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Ambiente

Il disastro di Valenzia causato dalle politiche verdi?

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Hanno fatto il giro del mondo le immagini di devastazione viste a Valenzia, così come quelle della protesta dei cittadini che sono arrivati ad aggredire i reali e le autorità pubbliche, facendo fuggire il primo ministro Pedro Sanchez, che dicono sia stato persino colpito da un bastone di legno.

 

Il numero dei morti pare stabile oltre ai 200, tuttavia non è ancora chiarissimo il destino dei dispersi, che inizialmente sembravano migliaia.

 

La rabbia si è scatenata a partire dal fatto che l’alluvione sarebbe stata prevista dai meteorologi, ma nessuna misura di prevenzione sarebbe stata posta in opera.

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I media mainstream di tutto il mondo hanno amplificato la tragedia puntando il dito contro il solito: il cosiddetto cambiamento climatico di origine antropica – ossia il meteo cambiato dall’uomo con i suoi consumi e con la sua ostinazione a mettere al mondo ulteriori esseri umani.

 

Va notato che tuttavia a Valencia sono state registrate numerose inondazioni, dal 1321 al 1897. Si stima che nei sette secoli precedenti all’alluvione del 1957 si siano verificate fino a 75 inondazioni. L’ultima è ricordata come la «Gran Riada De Valencia», dove vi furono 81 morti, anche se alcuni sostengono che le vittime siano state molte di più.

 

Dopo la Gran Riada di 63 anni fa, le autorità hanno deciso di deviare il fiume Turia, in modo che non rappresentasse più una minaccia per la città di Valencia. Un nuovo letto del fiume è stato costruito a sud della città, che è stato protetto dalle inondazioni, «fino a che l’Unione Europea ha emanato la Direttiva quadro sulle acque nel 2000, volta a ripristinare condizioni favorevoli agli animali nelle zone umide», scrive EIRN.

 

«Un rapporto del 2019 di Wetlands International e del Centro italiano per il ripristino fluviale (CIRF) sullo stato di attuazione della direttiva in otto casi studiati, in Spagna, Francia, Belgio e Regno Unito, afferma che l’intervento sul fiume Turia ha aumentato con successo la portata del Turia».

 

«Gli interventi si sono concentrati sulla diga di Benageber, costruita nel 1950 e “ha alterato significativamente il regime idrologico del fiume Turia a valle. Le basse portate hanno causato un conseguente stress della temperatura dell’acqua, fino a 24 °C in estate. Questa condizione ha influenzato l’integrità ecologica delle comunità fluviali e ha causato la quasi totale scomparsa della trota fario (Salmo trutta) in tutto il corpo idrico» continua EIRN.

 

Il summenzionato progetto si è concentrato sull’aumento del deflusso ambientale minimo sotto la diga. Lo sforzo mirava a migliorare uno dei quattro aspetti dei flussi ambientali – seguendo la normativa spagnola – nel piano di gestione del bacino idrografico con l’obiettivo generale di contribuire al miglioramento dello stato ecologico del corpo idrico.

 

La misura ha stabilito un flusso ecologico minimo di 1,20 metri cubi (per unità di tempo) per consentire il recupero delle condizioni idrologiche e delle comunità fluviali. L’aumento del flusso minimo ha avuto conseguenze positive su macrofite, macroinvertebrati bentonici e pesci. Le popolazioni di trota fario (Salmo trutta) si stanno riprendendo grazie alle nuove aree create con ghiaia sciolta che sono di fondamentale importanza per la deposizione delle uova. L’abbondanza e la diversità dei macroinvertebrati bentonici sono migliorate grazie alla diversificazione dell’habitat nel canale.

 

«Inoltre, anche le condizioni della foresta ripariale stanno migliorando. L’aspetto più innovativo di questo progetto di ripristino è l’istituzione di flussi ambientali, un tipo di misura di ripristino che ha dimostrato di essere importante per le dinamiche ecologiche e geomorfologiche dei fiumi regolati, con implicazioni significative in termini di servizi ambientali forniti. Pertanto, i macroinvertebrati sono al sicuro a costo di vite umane».

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La devastazione delle politiche verdi UE non si è fermata lì.

 

Nel 2022, la direttiva quadro sulle acque è stata aggiornata nella legge sul «ripristino della natura», il cui articolo 7 richiede la rimozione delle dighe come mezzo per «contribuire alla connettività longitudinale e laterale naturale dei fiumi e all’obiettivo dell’UE di avere 25.000 km di fiumi a flusso libero» e per «aiutare a ripristinare le aree fluviali e le pianure alluvionali».

