale» fra le città cinese vogliono cercare di impedire il ripetersi degli eventi dello scorso anno, quando gruppi di festeggianti avevano affollato il centro con costumi critici verso la leadership e le politiche del partito comunista al potere.
A questo si erano aggiunte le proteste contro la crisi economica, la disoccupazione giovanile e le direttive sanitarie in materia di COVID.
Nei giorni scorsi la presenza di numerose pattuglie della polizia, gli avvertimenti – anche online – di repressione e tolleranza zero verso manifestazioni, oltre a un clima sfavorevole con pioggia incessante, hanno ridotto al minimo le celebrazioni. Secondo alcune testimonianze rilanciate dalla Reuters, diverse persone in costume che si erano presentate nel parco Zhongshan la sera del 25 ottobre sarebbero state prelevate e portate via dagli agenti della sicurezza.
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In realtà non avevano emesso alcun divieto esplicito di celebrare Halloween, anche se i funzionari dei distretti locali hanno inviato avvisi alle aziende prima del fine settimana incoraggiando eventi in famiglia. E disincentivando, al contempo, attività in cui adulti avrebbero indossato costumi o maschere.
Al proprietario di un bar e di un ristorante nel quartiere della vita notturna di Jing An è stato chiesto di firmare un accordo emesso dalle autorità distrettuali, in cui si impegnavano a non organizzare eventi come feste in costume «per mantenere il buon ordine sociale e l’immagine pubblica».
Sempre nella serata del 25 ottobre a Jing An una persona vestita da scheletro presente a un evento è stato fermato dalle forze dell’ordine e portato in un edificio amministrativo dove gli è stato chiesto di rimuovere maschere e trucco.
Il giorno successivo la notizia del giro di vite delle autorità di Shanghai sui festeggiamenti per Halloween era fra gli argomenti più discussi sui social network, in particolare il cinese Weibo. Un utente ha osservato come «anche a Shanghai, relativamente aperta, la scala della libertà si riduce costantemente».
Le celebrazioni erano ufficialmente autorizzate presso lo Shanghai Disney Resort e il parco divertimenti Happy Valley, dove si sono potute svolgere come da programma.
In Cina Halloween non è una ricorrenza tradizionale ma da qualche tempo, in particolare lo scorso anno, è cresciuto l’interesse della popolazione per la ricorrenza, soprattutto nelle grandi città come Pechino o Shanghai, con foto e video rilanciati sui social network.
Nel 2023 l’appuntamento è stato anche occasione – attraverso la satira e l’ironia – per esprimere il «malcontento e il dissenso» nei confronti delle autorità centrali. Da qui la repressione di alcune maschere, fra cui il celebre orsetto «Winnie the Pooh» inviso alle autorità perché richiamerebbe il presidente Xi Jinping.
Fra gli altri costumi considerati «sensibili» quello di imperatore per i richiami al potere assoluto o i giovani travestiti da operatori sanitari, divenuti tristemente famosi durante la fase peggiore della pandemia di COVID-19, con la politica «zero casi» a colpi di tampone e lockdown.
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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Immagine di Zhou Yinan via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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