Nucleare
Parlamentare russo: «mettiamo le nostre armi nucleari a Cuba»

La Russia dovrebbe collocare le sue armi nucleari in «Paesi amici» vicini agli Stati Uniti in risposta ai presunti piani di Washington di spostare le proprie armi tattiche in Europa, ha suggerito il parlamentare Aleksej Zhuravlev.
I suoi commenti sono arrivati dopo che è stato riferito sabato che gli Stati Uniti stanno cercando di schierare le loro armi nucleari nel Regno Unito per la prima volta in 15 anni, al fine di contrastare una presunta crescente minaccia da parte della Russia.
In un post su Telegram, Zhuravlev, che è il primo vicepresidente della commissione parlamentare di difesa russa e leader del partito Rodina («Patria»), ha sottolineato che la Gran Bretagna ha le proprie armi nucleari e che gli Stati Uniti hanno già dispiegato parte delle loro armi atomiche ed arsenale a diversi paesi europei vicini alla Russia.
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«Pertanto, è improbabile che un ulteriore dispiegamento [di armi nucleari nel Regno Unito] possa avere un effetto sul panorama politico-militare», ha ipotizzato Zhuravlev.
Tuttavia, il politico ha suggerito che Mosca dovrebbe considerare di schierare le proprie armi nucleari più vicino agli Stati Uniti e di inviarle a «Paesi amici come Cuba, Venezuela e Nicaragua».
Zhuravlev ha ammesso, tuttavia, che i sistemi d’arma hanno fatto un grande passo avanti negli anni successivi alla crisi missilistica cubana del 1962. «I missili ipersonici russi lanciati dal nostro territorio raggiungerebbero gli Stati Uniti più velocemente di quelli subsonici lanciati dal ventre americano», ha dichiarato il deputato russo, sottolineando che la Russia dispone di un’aviazione strategica e di un vasto arsenale di sottomarini stazionati in località sconosciute negli oceani del mondo.
«Abbiamo modi per rispondere a qualsiasi invasione da parte degli Stati Uniti e della NATO, che controlla», ha detto Zhuravlev.
Il ministero degli Esteri russo aveva precedentemente avvertito che Mosca sarebbe stata costretta ad attuare «contromisure compensative» nel caso in cui le testate nucleari americane tornassero in Gran Bretagna. La Russia ha anche ripetutamente accusato l’Occidente di alimentare le tensioni in Europa e ha citato la continua espansione della NATO verso est come una delle cause profonde del conflitto in Ucraina.
Nel frattempo, un certo numero di funzionari occidentali – tra cui Regno Unito, Germania, Estonia e persino il presidente del Comitato militare della NATO – hanno alimentato i timori di un presunto attacco russo all’Europa nei prossimi anni e hanno invitato i governi e i cittadini occidentali a prepararsi per un grande conflitto con Mosca.
La Russia, tuttavia, ha negato con veemenza qualsiasi piano di invasione dei Paesi europei vicini, con il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov che ha definito tali affermazioni una «bufala».
Il presidente russo Vladimir Putin ha anche sottolineato che Mosca «non ha alcun interesse… geopolitico, economico o militare… a dichiarare guerra alla NATO» e preferirebbe invece migliorare i legami con il blocco guidato dagli Stati Uniti.
A Cuba si era consumata la famosa «crisi dei missili», che i russi chiamano «crisi dei caraibi», tra il 14 e il 28 ottobre 1962, considerata uno dei più punti massimi della tensione tra le potenze atomiche durante la Guerra Fredda. L’URSS aveva deciso di posizionare missili a testata nucleare su suolo cubano (cioè a 140 chilometri dalle coste della Florida) come deterrente ad una invasione da parte degli USA; il leader sovietico Nikita Kurshev reagiva così all’installazione di missili Jupiter in Turchia e in Italia nonché alla tentata invasione di Cuba durante l’episodio della Baia dei Porci nel 1961.
Cosa poco nota storicamente, il blocco navale istituito dagli Stati Uniti per impedire l’arrivo dei missili arrivò quando già bombe atomiche sovietiche erano presenti a Cuba.
La vicenda si risolse con l’impegno per l’URSS di levare da Cuba le armi, e per gli USA di fare lo stesso con i Jupiter piazzati in Turchia e in Italia. L’episodio si concluse con la creazione della «linea rossa», cioè una forma di comunicazione telefonica diretta tra Washington e Mosca.
Come scritto da Renovatio 21, Krushev e Kennedy erano uomini radicalmente diversi da quelli che sono al comando oggi in Occidente: consideravano la vita del proprio popolo, e non solo, come un bene, non come un problema per il pianeta.
Oggi invece i leader vengono tutti da una matrice culturale e politica che vede l’uomo come un problema: essi sono tutti operatori della Necrocultura.
Perciò, non è detto che, oggi, una situazione di conflitto non possa sfociare nell’uso delle armi termonucleari.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Nucleare
Gli USA testeranno il plutonio invecchiato nel loro arsenale nucleare

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Nucleare
Mosca dice che Zelens’kyj è un «maniaco» che chiede armi nucleari alla NATO