 

Un gruppo chiamato Dam Removal Europe («Rimozione Dighe Europa») ha riferito che nel 2023 sono state rimosse 487 barriere in 15 paesi europei, con un aumento del 50% rispetto alle cifre dell’anno precedente. Queste iniziative hanno consentito di «ricollegare» oltre 4.300 km di fiume.

 

Come riportato da Renovatio 21, mentre l’allarmismo climatico continua a scuotere i giornali traducendosi in politiche comunitarie super-distruttive, quantità di scienziati si oppongono alla vulgata corrente, dimostrando che le inondazioni non sono correlate ai cambiamenti climatici e che questi ultimi non sono correlati all’attività umana.

 

Riguardo alle inondazioni, che interessano ciclicamente l’intero mondo, va segnalato che non tutti accusano il Climate Change antropogenico: la Polonia sta muovendo guerra contro le nutrie, mentre il Nord Corea fucila i suoi stessi funzionari ritenuti responsabili (dice il Sud).

 

Per quanto riguarda altri casi italianiRenovatio 21, negli anni, anche per esperienza diretta, si è fatta qualche idea.

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Ambiente

Immagini dall’eruzione dell’Etna

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Spesse colonne di fumo e cenere si sono innalzate nelle scorse ore nel cielo sopra la Sicilia orientale quando l’Etna, il vulcano più grande e attivo d’Europa, è entrato in eruzione lunedì, costringendo decine di turisti ad abbandonare la zona.   L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha riferito che l’eruzione è stata probabilmente innescata da un crollo parziale del cratere sud-orientale del vulcano.   Fontane di lava e grandi pennacchi di cenere vulcanica hanno raggiunto un’altitudine di circa 6.400 metri, secondo il Centro di Consulenza sulle Ceneri Vulcaniche di Tolosa. Le autorità aeronautiche hanno emesso un’allerta “codice rosso” per i voli operanti nella regione, successivamente declassata ad arancione. Alcuni voli hanno subito ritardi a causa della nube vulcanica.

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I video girati da escursionisti e visitatori mostrano turisti terrorizzati che fuggono giù per il pendio della montagna mentre il fumo nero si alza dalla cima.  

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Secondo quanto riportato dalla stampa, circa 40 turisti si trovavano sul vulcano al momento dell’eruzione, ma sembrano essere stati tutti scortati in sicurezza lontano dalla zona. Non si segnalano feriti o vittime.   I vulcanologi dell’INGV hanno affermato che l’attività è iniziata con un forte tremore vulcanico localizzato circa 2,7 km sotto il cratere sommitale.   Il tremore si sarebbe intensificato per diverse ore prima che lava e materiale piroclastico venissero espulsi. L’esplosione segue settimane di lieve attività sismica nella regione.   Nonostante la natura esplosiva dell’eruzione, il flusso di materiale dal vulcano non ha raggiunto la Valle del Leone, un’area situata a circa 2.800 metri di altitudine e frequentata da escursionisti. Le autorità hanno affermato che ciò significa che al momento non vi è alcun pericolo per i residenti.   Un aggiornamento ufficiale ha dichiarato in seguito che l’emissione della nube di cenere era cessata nel pomeriggio.   Tuttavia, le autorità hanno esortato la popolazione a esercitare «estrema cautela» ed evitare le zone ad alta quota intorno al vulcano a causa del rischio di improvvise attività esplosive. I funzionari della protezione civile locale non hanno ordinato un’evacuazione completa, ma sono state dispiegate pattuglie per monitorare l’accesso alle pendici dell’Etna.

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Attivisti Greenpeace «rubano» Macron di cera per protestare a favore dell’Ucraina

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Gli attivisti del gruppo di pressione ambientalista Greenpeace hanno rubato una statua di cera del presidente Emmanuel Macron dal Museo Grévin di Parigi e l’hanno collocata fuori dall’ambasciata russa, in segno di protesta contro quello che hanno definito un insufficiente sostegno del leader francese all’Ucraina.

 

La Francia è stata uno dei principali sostenitori di Kiev dopo l’escalation del conflitto con la Russia nel febbraio 2022, nonché uno dei principali fautori dell’idea di inviare una forza militare in Ucraina, proposta più volte da Macron.

 

Parigi ha anche interrotto la maggior parte dei legami economici e ha costantemente chiesto sanzioni più severe contro Mosca. Ciononostante, il direttore esecutivo di Greenpeace Francia, Jean-François Julliard, ha accusato il leader francese di «fare il doppio gioco», dopo la trovata del gruppo di lunedì.

