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Nucleare

Le bombe atomiche americane tornano in Gran Bretagna

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Per la prima volta in 15 anni, gli Stati Uniti stanno pianificando di schierare armi nucleari in Gran Bretagna. Lo riporta il quotidiano britannico Telegraph, citando documenti del Pentagono.

 

Il rapporto arriva nel mezzo delle crescenti tensioni tra NATO e Russia per il conflitto in Ucraina e chiede ad alcuni politici occidentali di prepararsi per un potenziale scontro armato con Mosca.

 

Il quotidiano britannico ha citato i contratti di appalto per una nuova struttura presso la base della Royal Air Force a Lakenheath nel Suffolk, che indicano l’intenzione di Washington di portare armi nucleari nella base. Si prevede che la RAF Lakenheath ospiterà bombe B61-12 tre volte più potenti di quelle sganciate su Hiroshima nel 1945, scrive il Telegraph.

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Ad agosto 2023 Renovatio 21 aveva anticipato lo spostamento delle testate su suolo di Albione. L’11 aprile 2022, Hans Kristensen, direttore del Nuclear Information Project della Federation of American Scientists, ha scritto riguardo i documenti di bilancio dell’amministrazione Biden per l’anno fiscale 23 che aggiungevano la Gran Bretagna all’elenco dei siti di stoccaggio di «armi speciali» in fase di ammodernamento come parte di un programma da 384 milioni di dollari in programmi di costruzione militare in corso negli ultimi 13 anni.

 

L’anno scorso gli Stati Uniti hanno inviato alla base caccia F-35 con capacità nucleare. Tuttavia va ricordato, come ha fatto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che l’F-16, cioè il caccia che i Paesi NATO vogliono regalare all’Ucraina, può trasportare testate nucleari. Di fatto, nel 2017 l’F-16 Falcon è stato collaudato con successo dall’Aviazione degli Stati Uniti per il trasporto delle bombe nucleari all’idrogeno B61, che sono schierate dagli USA anche in Europa.

 

Le bombe nucleari all’idrogeno B61 sono schierate dagli USA anche in Europa, Italia compresa. Le forze americane dispongono di circa 100 bombe nucleari a gravità B61 situate presso la base aerea di Kleine Brogel in Belgio, la base aerea di Buchel in Germania, la base aerea di Volkel nei Paesi Bassi, la base aerea di Incirlik in Turchia e, naturalmente, le basi aeree italiane di Aviano (Pordenone) e Ghedi (Brescia)

 

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato l’anno scorso che Mosca sarebbe stata costretta ad attuare «contromisure compensative» se le testate nucleari americane dovessero tornare in Gran Bretagna. La Russia ha accusato l’Occidente di alimentare le tensioni in Europa e sostiene che l’espansione verso est della NATO è una delle cause profonde del conflitto in Ucraina.

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L’anno passato, dopo che il presidente bielorusso Lukashenko aveva dichiarato che Minsk era pronta ad ospitare le atomiche russe e che gli aerei dell’aviazione bielorussa erano equipaggiati per il trasporto di armi termonucleari, il presidente russo Vladimir Putin aveva annunciato i suoi piani per schierare armi nucleari in Bielorussia, paragonando la mossa al programma di condivisione nucleare della NATO, con i Paesi del Patto che ospitano armi nucleari statunitensi.

 

Il presidente polacco Andrzej Duda aveva dichiarato che la NATO doveva rispondere al dispiegamento di armi nucleari da parte della Russia in Bielorussia. Lo riporta Bloomberg.

 

Ora funzionari europei di alto rango, tra cui il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, hanno parlato della necessità di prepararsi a una potenziale guerra con la Russia. La settimana scorsa il presidente del Comitato militare della NATO, l’ammiraglio Rob Bauer, ha esortato il blocco ad essere «più pronto su tutto lo spettro” per lo scontro diretto.

