Cina
Il popolo di Shanghai si scontra con la polizia fuori dal centro di quarantena in costruzione
Un filmato ampiamente diffuso sui social media mostra uno scontro tra cittadini di Shanghai e la poliziaa causa della decisione delle autorità locali di acquisire alcuni dei condomini della loro comunità per renderli dei centri di quarantena. Lo riporta Epoch Times.
Secondo il filmato, gli abitanti del quartiere di Zhangjiang Nashi si sono mobilitati per protestare contro l’ordine di sfratto del governo locale che li ha costretti a trasferirsi.
La polizia in equipaggiamento protettivo bianco ha respinto i manifestanti mentre alcune donne chiedevano disperatamente aiuto.
Il filmato è stato ripreso anche dal quotidiano di Hong Kong South China Morning Post
Anche la BBC ha mandato in onda immagini degli scontri.
Il gruppo di Zhangjiang, proprietario del complesso, ha dichiarato in una dichiarazione del 14 aprile che la loro costruzione del centro di quarantena «ha incontrato resistenza da parte dei residenti», alludendo allo scontro tra polizia e abitanti della comunità.
Di qui la repressione delle autorità della megalopoli cinesi, che ora circolano solo nella caratteristica tuta anti-contaminazione bianca.
«La polizia potrebbe portare via chiunque volesse per intimidire il resto», ha detto una residente a Epoch Times. «Ne hanno arrestati in tutto una dozzina proprio sulla scena». Tra i detenuti c’era una signora anziana, il cui marito era un paziente paralizzato e costretto a letto, secondo Li. Suo genero si è ingonocchiato dinanzi alla polizia per il suo rilascio.
Li ha detto a Epoch Times che l’edificio della signora era circondato da altri tre, che sono a circa 10 metri di distanza e devono funzionare come centri di quarantena. Quindi, tutta la sua famiglia si sente in pericolo, preoccupata che la vecchia coppia possa essere a rischio del virus.
In seguito, secondo Li, tutti i detenuti sono stati liberati.
Un altra fonte sentita dal giornale sino-americano ha detto di aver subito un arresto di Internet e un’interruzione del segnale del cellulare durante l’arrivo della polizia quel giorno.
«Abbiamo solo una richiesta sin dall’inizio», ha detto un residente a Epoch Times. «Non creare centri di quarantena nel [nostro] quartiere. Non trasferire persone isolate nel [nostro] quartiere. Ciò che ci preoccupa di più sono quelli in quarantena con rischi di trasmissione del virus».
Come riportato da Renovatio 21, Shanghai sta vivendo un incredibile lockdown totale, per certi versi spiegabile solo in termini di un complotto politico o similia. 26 milioni di cittadini della grande capitale finanziaria cinese sono bloccati in casa senza nemmeno il diritto di uscire, con le loro porte che vengono sigillate o addirittura chiuse dall’esterno con lucchetti.
Non è possibile per loro nemmeno aprire la finestra: lo ordina un drone volante che diffonde messaggi come «non aprite le finestre, non cantate, controllate il desiderio di libertà della vostra anima». In realtà, i cittadini vanno alla finestra non per cantare, ma per urlare la loro disperazione, come visibile in un altro incredibile video caricato in rete.
As seen on Weibo: Shanghai residents go to their balconies to sing & protest lack of supplies. A drone appears: “Please comply w covid restrictions. Control your soul’s desire for freedom. Do not open the window or sing.” https://t.co/0ZTc8fznaV pic.twitter.com/pAnEGOlBIh
— Alice Su (@aliceysu) April 6, 2022
What the?? This video taken yesterday in Shanghai, China, by the father of a close friend of mine. She verified its authenticity: People screaming out of their windows after a week of total lockdown, no leaving your apartment for any reason. pic.twitter.com/iHGOO8D8Cz
— Patrick Madrid ✌🏼 (@patrickmadrid) April 9, 2022
Come riportato da Renovatio 21, emergono anche le sconvolgenti immagini delle autorità cinesi che uccidono in strada cani e gatti delle persone deportate perché risultate positive (e nella maggior parte dei casi, asintomatiche).
Alcuni esperti sospettano che alla fine di questo lockdown, annunciato per pochi giorni e poi esteso indefinitamente, verranno trovati più morti di fame e disperazione di quanti non ne avrebbe causati statisticamente il COVID.