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Lunedì mattina, tre membri di Greenpeace sono entrati nel Museo Grévin fingendosi turisti, secondo fonti dell’agenzia AFP. Travestendosi, i membri dell’eco-commando hanno rapidamente rimosso la statua di cera di Macron da 40.000 euro e l’hanno trasportata all’ambasciata russa a Parigi, il tutto mentre filmavano la scena.

 

 

I manifestanti hanno esposto la statua – che va detto è molto realistica – insieme a striscioni che criticavano le continue importazioni francesi di gas naturale liquefatto e fertilizzanti russi. Gli eco-attivisti hanno affermato in un comunicato di aver «preso in prestito» la statua e di volerla restituire.

 

La procura di Parigi ha dichiarato a Politico che è stata aperta un’indagine per «furto ai danni del museo», ma non sono stati segnalati arresti. Il Musée Grévin non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’accaduto.

 

Il lettore può chiedersi per quale ragione Greenpeace prenda di mira la Russia in un contesto, quello della guerra, generalmente non battuto dagli ambientalisti.

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Bisogna ricordare che nel maggio 2023 la Russia ha designato Greenpeace International come «organizzazione indesiderata», citando i precedenti del gruppo nel promuovere programmi politici e nell’ingerenza negli affari interni con l’obiettivo di causare danni economici.

 

Come riportato da Renovatio 21, stessa sorte è toccata anche al WWF, famigerato ente fondato nel 1961 da Bernardo van Lippe-Biesterfeld , conosciuto come Bernardo di Olanda – marito della regina Giuliana d’Olanda – e dal Principe Filippo di Edimburgo, che come noto era il marito della Regina Elisabetta d’Inghilterra, basandosi su un’idea passata per Julian Huxley, fondatore dell’UNESCO già creatore (nel 1968) del termine «transumanismo», proveniente da una nota famiglia malthusiano-darwinista molto ascoltata dall’élite britannica (il fratello era lo scrittore Aldous, il nonno Thomas era invece chiamato «il mastino di Darwin).

 

Il cofondatore di Greenpeace Patrick Moore, da tempo uscito dall’organizzazione ambientalista, due anni fa ha affermato che «raggiungere le emissioni zero significa la morte di almeno il 50% della popolazione».

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Ambiente

La dittatura green non finisce: l’UE invita gli Stati membri a ridurre il consumo di acqua

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La Commissione europea starebbe pianificando di invitare gli Stati membri dell’UE a ridurre il consumo di acqua di almeno il 10% entro il 2030. La legge segnerebbe la prima direttiva della Commissione sulla riduzione del consumo di acqua nella storia dell’UE. Lo riporta il Financial Times, che cita un piano in bozza che avrebbe avuto modo di visionare.   La proposta giunge in un momento in cui aumentano le preoccupazioni relative alla siccità e all’esaurimento delle falde acquifere a seguito di incendi boschivi sempre più frequenti e inondazioni catastrofiche, che sono costati miliardi all’UE e hanno ridotto le riserve idriche a livelli mai visti prima.   «Dobbiamo riflettere su come utilizzare l’acqua in modo più efficiente», ha dichiarato alla testata la Commissaria europea per l’ambiente, Jessika Roswall, sottolineando che «quando facciamo la doccia, dobbiamo pensarci».