 

Il capo dei servizi segreti esteri della Russia, Sergej Naryshkin, ha respinto le affermazioni secondo cui Mosca stava pianificando un’offensiva contro la NATO come «guerra dell’informazione» volta a giustificare «l’aggressione ibrida».

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Nucleare

Il presidente polacco chiede la collocazione di armi nucleari in Polonia

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Il presidente polacco Andrzej Duda ha nuovamente invitato gli Stati Uniti a schierare armi nucleari nel suo paese, sulla scia del presidente francese Emmanuel Macron che la scorsa settimana ha dichiarato di essere pronto a estendere l’ombrello nucleare della Francia a tutta Europa. Lo riporta il Financial Times, che ha intervistato Duda negli scorsi giorni.   «Andrzej Duda ha affermato che è “ovvio” che il presidente Donald Trump potrebbe ridistribuire in Polonia le testate nucleari statunitensi immagazzinate nell’Europa occidentale o negli Stati Uniti, una proposta che il presidente polacco ha affermato di aver discusso di recente con Keith Kellogg, inviato speciale degli Stati Uniti per l’Ucraina».   «I confini della NATO si sono spostati a est nel 1999, quindi 26 anni dopo dovrebbe esserci anche uno spostamento a est dell’infrastruttura NATO. Per me è ovvio», ha detto Duda a FT. «Penso che non sia solo il momento, ma che sarebbe più sicuro se quelle armi fossero già qui».

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Il fatto che i leader europei parlino di «uno spostamento delle infrastrutture della NATO verso est» è esattamente uno dei motivi principali dell’invasione russa, nota Zerohedge.   Il presidente Duda, tra le sue motivazioni, ha citato le armi nucleari tattiche russe attualmente dislocate in Bielorussia, immediatamente a est della Polonia.   «La Russia non ha nemmeno esitato quando ha trasferito le sue armi nucleari in Bielorussia», ha detto Duda, «non ha chiesto il permesso a nessuno». Duda sembra quindi esortare alla medesima cosa: nucleari ridistribuite in Polonia e ovunque, senza chiedere.   Il presidente polacco si è spinto sino a parlare della costruzione di un arsenale atomico nazionale per Varsavia. «Duda, che è anche comandante supremo delle forze armate polacche, ha fatto eco al primo ministro polacco Donald Tusk affermando che il paese potrebbe in alternativa ottenere una migliore protezione dall’idea del presidente Emmanuel Macron di estendere “l’ombrello nucleare” della Francia agli alleati europei» scrive FT.   Come riportato da Renovatio 21, la proposta macroniana di allargamento dell’ombrello atomico di Parigi è stata lanciata pochi giorni fa. La Francia, che resta l’unica potenza nucleare nell’Unione Europea, ha chiesto un dibattito sulle forze strategiche, soprattutto in vista dei segnali che l’amministrazione Trump potrebbe nuovamente ritirare il suo sostegno all’Ucraina e potrebbe persino abbandonare il ruolo di principale fornitore militare e finanziatore dell’alleanza NATO in generale.   Tuttavia nell’intervista con la testata britannica «Duda ha gettato acqua fredda sul suggerimento di Tusk la scorsa settimana che la Polonia potrebbe sviluppare un proprio arsenale nucleare. “Per avere una nostra capacità nucleare, penso che ci vorranno decenni”».   Come riportato da Renovatio 21, la questione delle atomiche in Polonia era già stata discuss la settimana scorsa dal premier Donald Tusk, che è di schieramento politico opposto rispetto a Duda.

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Varsavia l’anno passato aveva chiesto una reazione della NATO al programma di Mosca di piazzare le sue atomiche anche in Bielorussia – un programma peraltro nel pieno stile di condivisione internazionale degli armamenti atomici in stile NATO.   Come ricordato da Renovatio 21, c’è da dire che la fornitura di atomiche a Kiev è stata messa sul piatto varie volte da personaggi come l’europarlamentare ucraino, orta tornato al governo come ministro degli Affari Esteri, Radoslav Sikorski, sposato ad la neocon americana ultrarussofoba Anne Applebaum.   Nel settembre 2022 la Polonia aveva iniziato a distribuire pillole di iodio, motivando l’operazione con la paura per le sorti della centrale nucleare di Zaporiggia, contesa tra i russi, che ne hanno il controllo, e gli ucraini, che cercano di impossessarsene con azioni militari di ogni sorta.   Come riportato da Renovatio 21, nell’autunno 2022 l’allora viceministro della Difesa Marcin Ociepa aveva dichiarato che la Polonia sarà in guerra con la Russia in 3 o 10 anni massimo.  

