Cina
La Cina scopre un processo che rivoluziona la produzione dell’acciaio

Dopo oltre un decennio di intensa ricerca in Cina, gli scienziati hanno sviluppato una nuova tecnologia rivoluzionaria per la produzione del ferro che potrebbe apportare cambiamenti di vasta portata nell’industria siderurgica globale. Lo riporta il giornale di Hong Kong South China Morning Post.
l professor Zhang Wenhai, accademico della Chinese Academy of Engineering, in un articolo pubblicato sulla rivista peer-reviewed Nonferrous Metals a novembre, ha riferito che lui e il suo team hanno sviluppato un metodo per iniettare polvere di minerale di ferro finemente macinata in una fornace estremamente calda, innescando una «reazione chimica esplosiva».
Il risultato è una serie di goccioline di ferro liquido rosso vivo e incandescente che piovono e si raccolgono sul fondo della fornace, formando un flusso di ferro ad alta purezza che può essere utilizzato direttamente per la fusione o la «produzione di acciaio in un unico passaggio».
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Noto come flash ironmaking, il metodo «può completare il processo di fabbricazione del ferro in soli tre-sei secondi, rispetto alle cinque-sei ore richieste dagli altiforni tradizionali», riporta lo studio. Ciò equivale a un aumento di 3.600 volte della velocità di fabbricazione dell’acciaio. Il nuovo metodo funziona anche eccezionalmente bene per i minerali a bassa o media resa che sono abbondanti in Cina.
Gli attuali metodi di produzione del ferro dipendono fortemente dai minerali ad alta resa e la Cina spende una grande quantità di denaro per importare tali minerali da Australia, Brasile e Africa. La Cina non avrà nemmeno bisogno di importare il suo elevato volume di carbone per la fabbricazione dell’acciaio, scrive EIRN.
Nell’attuale produzione tradizionale di acciaio, partendo da zero, il carbone viene utilizzato principalmente per produrre «coke», una forma di carbonio quasi puro, che funge sia da fonte di calore per fondere il minerale di ferro sia da agente riducente per rimuovere l’ossigeno dal minerale, lasciando dietro di sé ferro puro. Quel coke può essere omesso da questo processo.
Il team del Zhang ha sviluppato una lancia a vortice che può iniettare 450 tonnellate di particelle di ferro all’ora. Un reattore dotato di tre di queste lance può, in modo ottimale, produrre 7,11 milioni di tonnellate di ferro all’anno. Il documento nota che la lancia «è già entrata in produzione commerciale». Quando i cinesi generano un documento di ricerca, di solito hanno svolto molto lavoro nell’area.
Il concetto originale per questo processo di fabbricazione del ferro è nato negli Stati Uniti, ma, come nel caso di così tante aree di ricerca, gli Stati Uniti non lo hanno sufficientemente seguito, mentre il team di Zhang ha sviluppato una tecnologia di fusione rapida.
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Immagine di Goodwin Steel Casting via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Cina
Xi Jinping in Vietnam: firmati quasi 40 accordi contro i dazi USA

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Cina
Cina, altra Pasqua agli arresti per mons. Shao

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Anche quest’anno il presule che si rifiuta di aderire all’Associazione patriottica è stato portato via alla vigilia della Settimana Santa. Già a Natale aveva subito gravi ritorsioni per la celebrazione con cui aveva inaugurato il Giubileo nella diocesi dello Zhejiang che per le autorità di Pechino è guidata da un sacerdote «fedele» al Partito.
L’hanno arrestato anche quest’anno. Alla vigilia della Settimana Santa, nella provincia cinese dello Zhejiang, è arrivato l’arresto di mons. Pietro Shao Zhumin, 61 anni, vescovo sotterraneo di Wenzhou.
Il presule, insieme al suo più stretto collaboratore padre Jiang Xu Nian, sono stati nuovamente prelevati ieri pomeriggio dalle autorità dell’Ufficio per la Sicurezza nazionale e non si sa dove si trovino. Il fatto è avvenuto poco più di un mese dall’ultimo episodio analogo avvenuto il 7 marzo, quando il vescovo Shao fu trattenuto per una settimana.
L’intento è sempre lo stesso: impedire al presule di presiedere le imminenti celebrazioni liturgiche solenni della Settimana Santa a Wenzhou dove oltre a mons. Shao anche numerosi sacerdoti si rifiutano di registrarsi agli organismi «ufficiali» dei cattolici cinesi controllati dall’Associazione patriottica.
Anche a Natale le autorità locali avevano reagito duramente alla celebrazione con cui mons. Shao aveva aperto il Giubileo nella diocesi di Wenzhou, alla quale avevano partecipato 200 fedeli. Negli ultimi anni, agenti in borghese dell’Ufficio per gli Affari religiosi e dell’Ufficio per la Sicurezza nazionale, hanno spesso visitato le chiese di domenica e nei giorni feriali per indagare, proibire ai sacerdoti non registrati di celebrare la Messa e vietare a bambini e adolescenti di entrare nelle chiese.
Mons. Shao fu nominato nel 2007 da Benedetto XVI come vescovo coadiutore per succedere a mons. Vincenzo Zhu Wei-Fang, che è poi morto nel settembre 2016. Per il suo rifiuto di aderire all’Associazione patriottica le autorità considerano la sede «vacante» e sostengono come guida della locale comunità cattolica p. Ma Xianshi, un sacerdote «patriottico».
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Immagine da AsiaNews
Cina
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