Cenni di rivolta nella città vi sono già stati, anche a seguito di situazioni disumane come la separazione dei figli dai genitori.
NEW – Shanghai’s inhuman “zero-COVID” lockdown leaves residents desperate for food and medicines.
Authorities now say they will ease restrictions after another mass test in China’s most populous city.pic.twitter.com/3VlV970kUo
— Disclose.tv (@disclosetv) April 9, 2022
Immagini screenshot da YouTube
Cina
Auto contro la folla: tre attacchi in poche ore in Cina
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Almeno sei morti e numerosi feriti in diversi episodi a Pechino, a Shenyang e in una scuola nella provincia di Zhejiang. Le autorità non hanno diffuso dettagli ma le immagini sono ampiamente circolate in rete. Diversi commentatori sul web attribuiscono i gesti alla rabbia contro la società creata dalle questioni economiche.
Tre diversi attacchi con auto lanciate contro persone si sono verificato nel giro di poche ore martedì 19 marzo in Cina. Sono avvenuti nella capitale Pechino, nella megalopoli nord-orientale di Shenyang e nella città orientale Taizhou, nella provincia di Zhejiang: il bilancio è di almeno sei morti e più di una dozzina di feriti.
Sebbene le autorità non abbiano fornito molti dettagli, le foto e i video degli attacchi circolati in rete hanno mostrato gli incidenti. Non si conoscono ancora le motivazioni degli attacchi, ma i commenti dicono che gli attacchi indiscriminati sono diventati un modo per vendicarsi della società e sfogare il malcontento.
Il primo attacco è avvenuto alle 7 del mattino a Shenyang, dove un’auto nera è finita contro il marciapiede sul lato opposto della strada. L’incidente ha causato tre morti e due di loro sono deceduti dopo essere stati trasportati in ospedale. I media ufficiali non hanno fornito ulteriori dettagli sull’incidente; tuttavia le foto circolate online hanno mostrato una bombola di gas posizionata sul sedile del passeggero accanto al conducente.
Intorno alle 11,20, un altro incidente ha avuto luogo nel Taizhou Vocational & Technical College della provincia di Zhejiang. L’attacco è avvenuto quando le lezioni erano terminate e gli studenti stavano lasciando le aule. L’auto è piombata sulla folla. I video online hanno mostrato che ambulanze e veicoli della polizia sono arrivati al campus e hanno isolato la scena. La polizia ha annunciato che l’incidente ha provocato tre morti e 16 feriti e che il conducente dell’auto è uno studente del college.
Il terzo attacco è avvenuto la sera, nel centro della capitale Pechino. Un’auto nera ha investito pedoni e scooter e la polizia ha fornito meno dettagli. L’annuncio della polizia non ha indicato il numero delle vittime e ha solo detto che l’auto ha colpito più scooter dopo aver avuto un «incidente stradale».
I video hanno mostrato i detriti degli scooter e il sangue a terra e molti feriti, mentre il conducente dell’auto nera è rimasto immobile al volante all’arrivo della polizia. La polizia ha anche steso un telo blu per impedire alle persone di vedere la scena. I video dell’incidente sono stati presto censurati sui social network.
I tre attacchi successivi in un solo giorno hanno suscitato discussioni in rete. Alcuni commenti ritengono che l’indebolimento dell’economia degli ultimi anni abbia causato malcontento e voglia di vendicarsi
Il 1° marzo, un uomo alla guida di un’automobile e si era lanciato contro la folla vicino a una scuola elementare a Dezhou, nella provincia del Shandong. Secondo i media ufficiali, diversi alunni sono rimasti feriti e due sono morti.
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Immagine da AsiaNews.
Cina
La Nuova Zelanda accusa la Cina di aver hackerato il suo Parlamento
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Cina
Le aziende europee: imprevedibile e più difficile fare affari in Cina
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
L’ultimo rapporto della Camera di Commercio UE in Cina lamenta le difficoltà create dalla presenza sempre più massiccia della politica nell’economia. La sicurezza nazionale sembra più importante della crescita della Cina. Xi Jinping ha in programma una visita in Francia a maggio per ricucire le relazioni.
Secondo un rapporto pubblicato dalla Camera di commercio dell’Unione Europea in Cina, la politica si è insinuata nell’ambiente commerciale e le aziende si trovano ad affrontare rischi sempre maggiori per la penetrazione della politica. Per questo le aziende straniere devono allocare maggiori risorse per il controllo dei rischi e la conformità in un mercato divenuto imprevedibile.