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Immagine di IAEA Imagebank via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
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Economia

Carney dice che il Canada vincerà la guerra commerciale con gli USA. La ex vicepremier chiede le atomiche europee per difendersi da Trump

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Il primo ministro entrante del Canada, Mark Carney, ha promesso di combattere e vincere la guerra commerciale con gli Stati Uniti, avvertendo che i dazi di ritorsione rimarranno in vigore finché «gli americani non ci mostreranno rispetto».

 

Le tensioni sono aumentate a febbraio quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato tariffe del 25% su Canada e Messico, oltre a dazi del 10% sulle importazioni dalla Cina.

 

Inizialmente ritardate di un mese, le misure sono entrate in vigore martedì scorso, con esenzioni concesse alle case automobilistiche e ai beni coperti dall’accordo Stati Uniti-Messico-Canada (USMCA) fino ad aprile. Ottawa ha risposto imponendo tariffe su prodotti americani per un valore di 30 miliardi di dollari, con altri 125 miliardi di dollari di dazi previsti per il mese prossimo.

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Carney è stato eletto leader del Partito Liberale canadese con l’85,9% dei voti, il che lo posiziona come prossimo premier del Paese. Nel suo discorso inaugurale di domenica, ha criticato Trump per aver imposto «tariffe ingiustificate» che, a suo dire, «attaccavano le famiglie canadesi» e lo ha accusato di aver tentato di «indebolire lo stile di vita canadese».

 

«C’è qualcuno che sta cercando di indebolire la nostra economia. Donald Trump. Donald Trump ha imposto tariffe ingiustificate su ciò che costruiamo, su ciò che vendiamo, su come ci guadagniamo da vivere», ha detto.

 

«Il governo canadese sta giustamente reagendo con le nostre tariffe che avranno il massimo impatto negli Stati Uniti e il minimo impatto qui in Canada. Il mio governo manterrà le nostre tariffe finché gli americani non ci mostreranno rispetto», ha aggiunto.

 

Rispondendo indirettamente al suggerimento di Trump di far diventare il suo Paese il 51° stato degli USA, Carney ha dichiarato che «il Canada non farà mai, mai parte dell’America in alcun modo, forma o aspetto».

 

«Non abbiamo chiesto noi questa lotta, ma i canadesi sono sempre pronti quando qualcun altro lascia cadere i guantoni. Quindi, gli americani non dovrebbero sbagliarsi… Nel commercio, come nell’hockey, il Canada vincerà», ha detto, pur avvertendo che «questa vittoria non sarà facile».

 

Il partito liberale al governo ha indetto elezioni per la leadership dopo le dimissioni di Justin Trudeau a gennaio, in seguito a bassi indici di gradimento legati all’inflazione, alla crisi immobiliare e alle difficoltà economiche. Carney ha sconfitto quattro candidati, tra cui l’ex ministro delle finanze Chrystia Freeland, sostenendo di essere l’unico in grado di gestire la crisi.

 

La Freeland, nota per la repressione dei camionisti antivaccinisti (con la chiusura dei conti bancari e perfino di criptovalute) e per il sostegno all’ucraina (il nonno era un collaborazionista nazista), ha stupito dichiarando di voler «garantire la nostra sicurezza» assicurandosi «che Francia e Gran Bretagna, che possiedono armi nucleari, fossero lì» perché gli Stati Uniti ora stanno «chiaramente minacciando la nostra sovranità».