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In parte dell’Europa meridionale è già in vigore il divieto di riempire le piscine. Haris Sachinis, amministratore delegato della società idrica greca Eydap, ha avvertito che Atene potrebbe rimanere completamente senza acqua entro due anni se la siccità persistesse. Il ministro dell’agricoltura cipriota Maria Panayiotou ha lanciato l’allarme: il 2025 potrebbe essere il terzo anno consecutivo di siccità sull’isola e uno degli otto peggiori anni per le riserve idriche degli ultimi cinquant’anni.   Anche la Svezia ha imposto il divieto di annaffiare i giardini con un tubo in alcune zone, mentre in Francia e Spagna le controversie sulle dighe e sui diritti idrici hanno alimentato le tensioni tra agricoltori e ambientalisti.   Lo scorso anno, le politiche ambientali dell’UE, tra cui i limiti all’uso dei pesticidi e la riduzione del consumo di acqua, hanno provocato diffuse proteste da parte di agricoltori e gruppi agricoli in tutta l’Unione, tra cui Francia, Spagna, Germania e Polonia.   La bozza del piano della Commissione Europea prevede maggiori investimenti nelle infrastrutture dell’Unione che presentano perdite. Il gruppo industriale EurEau ha stimato che circa il 25% dell’acqua dell’UE venga disperso a causa di perdite nelle condotte, con alcuni paesi come la Bulgaria che ne perdono fino al 60%.   La Commissione ha stimato che siano necessari 23 miliardi di euro all’anno per gli ammodernamenti. La Banca europea per gli investimenti prevede inoltre di offrire 15 miliardi di euro in prestiti e garanzie tra il 2025 e il 2027 per sostenere gli sforzi. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che attualmente solo il 2,4% dell’acqua viene riutilizzata nell’UE, una cifra che Bruxelles intende aumentare.   Sebbene l’obiettivo di risparmio non sia vincolante, la Commissione incoraggia il raggiungimento di obiettivi nazionali e una migliore raccolta di dati. Una recente valutazione climatica ha rilevato che solo un «numero limitato» di Paesi ha adottato misure di «resilienza idrica».  
  La proposta fa seguito a un allarme lanciato nel 2023 sulla crescente concorrenza per l’acqua e sui potenziali conflitti transfrontalieri. La Banca Centrale Europea ha inoltre avvertito che la scarsità d’acqua rappresenta una minaccia finanziaria, con una carenza di acque superficiali che potrebbe incidere su quasi il 15% del PIL dell’eurozona.   Il lettore sincero-democratico a questo punto non riesce a capire: ci dicono che per il Cambiamento Climatico Europa sta diventando una regione monsonica, ci mostrano immagini di alluvioni bibliche in ogni parte del continente… eppure saremmo, da Nord a Sud, senza acqua?   Da capire anche come è possibile – visto che l’Europa non è la Mongolia, ma è bagnata da grandi mari e pure da un oceano, e costellata di laghi immensi – che vi sia scarsità di acqua: i dissalatori non sono fantascienza, sono strumenti alla portata di ogni Paese.   La risposta è, semplicemente, che siamo dinanzi al perdurare della dittatura green, la follia totalitaria verde che da Bruxelles vuole sottomettere i cittadini europei e oltre. L’ambientalismo, chi segue Renovatio 21, lo sa, altro non è che uno strumento di controllo sociale, tenuto in piedi dalla farsa climatica tramite personaggi improbabili (Greta Thunberg…) e soprattutto grandi investimenti di immani gruppi finanziari internazionali (facciamo un nome, BlackRock, ma non solo), quella «piovra verde» di cui una deputata AfD, Beatrix Von Storch, due anni fa ebbe il coraggio di parlare al Parlamento tedesco.   Come riportato da Renovatio 21, la scarsità idrica artificiale è già visibile in California, Stato americano dove non solo innaffiare l’orto può essere proibito, ma dove perfino gli sciacquoni del water devono avere bassa potenza, ingenerando così problemi domestici imbarazzanti e di non poco conto. Ma non si è trattato solo di limitazioni assurde alla vita quotidiane: è pensabile che gli incendi apocalittici che hanno colpito Los Angeles a inizio anno siano scaturigine della scriteriata gestione dell’acqua secondo l’ideologia ecofascista.   Ora noi europei dobbiamo prepararci al medesimo trattamento: piegatevi al dogma ambientale e al suo controllo, o non berrete. Non si tratta di analisi nostre, ma di idee lanciate apertis verbis dal World Economic Forum.

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Come riportato da Renovatio 21, Mariana Mazzucato, economista già autrice un tempo di lavori interessanti come Lo Stato innovatore e poi membro della Task Force COVID del governo Conte bis guidata dall’ex CEO di Vodafone Vittorio Colao, in un video di un panel del WEF riemerso in rete faceva sconvolgenti dichiarazioni sull’acqua come «bene comune» e le possibilità di manipolazione della popolazione ottenibili con la sua privazione.   «È importante anche perché non siamo riusciti a risolvere questi problemi che avevano attributi simili, e l’acqua è qualcosa che le persone capiscono (…) Sapete, il cambiamento climatico è un po’ astratto. Alcune persone lo capiscono molto bene, alcuni lo capiscono un po’, altri semplicemente non lo capiscono (…) con l’acqua… ogni bambino sa quanto sia importante avere l’acqua. Quando giochi a calcio e hai sete. Hai bisogno di acqua».   L’acqua è uno dei veicoli attraverso cui faranno passare la nostra sottomissione. Lo Stato moderno è, sempre più letteralmente, antitetico alle Scritture: «Perché io ebbi fame e voi mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere» (Mt 23, 35).

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