Il rapporto – basato su un sondaggio e interviste ai membri della Camera di commercio dell’UE in Cina – ha evidenziato che il 55% dei membri concorda sul fatto che l’ambiente commerciale è diventato più politico rispetto all’anno precedente. L’indagine ha anche rilevato che il 76% dei membri ha rivisto le proprie operazioni in Cina e ha cercato di diversificare la catena di fornitori.
Nel contesto della strategia di de-risking adottata dall’UE, un numero maggiore di investitori stranieri in Cina sta valutando di adeguare le proprie strategie commerciali. Il rapporto Riskful Thinking: Navigating the Politics of Economic Security, ha illustrato gli approcci alla gestione delle minacce percepite e le misure adottate dalle aziende.
Le relazioni commerciali tra l’Ue e la Cina hanno subito un’impennata dopo che l’Unione europea ha avviato un’indagine sui veicoli elettrici cinesi sovvenzionati.
Inoltre, la strategia di de-risking mira a ridurre l’eccessiva dipendenza economica dalla Cina, soprattutto nei settori delle materie prime e delle industrie chiave legate alla transizione verde, come le batterie elettriche e i pannelli solari.
Queste azioni hanno suscitato il malcontento di Pechino. In mezzo alle tensioni dei conflitti geopolitici, il mercato cinese sembra essere meno attraente per gli investitori stranieri e le aziende devono affrontare maggiori pressioni. L’anno scorso, un’indagine condotta dalla Camera di commercio dell’UE in Cina ha mostrato che la fiducia delle imprese si è notevolmente deteriorata e ben il 64% delle aziende intervistate ha risposto che le operazioni commerciali sono diventate più difficili.
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Le politiche delle autorità cinesi sono la causa principale che ha spinto le aziende europee in Cina a ripensare i propri orientamenti.
Il blocco nazionale durante la pandemia di COVID, la posizione della Cina nella guerra in corso in Ucraina e lo scontro tra Cina e Stati Uniti hanno costretto molte a considerare una catena di approvvigionamento alternativa al di fuori della Repubblica popolare. Alcune aziende hanno già spostato attività nel Sud-Est asiatico.
Inoltre, le aziende che operano in aree tecnologiche sensibili, come la progettazione e la produzione di semiconduttori, stanno adottando un approccio più attento alle operazioni in Cina per evitare di violare il divieto di esportazione che potrebbe far scattare le sanzioni.
Da parte loro le autorità cinesi hanno iniziato a dare un giro di vite alle società di consulenza per motivi di sicurezza nazionale. L’ultima legge cinese contro lo spionaggio e la legge sulla sicurezza nazionale hanno ampliato fortemente l’ambito di applicazione. L’anno scorso alcune famose società di revisione e di consulenza in Cina sono state oggetto di irruzione da parte della polizia. Alcuni dipendenti sono stati arrestati per spionaggio.
Pur biasimando fortemente la strategia di de-risking adottata da Unione europea e Stati Uniti, la Cina adotta misure simili. Pechino ha implementato il controllo delle esportazioni di alcune competenze e materie prime, come le terre rare, per garantire la posizione di leader in settori tecnologici chiave.
La promozione dell’autosufficienza fa parte della strategia nazionale sotto il governo di Xi Jinping. Le autorità attribuiscono maggiore importanza all’ideologia: anche la salvaguardia della sicurezza economica è diventata uno dei compiti principali dell’agenzia cinese per l’intelligence e l’antispionaggio.
Intanto si parla di una possibile visita di Xi Jinping in Francia a maggio per celebrare il 60° anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche. Sarebbe la prima visita di Xi in Europa dopo la pandemia di COVID-19. Secondo i rapporti, il tema della visita di Xi sarà il commercio e la Cina è desiderosa di ricucire le relazioni con l’Ue dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Attualmente, la stagnante economia cinese sta subendo diverse pressioni e crisi nel settore immobiliare, e Pechino si aspetta che gli investimenti stranieri restino in Cina.
Per rinvigorire il turismo, a marzo la Cina ha esteso l’esenzione dal visto ad altri sei Paesi europei: i visitatori possono soggiornare in Cina senza visto fino a 15 giorni.
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Immagine di Hermann Luyken via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain Dedication
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