 

«Ciò che rende diverso questo presidente Trump scatenato e autorizzato è che sta chiaramente minacciando la nostra sovranità e noi dobbiamo rispondere», ha detto la Freeland. «Gli Stati Uniti stanno diventando predatori, e quindi ciò che il Canada deve fare è lavorare a stretto contatto con i nostri alleati democratici, i nostri alleati militari».

 

«Mi assicurerei che Francia e Gran Bretagna fossero lì a possedere armi nucleari e lavorerei urgentemente con quei partner per costruire una relazione di sicurezza più stretta che garantisca la nostra sicurezza in un momento in cui gli Stati Uniti possono essere una minaccia», aveva spiegato Freeland.

 

La Freeland ricopre alte posizioni nel World Economic Forum, dove ad un certo punto due anni fa parlò di bisogno della guerra per rilanciare l’economia globale, e a un certo punto era stata considerata come possibile capo NATO.

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Nel frattempo, Trump ha confermato che i dazi entreranno in vigore il 2 aprile, definendo il ritardo «una piccola pausa». Il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha dichiarato a Meet the Press della NBC che le imposte su acciaio e alluminio inizieranno questa settimana, mentre seguiranno i dazi sui prodotti lattiero-caseari e sul legname canadesi.

 

Lutnick ha detto che le restrizioni rimarranno finché Trump non si sentirà «a suo agio» con il modo in cui Canada e Messico stanno gestendo il flusso di fentanyl negli Stati Uniti. Il consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett ha descritto le misure come «una guerra alla droga, non una guerra commerciale».

 

Il premier entrante Carney ha una lunga storia di adesione all’elitismo mondialista, al punto da definirsi orgogliosamente «globalista».

 

Carney in precedenza ha ricoperto la carica di governatore della Banca d’Inghilterra e ha lavorato per il gigante finanziario Goldman Sachs. «Nel 2020, ha iniziato a prestare servizio come inviato speciale delle Nazioni Unite per l’azione per il clima e la finanza», scrive Associated Press.

 

«Sono connesso e posso dare il mio contributo al Paese», ha detto in un podcast il mese scorso. «La gente mi accuserà di essere un elitario o un globalista, per usare quel termine, il che è, beh, (…) capita che sia esattamente ciò di cui abbiamo bisogno».

 

Carney, i cui legami con gruppi globalisti hanno fatto sì che il leader del partito conservatore Pierre Poilievre lo definisse il «ragazzo d’oro» del World Economic Forum, ha una storia di promozione di programmi anti-vita e anti-famiglia, tra cui l’aborto e gli sforzi legati alla comunità LGBT.

 

In precedenza ha anche sostenuto la tassa sul carbonio e ha persino criticato Trudeau quando la tassa è stata esentata dal gasolio per il riscaldamento domestico nel tentativo di ridurre i costi per alcuni canadesi.

 

Di recente, Carney ha criticato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver preso di mira l’ideologia woke e ha giurato di promuovere «l’inclusività» in Canada. La scorsa settimana, Carney ha anche affermato di essere disposto a usare tutti i poteri governativi, compresi i «poteri di emergenza», per far rispettare il suo piano energetico se eletto primo ministro.

 

«Carney vuole diventare Primo Ministro del Canada, ma solo due anni fa, sulla scena internazionale, ha dichiarato di essere qualcosa di diverso dal canadese», ha affermato il parlamentare del Partito Conservatore del Canada Michael Cooper in un recente video pubblicato sul suo account X.

 


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«In una sala piena di globalisti, al World Economic Forum di Davos, Carney si è dichiarato europeo», ha detto Cooper, che ha condiviso una clip in cui Carney si vanta orgogliosamente, durante l’incontro del WEF, di avere la cittadinanza «europea».

 

«Lasciate che questo sedimenti per un momento. Carney vuole essere il Primo Ministro del Canada, il leader del nostro grande Paese, eppure due anni fa si è identificato come europeo», ha chiosato il parlamentare canadese.