Le dichiarazioni del leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj sull’ottenimento di armi nucleari sono motivo di seria preoccupazione, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. In un post sui social media di mercoledì, ha definito Zelens’kyj un «maniaco preso da deliri malati» che potrebbe cercare una «bomba sporca».
Lo Zelens’kyj ha ribadito le sue aspirazioni nucleari in un’intervista rilasciata martedì al conduttore televisivo britannico Piers Morgan, in cui ha lamentato il fatto che Kiev abbia barattato la deterrenza dell’era sovietica «per niente» negli anni Novanta.
«Ci daranno armi nucleari? Allora che ci diano armi nucleari», ha detto Zelens’kyj al Morgan. «Quali missili possono fermare i missili nucleari della Russia? Questa è una domanda retorica».
Il presidente ucraino h chiesto alla NATO di schierare armi nucleari in Ucraina come misura tampone mentre Kiev attende l’adesione al blocco militare guidato dagli Stati Uniti.
Rispondendo mercoledì, Zakharova ha scritto che «le ultime dichiarazioni di Zelens’kyj sul fatto che vuole possedere una capacità nucleare lo espongono come un maniaco, che considera il pianeta come un oggetto per i suoi deliri malati. Dimostrano anche che per lui le centrali nucleari non sono una fonte di energia pacifica, ma un’arma sporca di cui il regime di Kiev ha bisogno per ricattarlo».
La retorica nucleare ucraina precede lo scoppio delle ostilità con la Russia. Zelens’kyj ha suggerito che Kiev potrebbe costruire armi atomiche in un discorso alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco nel febbraio 2022, giorni prima dell’escalation del conflitto.
I funzionari russi hanno espresso preoccupazione per il potenziale sviluppo di una bomba sporca da parte dell’Ucraina, in mezzo alle sue battute d’arresto sul campo di battaglia.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), l’organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite, non ha segnalato alcuna deviazione di materiali radioattivi dichiarati nel Paese.
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L’Ucraina ha ereditato dall’URSS un’industria nucleare civile ben sviluppata e attualmente gestisce tre centrali nucleari e due reattori di ricerca.
Contrariamente all’affermazione di Zelens’kyj, l’Ucraina indipendente era priva di un vero deterrente nucleare, in quanto non possedeva la capacità unilaterale di lanciare armi sovietiche schierate sul suo territorio in risposta a un attacco, scrive la stampa russa.
Il disarmo dell’Ucraina, insieme a Bielorussia e Kazakistan, faceva parte di una più ampia iniziativa di riduzione nucleare negli anni Novanta. Le nazioni occidentali incentivarono le nazioni ospitanti con programmi di aiuti.
Come riportato da Renovatio 21, mesi fa il quotidiano londinese Times aveva parlato di «opzione nucleare ucraina». Settimane prima il tabloid tedesco Bild aveva riportato le parole di un anonimo funzionario ucraino che sosteneva che Kiev ha la capacità di costruire un’arma nucleare «in poche settimane».
La leadership di Kiev ha sostenuto a lungo che gli Stati Uniti e i suoi alleati avevano l’obbligo di proteggere l’Ucraina a causa del Memorandum di Budapest del 1994, in cui Stati Uniti, Regno Unito e Russia avevano dato garanzie di sicurezza in cambio della rimozione delle testate nucleari sovietiche dal territorio ucraino.
Come ricordato da Renovatio 21, c’è da dire che la fornitura di atomiche a Kiev è stata messa sul piatto varie volte da personaggi come l’europarlamentare ucraino Radoslav Sikorski, sposato ad una neocon americana e intercettato sorridente negli ultimi giorni al Bilderberg di Lisbona.
Si tende a dimenticare che lo stesso Zelens’kyj parlò di riarmo atomico di Kiev alla Conferenza di Sicurezza di Monaco, pochi giorni prima dell’intervento russo. In seguito, Zelens’kyj e i suoi hanno più volte parlato di attacchi preventivi ai siti di lancio russi e di «controllo globale» delle scorte atomiche di Mosca.
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In varie occasioni il regime ucraino ha parlato di contrattacco nucleare contro la Russia. Mosca ha più volte avvertito della possibilità di un false-flag atomico operato dagli ucraini magari tramite una cosiddetta «bomba sporca».
Vi fu poi la bizzarra comunicazione del Dipartimento dell’Energia di Washington all’ente atomico russo Rosatom era emerso due anni fa. Nella missiva gli americani avvertivano la Russia del fatto che nell’impianto di Zaporiggia vi sarebbe «tecnologia nucleare sensibile» statunitense, e quindi i russi non dovevano toccarla.
Come riportato da Renovatio 21, il Cremlino due anni fa affermava che l’Ucraina stava sviluppando armi nucleari. Le competenze tecnico scientifiche per farlo, grazie al lascito dell’Unione Sovietica, Kiev le ha.
Secondo il portavoce del Cremlino Peskov l’operazione militare russa servirebbe appunto a scongiurare la prospettiva di una guerra atomica.
Il presidente russo Putin parlando ai giornalisti poco prima delle ostilità parlò della possibilità che l’Europa venisse trascinata in una guerra «senza vincitori».
Come riportato da Renovatio 21, ancora un anno fa il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Demetrio Medvedev, ex presidente ed ex primo ministro, aveva affermato che la Russia dovrà effettuare un attacco preventivo se l’Ucraina dovesse ricevere armi nucleari. Il recente cambio della dottrina nucleare di Mosca va decisamente in questa direzione, includendo, oltre che nemici che dispongono dell’arma nucleare, anche nemici alleati di potenze atomiche.
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Nucleare
Zelens’kyj chiede l’uso delle armi nucleari per «fermare la Russia»

“Give us back nuclear arms.”
Ukraine’s President Zelenksy has issued the plea while discussing with Piers Morgan how the war with Russia can end. Watch more tonight on YouTube from 8pm (UK) / 3pm (EST). SUBSCRIBE: https://t.co/QR11ywsANx@ZelenskyyUa | @piersmorgan pic.twitter.com/Uuk1b30Y6r — Piers Morgan Uncensored (@PiersUncensored) February 4, 2025
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