 

Come riportato da Renovatio 21, Carney a Londra è stato pioniere della questione della CBDC, la moneta elettronica emessa da banca centrale. Nel 2019, prima di pandemia, dedollarizzazionesuperinflazione e crash bancari che stiamo vedendo, l’allora governatore della Banca d’Inghilterra Carney ne aveva parlato all’annuale incontro dei banchieri centrali di Jackson Hole, nel Wyoming nel 2019.

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Immagine di Bank of England via Flickr pubblicata su licenza CC BY-ND 2.0

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Nucleare

Il nuovo cancellerie tedesco promette di escludere le armi atomiche. Gli crediamo?

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La Germania non svilupperà né acquisirà armi nucleari, ha affermato il cancelliere entrante Friedrich Merz, chiedendo al contempo una più profonda cooperazione con Francia e Regno Unito in materia di deterrenza.   In un’intervista rilasciata domenica all’emittente radiofonica Deutschlandfunk, Merz ha sottolineato che «la Germania non potrà né potrà possedere armi nucleari», sottolineando che Berlino è vietata per legge dal farlo.   «Il documento più recente è il Trattato 2+4 del 1990, in cui la Germania ha rinunciato esplicitamente al possesso di armi nucleari. E questo rimarrà il caso» ha assicurato il Merz.

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Formalmente noto come «Trattato sullo stato finale della Germania», che ha gettato le basi giuridiche per la riunificazione della Germania Ovest e della Germania Est, il documento stabilisce anche che nessuna forza armata straniera, nessuna arma nucleare o i relativi vettori saranno schierati nell’area di Berlino e dell’ex DDR.   Tuttavia, il Merz ha segnalato la sua volontà di esplorare una maggiore cooperazione nucleare con gli alleati della NATO, chiedendo discussioni con Gran Bretagna e Francia. «Dobbiamo anche diventare più forti insieme nella copertura nucleare in Europa», ha affermato.   Come riportato da Renovatio 21, in questi giorni il presidente francese Emanuele Macron ha dichiarato la volontà di estendere l’ombrello nucleare francese agli altri Paesi UE, ora in contrapposizione ancora più diretta con la Russia. La Francia, ha detto il controverso capo di Stato, «ha deciso di aprire un dibattito strategico sulla protezione dei nostri alleati nel continente europeo attraverso un deterrente nucleare».   La Francia disporrebbe di un totale di 290 testate atomiche, che dopo la Brexit costituiscono il totale di quelle a disposizione della UE. La Gran Bretagna, che con Starmer sta agendo all’unisono con Parigi e Bruxelles quasi facesse ancora parte del blocco, ne ha ufficialmente 225, di cui 120 schierate.   Macron ha anche esortato gli stati membri dell’UE ad aumentare significativamente la loro spesa per la difesa, dichiarando al contempo che la Russia – divenuta definitivamente sua rivale in Africa occidentale – è una «minaccia».

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La Commisione Von der Leyen – che, ricordiamo, è stata ministro della Difesa tedesco, e con qualche scandalo – ha lanciato un piano (impensabile fino a poco tempo fa) di riarmo militare del continente, con 840 miliardi messi sul piatto per la Difesa. Quanto di questo denaro finirà ufficialmente alle armi termonucleare non è chiaro. Quanto danaro invece finanzierà piani segreti per le atomiche è ancora meno chiaro.   Come riportato da Renovatio 21, l’eurodeputata SPD Katarina Barley aveva ipotizzato mesi fa il riarmo atomico dell’Europa – e quindi per una Germania rimilitarizzata, un concetto che si dice fosse uno dei motivi della creazione della NATO («Tenere l’Europa dentro, i russi fuori, i tedeschi sotto») e un vero incubo per lo statista italiano Giulio Andreotti («la Germania mi piace così tanto che ne voglio due»).   Credere ad un cancelliere tedesco, in una Germania che ripudia le centrali atomiche ma invoca le bombe atomiche, potrebbe essere difficilissimo.

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Immagine di European People’s Party via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0      
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